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Autore: Tayr Seirei    29/10/2010    2 recensioni
La goccia astrale di Will riflette sulla sua natura.
Io esisto!
Io
ci sono!
Io non sono un tuo burattino, Will Vandom...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io esisto!
Io ci sono!
Io non sono un tuo burattino, Will Vandom...
Ma diamine, perché lo capisci solo ora?
Nel momento in cui, separate soltanto dall'Oracolo e dai suoi canuti consiglieri, ci fronteggiamo, nel cuore della Fortezza di Kandrakar.
Questo è il vostro regno; noi, con la magia, i mondi paralleli, e le avventure mozzafiato abbiamo poco a che spartire.
Eppure anche questa è una battaglia, come quelle che siete tanto avvezze a disputare.
La guerra per la nostra libertà.
Ti guardo negli occhi - i miei occhi, dove scorgo astio, una voglia di suonarmele a stento trattenuta. Forse stai ripercorrendo mentalmente tutte le mie "marachelle"?
Quando, ad esempio, sono scappata di casa, mentre voi riaccompagnavate la professoressa Rudolph, nelle sue reali e mostruose vesti, a Meridian. O quando ho ingannato Orube per ottenere una discreta somma con cui fuggire... eh eh, quello è stato davvero un colpo di genio. Non trovi?
Comunque, sono queste le cose che tanto ti indignano? Ciò mi strappa un sospiro: forse, ancora, non hai capito che io sono viva quanto te. Che tutte quelle cose, se i ruoli fossero stati invertiti, le avresti fatte anche tu.
Vedo anche altro, nel tuo sguardo. Curiosità?
Ovvio, ti domandi sempre cos'è che io, e le altre quattro creature condannate come me, vogliamo da voi.
Francamente, da voi non vogliamo nulla. Proprio nulla! Allontanarci il più possibile, non chiediamo altro.
Perché in realtà, il nostro desiderio, mia cara Will, è alquanto semplice: vogliamo VIVERE!
E una vita nostra, non preziosi attimi di libertà, ore d'aria rubate all'esistenza di qualcun altro!
All'inizio... era così facile! Bastava far finta di niente: uscivamo al bisogno, pronte a goderci un pomeriggio di sole e risa, chiacchiere e, perché no, un MilkShake al Golden.
Spettegolavamo, ci dedicavamo allo shopping selvaggio (Corny è agguerrita quanto l'originale, in questo frangente...) e sovente, dovevamo anche sbrigarcela con le odiose incombenze che vi premuravate di scaricarci: studiare, riordinare, portare fuori la spazzatura... Ma tutto sommato, delle cose sopportabili.
Per i primi giorni, si intende...
Poi ci siamo... divise. Noi, Gocce Astrali, abbiamo iniziato a mettere su una messe tutta nostra di ricordi e desideri.
Non eravamo più ombre cupe e dormienti del vostro subconscio, pronte a risvegliarsi al vostro richiamo.
No, vivevamo anche dentro di voi. Chiuse in una stanza buia. Ora dopo ora, dove potevamo aggrapparci all'unica cosa in nostro possesso: i ricordi, appunto. E così, il desiderio di avere una vita vera si è fatto imperioso: perché noi, ridotte a semplici controfigure usa-e-getta, siamo cinque normali ragazze.
Ragazze che vorrebbero semplicemente avere una cameretta tutta loro, gustare i momenti di felicità quotidiana, avere una famiglia da amare... perché tutte queste cose che in apparenza condividiamo, in realtà sono solo ed esclusivamente una vostra proprietà.
Ogni volta che entravamo in scena, avevamo come la sensazione di essere precluse, estranee alla nostra vita... e quindi, era logico, giusto e naturale che cominciassimo a pretenderne una reale, tutta per noi.
Una vita dove la massima preoccupazione fosse l'interrogazione in storia o cosa indossare il giorno dopo... non che, entro dieci minuti, forse un quarto d'ora, saremmo dovute sprofondare nel gelo, nel vuoto del vostro animo.
Una vita in cui poter amare...
Abbiamo parlato tanto, di ragazzi. Tutti quelli che vi circondano (sorvolando elegantemente su quell'imbecille di Uriah e la sua banda, e tralasciando Il Ragazzo Più Petulante Della Terra, ergo Martin) sono brave persone, carine e alla mano. Nigel, Peter, Eric... Matt...
Oh, Matt. Il mio primo ricordo, e credo anche il più bello, è di quando l'ho baciato. La mia è stata una vita breve e tormentata, quello uno dei primi attimi in cui vedevo la luce, ma senza dubbio, una delle poche cose per cui è valsa la pena di arrivare fin qui. So che, in qualunque modo andranno le cose, non lo vedrò più; ma voglio continuare ad esistere, per trovare qualcun altro da amare a quel modo, per avere un altro momento così.
Quella sì, che è stata una sferzata di vita...
E tu continui a fissarmi silente, Will, come se solo ora notassi una cosa che ti era sempre sfuggita.
Ah, te ne sei resa conto?
Mi hai sempre considerata un tuo riflesso, ma...Questo specchio non rimanda più la tua immagine.
Perché io non sono te, Will.
E dunque... devi lasciarmi andare!
 

Fine
 

Yoh.
Questa è la prima - e probabilmente anche l'ultima - fanfiction che scrivo su W.I.T.C.H.. E' nata quest'estate, dopo un'intensa discussione in merito alle "povere" Gocce Astrali. Dai beati tempi del 2006/07 circa non prendo più in mano uno di questi fumetti per vari motivi... ma non li ho dimenticati. Diciamo che, in un certo senso, è un tributo alla mia antica passione.
Appunto perché non li leggo più da così tanto tempo, se ci fossero delle imprecisioni, chiedo venia; segnalatele, e vedrò di correggere subito.
E adesso mi eclisso.
Bye!


  
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