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Autore: Lalla_Morphine    29/10/2010    3 recensioni
Immagino che io abbia iniziato a vivere quando mi guardò la prima volta, scoinvolta e sospettosa. E mi sentì libero, come non mai; come stessi correndo in un immenso spazio vuoto ma non da solo. Lei ci sarebbe stata se mai mi fossi stancato di correre, ci sarebbe stata se avressi voluto riprendere, se avessi avuto freddo o se mi fossi fatto male. C'era per riportarmi alla luce, per mostrarmi il mondo che prima di me aveva appreso. Lei ci sarebbe stata... ma non per sempre, e questo non avrei mai voluto saperlo.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Nikky, Fefy e Lossy furono pronte aspettammo dietro le quinte

Ci sono quei giorni, nella vita di ognuno, che non dovrebbero mai arrivare. Ci sono quei giorni nei quali ti chiedi se sia giusto che tutto accada senza che tu possa fare niente…

Avevo 16 anni quando conobbi Drinky. Era il 20 marzo 2005, lo ricordo perché fu la prima volta che andai a Berlino, con mio fratello e alcuni nostri amici. Avevo sentito parlare parecchio di lei, diciamo, ecco, che non era la classica brava ragazza. Ricordo che quando arrivammo lei saltò subito al collo di mio fratello e io la guardai alzando un sopracciglio. Non era come l’avevo immaginata, aveva i capelli neri, gli occhi scuri e la carnagione abbastanza chiara, mi somigliava molto a parte la sua sicuramente quarta. Quando si staccò da mio fratello mi guardò squadrandomi da testa a piedi

-         E questa chi è?

Mio fratello rise e gli diede una pacca sulla spalla

-         È mio fratello Bill

Lei mi guardò spalancando gli occhi e iniziando poi a ridere. Io guardai Tom sconcertato.

-         Ehi Drì, smettila dai, trattamelo bene

-         Ok Tom, ci penso io

-         Saprò ricompensarti

Lei fece passare il suo tongue sulle labbra

-         Non vedo l’ora

Poi si girò verso di me e mi porse la mano

-         Piacere, Adriana, per gli amici Drinky

-         Piacere Bill

-         Dai Bill, vieni con me

Mi tirò con lei e quella sera, quando tornai a casa, potetti dire di non essermi mai divertito tanto nella mia vita.

 

Da quel giorno erano passati cinque anni. Drinky era la mia migliore amica. Ci vedevamo solo nel fine settimana poiché lei abitava a Berlino e io in questo schifo di paesino. Avrei voluto tanto essere lì con lei.. forse avrei potuto evitare tante cose..

 

Erano appena le tre, del giorno più brutto della mia vita.

 

Drinky: Ciao cucciolo

Bill: Ciao Drì, come va?

Drinky: Non bene, te?

Bill: A me bene, ma che è successo?

Drinky: Sono stanca, tesoro mio, non ti ho mai dato una soddisfazione, non ti ho mai reso fiero di me, mi servirebbe qualcuno che mi insegnasse a vivere, perché io non so farlo

Bill: Tesoro ma che dici!! Non è assolutamente vero

Drinky: Si invece, non ne faccio una giusta, faresti bene ad odiarmi

Bill: Io non posso odiarti, Drinky, tu sei fantastica, sei la mia best, hai fatto a botte con centinaia di persone quando mi hanno deriso per il trucco e per i capelli, solo il fatto che tu esista, che io possa avere una persona così speciale accanto a me, mi rende fortunato!

Drinky: non dovresti dire queste cose Bill, io non le merito davvero.

Bill: Cosa c’è che non va?

Drinky: Tutto, ormai non ha più senso niente… e comunque ti ho scritto una lettera…

Bill: Una lettera?

Drinky: Si, una lettera. Ci sono scritte tante cose e una vorrei dirtela ma non so se…

Bill: Dici

Drinky: Io ti amo Bill

 

Sorrisi, non notando il grande sforzo, era normale che mi dicesse ti amo, ce lo dicevamo continuamente.

 

Bill: Si, anche io ti amo Drinky

Drinky: No Bill, non di bene, io ti amo in quell’altro senso, solo non dire niente, non so come ho potuto dirtelo, ma ormai non avrà più importanza dopo le sei …

 

Rimasi inerte dinanzi alle scritte appena comparse sullo schermo.

 

Bill: Perché, che succede dopo le sei?

Drinky: Dopo sarà tutto finito

Bill: In che senso?

Drinky: Ho deciso di farla finita Bill, non ha più senso restare in vita ormai.

Bill: No

Drinky: Però non piangere, so che lo stai facendo, ma tranquillo, io sarò lì accanto a te, ti proteggerò e ti farò arrivare hai tuoi sogni Bill, li coroneremo insieme, tutti…

Bill: No…

Drinky: Bill, ascoltami, io sarò lì, anche se non mi vedrai, staremo insieme.

Bill: No, non voglio ascoltare e accettare quello che hai detto, io non voglio perderti, non anche te…

Drinky: Ma non mi perderai, anche quando non mi vedrai o ascolterai i miei assurdi discorsi.

Bill: No

Drinky: Cerca di capirmi

Bill: Non posso

Drinky: Bill… non mi abbandonare

Bill: Se tu che stai abbandonando me

Drinky: No, questo non è vero, lo sai che non potrei mai farlo.

Bill: Allora perché te ne vuoi andare?

Drinky: Sarà tutto troppo complicato poi, e mi porteranno lontano da te, e mi dimenticherai Bill

Bill: Troveremmo un modo…

Drinky: No Bill, io ti amo cazzo, lo capisci questo?

Bill: No, non lo capisco più…

Drinky: Stai scherzando? Posso giurarti che è stata la cosa che mi ha fatto più male, non so descrivertelo ma è come se mi fosse preso qualcosa allo stomaco, tu non puoi dirmi una cosa del genere! Sarò tutto quello che vuoi, puoi mandarmi nel cesso tutte le volte che vuoi, ma non puoi dire una sillaba su quello che provo per te!

Bill: Allora perché se mi ami, te ne vuoi andare? Perché vuoi vedermi diventare pazzo man mano che i giorni passano e tu non ci sei, man mano che le settimane passano e la tua voce nella mia testa si affievolisce, man mano che il tempo passa e la paura di dimenticare il tuo viso e tutto quello che è stato di noi due mi divora vivo? Perché vuoi questo, se mi ami?

Drinky: Perché so che sei forte, so che resterai con Tom, so che non mi dimenticherai Bill. Le tue paure sono le stesse che ora mi stanno uccidendo. Non vorrei mai abbandonarti, ma una persona come me non può che farti del male cucciolo mio...

Bill: Non è vero...

Drinky: Si Bill, è meglio così

 

Si disconnesse. Lasciandomi accecato dalle lacrime, distrutto dal non poter far niente per impedire ciò che stava per succedere. Guardai l’orologio e non smisi di fissarlo. Ogni minuto che passavo mi tornava in mente qualcosa di noi. Ogni secondo un colpo all’anima divorava la mia carne viva. Alle sei e dieci alzai gli occhi al cielo, il tramonto era nel pieno del suo splendore ma non mi faceva alcun effetto: attorno a me il vuoto. Lo sentivo. Il mio urlo straziante squarciò l’aria.

 

Tua madre mi comunicò la notizia in lacrime, il giorno dopo. Mi fece avere la tua lettera, ancora chiusa. La aprì quando seppi di essere solo, perché sapevo che tu avresti voluto così.

 

Ehi Bill

Se stai leggendo, è perché me ne sono andata. Diciamo che ecco, volevo parlare con te, almeno un’ultima volta. Scusami se l’ho fatto, ma credimi, non ne potevo più. Non ne potevo più della mia reputazione, dei miei genitori, della scuola, della distanza che mi separava da te e non ne potevo più di vederti e non poterti avere. E già, perché sei diventato più di un amico per me. So che per te non è lo stesso e non hai idea di quanto abbia potuto piangere. Ricordi quando dormivamo insieme?

Io non ho mai dormito. La tua presenza al mio fianco mi teneva sveglia. Forse tante persone avevano ragione, tu non hai mai meritato una così. Se sono riuscita a fare qualcosa di buono è stato non farti diventare come me. Probabilmente non ci incontreremo più, anche perché sono quasi sicura di andare all’inferno (in tutti i sensi ovviamente) e va beh, magari c’è da divertirsi. Comunque, prima che inizi a parlare a sproposito ci tenevo a darti il baule della mia stanza. L’ho sistemato e dentro ho messo tutto ciò che ti servirà per realizzare il tuo sogno. Si Bill, mi hai capito bene, dobbiamo essere grandiosi. C’è anche qualche testo e qualche tavola, ma sono da finire, magari li dai a Tom. eppure ti dirò, non credo di aver molti rimpianti, ho vissuto la mia vita facendo tutto quello che volevo e  non credo di essermi mai pentita di nulla. Forse un rimorso c’è l’ho, o meglio è un rimpianto. Rimpiango solo di non aver mai baciato le tue labbra. Già, che scema che sono vero?

Comunque non preoccuparti che io non me ne sono andata, sono lì con te a leggere. Quando c’è vento, cercherò di accarezzarti e quando sentirai freddo, ti stringerò. Quando sei all’interrogazione, vai tranquillo, ci sono io con il libro che suggerisco. Come faccio a sapere tutto questo? Non lo so, me lo sento. Ci credo Bill. Solo una paura, ho il terrore che tu possa dimenticarmi. Cioè, so che ti troverai un'altra amica e farai con lei tutto quello che non abbiamo fatto, ma almeno non dimenticarti di me. Ho capito una cosa sai, che non m’importa davvero se nessuno mi conosce, se il mondo non sa che esisto, m’importa che tu lo abbia saputo. Ok, ammetto di essermi fumato il cervello, mai dette tante cose così tutte insieme. Stammi bene Bill, fa tutto ciò che vuoi e guarda k se non parlerai ai tuoi figli di quella svitata della tua Drinky è meglio che non ti fai vedere.

Ti amo best

Drinky

 

Ora sono in chiesa, ho la tua lettera tra le mani e non so come possa essere riuscito a salire questi gradini. Da dove sono, vedo tutto. Tutta la chiesa, tutti i nostri amici, i tuoi familiari. Tua madre è devastata dal dolore, tuo padre piange silenziosamente e la stringe. Credevi non ti conoscesse nessuno, ma il tuo mondo Drinky, oggi è tutto qui. Sotto di me ci sei tu. La bara aperta. Ti vedo, bellissima, identica a me. Ti hanno messo un vestito da sposa, sei stupenda e hai tante rose rosse intorno, quelle scure, che ti piacevano tanto. Ancora piango ma tento di farmi forza e parlare. Tutti aspettano.

 

-         Ciao Drinky, sai non credo di essere del tutto cosciente di ciò che sta succedendo. Non riesco a rendermene conto. Come se nella mia testa tu fossi qui con me, come se mi stessi aspettando in piazza per uscire come sempre. Infondo so che è così. Io non mi arrenderò mai al pensiero di non poterti più vedere, di non poterti più sentire. Tu sarai qui con me, quando andrò scuola nel nostro banco, quando uscirò, sarai accanto a me. Quando mi sposerò sarai una testimone fantastica. Lo so che ci sarai sempre, anche quando vedrò la mia bambina, o quando mi laureerò, o quando suonerò nei pub. Anche tu me lo hai detto “ non lo so come faccio a saperlo, io ci credo”. Anch’io ci credo. Lo so che adesso sei seduta in fondo alla sala come il tuo solito e che stai ridendo pensando di averci sabotato tutti, pensando a quanto siamo scemi a fare questo po’. Starai pensando “chissà se sapeste che sono qui”. Beh, io lo so. In questa lettera, mi hai detto di essertene andata senza rimorsi, solo con il rimpianto di non… di non avermi mai detto di esserti innamorata di me. Sei unica, sei riuscita ad innamorarti di uno che sembra una donna ( dissi cercando di sorridere). Ti aspetto Drinky, su MSN, anche se non ti connetterai, in piazza, anche se non scenderai e a scuola, anche se non verrai. Ti voglio bene Best.

Scesi reggendomi per non svenire e venni davanti alla tua bara. Ti guardai e ti accarezzai il viso, pallido e perfetto come sempre. La morte non ti aveva toccato. Mi chinai su dite e ti baciai le labbra gelide.

 

Quando mi alzai, mi sembrava stessi sorridendo, ma sapevo che il tuo sorriso non l’avrei più visto.

 

nb: i tokio hotel non mi appartengono e ciò che ho scritto non è a scopo di lucro
  
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