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Autore: Berenike    29/10/2010    12 recensioni
SPOILER DELLA SESTA PUNTATA DELLA TERZA SERIE!
Dopo aver visto la sesta puntata della serie, mi sono venuti in mente due WHAT IF? che vi vado a presentare:
-la prima WHAT IF riguarda Castle e parte dal momento in cui lo scrittore viene legato alla sedia dal killer e Beckett arriva sul posto per liberarlo. Si intitola: CASTLE E' IN PERICOLO;
-la seconda WHAT IF riguarda Alexis e ha luogo subito dopo il momento in cui Alexis decide di andare all'appuntamento al parco con il suo ammiratore segreto. Si intitola: ALEXIS E' IN PERICOLO.
Ho deciso di raccogliere questi due racconti nella stessa pagina, sotto il titolo di: NON TI LASCERO' MAI, perché come vedrete è un titolo che riguarda entrambe le storie!
Non ho altro da dire, per il momento posso solo augurarvi BUONA LETTURA!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti! Spero che tutti abbiate visto la sesta puntata della terza stagione di Castle.
Se non l'avete ancora fatto, correte al link http://www.megavideo.com/?v=5G500S5K e buona visione di questa puntata, così dolce e allo stesso tempo così d'effetto!
Dopo aver visto questo episodio della serie, mi sono venuti in mente due WHAT IF? che vi vado a presentare:
-la prima WHAT IF riguarda Castle e parte dal momento in cui lo scrittore viene legato alla sedia dal killer e Beckett arriva sul posto per liberarlo; si intitola CASTLE E' IN PERICOLO.
-la seconda WHAT IF riguarda Alexis e ha luogo subito dopo il momento in cui Alexis decide di andare all'appuntamento al parco con il suo ammiratore segreto; si intitola ALEXIS E' IN PERICOLO.
Ho deciso di raccogliere questi due racconti nella stessa pagina, sotto il titolo di: NON TI LASCERO' MAI, perché come vedrete è un titolo che riguarda entrambe le storie!
Non ho altro da dire, per il momento posso solo augurarvi BUONA LETTURA! e a tra poco con l'ANGOLO DELL'AUTRICE!






Non ti lascerò Mai

PARTE PRIMA: Castle è in pericolo

Richard Castle non aveva mai guardato la morte così da vicino. Quello che avevano pensato fosse il serial Killer non era altro che un uomo disperato, legato alle sorti della vita del fratello adottivo.
No, il vero killer non era lui. Non era lui che aveva ucciso quelle sette donne.
Non era lui che ora aveva una pistola di fronte al viso contorto di Castle.
Lo scrittore cercò con gli occhi scaltri una via di fuga, un appiglio, qualcosa che lo potesse aiutare. Guardò Ryan a terra, svenuto, e sperò che non si svegliasse prima dell'arrivo dei rinforzi, o sarebbe stata in pericolo anche la sua vita.
Per ultimo guardò negli occhi l'uomo di fronte a sé, un uomo senza ragione che stava per mettere fine alla sua vita. La pistola premeva contro il suo petto caldo, e Castle pregò che non perdesse mai (o almeno non così presto) quel calore che era simbolo di vita.
Ryan si mosse appena sul pavimento freddo. Il Killer, 3XK, così lo avevano denominato al distretto, si voltò verso di lui dando a Castle un vantaggio prezioso. Ma nonostante tutto, lo scrittore non trovò modo di sfruttare quella fortuna, non riuscì a liberarsi dalle corde (probabilmente le stesse corde utilizzate per uccidere tutte quelle donne), né trovò modo di arrivare al cellulare.
L'unica sua speranza era sua madre: alla fine della telefonata le aveva lasciato quel messaggio in codice che sperava che lei capisse, quel “Ti voglio bene” che era insieme un urlo di disperazione e una richiesta d'aiuto.
Quel messaggio era la sua unica speranza, Kate era la sua unica speranza.
3XK lo guardò intensamente, sorridendo. Si passò la lingua tra le labbra secche e prese dal letto il borsone che aveva preparato. Per poco non era riuscito nel suo piano, se non fosse stato per quell'uomo, quello scrittore, che ora stava di fronte a lui, che aveva capito ogni cosa.
Quell'uomo andava eliminato. Prima dell'arrivo della polizia.
In lontananza, il serial Killer avvertì il suono di parecchie sirene della polizia che si avvicinavano. Maledizione.
-I tuoi amichetti stanno arrivando, scrittore. - Lo spietato massacratore di giovani donne si rivolse a Castle, premendo la punta della pistola sul suo petto. Castle per la prima volta in vita sua ebbe davvero paura, e per la prima volta realizzò che non era tutto un gioco. Quella era la vita reale, e lui stava per morire.
-Ti direi che mi dispiace, ma mentirei. -
Castle chiuse gli occhi. In quel millesimo di secondo che lo separò dall'essere un uomo sano e in forma, dall'avere una pallottola conficcata nel petto, vide passare la propria vita di fronte a sé: pensò alle donne della sua vita, pensò ad Alexis, a sua madre, a Kate. Kate. Non le aveva mai chiesto di uscire. Non si era mai dichiarato.
Insieme alla consapevolezza che forse non avrebbe mai avuto il tempo per dichiarare il proprio affetto alla detective, avvennero molte cose: prima di tutto sentì un profondo dolore, lì sul petto, vicino, troppo vicino al cuore. Sentì una lama penetrarlo, e non riuscì più a respirare. Sentì la porta sbattere dietro di sé e il serial killer scappare, lasciandolo lì a morire. Solo.
Nello stesso momento, forse a causa del rumore dello sparo, Ryan si svegliò e senza quasi notare il sangue che usciva come un fiume in piena dalla ferita di Castle, si precipitò all'inseguimento di quell'uomo, che non poteva essere lasciato libero.
Castle sentì molte cose in pochi secondi: ma nulla fa così intenso come sentire la propria vita spezzarsi e scivolare via.


A pochi metri di distanza, Kate Beckett sentì il rumore di uno sparo e il suo cuore si gelò. La detective vide immediatamente il collega Ryan che correva verso il centro di New York, probabilmente dietro a 3XK. Ordinò subito a degli uomini di aiutarlo.
Poi, con il cuore che batteva all'impazzata e le mani che le tramarono, corse su per le scale che la separavano da quella porta, dietro cui non voleva guardare. Qualcuno dietro di lei chiamò un ambulanza, Kate sperò che non ce ne fosse bisogno.
Ed invece...
Aprì la porta di scatto, facendola sbattere contro la parete. Non servì nemmeno accendere la luce per capire che quel liquido scuro a terra era sangue.
Il sangue di Castle.
La detective gli slegò le corde che lo tenevano legato alla sedia, cercò di sentirgli il polso ma sembrava che questo non volesse collaborare...
-Castle, Castle! Rick! - lo chiamò, lo chiamò a sé con tutta la forza che aveva in corpo. Non poteva morire, non adesso, non così, non tra le sue braccia, non prima di aver vissuto una vita intera insieme a lei...
-Rick, Rick rimani con me! - Nella confusione di quel momento, poche parole vinsero su tutte le altre, un sussurro di un uomo quasi giunto alla fine.
-Non mi lasciare... - Era la voce spezzata di Castle.
-Richard, non ti lascerò mai! - le lacrime della detective uscivano ormai come il sangue dell'uomo che teneva tra le braccia. Lo stringeva e lo coccolava come fosse un bambino, baciando quella ferita mortale e pregando sua madre in cielo che non se lo prendesse con sé, era troppo presto. Doveva lasciarglielo. Doveva rimanere con lei.
-Kate! - un poliziotto chiamò la detective da fuori della piccola stanza. Kate fece finta di non sentirlo, non voleva perdere nemmeno un attimo di quel momento, doveva dire a Castle tutto quello che sentiva...
-E' arrivata l'ambulanza – continuò quella voce maschile da fuori la porta.
Kate guardò il viso di Castle, le sue palpebre chiuse, la ferita sporca di sangue e si chiese se ci fosse ancora speranza per lui...


Quello che seguì fu tutto molto confuso: se doveste incontrare Kate per strada e doveste chiederle cosa è successo da quel momento in poi, vi risponderà che non ne ha che un vago ricordo. Era così concentrata sul corpo incosciente di Richard che veniva caricato sull'ambulanza che non notò nemmeno l'esultanza dei poliziotti alla notizia che Ryan era riuscito a prendere il killer e che forse sarebbe stato perfino condannato a morte; non si ricordò di essere salita con Rick in ambulanza e di aver chiamato Martha per dirle di correre all'ospedale;
non si ricordò nemmeno di aver pianto e pianto, e di aver pronunciato così tante volte Ti Amo tra quei singhiozzi, da aver male alla bocca e agli occhi per lo sforzo.


Kate Beckett si svegliò il giorno successivo, in un lettino d'ospedale esausta. Il corpo di Rick Castle giaceva accanto a lei, nel lettino vicino, pieno di tubi e fili attaccati. Rick Castle era in terapia intensiva e stava lottando tra la vita e la morte.
E con lui Kate, che non lo aveva mai lasciato. Anche lei stava lottando tra la vita, un'esistenza con Richard, e la morte, ovvero una vita senza lo scrittore.
Si asciugò le lacrime salate che si erano seccate sul suo volto la sera precedente. Martha, Alexis e tutti coloro che erano venuti a far visita a Castle erano andati a colazione; ma Kate no, lei aveva promesso di non abbandonarlo mai.
-Kate, sei qui? - Kate quasi pensò di sognare. Non poteva essere vivo... Ma poi guardò Castle e si accorse che aveva gli occhi aperti e il respiro affannoso.
Era sveglio.
-Sono qui – gli disse piano, quasi in un sussurro. Gli prese le mani e gliele accarezzò dolcemente.
-Kate... - Castle non riusciva ancora a parlare. Era stanco, gli doleva dappertutto, ma se aveva imparato qualcosa da quell'esperienza è che ogni momento è prezioso e non bisogna sprecarlo.
Per cui raccolse tutte le proprie forze e disse con un'energia che quasi non riconobbe come propria:
-Ti amo anche io. - Poi, sopraffatto dalla stanchezza e dai medicinali, si riaddormentò con il sorriso sulle labbra.




PARTE SECONDA: Alexis è in pericolo

Avere un ammiratore segreto è un onore per tutte le ragazze. Un ammiratore segreto fa sentire ogni donna o ragazza che sia, in qualche modo speciale, unica, bellissima e osservata in ogni momento.
Perché è questo che ogni donna vuole. Essere osservata e apprezzata in tutto ciò che fa. Perché le donne sono fatte così: sono forti ma allo stesso tempo sono vanitose e cercano costantemente attenzioni.


Attenzioni. Se Alexis Castle avesse saputo quello che sarebbe successo quello stesso pomeriggio, si sarebbe tenuta ben lontana dal parco.
Ma si sa, nel cuore di una giovane donna non c'è spazio per l'odio o per i cattivi presentimenti: se si ha un ammiratore segreto, dev'essere per forza bellissimo, un vero principe azzurro. E molte volte è proprio così.
Fu così che Alexis accettò ogni dono proveniente da questo ragazzo speciale: lesse con amore e tenerezza ogni sua poesia, raccolse con gioia quella rosa rossa trovata nell'armadietto, e non resistette alla curiosità di sapere chi fosse.
E' vero che il padre Richard le aveva sconsigliato di svelare il mistero attorno a questo dubbio, ma sapeva che in qualche modo sarebbe stata al sicuro.


Richard Castle salutò con amore la figlia prima di andare in centrale quella mattina. Sapeva che la figlia avrebbe incontrato il suo ammiratore segreto quello stesso pomeriggio, ma era sicuro del fatto che la nonna Martha la controllasse; così non aveva avuto ulteriori obiezioni riguardo a quella faccenda.
Per tutto il giorno indagò su un uomo a cui piaceva strangolare donne giovani, bellissime, possibilmente bionde e ingenue. Nel suo status operandi era compreso uccidere tre donne la settimana. Così la detective Beckett era arrivata ad ipotizzare che quel giorno, quel grigio giovedì, se non lo avessero fermato in tempo, sarebbe morta la terza donna della settimana.
Ma non era facile trovarlo. Né trovare la donna designata per quell'azione: quante giovani bellissime donne bionde potevano esserci a New York in quel momento? Poteva essere qualunque di loro....
Quel giorno la detective Beckett e lo scrittore non ebbero molta fortuna con il caso, ma il detective Ryan ne ebbe di più: gli arrivò una segnalazione da dei giovani che giocavano al parco di un uomo che stava infastidendo una ragazza, giovane, bella, sul biondo....
-Castle, sali in macchina! - gli disse la detective velocemente, pronta a sfrecciare per le vie della città ed arrivare al parco il prima possibile. Un'altra volante era già partita verso il salvataggio, e se avessero avuto fortuna non solo avrebbero salvato quella poveretta, ma avrebbero preso anche quell'assassino maledetto...
Una volta in macchina però, con la cantilena ingombrante della sirena della macchina della polizia di sottofondo, Kate notò subito che qualcosa non andava in Castle:
-Che cosa c'è? Di solito adori viaggiare con la macchina della polizia! -
Castle notò appena le sue parole.
-Castle? - lo richiamò lei per la seconda volta.
-Si? Scusami. Ho solo un brutto presentimento... - disse lui, sfregandosi le mani e concentrandosi sulla strada.
-Cosa? - Beckett aveva imparato a fidarsi del sesto senso di Castle dopo due anni di indagini insieme.
-Nulla è solo che Alexis è al parco adesso, con il suo ammiratore segreto. - disse, sorridendo alla detective. Come al solito l'avrebbe preso per uno genitore iperprotettivo. Al contrario la detective sembrò allarmarsi. Ma cercò di incoraggiarlo. Mancavano pochi isolati e il parco sarebbe stato di fronte a loro...
-Lo so, ma non avevi detto che Martha avrebbe osservato la scena da lontano?
- Kate non fece ora a formulare questa frase che Castle aveva già il cellulare in mano, pronto il numero di telefono della madre.
Uno squillo, due squilli, tre squilli...
-Richard! - finalmente Martha rispose al telefono.
-Mamma, sei con Alexis? - Le chiese Castle, la voce preoccupata ed allarmata.
-No, lei è al parco. Io sono venuta a fare la spesa perché? Richard che cosa sta succedendo? -
Richard Castle mise giù il telefono.
-Corri. - disse a Beckett, che non se lo fece ripetere due volte.


Quando Castle e Beckett arrivarono al parco, pochi minuti dopo, c'era una ragazza sdraiata a terra in fondo, accanto ad una panchina. I paramedici la stavano per caricare in ambulanza mentre i poliziotti ammanettavano quel maniaco, che aveva provato a strangolarla.
Beckett prese Castle per mano.
-Non fare niente di avventato. Non è detto che sia lei. - Castle aveva gli occhi lucidi ed il viso che rifletteva tutta la sua preoccupazione.
La mia bambina...
Appena Kate gli lasciò andare la mano, lo scrittore si mise a correre più veloce che poté verso quella ragazza, che più gli era vicino e più assomigliava alla sua piccola Alexis.
-Castle! - urlò la detective, correndo dietro a quell'uomo disperato. Non aveva mai visto Castle così, sapeva che era un buon padre, ma non aveva mai avuto l'occasione di testare l'amore per sua figlia.
Non ce n'era mai stato bisogno in realtà. Sapeva che era smisurato.
Quando arrivarono di fronte al corpo della ragazza, Castle e Beckett fecero un salto: per quanto potesse assomigliare ad Alexis, potevano avere circa la stessa età e i capelli dorati le scendevano giù fino alla vita, non era lei.
Non era Alexis.
Castle fece un lungo respiro e si aggrappò alla spalla della detective che accanto a lui, lo abbracciò sollevata.
-Papà! - la voce di Alexis riempì il cuore di Castle, che si girò per cercare la propria bambina.
-Alexis! - le urlò quando la trovò poco distante, in compagnia del sul fidanzato Ashley. Padre e figlia si abbracciarono sotto lo sguardo affettuoso della detective e del giovane ragazzo.
-Ero così preoccupato – le disse Richard in un sussurro.
-Perché la nonna non è qui con te? - le chiese, il cuore finalmente leggero.
-Perché a scuola ho scoperto che il mio ammiratore segreto era Ashley e così siamo venuti insieme al parco. -
Castle ebbe un sospiro di sollievo. La abbracciò ancora e si confortò quando la figlia gli disse nell'orecchio:
-Papà, sai che io non ti lascerò mai! Non devi avere paura... -
Castle la guardò pieno d'orgoglio. Dopo averla abbracciata ancora una decina di volte, e detto che le voleva bene, e ancora un altro abbraccio, e ancora un altro bacio, lo scrittore riuscì infine a salutare la figlia ed il suo fidanzatino.
Si andò poi a sedere su una panchina poco distante, dove Kate lo stava aspettando.
Lei fu la prima a parlare:
-Sai, da qualche parte c'è un padre disperato che ha scoperto che sua figlia è stata quasi uccisa oggi. -
-Nessuno più di me lo può capire. Sono quasi morto prima, quando ho pensato fosse Alexis... - Kate guardò lo scrittore dritto negli occhi.
-Anche io avrei voluto un padre come te, Castle. Sei fantastico... - gli disse, in una nota di malinconia, prendendogli la mano.
Castle sospirò, e le disse, prendendole a sua volta entrami le mani:
-Io voglio essere più di un padre per te, Kate. -
Kate Beckett sorrise a quell'uomo che ogni giorno, per un motivo o per l'altro, la faceva impazzire.





ANGOLO DELL'AUTRICE
Spero che questa doppia one-shot vi sia piaciuta... Forse era meglio dividere i due racconti, ma non so per quale strana ragione mi piaceva l'idea di unirle e di trovarne un denominatore comune: NON TI LASCERO' MAI, appunto.
Se vi va lasciate un commento a queste due storie, ve ne sarei davvero grata! Se volete commentarne solo una, basta che specifichiate a quale vi state riferendo!

Berenike
   
 
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