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Autore: crimsontriforce    25/10/2010    0 recensioni
...il resto seguirà da sé. La fine non è ancora stata scritta, ma una sua declinazione viene evitata. [End of Ages, endgame]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '5. Una piccola bolla di (sur)realtà'
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In the remote event of this raising eyebrows up there: the following is a collection of five tongue-in-cheek stories about Uru!Cyan's and Uru!Ubisoft's in-universe creation of the Myst games. If writing fanfiction about Uru counterparts of Cyan employees is not ok, drop me a line at laughingpineapple at googlemail dot com and I'll get everything off the internet before you can say “Bahro”, 'k? This was written as a playful and deferent homage to my favourite bit of fourth-wall breaking in the history of everything else combined, no offense meant. :)


625 cioè 1 0 0 parole, drabble D'ni! Prompt per la Notte Bianca di Maridichallenge, "Libro".
Dopo lungo conflitto interiore (Libro de che? D'ni - e non sarebbe stata una cattiva idea? Relto perché sì? Riven che figura centralmente nella trama? Words? Come contrapposto a Pietra, cioè l'Arte e i Bahro? Di ricette D'ni? Whiterock? I diari di Catherine?), ho deciso che, in un'iniziativa multifandom generale così, “Libro” non poteva che essere ::il:: Libro, quello che I realized, the moment it fell into the Fissure ecc ecc. O, se non proprio lui (chissà dove giace, ora! Lo Straniero l'avrà reso ai legittimi proprietari a Tomahna, immagino?), un suo simile.
QUINDI ho scritto di End of Ages. La scelta dei campioni per un'iniziativa multifandom generale, proprio XD (la verità è che sono gasatissima per Lucca Comics e questo è un modo per esprimerlo!)






La prima rinuncia è la più importante

You will return.
(Yeesha)



Richard A. Watson appoggiò la Stele sulla pezza logora che ancora decorava quella prigione. Non ebbe il coraggio di sollevare del tutto la mano dall'artefatto: continuò a sfiorarla col palmo, o seguendo con le dita le sue incisioni, fino a premerla con forza sul banco come se temesse che quel blocco di metallo dorato potesse sfuggirgli non appena l'avesse perso di vista con la coda dell'occhio. Aveva delle responsabilità nei suoi confronti: su tutte, quella di capire cosa farne. Così, mentre studiava l'altra tentazione che l'aveva atteso in quella stanza, se la legava addosso col tocco e col possesso, come un corrotto Anello del Potere – e com'erano quei versi? “The circle is broken; The metal melted in the fire”, diceva l'Osservatore, e si era chiesto se potessero essere un indizio, una metafora di cinquemila anni prima che si appoggiava a un romanzo che ne aveva sì e no cinquanta, ma le profezie dovevano avere senso per i loro destinatari e lui, quando decideva di crederci, poteva decisamente vedere il parallelo. Forse il suo Monte Fato non sarebbe stato una distruzione, forse un uso accorto sarebbe stato il fuoco che infine avrebbe spezzato...
Distolse a fatica lo sguardo dalla Stele.

La firemarble al centro della lampada da tavolo brillava ancora immutata dopo duecento anni e gettava ombre lunghe sul Libro davanti a lui. Esher aveva mantenuto la sua promessa: i lacci che l'avevano costretto giacevano aperti scoprendo del tutto le quattro lettere scure del suo titolo, M Y S T, che in quei giorni aveva sentito pronunciare con la complicità di un rifugio o cariche del disgusto per una prigione.
Scosse la testa. Né l'uno, né l'altro. Quell'oggetto non emanava altro potere che la sua storia e proprio in virtù di quella agli occhi di “RAWA” – storico D'ni, consulente sceneggiatore e membro fondatore del DRF, poi DRC – si leggevano come una promessa. Di nuove avventure, anzi antiche, un richiamo più forte dello scintillio dorato sotto la sua mano sinistra. In quella stanza nulla era cambiato dai tempi di Atrus, quando sì era stata una prigione, teatro di così tanta parte di quella storia che gli era entrata nel cuore quindici anni prima: le colonne, il mosaico, le crepe profonde della Caduta e poteva quasi vedere la figura china sulle eterne correzioni a Riven. Si sentì parte di quel passato, vicino nei sentimenti allo stanco straniero che dopo tanti sforzi aveva infine appoggiato la mano sul pannello di collegamento per tornare non già a casa, ma all'isola che aveva imparato a sentire come casa. Come lui, restava in attesa sui bassi gradini di pietra. Come lui, la strada fin lì era stata lunga. Come lui, avrebbe potuto aprire la rilegatura – come ipnotizzato, alzò la copertina e sentì un angolo polverizzarsi sotto le sue dita. Tornò al presente.

Tutto quello era finito da due secoli, o meglio trasformato, rinnovato in altri inizi da quell'uomo buono che aveva avuto sempre l'umiltà di cambiare (fino a quella Releeshahn così elusiva, poco più che una virgola nei diari, e a volte non poteva che alzare gli occhi alla notte stellata e domandarsi attorno a che sole, in che cielo orbitasse). Forse un giorno, con un animo più sereno, sarebbe tornato a porgere le sue condoglianze a quel luogo ma lì, in quel momento cardine di ogni storia, per D'ni e i Bahro e tutte le Ere, la piccola Myst era solo un vicolo cieco. Non avevi smesso di ammucchiare le ossa secche di luoghi morti, Richard? Vale così poco la tua crescita?

Con uno scatto si strinse al petto la Stele, tamburellando nervoso sulla sua superficie, e si allontanò con piccoli passi spediti. Aveva già vissuto troppo a lungo nel passato.















Note:
@ “You will return”: non nel senso intransitivo di tornare in un luogo ma in quello transitivo di restituire. Nel discorso originale di nostra signora i significati sono entrambi, sovrapposti (pensatela come volete su quello che dice, ma bisogna ammettere che ha le idee chiarissime sul come dirlo: le scelte lessicali sono di una finezza impareggiata), qui nella fanfic invece sono alternativi: riconsegnare la Tablet ai Bahro, non ritornare al passato.
@ Stele: mi rifiuto di chiamarla Tavoletta. “La Stele” e “le Lastre” mi sembrano traduzioni accettabili, tanto più che i primi documenti di design la chiamano sbrigativamente Rosetta Stone, che da noi sarebbe appunto Stele.
@ Words 5:20: shut up, a me quei versi hanno sempre ricordato Il Signore degli Anelli XD
@ ammucchiare ossa secche: fa lui stesso questo paragone nel diario del 2004 che ha abbandonato in Descent.
@ tentazione di Myst: se per noi giocatori il sentimento quasi unanime è stato “Aaaaaaaah chissenefrega della Tablet e tutto il resto, c'è Myyyyyyyst! :D” *zompa, linka e finale negativo*, immagino quanto debba essere stato forte il richiamo per chi per anni l'aveva vissuta e studiata nei ricordi altrui^^
   
 
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