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Autore: La Ragazza col Cappotto Bianco    23/10/2010    3 recensioni
"Flor e Massimo, finalmente sposati, con tre bambini meravigliosi.
Delfina è in carcere, forse si può aggiungere un "Vissero tutti felici e contenti" alla fine di questo libro".
Quindici anni dopo. La ribelle Margarita, l'innamorato Andres, l'orgoglioso Federico. Tre gemelli, una sola storia.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Massimo sbirciò Flor, addormentata sul lettone con tra le braccia Federico che dormiva silenziosamente.

Florencia, sua moglie. Oh, si ora era sua moglie.

Dopo tanti impicci, tante lacrime e tanti sorrisi ora lui si era sposato con la donna che amava.

Aveva tre doni dal cielo meravigliosi, Federico, Margarita e Andres, i suoi bambini.

Delfina e quella strega di sua madre erano in prigione.

Finalmente si poteva scrivere "E vissero per sempre felici e contenti", in fondo al libro della loro vita.

 

Quindici anni dopo

 

-Coraggio, ragazzi ! Soffiate quelle benedette candeline ! -

    Papà Massimo si guardava attorno con aria incerta.

    Intorno a lui c'era riunita tutta la famiglia, sua madre, Flor, Evaristo, Greta ...

    E naturalmente i tre gemelli.

Anzi, due gemelli. Dov'era Margarita?

    - Flori, Margarita dov'è? Deve spegnere le candeline insieme ai ragazzi. - Disse, e indicò una torta bianca di panna appena uscita dalle cucine di Greta.

    Flor si accarezzò nervosamente i capelli. - Non lo so, era qui un minuto fa.. Andres, hai visto tua sorella?-

Il ragazzo guardò la madre con aria indecifrabile e indicò il piano di sopra.

    - Vado a dirle di scendere...- Disse mamma Flor correndo su per le scale.

    - Brava, Floricienta, chiamare subito Margaritita e dire di scendere immedentemente!- La seguì Gretina.

    Flor arrivò in corridoio e rallentò il passo, davanti a uno specchio appeso sulla parete.

    Ancora giovane, il fiore rosso di sempre, di cui il Conte di Kricoragan si era follemente innamorato.

    Non potè fare a meno di notare le profonde occhiaie che le rigavano il viso.

    Bussò alla stanza di Margarita.

    Siccome non ricevette alcuna risposta, aprì la porta.

    - Che vuoi?- disse nervosamente la ragazza, da un angolo della stanza.

    - Ma come cosa voglio? Margi..la festa, giù. Dove sei sparita? Dai andiamo, c'è il taglio della torta!-

    Flor uscì dalla stanza, ma la figlia non la seguì.

    Flor si sentiva spiazzata da tanta freddezza. - Io non ci vengo , alla festa.- disse bruscamente Margarita mentre si accarezzava i lunghi capelli rossi.

    - è il tuo compleanno. E anche quello dei tuoi fratelli.- mormorò la madre.

    - Appunto. E faccio quindici anni, non sei. Io non ci vengo giù, è una roba da bambini piccoli.-

    - Margarita, cosa dici? Ti è sempre piaciuto fare queste feste. Greta ha fatto una torta pazzesca!-

    Flor provò a sorridere, mentre Margarita sentiva già gli occhi bagnati di lacrime.

    Perché sua madre non la capiva?

    - Dio, mamma ! In questo preciso momento dovrei essere a Night Hall con i miei amici, a fare un VERO compleanno!-

    - Ne abbiamo gia parlato – ora la voce di Flor era più ferma. - Sei ancora troppo piccola per andare in discoteca, è ancora troppo presto...troppo...-

    - Troppo presto! - urlò Margarita alzandosi di botto.

    - Odio questa famiglia! Odio questa festa! Anche Andres e Fede la odiano, non fanno altro che parlarvi alle spalle, a te e a papà! Di come ci trattate, da bambini in fasce! -

    Flor aveva serrato la bocca, come se qualcosa gli impedisse di parlare.

 

 

 

 

 

    - Perché non sei scesa a mangiare la torta?-

Fede era seduto sul pavimento della stanza, a giocare davanti alla PlayStation, mentre Margarita era

sdraiata sul letto a pitturarsi le unghie.

    - Quel tipo di feste sono diventate uno strazio – commentò.

    - Odio ammetterlo, ma hai ragione – rispose Fede. - Sembriamo bambinetti dell'asilo.-

    Margarita sbuffò. - Abbiamo quindici anni, dannazzione ! Sai cosa ti dico? Io il mio compleanno me lo voglio proprio godere.-

    Federico alzò lo sguardo. - Che cosa intendi dire?-

La sorella si alzò e aprì le ante dell'armadio, poi si girò. - Vado al Night Hall.- disse con noncuranza.

    - Cosa? - Federico spense la PlayStation. - E come farai? Papà non ti darà mai il permesso di andarci.-

    - E chi l'ha detto che mi serve il permesso di quel vecchio? - Margarita sogghignò.

    Il fratello la guardò in silenzio. - Te sei pazza - concluse alla fine. - Ti beccheranno subito.-

    - Non se tu e Andres mi coprite -

    - Quanto ci dai?-

    Gli occhi di Margarita si illuminarono. - E ora mi ricatti pure? Sono tua sorella.-

    - Prendere o lasciare.-

    Margarita frugò in un cassetto e tirò fuori due banconote.

    - Fateveli bastare.-

    - Affare fatto - Fede sorrise.

 

 

Il Conte Massimo Augusto Calderon De La Hoya girava in tondo per la stanza con aria preoccupata.

    - Non so che dirti. Non so che cosa le sia preso. -

    - Oh, Fatine, aiutateci...- Mormorò Flor con il viso tra le mani.

    - Scusi se mi permetto, signore, ma forse la ragazzina ha bisogno di...come dire, spazio vitale! È una adolescente in tutto e per tutto - Si intromise Evaristo, che era li con loro.

    Due colpi alla porta. - Avanti – urlò Max di rimando.

    Si fece avanti una ragazzina magrolina con i capelli rossastri legati in un nastro.

    - Papà, mamma.. Mi dispiace per prima. Volevo chiedervi se potevo avere il permesso di andare al cinema con le mie amiche, alle otto. -

    Florencia e suo marito si scambiarono un'occhiata, mentre Evaristo tossì qualche colpo di tosse.

    - D'accordo, tesoro - Disse sua madre a bassa voce. - A che ora ti dobbiamo venire a riprendere?-

    - Non sarà necessario. Torneremo tutte in taxi. -

    Un'altra occhiata.

    - E va bene - acconsentì papà Massimo.

    - Grazie...oh, grazie, grazie! - Margarita uscì trotterellando dalla stanza.

 

Andres e Federico entrarono nella stanza di Margarita parlando a bassa voce.

    - Secondo me quella è tutta matta - commentò Andres infilandosi in tasca i soldi.

    - Già - sussurrò suo fratello. - Però è inutile parlarle, è una testa di legno quando si fissa con qualcosa. -

    Intanto la diretta interessata stava parlando fittamente al telefono.

    - Sarà una serata memorabile - sentivano che diceva. - Musica altissima, drink, bei ragazzi...non vedo l'ora -

    Fede lanciò un'occhiata eloquente a suo fratello.

    - Sei una cretina - disse solenne Andres, appena la sorella ripose il telefono. - Ti beccheranno subito o imbranata come sei finirai nei guai per conto tuo. -

    - Stai zitto, idiota – disse Margarita con sguardo torvo. - Non ci vado mica da sola, ci sono le mie amiche. -

    Fede e Andres si guardarono di nuovo e scoppiarono a ridere.

    Chissene frega di Andres e Federico, chissene frega di mamma e papà, addio stupida torta di Greta.

    Margarita era riuscita a darla da bere a tutti, ed era sull'autobus con le sue due migliori amiche, Fì e Olma, per andare al Night Hall.

    Si era stirata i capelli, indossava una camicetta attillata e una gonna frusciante.

    Pronti per fare festa !

    Le tre ragazze scesero dall'autobus.

    - Eccolo – esclamò Fì con fiato tirato - è proprio il Night Hall! Ragazze ho lo stomaco sottosopra! -

    Olma le strinse il braccio, e così a sua volta fece Margarita.

    Davanti al locale c'era un grosso piazzale con delle rotonde, dove gruppi di ragazzi si erano ammassati.

    L'insegna Night Hall emanava una luce fosforescente incredibile, la musica si sentiva a metri di distanza.

    - Entriamo? - fece Olma. Un ragazzo con l'alito che sapeva di alcool si addossava sulle ragazze.

    - Si, e sbrighiamoci - Rispose Margarita. C'era un lungo corridoio tappezzato di rosso, e alla porta un omaccione di colore, gigantesco.

    - Anni ? - chiese.

    - Ehm, 16 - rispose Margarita, sperando che il suo rossetto "Rosso Passione" la facesse sembrare una sedicenne.

    Una volta dentro, la musica si era fatta davvero assordante. Non ci si riusciva a muovere, Margarita perse di vista le due amiche all'improvviso e si ritrovò schiacciata a una ragazza intenta a limonare con un altro ragazzo.

    La povera Margarita perse la cognizione di ogni cosa, non riusciva a trovare Fì e Olma e un ragazzo mezzo ubriaco le rovesciò sulla gonna la sua birra.

    - Margarita! Grazie a Dio! - Era Fì, che sgomitava per raggiungere l'amica. - Ti abbiamo trovata! Che è successo? - chiese subito vedendo l'espressione di lei.

    - Mi hanno rovesciato addosso qualcosa – disse lamentosamente Margarita.

    - Che puzza! -

    - Vado in bagno, accompagnatemi. -

    In qualche modo riuscirono a raggiungere il bagno della sala.

    Margarita stava per catapultarsi al lavandino per lavarsi via quell'odore tremendo, quando qualcuno le sbattè contro.

    Un ragazzo sui vent'anni, alto, con i capelli arruffati e spettinati biondo cenere. Due occhi rotondi, e un'espressione familiare.

    Margarita ebbe un tonfo al cuore.

    Thomas.

 

 

  
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