Il bambino dai capelli fulvi corse ansioso verso il suo bicchierino di plastica, posato come quelli degli altri su un tavolino: il classico lavoro di far crescere le piantine di fagioli.
Prese il suo bicchiere di plastica e ci guardò dentro.  Non vide nulla.
Si guardò intorno.
Gli altri bambini stavano confrontando felici la lunghezza delle loro piantine, ora di un bel colore verde smagliante.
Osservò di nuovo il suo bicchierino. Niente.
Smosse il soffice cotone imbevuto d’acqua. Il fagiolo era ancora lì, umidiccio e con la buccia un po’ raggrinzita. Non c’era traccia della piantina che avrebbe dovuto essere spuntata ormai da un pezzo. Gli salirono le lacrime agli occhi.
Poi una mano si allungò verso il suo bicchiere, fino a tapparlo del tutto con il palmo. Il bicchierino risplendette per un istante di una soffusa luce verdognola e dal cotone spuntò il germoglio del fagiolo, che in poco tempo raggiunse una lunghezza superiore alle piantine degli altri bambini.
Il ragazzino dai capelli rossicci sgranò gli occhi, stupefatto. Meravigliato si girò e i suoi occhi castano scuro incontrarono quelli nero pece di un altro bambino. Lo osservò: doveva avere la sua stessa età, era alto quanto lui e aveva i capelli neri, con un ciuffo che si allungava verso l’alto a guisa di germoglio.  Guardò di nuovo la piantina. Era noto che a Magnolia ci fossero maghi, gente capace di cose incredibili, ma spesso venivano considerati degli scapestrati*, alla stregua degli ubriaconi, sebbene compissero lavori per le persone comuni.
In genere la magia si manifestava sin da piccoli, proprio alla sua età.
Aveva già visto quel bambino, quando nessuno lo notava, bastava che chiudesse le mani a coppa sul germoglio di una piantina e subito spuntava uno splendido fiore, rigoglioso e forte.  La sua magia aveva a che fare con le piante.
Lui stesso si era accorto di possedere del potere magico: poteva correre velocissimo, più veloce di tutti! Anche se il più delle volte non riusciva a rallentare o a controllarsi e quindi ruzzolava a terra, sbucciandosi le ginocchia e facendosi sanguinare le mani e i gomiti a causa della ghiaia…
“Come ti chiami?” chiese il ragazzino dagli arruffati capelli rossi.
“Droy. E tu?”
“Sarusuke.*” Sorrise, guardando la piantina nel bicchiere.
Che gliene importava se era un mago? Lui stesso, con ogni probabilità lo sarebbe diventato, e gli altri bambini presto si sarebbe accorti della sua magia e avrebbe iniziato a evitarlo, come spesso succedeva con i maghi.  E poi Droy gli sembrava simpatico.
“Ti va di andare a giocare?”

E probabilmente nessuno dei due , in quel momento, pensava che quell’incontro fosse l’inizio di una lunga amcizia.

* Nel primo volume di Fairy Tail , a pag. 162, si vede in modo chiaro quale opinione hanno le persone dei maghi. In quel caso, Romeo (figlio di Macao) viene deriso da altri bambini che considerano i maghi degli ubriaconi e dei codardi.

*Il Missing Moment risale all’infanzia di Droy e Jet, quando questo non aveva ancora ricevuto il suo soprannome attuale.

Note:

Girando per il fandom mi sono accorta che mancano completamente fanfic sul Team Shadow Gear, o meglio, ce ne sono con Levy (insieme ad un altro tizio di cui mi rifiuto di scrivere il nome >_<) , ebbene, questo è un peccato, dato che l'amicizia che lega Levy, Jet e Droy fornisce molti spunti. In questo caso è un piccolo omaggio a Jet (personaggio a mio parere stupendo ** anche se considerato poco D:) . Mi sono sempre chiesta come si siano conosciuti gli elementi dello Shadow Gear, quindi questa è una mia possibile interpretazione. Oltretutto la loro infanzia mi sembra molto interessante e confido nel fatto che un giorno Mashima darà un momento di gloria a Jet e Droy. Probabilmente ne seguiranno altre, giusto per incentivare la gente ad apprezzare questi personaggi (e soprattutto la coppia Jet/Levy *ç*). E poi, insomma, Jet e Droy sono troppo carini <3 sono pucciosi! xD

Uh, mi sembra di fare un pò troppa propaganda xD

Sophie