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Autore: fanny6    29/10/2010    4 recensioni
“Sono stato innamorato. È doloroso, senza senso e sopravvalutato.” [Damon Salvatore]
Audrianne Light è appena arrivata a Mystic Falls, per accompagnare sua madre nella fuga dal passato. Damon Salvatore ha aperto la cripta senza trovare traccia di Katherine, ed è più arrabbiato e vendicativo che mai. Le loro storie si incroceranno per le strade spettrali della piccola cittadina della Virginia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Mi sta mancando qualcuno, e credo che potrebbe essere la parte migliore di me […] Torna a casa, torna a casa, perché ti ho aspettato per così tanto tempo” [Come home – One Republic]

La piccola città di Mystic Falls era stata invasa dalle luci natalizie. Mancavano solamente pochi giorni al 25 Dicembre, la scuola aveva appena chiuso, e le persone si davano allo shopping per trovare i regali di Natale giusti, per gustarsi la neve e l’atmosfera natalizia che avanzava.
Quel pomeriggio, il 22 Dicembre, Audrianne era a spasso con Caroline, Elena e Stefan, e Bonnie.
Caroline stava tormentando tutti perché l’aiutassero a trovare il regalo perfetto per Matt, che non era con loro perché doveva lavorare prima di una meritata pausa festiva.
Elena stava cercando un regalo per Jeremy, ancora abbattuto per la partenza improvvisa di Anna e per il mancato ritorno di Vicky, in cui segretamente sperava ancora.
La neve ricominciò a cadere verso la metà del pomeriggio, mentre la temperatura si faceva sempre più rigida.
-Che ne dite di andare al Grill?- propose Elena, saltellando sul posto per il freddo.
Tutti acconsentirono, facendosi strada nella strada innevata e illuminata a festa.
Quando raggiunsero il locale, però videro Matt che ne usciva.
-Ho appena chiuso!- annunciò, allegramente –Posso unirmi a voi?-
-Certo che puoi- fece Caroline prendendolo sotto braccio con un sorriso festante –Ma dovremo trovare un altro posto per rilassarci al calduccio, visto che hai appena messo KO il posto dove volevamo andare!-
-Hei, ragazzi… casa mia è vicina, vi propongo una cioccolata con marshmellows!- fece Audrianne, ansiosa di poter ricambiare in qualche modo il loro affetto e la loro gentilezza, non sentendosi ancora del tutto integrata nel gruppo.
Bonnie sorrise –Volentieri! Vero, ragazzi?-
Si trovarono tutti d’accordo, primo perché capivano che Audrianne voleva essere riconoscente nei loro confronti, e secondo perché effettivamente sembrava un’ottima idea.
Audrianne gli fece da guida, fino a salire i gradini di casa sua e aprire la porta: sua mamma e Mel non erano in casa, perché erano andate a fare un po’ di shopping natalizio.
Accese le luci e si voltò verso la piccola comitiva –Eccoci- sorrise, mentre entravano uno ad uno. Stefan ed Elena rimasero per ultimi.
-Audrey, lo capisco se non vuoi invitarmi ad entrare, mormorò lui, mentre Elena varcava la soglia senza problemi.
-No, Stefan- fece Audrianne fermamente, levandosi il cappello dalla testa –Mi fido di te- sorrise –Sei il benvenuto- sorrise, facendosi da parte. Stefan rispose al sorriso, sinceramente contento, ed entrò in casa, sotto lo sguardo quasi protettivo di Elena nei suoi confronti.
Caroline, Bonnie ed Elena aiutarono Audrey nel preparare un ‘pentolone’ di cioccolata calda, mentre Matt e Stefan, in salotto, ammiravano l’albero di Natale a casa Light, dove la piccola Mel aveva appeso alcune decorazioni fatte da lei.
L’atmosfera era molto familiare e Natalizia, quando le cioccolate furono pronte e si sedettero tutti, chi sul divano e chi sul tappeto, a chiacchierare dei loro Natali passati, delle tradizioni e dei loro regali preferiti o mai ricevuti.
-…Mi ricordo che quando ho aperto il regalo e ci ho trovato un paio di calzini ci sono rimasto malissimo!- stava ridendo Matt, ripensando ai regali di sua nonna, sempre i meno azzeccati
-Perché tu non hai ricevuto un puzzle da 2000 pezzi quando ti aspettavi la barbie dei tuoi sogni!- rimbeccò Caroline.
-…Dei calzini, Caroline!-
Tra le risate generali, la porta si aprì. Mel rimase estasiata nel vedere tutti quei grandi, mentre Joanne Light sorrise –Non sapevo di avere ospiti!- esclamò, allegramente.
-Ci scusi signora Light- fece Elena, alzandosi
-Figuratevi! Anzi, se volete potete rimanere a cena!- propose.
Audrianne non era mai stata tanto grata a sua madre.
I ragazzi si guardarono: Matt non aveva nessuno a casa con cui stare, Elena non era obbligata a stare a casa se non era la vigilia o Natale, Stefan non aveva nessuna fretta di incontrare il sarcasmo festivo di Damon, Bonnie si sentiva piuttosto sola senza sua nonna, e la mamma di Caroline faceva il turno di notte.
-Però ragazzi, posso ordinarvi delle pizze! Lo so che non è molto natalizio, ma a cucinare sono pessima- fece Joanne, sorridendo.
-Va benisismo!- -Si figuri!- -E’ perfetto!-
-Lasci che l’aiutiamo ad apparecchiare- fece Bonnie, mentre lei e le ragazze si univano ad Audrianne nel preparare la tavola, che fortunatamente era di legno, vecchia e molto spaziosa.
Matt e Stefan vollero insistere nell’aiutare anche loro a fare qualcosa, spostando il grande tavolo nella sala con l’albero di Natale.
-Beh…credo proprio che questo sarà il cenone anticipato più bello a cui abbia partecipato- sorrise Audrianne, rivolta a Bonnie –Grazie-
-No, grazie a te! La verità è che ci mancava davvero stare un po’ tutti insieme come veri amici, sai… ognuno ha i suoi… beh, chiamiamoli problemi- fece, lanciando un’occhiata a Stefan, ignara che Audrianne sapesse tutto –Ci fa bene ricordarci le cose per cui ci vogliamo bene- sorrise la strega.
Le pizze arrivarono, e si sedettero tutti a tavola, dopo una lotta tra le ragazze per chi si sarebbe seduta accanto a Melanie, ormai mascotte di tutti, che non credeva alla propria fortuna nell’essere coccolata e riverita dagli amici grandi di sua sorella.
-Le vere principesse mangiano con tante persone- disse a Caroline, con aria seria seria.
-Le vere principesse vanno a nanna presto, Mel- fece Joanne, alzandosi –Io e Mel vi lasciamo a godervi il dolce e la serata… restate pure quanto volete, solo cercate di non parlare troppo forte, qualcuno qui deve dormire- disse, con un sorriso, prima di salire su per le scale tenendo per mano Mel che faceva ciao ciao con la manina.
-Ho il panettone pronto!- annunciò Audrianne, alzandosi per andarlo a prenderlo. In quel momento suonarono al campanello.
-Vai pure ad aprire, ci penso io al panettone!- esclamò Bonnie, scattando
-Grazie- fece Audrianne, uscendo dalla stanza e volando alla porta.
Quando la aprì, una folata di aria gelida entrò e Damon Salvatore le stava davanti.
-…E il motivo per cui non sono invitato a questa festa è…?- fece la sua voce sarcastica
-Fammi pensare… Oh, già- Audrianne mise una mano accanto alla bocca, nel gesto di sussurrare: -Forse perché hai provato ad usarmi come cena-
Damon sorrise, con aria di noncuranza –Andiamo, credevo che avessimo fatto pace!-
-Che cosa vuoi, Damon?-
-Unirmi al divertimento!- fece lui, mimando il proprio entusiasmo con un mezzo passo di danza.
-Beh, qui non puoi entrare- fece Audrianne, secca –Non ti darò mai il permesso di mettere piede in una casa dove vive mia sorella e mia madre-
-Senti, ti ho detto che non gli farò niente… volevo solo vivere il bianco Natale con il mio fratellino- tentò Damon, cercando di suonare indifferente e sarcastico.
-Mi dispiace, non posso-fece Audrianne, prima di chiudersi la porta alle spalle con un sospiro.
Stefan, appena spuntato dietro di lei, la fece sobbalzare.
-Scusalo, vive per darmi il tormento- fece, cupo
Audrianne scosse il capo –Mi dispiace per lui, in realtà- confessò.
Stefan le poggiò una mano sulla spalla –Ascoltami, Audrey: non c’è niente che possiamo fare per lui ora, e farlo entrare in casa tua perché rovini una splendida serata non lo aiuterà. E’ ferito. Lui… ha amato una donna, Katherine, per tutta la sua vita e ha scoperto recentemente che invece lei l’ha sempre e solo usato., mi capisci?-
Audrianne annuì, silenziosa. Non aveva nemmeno immaginato che una persona come Damon potesse soffrire, specialmente non per amore.
-Non lo ammetterà mai, lui sostiene di aver messo a tacere per sempre la parte umana di sé, ma io so che non è così, e lo anche per merito di Elena. Lei è speciale, è l’unica persona con cui Damon sia riuscito ad aprirsi dopo.. beh, dopo 145 anni- concluse Stefan
-Intendi dire che lui.. si insomma, che Damon ora è innamorato di Elena?- domandò Audrianne, piano, cautamnte.
Stefan scosse il capo.
-No, credo solo che in lei veda la Katherine che avrebbe sempre voluto, e che il fatto che stia con me lo ferisca ancora di più-
Audrianne ammirò la calma con cui Stefan stava gestendo quella situazione. Stava per chiedere di più, ma Elena arrivò nell’ingresso.
-Cos’è successo?- domandò piano, preoccupata.
-Damon voleva essere invitato- fece Stefan
Elena abbassò lo sguardo –Mi dispiace così tanto per lui-
-Lo so- mormorò Stefan, prendendola per mano –Coraggio, andiamo a mangiare questo panettone-
Audrianne li seguì, non senza lanciare un ultima occhiata fuori dalla finestra.
-Andate, vi raggiungo subito- disse, d’istinto, prima di aprire la porta e chiamare, a un tono di voce normale –Damon!-
-Buh!-
Con un sobbalzo Audrianne si girò, per trovarlo dietro di lei, sorprendentemente
-E’ Natale, non Halloween- fece, con tono di rimprovero
Lui inarcò un sopracciglio –Perché mi hai chiamato?- domandò, seccato
-Puoi entrare. Io… ti do il permesso di entrare in casa mia, ti sto invitando-
-Non mi interessa- fece Damon, freddamente
-Ah no? E’ per quello che sei venuto a bussare alla mia porta?- ribattè Audrianne, tagliente, mentre si stringeva le braccia al petto, tremando in mezzo alla neve, i ricci sferzati da un vento gelido.
Damon rimase in silenzio, vinto.
-Perché mai vorresti che io entri?- domandò, con uno sguardo circospetto.
-So che gli altri hanno buoni motivi per pensare che tu sia.. irrecuperabile. Io non ne ho: per me tu sei un vampiro che ha deciso di risparmiare una vita per la prima volta, e quella vita è la mia. Quindi puoi entrare-
-Non importa, ragazza sopravvissuta- fece, abbassando lo sguardo. L’unico motivo per cui voleva entrare era dare fastidio a Stefan e ad Elena, ma le parole di Audrianne gli avevano fatto passare, ancora una volta, la voglia di comportarsi da cattivo della situazione.
-Se cambiassi idea… devi solo bussare-
E detto questo, Audrianne girò sui tacchi e tornò in casa, lasciando un Damon pensoso e un po’ meno vuoto nella strada innevata.


Casa Light era buia. Gli ospiti se n’erano andati già da un paio d’ore, era notte fonda. Joanne, Audrianne e Melanie già dormivano nelle loro stanze, Joanne al piano di sotto e le sue figlie in due stanze al piano di sopra. L’unica luce accesa in casa era la decorazione luminosa dell’albero di Natale.
La figura snella di Damon Salvatore si muoveva impercettibilmente mentre lui entrava dalla finestra semi aperta della camera di Mel. Non sapeva nemmeno lui cosa stava facendo lì, l’unica cosa che sapeva era che non aveva potuto fare a meno di entrare in una casa in cui era stato invitato nonostante vi fosse conosciuta la sua vera natura, sia di vampiro che di persona infida e diffidente.
Uscì dalla camera di Mel ed entrò in quella di Audrianne. I lunghi ricci scuri della ragazza erano sparpagliati sul cuscino bianco, proprio come due settimane prima erano sparsi sulla neve candida.
Non la svegliò, ma scese al piano di sotto dove si soffermò davanti all’albero di Natale. Si fidava di Audrianne? Oh, no, non bastava certo così poco a legarlo ad una persona. Ci erano voluti mesi perché si fidasse di Elena, e non riusciva ancora a farlo completamente per via della devozione e l’amore che lei provava per Stefan. Però quella ragazza aveva qualcosa: aveva uno sguardo vivo e sincero negli occhi caldi, color cioccolato. Aveva una vitalità spontanea, e un sorriso contagioso e dolce.
Perso nel guardare le luci dell’albero, Damon si chiese cosa avrebbe dovuto fare adesso: conoscerla, come la curiosità lo spingeva a fare, oppure lasciare perdere, perché a lui degli umani non importava né sarebbe mai importato. Eppure era in quella casa.
  
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