Ci sono quei giorni, nella vita di ognuno,
che non dovrebbero mai arrivare. Ci sono quei giorni nei quali ti chiedi se sia
giusto che tutto accada senza che tu possa fare niente…
Avevo 16 anni quando conobbi Drinky. Era
il 20 marzo 2005, lo ricordo perché fu la prima volta che andai a Berlino, con
mio fratello e alcuni nostri amici. Avevo sentito parlare parecchio di lei,
diciamo, ecco, che non era la classica brava ragazza. Ricordo che quando
arrivammo lei saltò subito al collo di mio fratello e
io la guardai alzando un sopracciglio. Non era come l’avevo immaginata, aveva i
capelli neri, gli occhi scuri e la carnagione abbastanza chiara, mi somigliava
molto a parte la sua sicuramente quarta. Quando si staccò da mio fratello mi guardò squadrandomi da testa a piedi
-
E
questa chi è?
Mio fratello rise
e gli diede una pacca sulla spalla
-
È mio
fratello Bill
Lei mi guardò
spalancando gli occhi e iniziando poi a ridere. Io guardai Tom sconcertato.
-
Ehi Drì, smettila dai, trattamelo bene
-
Ok
Tom, ci penso io
-
Saprò
ricompensarti
Lei fece passare il
suo tongue sulle labbra
-
Non
vedo l’ora
Poi si girò verso
di me e mi porse la mano
-
Piacere,
Adriana, per gli amici Drinky
-
Piacere
Bill
-
Dai Bill, vieni con me
Mi tirò con lei e
quella sera, quando tornai a casa, potetti dire di non essermi mai divertito
tanto nella mia vita.
Da quel giorno erano passati cinque anni. Drinky era la mia migliore amica. Ci vedevamo solo nel fine settimana poiché lei abitava a Berlino e io in
questo schifo di paesino. Avrei voluto tanto essere lì con lei.. forse avrei potuto evitare tante cose..
Erano appena le
tre, del giorno più brutto della mia vita.
Drinky: Ciao cucciolo
Bill: Ciao Drì, come va?
Drinky: Non bene, te?
Bill: A me bene, ma che è successo?
Drinky: Sono stanca, tesoro mio, non ti ho mai
dato una soddisfazione, non ti ho mai reso fiero di me, mi servirebbe qualcuno
che mi insegnasse a vivere, perché io non so farlo
Bill: Tesoro ma che dici!! Non è
assolutamente vero
Drinky: Si invece, non ne faccio una giusta,
faresti bene ad odiarmi
Bill: Io non posso odiarti, Drinky, tu
sei fantastica, sei la mia best, hai fatto a botte con centinaia di persone
quando mi hanno deriso per il trucco e per i capelli, solo il fatto che tu
esista, che io possa avere una persona così speciale accanto a me, mi rende
fortunato!
Drinky: non dovresti dire queste cose Bill, io
non le merito davvero.
Bill: Cosa c’è che non va?
Drinky: Tutto, ormai non ha più senso niente… e
comunque ti ho scritto una lettera…
Bill: Una lettera?
Drinky: Si, una lettera.
Ci sono scritte tante cose e una vorrei dirtela ma non so se…
Bill: Dici
Drinky: Io ti amo Bill
Sorrisi, non
notando il grande sforzo, era normale che mi dicesse
ti amo, ce lo dicevamo continuamente.
Bill: Si, anche io ti amo Drinky
Drinky: No Bill, non di bene, io ti amo in
quell’altro senso, solo non dire niente, non so come ho potuto dirtelo, ma
ormai non avrà più importanza dopo le sei …
Rimasi inerte
dinanzi alle scritte appena comparse sullo schermo.
Bill: Perché, che succede dopo le sei?
Drinky: Dopo sarà tutto finito
Bill: In che senso?
Drinky: Ho deciso di farla finita Bill, non ha
più senso restare in vita ormai.
Bill: No
Drinky: Però non piangere, so che lo stai facendo,
ma tranquillo, io sarò lì accanto a te, ti proteggerò e ti farò arrivare hai
tuoi sogni Bill, li coroneremo insieme, tutti…
Bill: No…
Drinky: Bill, ascoltami, io sarò lì, anche se non
mi vedrai, staremo insieme.
Bill: No, non voglio ascoltare e accettare quello che hai detto,
io non voglio perderti, non anche te…
Drinky: Ma non mi perderai, anche quando non mi
vedrai o ascolterai i miei assurdi discorsi.
Bill: No
Drinky: Cerca di capirmi
Bill: Non posso
Drinky: Bill… non mi abbandonare
Bill: Se tu che stai abbandonando me
Drinky: No, questo non è vero, lo sai che non
potrei mai farlo.
Bill: Allora perché te ne vuoi andare?
Drinky: Sarà tutto troppo complicato poi, e mi
porteranno lontano da te, e mi dimenticherai Bill
Bill: Troveremmo un modo…
Drinky: No Bill, io ti amo cazzo, lo capisci questo?
Bill: No, non lo capisco più…
Drinky: Stai scherzando? Posso giurarti che è
stata la cosa che mi ha fatto più male, non so descrivertelo ma è come se mi
fosse preso qualcosa allo stomaco, tu non puoi dirmi una cosa del genere! Sarò
tutto quello che vuoi, puoi mandarmi nel cesso tutte le volte che vuoi, ma non
puoi dire una sillaba su quello che provo per te!
Bill: Allora perché se mi ami, te ne vuoi andare? Perché vuoi
vedermi diventare pazzo man mano che i giorni passano e tu non ci sei, man mano
che le settimane passano e la tua voce nella mia testa si affievolisce, man
mano che il tempo passa e la paura di dimenticare il tuo viso e tutto quello
che è stato di noi due mi divora vivo? Perché vuoi
questo, se mi ami?
Drinky: Perché so che sei forte, so che resterai con Tom, so che non mi dimenticherai Bill.
Le tue paure sono le stesse che ora mi stanno uccidendo. Non vorrei mai
abbandonarti, ma una persona come me non può che farti del male cucciolo mio...
Bill: Non è vero...
Drinky: Si Bill, è meglio così
Si disconnesse. Lasciandomi accecato dalle
lacrime, distrutto dal non poter far niente per impedire ciò che stava per
succedere. Guardai l’orologio e non smisi di fissarlo. Ogni minuto che passavo
mi tornava in mente qualcosa di noi. Ogni secondo un colpo all’anima divorava
la mia carne viva. Alle sei e dieci alzai gli occhi al cielo, il tramonto era
nel pieno del suo splendore ma non mi faceva alcun effetto: attorno a me il vuoto.
Lo sentivo. Il mio urlo straziante squarciò l’aria.
Tua madre mi comunicò
la notizia in lacrime, il giorno dopo. Mi fece avere la tua lettera, ancora
chiusa. La aprì quando seppi di essere solo, perché sapevo
che tu avresti voluto così.
Ehi Bill
Se stai leggendo, è
perché me ne sono andata. Diciamo che ecco, volevo parlare con te, almeno un’ultima
volta. Scusami se l’ho fatto, ma credimi, non ne potevo più. Non ne potevo più
della mia reputazione, dei miei genitori, della scuola, della distanza che mi
separava da te e non ne potevo più di vederti e non poterti
avere. E già, perché sei diventato più di un amico per me. So che per te non è
lo stesso e non hai idea di quanto abbia potuto piangere. Ricordi quando
dormivamo insieme?
Io non ho mai dormito.
La tua presenza al mio fianco mi teneva sveglia. Forse tante persone avevano
ragione, tu non hai mai meritato una così. Se sono riuscita a fare qualcosa di buono è stato non farti diventare come me. Probabilmente
non ci incontreremo più, anche perché sono quasi sicura di andare all’inferno (in
tutti i sensi ovviamente) e va beh, magari c’è da divertirsi. Comunque, prima
che inizi a parlare a sproposito ci tenevo a darti il baule della mia stanza.
L’ho sistemato e dentro ho messo tutto ciò che ti servirà per realizzare il tuo
sogno. Si Bill, mi hai capito bene, dobbiamo essere
grandiosi. C’è anche qualche testo e qualche tavola, ma sono da finire, magari
li dai a Tom. eppure ti dirò, non credo di aver molti
rimpianti, ho vissuto la mia vita facendo tutto quello che volevo e non credo di essermi mai pentita di nulla.
Forse un rimorso c’è l’ho, o meglio è un rimpianto. Rimpiango solo di non aver
mai baciato le tue labbra. Già, che scema che sono vero?
Comunque non
preoccuparti che io non me ne sono andata, sono lì con te a leggere. Quando c’è
vento, cercherò di accarezzarti e quando sentirai freddo, ti stringerò. Quando
sei all’interrogazione, vai tranquillo, ci sono io con il libro che suggerisco.
Come faccio a sapere tutto questo? Non lo so, me lo sento. Ci credo Bill. Solo una
paura, ho il terrore che tu possa dimenticarmi. Cioè, so che ti troverai
un'altra amica e farai con lei tutto quello che non abbiamo fatto, ma almeno
non dimenticarti di me. Ho capito una cosa sai, che non m’importa davvero se
nessuno mi conosce, se il mondo non sa che esisto, m’importa che tu lo abbia
saputo. Ok, ammetto di essermi fumato il cervello, mai dette tante cose così
tutte insieme. Stammi bene Bill, fa tutto ciò che vuoi e guarda k se non
parlerai ai tuoi figli di quella svitata della tua Drinky è meglio che non ti fai vedere.
Ti amo best
Drinky
Ora sono in
chiesa, ho la tua lettera tra le mani e non so come possa essere riuscito a
salire questi gradini. Da dove sono, vedo tutto. Tutta la chiesa, tutti i
nostri amici, i tuoi familiari. Tua madre è devastata dal dolore, tuo padre
piange silenziosamente e la stringe. Credevi non ti conoscesse nessuno, ma il
tuo mondo Drinky, oggi è tutto qui. Sotto di me ci
sei tu. La bara aperta. Ti vedo, bellissima, identica a me. Ti hanno messo un
vestito da sposa, sei stupenda e hai tante rose rosse intorno, quelle scure,
che ti piacevano tanto. Ancora piango ma tento di
farmi forza e parlare. Tutti aspettano.
-
Ciao Drinky, sai non credo di essere del tutto cosciente di ciò che sta succedendo. Non riesco a rendermene conto.
Come se nella mia testa tu fossi qui con me, come se mi stessi aspettando in
piazza per uscire come sempre. Infondo so che è così. Io non mi arrenderò mai
al pensiero di non poterti più vedere, di non poterti
più sentire. Tu sarai qui con me, quando andrò scuola nel nostro banco, quando uscirò,
sarai accanto a me. Quando mi sposerò sarai una
testimone fantastica. Lo so che ci sarai sempre, anche quando vedrò la mia bambina,
o quando mi laureerò, o quando suonerò nei pub. Anche tu me lo hai detto “ non
lo so come faccio a saperlo, io ci credo”. Anch’io ci
credo. Lo so che adesso sei seduta in fondo alla sala come il tuo solito e che
stai ridendo pensando di averci sabotato tutti, pensando a quanto siamo scemi a fare questo po’. Starai pensando “chissà se
sapeste che sono qui”. Beh, io lo so. In questa lettera, mi hai detto di
essertene andata senza rimorsi, solo con il rimpianto di non… di non avermi mai
detto di esserti innamorata di me. Sei unica, sei riuscita ad
innamorarti di uno che sembra una donna ( dissi cercando di sorridere). Ti
aspetto Drinky, su MSN, anche se non ti connetterai,
in piazza, anche se non scenderai e a scuola, anche se non verrai. Ti voglio
bene Best.
Scesi reggendomi
per non svenire e venni davanti alla tua bara. Ti guardai e ti accarezzai il
viso, pallido e perfetto come sempre. La morte non ti aveva toccato. Mi chinai
su dite e ti baciai le labbra gelide.
Quando mi alzai, mi sembrava stessi
sorridendo, ma sapevo che il tuo sorriso non l’avrei più visto.