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Autore: Neko no Yume    25/10/2010    5 recensioni
-Oh, piove-.
-Tsk, che constatazione geniale. Ora prendi l’ombrello-.
-Emh…-.
Silenzio, solo il ticchettio dell’acqua attorno a loro.
-Non l’ho portato…-.
-C-che? Spagna, sei un idiota!-.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Etchù!-.
-Salute Romano!-.
-Bastardo, non…E…E…etchù!-.
-Ohohoh, gli starnuti ti impediscono di insultarmi?-.

Nessuna risposta, solo un borbottio confuso e un rumore di naso che veniva rumorosamente soffiato.

-Certo che sei proprio buffo, con quel nasino rosso e gli occhi lucidi!-.
-Fottit...Etchù!-.

Altro tramestio di fazzoletti.

-Bastardo, non sarei in queste condizioni se… etchù!... Se tu ti fossi ricordato l’ombrello…-, sbottò il ragazzo.
-Hey, non è colpa mia! Il meteo mi ha tradito!-, tentò di discolparsi lo spagnolo.
-Chissene del meteo! Potevi pensarci lo stesso!-.

Antonio sbuffò divertito, poi passò una mano sulla fronte bollente dell’altro scostandogli qualche ciuffo ribelle.

-Vado a prenderti una pezza bagnata, sei caldissimo…-, mormorò.

Lovino continuò imperterrito a brontolare da sotto il suo bozzolo di lenzuola, accasciato stancamente sul letto di Spagna e tremendamente spossato per reagire alle sue cure con il suo vasto repertorio di insulti.
-Eccomi qua!-,trillò l’indesiderato infermiere, sventolando il piccolo asciugamano bagnato di acqua fresca.
-Non… Urlare…-, lo implorò Romano.
-Ops, scusami!-, disse l’altro, abbassando il tono di voce e avvicinandosi al letto –Comunque, ieri non mi sembravi poi tanto infastidito dalla pioggia…-.

Le prime gocce bagnavano il prato, verde come i suoi occhi, brillante come non mai.
-Oh, piove-.
-Tsk, che constatazione geniale. Ora prendi l’ombrello-.
-Emh…-.
Silenzio, solo il ticchettio dell’acqua attorno a loro.
-Non l’ho portato…-.
-C-che? Spagna, sei un idiota!-.
-Scusami! Ecco, lì c’è un albero che potremmo usare come riparo!-.

E non restava che correre a perdifiato lungo quel pendio erboso, rischiando a ogni passo di scivolare rovinosamente per arrivare sotto a una vecchia quercia da sughero.
Fradici.
Che palle.
-Non ci vengo più ai pic-nic con te se non ti porti l’ombrello, scemo-.
-Vaa bene, mi amor!-.
Carezze, roventi al confronto dell’acqua ghiacciata.
-Ma già che siamo qui e che dobbiamo aspettare…-.
Le sue labbra, all’improvviso, calde e morbide.
Prepotenti.
Mugolò, stringendosi al corpo zuppo dell’altro, assorbendo il suo calore mentre gli sbottonava la camicia con mani febbrili per impossessarsi di quella pelle così bruciante.


Lovino avvampò al ricordo del giorno precedente e Antonio ridacchiò, posandogli la pezza sulla fronte.
Quella volta era lui il più caldo.
L’altro rabbrividì e si agitò leggermente.

-Fa freddo…-.
-Lo so, mi amor. Ma devi tenerla per il tuo bene o la temperatura non scenderà-.
-Tsk, che bel modo di discolparsi… Fare l’infermiera premurosa-.

Antonio sorrise, come al solito gli insulti dell’altro gli scivolavano addosso come la pioggia, come quella pioggia che aveva coperto con la sua tenda d’acqua i due amanti sotto la quercia.
Romano alzò a fatica il braccio, lottando contro il torpore che lo avvolgeva, e afferrò la mano dell’altro, portandosela su una guancia e nascondendoci il viso.

-L-lovinito?-.
-Chiudi il becco, se devo avere freddo per colpa tua… Almeno riscaldami un po’-, mormorò a mezza voce contro quel palmo grande e ruvido, premendovi le labbra contro.
-Ma c’è un modo molto più veloce e piacevole di questo, mi querido…-, gli sussurrò all’orecchio Antonio, mordicchiandogli il lobo.
-A-ah sì? E quale sarebbe, bastardo?-, chiese Romano sforzandosi notevolmente di pronunciare una frase di senso compiuto senza farsi distrarre da quei piacevoli morsi.

Senza rispondere, lo spagnolo si infilò sotto le coperte e avvolse di più giovane il un abbraccio sensuale, rubandogli uno, dieci, cento piccoli baci lungo il collo chiaro ed esile.
Per Romano erano come piccole scosse, sentiva la febbre scemare in fondo al suo animo, bruciata dalla passione che quei baci alimentavano.
Le fiamme sembravano volerlo ardere vivo, i piccoli fuochi che fiorivano sotto quelle dannate labbra crescevano e diventavano falò.
In uno scatto improvviso gli prese il viso tra le mani, premendo con forza la sua bocca su quella del maledetto piromane, assaporandone il gusto piccante con voracità, quasi con ferocia.
Sentì l’altro ridacchiare leggermente, per poi ricambiare con la sua solita passione travolgente quel gesto, accarezzandogli labbra e palato con la lingua, aumentando l’arsura dell’italiano che gemette leggermente.

Mugolii, respiro affannato, due copri febbricitanti ed eccitati che sfregavano l’uno contro l’altro, gambe allacciate, labbra, sguardi, mani intrecciate, vampate di calore.

Poi la quiete, dolce e finalmente tiepida, morbida come il loro abbraccio.

-Allora, ti piace il metodo Carriedo per riscaldare i malati?-.
-Zitto, bastardo-, borbottò il ragazzo, celando il viso imbarazzato e arrossato nel petto del più grande –Era il minimo che potessi fare…-.
-Ahahah, allora la prossima volta ricordami di non portare l’ombrello!-.


Buondì gente!
Era da tanto tempo che volevo scrivere una fan fiction in cui uno dei personaggi aveva la febbre e la mia influenza maledetta mi ha dato la “spinta” per farlo.
Stupida influenza, stupido freddo!
Coomunque, non sono qui per ammorbarvi sui miei malanni ma per postare questa storia e per ringraziare come al solito le anime pie che recensiranno gli scleri di questa povera raffreddata.
Bye byee ~
  
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