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Autore: Hedley    26/10/2010    10 recensioni
“Va tutto bene cucciolo.” La voce di Joseph la raggiunse dalla cucina tremula, ma satura di amore e tenerezza.
Quell’affetto che il papà serbava solo per lei, la sua piccola Chiara.
“Papà si è fatto un po’ di male e ora il dottore è venuto a prenderlo.”
Sentiva i sospiri della sua mamma.
Le braccia dello zio Nicholas ancora la stringevano forte. Il petto tanto forte dello zio a stretto contatto con la sua piccola fronte.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Daddy's little children.'
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Dedicata ai miei tre figlioletti di carta e inchiostro: Angel, che è portavoce di ogni mio pensiero. Chiara, il mio alter ego in miniatura. E Xander, da amare semplicemente per il fatto che c'è.

Ma soprattutto, dedicata a papà. Al mio forte papà.
Perchè so che ce la farà.

Buona lettura.



Daddy’s little Girl



d

Let him open eyes, need a little more time

To tell him that I love him more
Than anything in the world, it's daddy little girl
Frankie J. - Daddy's little Girl

Prologo.

He drops his suitcase by the door
She knows her daddy won't be back anymore

“Papà!”

Chiara si stropicciò gli occhioni madidi di sonno.

Dei rumori provenivano misteriosi dalla cucina.

Mormorii sommessi.

Gemiti.

Chiara aveva paura.

“Papà!”

La bambina ripeté cercando ad occhi chiusi il suo lupacchiotto di Peluche e scivolando giù dal letto.

Nelle brandine alla sua sinistra, le cuginette dormivano ancora.

Ma Chiara lo sapeva che c’era qualcosa che non andava.

“Papà!”

La piccola corse in cucina, i piedini scalzi a contatto con il gelido pavimento in marmo.

“Chiara.” Le braccia forti dello zio Nicholas la bloccarono all’ingresso.

Rumori distorti sempre più inquietanti provenivano da quella stanza.

Una voce di donna che piangeva. Era la mamma, la sua mamma.

“Papà, dov’è papà?” la piccola sbarrò gli occhi e cercò di sfuggire alla presa dello zio che la prese in braccio cullandola dolcemente.

Un piccolo bacio sulla sua fronte.

Lo zio Nick aveva gli occhi tristi.

“Vieni piccola,torniamo a nanna.” La strinse forte e le accarezzò il capo con delicatezza.

Ma Chiara non voleva tornare nel lettino.

Non prima di aver visto il suo papà.

Fu in quel momento che una voce si frappose sulle altre, debole, sommessa.

Ma per Chiara fu come avvertire il trillare di mille campanelle all’unisono.

Un flebile gemito che sussurrava il suo nome.

“Chiara?” il papà la stava chiamando.

“Papà!” la piccola si dimenò fra le braccia dello zio.

“Voglio andare da papà!”

“Va tutto bene cucciolo.” La voce di Joseph la raggiunse dalla cucina tremula, ma satura di amore e tenerezza.

Quell’affetto che il papà serbava solo per lei, la sua piccola Chiara.

“Papà si è fatto un po’ di male e ora il dottore è venuto a prenderlo.”

Sentiva i sospiri della sua mamma.

Le braccia dello zio Nicholas ancora la stringevano forte. Il petto tanto forte dello zio a stretto contatto con la sua piccola fronte.

“Ti sei fatto tanto male papà?” cercò di scivolare a terra, ma l’uomo la stringeva forte, troppo forte.

“Shhh va tutto bene.” Nick la avvolse con più delicatezza, pur trattenendola fra le sue braccia.

“Sto bene Chiara. Tornerò presto te lo prometto.” Il suo papà non diceva mai le bugie.

Era bloccata nel corridoio.

E oltre quella porta il suo papà stava andando via con il dottore.

“Devo dare un bacino a papà. Così gli passa  il male.” Tentò di spiegare allo zio, con gli occhi colmi di lacrime.

“Tesoro, non ora.” La voce dello zio Nicholas era triste come i suoi occhi.

Lui non sorrideva tanto con le labbra, ma i suoi occhi erano sempre il ritratto dell’allegria.

Non quella mattina però.

Le porte sbatterono.

Il rumore di un elicottero si diffuse con più forza nella stanza.

“Dai torniamo nel letto adesso.”

 Tirando su con il naso, Nicholas avvolse le orecchie della bambina con una mano e si avviò lungo il corridoio.

“No!” Chiara tentò di opporsi aggrappandosi allo stipite della porta con le manine candide.

“Papà!Papà!”

“Ascolta lo zio amore mio. Tornerò presto. Te lo prometto!” la voce del suo papà era sempre più esile.

D’un tratto altri rumori sovrastarono qualsiasi segnale.

“Papà!” Non voleva che andasse via senza il suo bacio.

Senza una coccola.

Senza il suo lupo di peluche.

La porta si aprì di scatto.

Il rumore dell’elicottero si fece d’un tratto insopportabile, poi sempre più distante.

“Amore mio.”

La sua mamma era di fronte a lei.

I capelli arruffati, la vestaglia stropicciata, gli occhi già di per loro bagnati dell’oceano, ancora più umidi.

“Va tutto bene cucciolo.”

La piccola Chiara si arrampicò in grembo alla madre e la strinse forte, il piccolo cuoricino colmo di paura.

“Dove va papà? Perché dal dottore ci è andato con l’elicottero? Dove va mamma?”

 

“Shhh.” Cullandola, la donna si diresse verso la camera da letto, mentre le lacrime scivolavano lente lungo le sue guance.

“Non gli ho dato il bacio mami…” la piccola Chiara sussurrò singhiozzando con costanza. La donna le accarezzò il capo con tenerezza,

“L’ho fatto io per te. Ha detto di dirti che ti vuole tanto bene e che tornerà presto.”

Il lettone dei genitori di Chiara era ancora sfatto. Proprio nel mezzo, con gli occhioni pesti di sonno e lo sguardo perso, un bimbetto minuscolo era in piedi, le manine aggrappate al bordo del letto.

“C’è tanto rumore fuori mamma. Che cos’è?”

Il piccolo Alexander corse ad abbracciare la madre che lo prese in braccio e depositò i suoi due figli più piccoli nel lettone.

“Adesso voi due non vi dovete preoccupare. Chiudete gli occhietti e dormite. La mamma è qui con voi.”

“Mamma…” Chiara mormorò flebile, gli occhioni color cielo colmi di lacrime.

“Papà tornerà davvero a casa?”

Tirò su col naso.

La donna si morse il labbro, lo sguardo colmo di preoccupazioni.

Era tanto stanca la sua mamma.

“Certo che tornerà.”

Una carezza sul capo.

Gli occhietti di Chiara si chiusero, rilassati.

Altri passetti si insinuarono nella stanza.

Il capo color del grano del piccolo Angel fece capolino dallo stipite.

“Cos è successo a papà?”

Aveva i particolari occhioni nocciola sgranati, lo sguardo colmo di preoccupazione.

Era troppo maturo per i suoi nove anni.

La madre non rispose.

Si limitò a fargli cenno con la mano e a scostare le coperte.

Senza alcuna parola, il piccolo si arrampicò sul letto e si sistemò accanto alla mamma tra i due fratelli, il visetto carico di paura.

“Papà guarirà. Guarirà cuccioli, va bene?” la donna avvolse i suoi piccoli in un teporoso ed rassicurante abbraccio.

Chiara tirò su con il naso e strinse ancor più forte il suo pupazzetto di peluche.

Era un regalo di papà per il suo terzo compleanno.

Non se ne separava mai, nemmeno durante l’ora di pranzo.

Socchiudendo gli occhi, depositò un bacetto sul nasino del lupacchiotto sussurrandogli di  correre e portare al suo papà quel bacio.

Sapeva infatti che qualunque cosa fosse successa, solo il suo bacio avrebbe guarito il papà. Era sempre così.

Il bacio del papà gli faceva passare ogni dolore. Il male al pancino e il ginocchio sbucciato.

“Domani glielo do io il bacio al mio papà.” Sussurrò prima di crollare addormentata tra le braccia della mamma ed i corpi intorpiditi dei suoi fratellini.

La mamma annuì, intenerita, mentre una lacrima scivolò silenziosa solcando la sua guancia pallida.

“Torna a casa amore mio.” Sussurrò stringendosi più forte ai suoi bambini e raccogliendo la manina di Alexander.

“Fallo per noi.” Continuò abbandonando il capo sui cuscini. Una mano aggrappata al cellulare, come si aspettasse che avrebbe suonato da un momento all’altro.

“Fallo per Chiara.”

Nota dell'autrice.

Questa storia è nata la scorsa primavera, in seguito ad un'esperienza personale che purtroppo mi porto ancora dietro.

Un'esperienza che malgrado i suoi aspetti negativi mi ha insegnato tanto. Vorrei condividere tutto ciò imparato a voi, tramite Chiara, Joe e la loro storia.

So che questo racconto è un po'  particolare rispetto alle storie di questa sezione,ma chi ha già letto qualcosa di mio, sa che è consuetudine per me distaccarmi dalla quotidianità.

La storia si suddividerà in piccoli frammenti non molto più lunghi del prologo. A fare da filo conduttore per l'intera storia, verranno utilizzati i versi della canzone "Daddy's little girl" di Frankie J.


So che è qualcosa che dicono tutti, ma ci terrei tanto a ricevere le vostre impressioni,belle e brutte che siano: questa storia è letteralmente un piccolo,ma sostanzioso frammento di me stessa e mi piacerebbe tanto poterlo condividere con voi.

Un grandissimo abbraccio

Laura

   
 
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