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Autore: imtheonekeepingyoualive    31/10/2010    6 recensioni
"Frank, noi non siamo più quei ragazzi, oggi. Siamo cambiati, cambiati troppo. E so che è colpa del 2017, della guerra, di tutto. Però credo che sia anche colpa mia, colpa mia che ho cominciato a respingere tutti da me. Ho pensato 'voglio un cuore a prova di proiettile, così nessuno potrà uccidermi' ma guardami, guardami ora. Sono arrivato a pensare come una macchina senza più sentimenti, sono arrivato persino a respingere Mikey e Ray e... E te."
[Killjoys!AU]
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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bulletproof Disclaimer: No, no e no. Non è vero, non sono così e non mi pagano. *riassuntino*

Note: Questa, essendo una Killjoys!AU è meglio se viene letta avendo visto il video di Na Na Na, o altrimenti non capirete una cippalippa secca. Anche se mi sono ispirata al video (ci sono alcune, molte, scene che sono uguali a quelle del video) ho cambiato alcune cose, perchè il mio cervello fa per conto suo e quindi si diverte.
Giuro, si diverte sul serio.
Quindi, volevo solo dirvi che Party Poison è Gerard, Kobra Kid è Mikey, Jet Star è Ray, Grace è la bambina, che ahimè non so come si chiami (se qualcuno lo sa, me lo dica pure, perchè io ammetto di essere molto molto pigra e non ascolto quasi mai le interviste o cose del genere) e quindi ho preso un nome che ho letto in una FF, che mi è piaciuto e tutti i diritti sono di quella scrittrice, Rebel è Showpony altrimenti detto Ladyboy- Ricky Rebel è il nome di Showpony sì, è un artista anche lui. Devo dire altro?
Ah sì, Morrison è il cattivo, che anche lui per me senza nome nel mondo dei Killjoys, ho usato il suo vero nome- Grant Morrison, autore di fumetti.
La posto oggi perchè è il compleanno di Frank, perchè come mio alter ego (Gerard) è mio marito, perchè lo adoro, perchè lo amo come persona e come artista e perchè voglio fargli un bruttissimo regalo anche se lui non lo saprà (ed è meglio così, davvero). Tanti auguri Frank!
E buon Ieroween a tutti.
(Sì, quello che trovate in corsivo sono alcuni titoli di Danger Days e pezzi di canzoni impropriamente usati, ma che mi intrippava come cosa XD)
Bulletproof Heart è una track di Danger Days. Bulletproof? I wish I Was è una canzone dei Radiohead.
Bene, scusate ancora la lunghezza immane ma vi ho detto che mi diverto D:
Enjoy!

Bulletproof Heart [Bulletproof? I wish I was...]


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Come ogni mattina, la voce di Doctor Death Defying era l'unica cosa che li accompagnava lungo la strada attraverso le Zone. Erano ormai giorni che venivano inseguiti dai Draculoidi, erano stanchi e provati, dovevano arrivare alla Zona 1D senza farsi beccare, nonostante sapessero che le camere di sorveglianza non perdevano mai di vista la strada principale.
E sfortunatamente, da quando avevano chiuso il passaggio costruito dagli altri sopravvissuti, erano costretti ad usare quella fottuta strada sterrata e passare direttamente davanti agli occhi del Brutto Uomo Pelato, come Grace aveva preso a chiamarlo non appena si era unita a loro. BUP per fare in fretta.
Lanciò un'occhiata veloce allo specchietto retrovisore, per controllare che tutto fosse libero e l'unica cosa che vide fu la coltre di polvere rossa del deserto e nient'altro. Mano a mano che si avvicinavano alla Zona 1 il pericolo si faceva meno presente, ma erano comunque pronti ad ogni evenienza.
Sapeva che Ray e Frank avevano le armi in pugno, anzi- Frank dormiva con la pistola sempre in mano, era uno dal colpo facile.
Mentre Mikey, seduto sul sedile passeggero accanto a lui, preferiva il confronto corpo a corpo. Era un'ottima occasione per usare il fantastico guanto che Grace gli aveva procurato col suo meraviglioso giochino.
Quella ragazzina era strana, l'avevano trovata un giorno nella Zona 6, tutta sporca di terra e sola, e quando si erano accorti che era solo una bambina e che non era stata contagiata dai Draculoidi, avevano deciso che sarebbe stato il quinto Killjoy, quello più giovane.
Solo dopo avevano scoperto che aveva strani aggeggi con sé, come quella specie di giochino che faceva andare in tilt le macchine della Better Living Industries e permetteva loro di avere batterie, armi e rifornimenti gratis.
Certo, non sempre lavorava bene, ma era sempre meglio pagare una volta piuttosto che cinque, no?
L'occhio gli cadde su Frank e ghignò, quando lo trovò intento a maneggiare la sua arma, per controllare che il rifornimento laser fosse pieno. Vedeva la linea degli occhi dietro alle lenti degli occhiali, perchè aveva piegato la testa in avanti e l'altro nemmeno se ne accorse, tutti erano intenti a sentire cosa stava dicendo Dr. DD in quel preciso istante.
"-Non ci avranno mai, Killjoys! Dobbiamo continuare a fare rivolta, dobbiamo fare casino, dobbiamo rompere i loro schemi. Io sono con voi, sono Doctor Death Defying e come sempre sarò i vostri occhi e la vostra voce." Si sentì un disturbo della linea, che fece gracchiare il segnale e poi la voce profonda di Dr. DD ritornò, stavolta meno potente, segno che stava per interrompere la comunicazione. "E mi raccomando, ammazzatene più che potete!"
Tutti ridacchiarono e Gerard pigiò di più il piede sull'accelleratore. Non permettava a nessuno di guidare la sua bambina, la sua piccola- e nessuno si era mai azzardato a voler far cambio, Poison era un guidatore coi controcazzi, che riusciva sempre a toglierli d'impiccio ed a schivare i raggi che minacciavano di colpirli quando iniziavano uno scontro in movimento.
"Siamo quasi arrivati?" Chiese Grace, dal suo posto nel sedile posteriore fra Ray e Frank.
Gerard fece un risolino e la guardò, lei si sporse per farglisi più vicino.
"Oh, sì, mia cara, ci siamo quasi. Stiamo per entrare nella Zona 1 ed allora saremo al sicuro- Più o meno." Rispose, con voce vellutata.
Grace gli toccò i capelli rosso fuoco e poi si rimise a posto, tranquilla.
"Hai scritto la letterina?" Sentì Ray chiederle, dolcemente.
"Hm-" Mormorò lei, come sempre, più triste. "Però mamma non mi risponde mai."
"E' perchè viviamo in un posto lontano, Grace. E perchè il BUP è veramente veramente cattivo e si tiene le lettere per sé." Le disse Frank, confortandola.
Gerard vide Mik voltarsi appena per guardarla e lui la fissò dallo specchietto.
"Piccola, vedrai che la tua mamma sta bene e che quando avremo sconfitto quei pezzi di-" Non disse quello che voleva dire, perchè tutti avevano smesso di dire parolacce quando la ragazzina era presente e saltò subito alla fine della frase. "-Lei tornerà da te."
Un sorriso nacque sulla bocca di Grace e tutti si risollevarono.
"Credete che Showpony sia al rifugio?" Disse ad un certo punto Mikey, interrompento il silenzio pesante per via della calura sempre più importante.
Stavano già iniziando a sudare, sotto quei giubbini di pelle.
Tutti sorrisero ma non dissero niente.
"Caro caro Kobra Kid..." Cantilenò Gerard, sospirando.
"Cosa?" Chiese questi, confuso.
"Sappiamo quanto ti manca il tuo caro caro Ladyboy." Rise Frank, usando lo stesso tono di Gerard.
Il biondo fece una faccia scandalizzata e si strinse le braccia al petto, mettendo il broncio.
"Non è il mio caro Ladyboy!"


Dovettero fermarsi poco prima di lasciare la Zona 2, perchè la sua piccola stava cominciando a dare segni di cedimento. Era troppo tempo che la faceva correre senza sosta, ad una velocità veramente elevata e tra la sabbia del deserto, che si infilava sempre nella turbina facendola tossire.
Al primo Dead Pegasus che trovarono Gerard si infilò, parcheggiandosi proprio davanti al distributore di benzina. Rigorosamente quasi vuoto, come ogni distributore da lì alla Zona 6.
Nessuno aveva abbastanza soldi per comprare il gasolio, e così dovevano cercare metodi alternativi per averlo.
Gerard scese dall'auto e lasciò che Ray entrasse nel piccolo casottolo in cui doveva esserci il benzinaio. Ray sapeva essere convincente, quando voleva.
Soprattutto quando era Jet Star.
Gerard invece decise di andare a fare un giro intorno, per controllare la zona. E forse anche per liberarsi, visto che erano ore che non andava in bagno.
Lasciò Mikey a contemplare le riviste porno e Frank ad aggiustare la sua bimba, Grace aveva già trovato cosa fare con una macchina della Better Living e la sua consolle magica.
Adorava quella ragazzina, seriamente.
Si nascose più o meno bene e si slacciò la cinta e la zip dei jeans chiari ormai pieni di polvere. Fece un verso di godimento mentre lasciava una firma sul muro del fottuto benzinaio.
Adorava le giacche che indossavano alla Dead Pegasus, le adorava.
Ma purtroppo non era mai riuscito a trovarne una e a rubarla, avrebbe dovuto uccidere il benzinaio per averla, e fin'ora aveva ucciso solo Draculoidi e nessun altro.
Loro non contavano come vere morti, erano solo corpi di persone a cui avevano fottuto il cervello. Era impossibile che tornassero come erano prima del lavaggio del cervello, una volta trasformati in Draculoide, ci rimanevi fino a che non morivi. Quasi sempre in maniera violenta.
Ma erano già morti prima di ucciderli, se ben pensavi.
Tirò su col naso e si ricompose, rimettendosi a posto i vestiti. Sentiva Ray dentro fare il suo lavoro, distruggendo il negozio del povero tizio che aveva avuto la sfortuna di imbattersi in loro senza soldi, sentiva le grida disperate dell'uomo che lo pregava di non rompergli tutto, ma come sempre Jet Star portava a termine i suoi compiti.
Gerard passò lo sguardo sul paesaggio deserto e secco della Zona, erano al distretto A mancava pochissimo all'1D avrebbe potuto tirare fino a lì, ma sentiva il motore grattare troppo e non si era fidato. Avrebbe potuto bruciarlo e lasciarli definitivamente a piedi, tutta colpa della fottuta sabbia.
Aveva voglia di una sigaretta, ma le aveva finite molti giorni prima e non aveva potuto comprarle da nessuna parte, perchè non avevano fatto altro che correre e correre dalla Zona 4 a lì, per giorni interi, combattendo con i Draculoidi per tre volte.
Erano stanchi, affamati e avevano bisogno di darsi una lavata. Grace risentiva sempre parecchio di quei viaggi e se avessero saputo che Showpony era già al rifugio, l'avrebbero lasciata con lui.
Ma era uscito per recuperare un prezioso rifornimento nella zona 1B e quando avevano deciso di partire, non era ancora rientrato, era per quello che Mikey era sempre così in pensiero. E non potevano lasciare Grace sola, ovviamente.
Si passò nervosamente le mani a palmi aperti sui pantaloni, per scaricare un pò di nervosismo e scattò quando sentì una voce alle sue spalle.
"Ehi ehi, sono io, tranquillo." Disse Frank, con le mani alzate ed un sorriso strafottente sul viso.
Gerard sbuffò e mise via la sua pistola gialla. "Avrei potuto spararti, idiota." Gli sputò addosso, velenoso.
L'altro gli si avvicinò lentamente, sempre guardandolo, fino ad arrivargli davanti. "Però non l'hai fatto, no?"
Il più basso si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò, con molta lingua, rude- come faceva sempre quando era da tanto che non facevano sesso.
Gerard sentì il cavallo dei pantaloni stringere immediatamente, risentendo anche lui della fottuta lontanza, che li demoliva sempre. Frank gli allacciò le braccia al collo e gli tirò i capelli, gemendo piano nella sua bocca e Gerard lo strinse a sé, facendo combaciare i corpi.
Sentiva che l'altro era nelle sue stesse condizioni e ponderò la possibilità di sbatterlo al muro e farselo lì. Si staccò dal bacio ansante e lo guardò ghignando.
"Ti voglio ade-" Gli sussurrò all'orecchio, ma venne interrotto dalla voce di Mikey che li chiamava.
"Cazzo cazzo cazzo!" Grugnì incazzoso Frank, staccandoglisi da dosso e camminando pesantemente verso la facciata della Dead Pegasus, lasciandolo lì a riprendersi.
Sospirò pesantemente e si passò una mano fra i lunghi capelli accesi e, quando si sentì un pò più in sé stesso, tornò dagli altri e dalla sua piccola.
Frank era un mago coi motori, come sempre era riuscito a rimetterla in sesto ed ora potevano tornare al loro rifugio e finalmente avrebbe potuto scoparsi Frank in santa pace.
E domani sarebbero tornati a calciare nel culo quei fottuti Draculoidi e li avrebbero fatti fuori tutti.


Si era tolto la giacca di pelle e l'aveva lasciata sul tavolo, accanto alla pistola. Ladyboy era rientrato dalla sua missione e stava lì seduto a guardarli- a guardare Mikey, più che altro- sorridendo, muovendo una gamba fasciata in quei leggins a pois blu.
"E' stato un lungo viaggio, ragazzi." Disse questi, con voce sottile.
"Già." Rispose Grace, levandosi per prima cosa gli anfibi. "Ho voglia di fare una doccia fredda." Aggiunse, scostandosi i riccioli.
"Anche io..." Mormorò Frank a bassissima voce, ancora ringhiando per come si erano dovuti staccare mentre stavano quasi per fare sesso.
Gerard colse la sottile allusione e convenne con lui che sì, ci voleva una doccia fredda per calmare i bollenti spiriti. Anche se avrebbe voluto più farsi Frank, che non la doccia.
"Io vado a letto, farò la doccia quando avrete finito tutti." Disse Ray alzando una mano per salutarli e andando verso la sua stanza.
Nessuno disse nulla, troppo stanchi persino mentalmente e lo lasciarono andare tranquillamente. Frank e Gerard ancora presi a levarsi le armi di dosso e ad aspettare che la stanza si svuotasse, Mik intento a non guardare Showpony mentre quell'altro non gli levava invece gli occhi di dosso e Grace, praticamente dormendo in piedi, seguì Ray nella sua stanza.
Era ormai abitudine che lei dormisse con con uno di loro, in base all'umore della giornata sceglieva con chi stare. Oggi evidentemente toccava a Ray.
La sera precedente era toccato a Mikey, in auto. E la sera prima ancora a Frank. Prima di partire era toccato a Gerard.
Ma a nessuno dava fastidio dormire con lei, quindi accettavano di buon grado.
Alla fine Mikey annunciò che sarebbe uscito, per andare ad allenarsi un pò. In realtà Gerard pensò che avesse solo bisogno di una scusa per non stare accanto a Showpony, dopo che in auto gli avevano detto tutti la stessa cosa, cioè che evidentemente lo trovava attraente tanto quanto Showpony trovava attraente lui.
"Okay Mik, portati dietro la pistola comunque." Lo ammonì, mentre alzava il pezzo di legno del rifugio per uscire.
Quello si fermò e girò il viso, per guardarlo. "Sai che non mi serve."
"Tu portatela lo stesso." Lo fulminò con lo sguardo, la pazienza pari a zero.
"Mi impiccia nei movimenti, ciao."
"Kobra Kid dei miei stivali..." Mormorò, quando quell'altro se ne andò senza nemmeno farlo finire.
Lanciò un'occhiata a Ladyboy, che ora stava un pò a disagio seduto sul tavolo. Gli fece un sorriso sghembo ed alzò le spalle, come a scusarsi per il fratello.
Quell'altro ridacchiò e saltò giù dal tavolo. "Io credo che tornerò al mio distretto, ora. Vi ho portato il rifornimento di laser che svendevano all'1B, è quella scatola là a terra." Indicò col mento un angolo del pavimento e Gerard annuì.
"Grazie Rebel, ci sei di grande aiuto."
Quell'altro ridacchiò e si infilò il casco, per poi pattinare fino all'uscita. "Abbiamo tutti gli stessi problemi, no? Se non ci aiutiamo fra di noi, come possiamo sperare di sopravvivere in questo mondo?"
Alzò una mano e li salutò, prima di sparire all'esterno veloce e scattante come sempre.
Gerard si lasciò andare ad un verso di stanchezza, portandosi le mani al retro del collo per massaggiarselo. "Dio, sono completamente distrutto."
Erano rimasti soli lui e Frank, ma ora che sapeva che il letto era a due passi di distanza da lì, aveva solo voglia di svenirci sopra. Anche se il pensiero di avere Frank vicino lo attizzava parecchio.
Soprattutto essergli nelle mutande.
Aprì gli occhi e lo fissò. Lo trovò intento a fare la stessa cosa, con un sorriso strafottente sul viso ed il sedere appoggiato ad un ripiano.
"So a cosa stai pensando." Disse il più basso, togliendo la mano dalla bocca e smettendo di mangiucchiarsi un'unghia.
Gerard rise sarcastico e lo guardò con un sopracciglio alzato. "Ah sì? E a cosa starei pensando?" Lo sfidò, alzando il mento.
L'altro sorrise di più e rimase zitto qualche secondo.
"Stai pensando che ti piacerebbe scoparmi."
Sperò vivamente che Ray e soprattutto Grace stessero già dormendo, perchè se avessero sentito quella conversazione sarebbero stati scoperti. Si augurò che Mikey rimanesse fuori ancora qualche minuto perlomeno.
Lo guardò malizioso, fulminandolo anche un pò per la sua sfrontatezza, ma sapeva che così lo eccitava.
"Sono stanco, Frank. Ho bisogno di riposarmi." Sospirò, appoggiandosi i palmi sui fianchi.
"Ma sentitelo, significa che preferisci andare a letto solo, piuttosto che fottermi?"
"Abbassa la voce, cazzo, c'è Grace di là." Esclamò, con voce trattenuta, facendogli segno di moderarsi.
Frank aveva cominciato ad essere seriamente volgare quando rimanevano soli, Gerard ci era abituato- e non che lui non lo fosse altrettanto. La cosa gli piaceva anche.
Era una cosa che si sposava bene col contesto, nel suo cervello. Era come un film; armi, scontri, parolacce, sesso caldo e sole bruciante.
Era parecchio eccitante.
"Grace dorme, come Ray, Gerard! E anche tu stai dormendo, a quanto vedo. Sono giorni che non ci tocchiamo, giorni che non faccio altro che farmi seghe pensando a te, giorni che ti guardo e vorrei solo abbassarti i pantaloni e tu mi vieni a dire che sei stanco?" Continuò l'altro, staccandosi dal mobile per farglisi più vicino.
Gerard a quelle parole sentì subito farsi tutto più stretto nei piani bassi e la vicinanza di Frank aiutava, anche perchè nonostante fosse accaldato ed il sole fuori fosse cocente, il suo calore gli arrivava addosso come un fuoco.
Lui riusciva ad essere gelido persino sudando, persino con quel caldo, mentre Frank andava a fuoco letteralmente e a volte aveva solo voglia di toccarlo per rinfrescarlo, perchè le sue mani assomigliavano a blocchi di ghiaccio.
E quando facevano sesso, Frank adorava sentirlo addosso.
Non gli rispose, si limitò a guardarlo intensamente negli occhi, trattenendo le mani che prudevano dalla voglia di strappargli i vestiti ed averlo lì sul tavolo. Ma erano nel bel mezzo dell'ingresso, Mikey era lì fuori e poteva rientrare da un momento all'altro, Grace e Ray riposavano nella stanza attigua e Gerard sapeva che se avessero lasciato liberi gli istinti, avrebbero fatto parecchio casino dopo quel periodo di astinenza.
Frank capì il gioco di Gerard e ghignò, facendoglisi ancora più vicino. "Davvero non vorresti farmi niente? Nemmeno una cosa di questo genere?"
Gerard sobbalzò trattenendo il respiro, quando Frank chiuse la mano attorno al cavallo dei suoi pantaloni e strinse appena. Il più basso ridacchiò e lui lo guardò avvertendolo con gli occhi, che stava superando il limite e che era meglio che si fermasse.
Ma come al solito Frank non ascoltò, anzi, prese a muovere la mano, massaggiandolo da sopra la stoffa stretta dei jeans ed avvicinando la bocca alla sua.
Strinse le mani a pugno e non seppe davvero come e grazie a quale self control riuscì a non stuprarlo lì e, quando Mikey improvvisamente rientrò -sudato e ansante, cosa strana per lui che era sempre molto austero persino quando si strapazzava- e Frank dovette staccarsi per far finta di star facendo qualcosa alle spalle di Gerard e lo lasciò lì, con il cavallo dei pantaloni molto pieno ed un'espressione torturata sul viso, Gerard pensò che un giorno Frank l'avrebbe ucciso.
Ne era sicuro, non sarebbe morto per mano di nessun altro, sarebbe stato Frank ad ucciderlo. Con quelle sue maniere così rudi e quel suo prendere tutto come un gioco, persino la loro tresca.
Gerard l'aveva messo subito in chiaro, okay scopare per scaricarsi, ma non doveva saperlo nessuno. E così facendo invece, Frank non faceva altro che creare situazioni al limite del sopportabile.
Un giorno li avrebbero beccati a scopare in auto e tutto sarebbe stato rovinato.
Rnghiò incazzato e quasi spallò Mikey -povero fratello, ci andava sempre di mezzo- per uscire.
"Vado a farmi una doccia!" Urlò, senza veramente bisogno che lo sapesse anche la pianta di cactus dall'altra parte del campo ma la rabbia ed il nervosismo gli stavano annebbiando il cervello.
Come se il fatto di avere le mutande piene non fosse un motivo abbastanza forte da fargli morire tutti i neuroni.
Si alzò la maglietta e se la tolse, tenendola in mano mentre raggiungeva la doccia fuori, nel retro dell'abitazione. Avevano trovato il modo di allacciare l'acqua in quel vecchio casottolo, che una volta doveva essere un Diner -prima del 2017 e della guerra, certo. Quando il mondo era ancora un posto normale e la California non era una landa deserta in cui si faticava a sopravvivere.
Appoggiò la maglia sul cumulo di casse che erano lì da prima che loro arrivassero. Le avevano lasciate lì perchè era meglio non cambiare troppo le facciate dei rifugi, era sempre meglio farli rimanere come se non fossero mai più stati abitati da anima viva. Così si evitavano problemi coi Draculoidi, la polizia e tutti gli altri.
Seriamente, meno davi nell'occhio, più a lungo vivevi. E meglio.
Girò la manopola e guardò l'acqua rossa scendere dalla doccia che usciva dal muro, doveva sempre aspettare qualche minuto prima di potercisi mettere sotto, perchè le tubature erano sempre piene di quella fottuta sabbia che ti ritrovavi in posti che nemmeno sapevi di avere.
Si slacciò anche la cintura ed i jeans, per poi abbassarli lungo le gambe pallide. Li lanciò accanto alla maglietta e si levò i guanti di pelle.
Non indossava mai biancheria, aveva smesso da tempo. Soprattutto da quando aveva cominciato ad avere sveltine con uno dei suoi compagni.
E la prima regola delle sveltine è fare in fretta. E meno vestiti hai, meno tempo perdi.
Era tutto calcolato.
Si buttò sotto al getto d'acqua finalmente limpido, e gli scappò un gemito al contatto col freddo di quest'ultima. Con quel caldo -e con quell'erezione, soprattutto- era proprio quello che ci voleva.
Si passò le mani addosso e fra i capelli, per togliere la polvere che vi si era depositata sopra e si girò faccia a faccia con la parete, per lavarsi anche il viso e gli si mozzò il respiro in gola quando sentì delle mani toccargli la pancia.
Ovviamente sapeva chi era -solo lui lo toccava così, in quel modo che faceva trasparire bisogno fisico persino attraverso le dita- e se fosse stato un Draculoide, per prima cosa avrebbe fatto un pò di scena e quindi avrebbe avuto tutto il tempo per accorgersene e girarsi per sparargli.
Mentre Frank, fottuto Frank, lo destabilizzava sempre.
"Sei stanco, ma vedo che il tuo amico presta parecchia attenzione alle mie parole e ai miei gesti, Gee." Gli mormorò quello, sulla pelle, facendolo rabbrividire.
"Sei ancora tutto vestito, cosa ci fai qui?" Gli disse, voltandosi per fronteggiarlo.
Frank sorrise ed aprì le braccia. "Mi faccio una doccia, no?"
"Mikey ti ha visto venire qui?" Domandò, cercando la saponetta.
Frank abbassò lo sguardo, per fare la stessa cosa. "Non è la prima volta che per non sprecare acqua ci si fa una doccia in due, Gerard. Non essere così preoccupato. Mikey non sospetta niente, per dio."
Il rosso alzò lo sguardo e lo fulminò, facendolo scoppiare a ridere. "Te l'ho sempre detto: discrezione, Frank. Discrezione. Vuoi che tutti sappiano che scopiamo? Vuoi davvero che tutti vengano a sapere che per non avere sempre le mutande piene, abbiamo cominciato a dividere non solo la doccia, ma anche l'auto, il letto e ogni altro posto con un minimo di privacy?"
Lo vide irrigidirsi, la linea della mascella contratta e dura. Persino i suoi occhi cambiarono, ma Gerard non capì. "Quanto tempo è?" Gli chiese a bruciapelo.
Gerard aggrottò la fronte, confuso. "Che cosa?"
"Quanto tempo è che facciamo questa cosa per non... Avere le mutande piene, come dici tu. Dimmelo." Chiarì, con voce pesante.
Gerard sospirò, grattandosi un sopracciglio col pollice e pensandoci. "Non lo so, qualche mese."
"E' quasi un anno, Gerard. Un anno che lascio che tu mi scopi, pensaci. Credi davvero che ti lascerei usare il mio fondoschiena per così tanto se fosse solo per puro bisogno fisico? Solo perchè 'ommioddio non scopo da una settimana, devo assolutamente farlo!' e quindi, oh guarda, Gerard è nelle mie stesse condizioni, perchè non andiamo da lui?" Gli sputò addosso con voce irosa.
Gerard si ritrasse con le spalle, incredulo.
"Che stai dicendo, ovvio che no. Pensavo che fosse uguale per te. Tu sei uno dei miei migliori amici, è stato naturale che- Non lo so, facessimo sesso. L'adrenalina, il caldo, il sudore, quando si sta insieme 24h su 24h, beh, ti passa per la testa, no?"
"Certo! Ma non mi è mai passato per la testa di fottermi Mikey, per cristo, Gerard!"
"Nemmeno a me, se è per quello-"
Pessima mossa, non ci andava quella battutina, sapeva di aver appena scatenato l'Apocalisse. Frank era già inspegabilmente incazzato per qualcosa che non aveva ancora capito -era stanco, faceva caldo, non dormiva da troppo e le fottute sigarette erano finite. E non beveva caffè da non ricordava nemmeno quanto, cazzo.
Difatti il più basso lo spinse e Gerard andò a cozzare contro la parete. Lo guardò con tanto d'occhi, sempre più confuso.
"Fatti una sega, io vado a dormire."
Strabuzzò gli occhi e cercò di seguirlo mentre si incamminava verso l'entrata. "Cosa?! Aspetta, Frank, aspetta. Non eri venuto qui per fare sesso?"
Il moro si fermò e si voltò a guardarlo. "Il sesso è stato bandito, non vorrai che qualcuno scopra che ci svuotiamo le palle così, vero? Bene, un'occasione per ricongiungerti con la tua migliore amica, la tua mano destra!"
Gerard lo guardò girarsi e continuare a camminare, fino a che non svoltò l'angolo e sparì.
Rimase fermo sotto al getto d'acqua per qualche secondo, ancora completamente sconvolto poi, lentamente, si riprese. Afferrò la saponetta e cominciò a passarsela addosso, pensando alla conversazione appena avuta.
Quel ragazzo sarebbe stata la sua morte, l'aveva già detto?


Erano tutti così stanchi che avevano dormito per una sera ed una notte intere. Gerard se ne accorse quando aprì gli occhi nella stanza che divideva con Frank e la trovò ancora occupata dal suo compagno.
Quando era rientrato dall'esterno, ancora gocciolante e finalmente pulito, Frank dormiva già. Oppure fingeva di dormire per non parlargli e Gerard non aveva detto nulla, ben sapendo che non sarebbe comunque cambiato niente.
Alla fine non si era nemmeno fatto una sega, la discussione gli aveva ammosciato tutto e problema risolto. Si era asciugato alla bell'e meglio e si era steso.
In pochissimo tempo era caduto in un sonno pesante e senza sogni.
Solo ad un certo punto si era svegliato per via di un rumore di passi nella camera e riuscì a capire per pura fortuna, visto quanto era rincoglionito dal sonno, che era Frank che usciva per farsi una doccia con Grace, l'aveva sentita parlare a bassa voce.
Poi era nuovamente svenuto per le successive ore, quando finalmente si era ripreso. Si mise a sedere sul materasso sgangherato e si passò una mano sul viso, con un lieve mal di testa per aver dormito così a lungo.
Vide Frank abbracciato a Grace nell'altro letto e sorrise, perchè erano adorabili. Avrebbe voluto ritrarli.
Notò che dalle assi di legno filtrava appena un raggio di sole e si alzò. Si infilò i jeans e la canotta nera, per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Doveva essere l'alba, perchè il sole era ancora basso nel cielo, che aveva una sfumatura rosata, quasi violacea biancastra e sospirò, perchè lì non avevano una fottuta cucina, con del fottuto caffè e delle fottute sigarette.
Non avevano niente.
Sentì qualcuno fuori e si affacciò dall'apertura nel muro e vide suo fratello seduto tranquillo su una cassa, le braccia dietro la schiena a sorreggersi e le lunghe gambe magre stese. Sorrise e lo raggiunse, beandosi del senso di pace, così insolito per loro.
Erano rari momenti del genere e quando finalmente Dio decideva di regalargliene qualcuno, era meglio prenderli e goderseli. Perchè non si sapeva quando e se mai ne avresti avuto un altro, dopo.
Mikey alzò lo sguardo su di lui e ricambiò il sorriso, spostandosi più in là per fargli posto.
"Ciao Bro." Gli disse a voce bassa.
"Ciao Mik. Dormito bene?" Chiese, incrociando le gambe una sull'altra.
L'altro annuì, sereno. "Benissimo, come non facevo da tempo. Mi sono svegliato quando Grace si è alzata dicendo che voleva lavarsi e Ray si è lamentato perchè non aveva voglia di alzarsi, quindi è venuta a chiamare Frank. Non so cosa sia successo dopo perchè sono nuovamente caduto in coma fino ad un'oretta fa, quando sono uscito io a farmi la doccia."
"Sì, ho sentito Grace e Frank uscire stanotte." Sussurrò.
Il biondo annuì, sorridendo come se fosse in pace col mondo. Gerard provava la stessa sensazione di beatitudine e non voleva rovinarla cercando qualcosa da dire, se avessero voluto parlare di qualcosa, l'argomento sarebbe venuto da sé.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, intenti solo a guardarsi in giro tranquillamente, il sole che si faceva lentamente più alto nel cielo.
"Ieri è stata una giornata strana." Disse infine Mik, facendo riscuotere il fratello.
Gerard si girò a guardarlo, curioso, mentre il biondo rimase col viso puntato verso il campo davanti a loro.
"Un pò, sì." Convenne, alzando le spalle.
"Tu e Frankie avete litigato?"
Gerard strinse la mascella e sospirò. "Diciamo di sì."
"Si sente dell'elettricità in casa. Molta, elettricità." Ridacchiò il minore, facendo sorridere il rosso.
Gerard si sporse in avanti, per appoggiare gli avambracci sulle ginocchia e sospirò di nuovo.
"Abbiamo avuto una specie di discussione, che non ho ben capito. Ma risolveremo. Spero."
"Certo che risolverete, voi due siete sempre stati un pò così. Ricordi come eravate una volta? Prima- Prima del 2017?"
"Com'eravamo? Sì, forse. Il periodo prima dello scoppio è come offuscato, a volte." Rispose, malinconico.
Mikey annuì, come a dire che capiva. Rimase zitto qualche secondo, come a gustarsi qualche frammento di ricordo o come a cercare qualcosa nella sua mente e poi ridacchiò.
"C'era una canzone che cantavate sempre, ricordo che si chiamava "The kids from yesterday" o qualcosa del genere. Andavate in giro a canticchiare questa canzone e tutto sembrava come- come doveva essere, capisci?"
Gerard ebbe un flash di lui e Frank seduti in un bar a canticchiare ridendo quella canzone, con forse troppa birra in corpo ed il morale troppo alto. Come due buoni amici che si vogliono bene, come due persone che pensano che staranno assieme tutta la vita e che va bene così, perchè niente è meglio di quello.
Ed ebbe nostalgia di quei tempi, perchè una volta tutto era più facile. E anche quando c'erano problemi, tutto si risolveva con niente.
Non c'erano Draculoidi o pistole laser. Non c'era il deserto che inghiottiva tutto.
Non c'erano le Zone e le camere di sicurezza.
Una volta non dovevi combattere ogni giorno per arrivare a bere un caffè, o per avere un litro di benzina. Uscivi, prendevi la macchina e ti ubriacavi guardando la partita dei Warriors alla TV in mezzo a tanta gente come te.
Avevi tuo fratello ed i tuoi migliori amici che ti facevano compagnia ed i soli problemi che potevi avere erano quelli di non bere troppo perchè l'indomani dovevi andare al lavoro ed avevi una riunione importante, oppure se ti eri ricordato di pagare la bolletta del telefono.
Ora invece- Oggi, i ragazzi di oggi, come si erano ridotti.
Gli mancava Frank, il suo Frank. Non importava che scopassero o meno, ma Frank era una delle persone più importanti della sua intera vita, e non poteva credere che aveva lasciato che una cosa del genere si frapponesse fra di loro.
Era cambiato troppo in quei due anni, si era abituato allo stile di vita dei Killjoys, in cui ogni confronto finiva in litigio e l'unica soluzione ai problemi era la violenza.
Persino fra di loro, i sentimenti erano come inariditi, esattamente come il paesaggio che li circondava.
I contatti si erano fatti via via più sporadici. Niente abbracci, niente baci, nemmeno le normali pacche sulle spalle. Non ricordava l'ultima volta che aveva abbracciato davvero suo fratello, o quando si era avvicinato a Ray solo perchè gli voleva bene oppure a quando il rapporto con Frank era così cambiato, diventando quasi macchinoso e senza anima.
Quando era diventato solo Party Poison oscurando Gerard.
Voltò il viso verso Mikey e lo fissò, triste. L'altro se ne accorse, perchè lo guardò stranito e preoccupato.
"Ehi Gee, co-"
"Credo di aver esagerato, Mik." Soffiò fuori, a voce bassa.
"Come esagerato, in cosa?"
"In tutto. Mi trovi cambiato?"
Mikey aggrottò la fronte e poi alzò le spalle, come a voler dire che non poteva farci niente. "Gee, tutti siamo cambiati. Abbiamo dovuto, o saremmo morti."
"Lo so, ma a te non manca mai il vecchio Mikey, o il vecchio Gerard?"
Il biondo si morse un labbro, pensando.
"A volte sì." Ammise guardando il cielo. "Una volta ridevamo e scherzavamo fino a piangere. Ora non ridiamo più. Ora siamo sempre concentrati sui rifornimenti, e le corse in auto, e i Draculoidi, e la stazione radio. Ora non abbiamo quasi mai tempo per ridere, l'unica che ci riesce è Grace."
Gerard sospirò. Mikey aveva ragione, non ridevano più.
Gerard cercò di ricordare come erano le risate dei suoi compagni, quella di suo fratello, o di Ray. La sua.
Niente, non le ricordava. Persino quella di Grace era sfuggente, come se la sentisse ma non l'ascoltasse mai, quando rideva.
Era diventato un automa come i fottuti Draculoidi che andava in giro ad uccidere.
Fin'ora quelli che avevano ucciso erano loro stessi.
 

Erano usciti nuovamente. Questa volta sarebbero rimasti fuori di notte a perlustrare la Zona 6, per cercare di disattivare alcune camere di sorveglianza che avevano trovato in mezzo al deserto.
Poco a poco stavano cercando di manometterle tutte, ma non era semplice. Poco dopo ritornavano attive, ma per lo meno, per quel poco tempo che rimanevano oscurate, riuscivano a mandare in tilt il sistema operativo del circondario.
Così potevano girare indisturbati per qualche ora senza incontrare molti Draculoidi. Per lo meno così era fino a qualche tempo prima, ora che le loro foto campeggiavano in ogni dove, con quelle fottute X rosse sopra, incappavano in un mucchio di problemi.
Anche la polizia dava loro noie, quindi avevano iniziato a correre anche lontano da loro.
Erano seduti in un Diner nella Zona 2 e ci sarebbero rimasti per qualche ora, fino a che non sarebbe stato abbastanza tardi per alzarsi ed infilarsi in auto. Poi avrebbero posteggiato nella Zona 6 ed avrebbero ascoltato la radio e controllato le mappe che Ladyboy era riuscito a procurare loro.
Avevano lasciato Grace con lui e questo aveva permesso loro di andarsene senza preoccuparsi, di Rebel si fidavano ciecamente. Soprattutto Mikey.
Gerard sorrise, ripensando alla scena di quella mattina.
Rebel era arrivato sulla sua moto, aveva parcheggiato sul terreno polveroso davanti al loro rifugio con una sgommata e si era infilato nel buco nel muro con un grande sorriso.
Il primo che aveva incontrato era stato Gerard, che stava controllando la sua pistola seduto poco lontano dall'ingresso insieme a Mikey, intento a fare la stessa identica cosa.
Fino a quel momento stavano parlando sottovoce e ridacchiando, perchè nessun altro si era ancora alzato dai rispettivi letti se non i fratelli Way e non volevano disturbarli. Showpony aveva fatto la sua teatrale entrata come ogni volta, piroettando su sé stesso ed alzando le braccia al cielo, sorridendo loro.
"Dov'è la mia carina? Oh, ciao ragazzi." Aveva detto per prima cosa, cercando Grace per la stanza ma senza trovarla.
In effetti avrebbero dovuto chiamarla per farla preparare, ma a Gerard dispiaceva sempre un sacco interromperla mentre dormiva, ben sapendo quanto stava male quando era lontana da loro e fintanto che dormiva fra le braccia di Frank -che evidentemente la trovava un ottimo peluche, da come la stringeva- poteva aspettare.
Mikey abbasso immediatamente lo sguardo sulla sua arma, prendendo a strofinarla più forte. Gerard lo guardò e rise di gusto, poi si voltò verso Rebel, salutandolo.
"Ciao, ti vedo in forma."
Showpony fece uno squittio di giubilio e ridacchiò. "Aww, grazie Gee." Rispose, mettendosi in posa.
Sentì Mikey borbottare qualcosa come 'Pftbr Gee... Ma pftgrd-' o qualcosa di molto simile, e quasi scoppiò a ridere sul serio.
"Di niente. Grace è di là, sta dormendo. Ma ora la vado a svegliare, tu rimani qui con Mikey, okay?" Esclamò, alzandosi dalla cassa su cui si era seduto.
Mikey lo guardò spaventato e Ladyboy annuì, sempre sorridendo, come se la cosa fosse normale. Come effettivamente era, tutto sommato.
Era Mikey che si faceva mille paranoie per qualcosa che Gerard non aveva ancora ben afferrato, ma pensò che fosse sempre la solita idiozia del fratello.
O forse era che Rebel un pò spaventava a primo impatto.
Ma non se ne curò ed entrò nella stanza in cui Frank e Grace stavano ancora dormendo. Si avvicinò piano al letto e si abbassò verso di loro, con un sorriso spontaneo sulle labbra.
"Grace, Grace, c'è Showpony, è venuto a prenderti. Sveglia Honey, su." Le disse dolcemente, toccandole i capelli ricci.
La bambina aprì piano gli occhi azzurri e li puntò nei suoi. Sorrise e Gerard fece lo stesso.
Si mosse un pò fra le braccia di Frank e il ragazzo si mosse, prima di aprire gli occhi come se fosse già sveglio da un pezzo e puntandoli fermamente sul viso di Gerard.
Il sorriso del rosso si spense appena, quando lo vide, ma prese comunque la bambina per mano e l'aiutò a mettersi in piedi. Frank rimase fermo e li guardò, mentre Grace si metteva i vestiti e recuperava il suo zaino ed il suo robottino giocattolo.
"Ciao Frankie." Sussurrò, abbracciandolo.
Il moro ricambiò la stretta e sorrise. "Ciao tesoro, ci vediamo domani."
"Sì." Rispose, per poi girarsi verso Gerard. "Ciao Gee." Gli disse, abbracciandolo in vita.
"Ciao Honey, stai attenta sulla moto, mi raccomando."
"Certo. Vi voglio bene."
"Anche noi." Dissero all'unisono i due ragazzi e Grace ridacchiò, prima di uscire dalla camera per raggiungere Ladyboy e Mikey in salotto.
"Ciao Mik!" La sentirono esclamare a gran voce, seguito da dei passi di corsa.
"Ciao Grace, fammi uno dei tuoi disegni, d'accordo?"
"Stavolta farò l'unicorno robot. Viola."
"Perfetto, ci conto."
Gerard sospirò, con gli occhi ancorati in quelli del moro seduto sul materasso.
"Frank..." Iniziò, ma si fermò quando capì che non sapeva bene cosa dire. Era strano. Sospirò nuovamente e rilassò i muscoli, che si erano tesi quando aveva visto gli occhi nocciola di Frank guardarlo freddamente.
Non accadeva da tempo che Frank lo guardasse così, forse non era mai accaduto in realtà, pensò Gerard.
Frank era sempre stato il suo più grande amico, l'aveva sempre appoggiato in qualsiasi scelta avesse mai fatto, aveva sempre creduto in lui, lo aveva sempre aiutato, era sempre stato al suo fianco.
Era un pò come il sole della sua vita, senza di lui tutto era freddo e buio.
Se n'era accorto quella notte. Aveva sentito freddo, la temperatura di notte si abbassava di parecchio rispetto a quella che c'era di giorno, ma di solito non lo sentiva perchè aveva sempre Frank vicino, addosso, che col suo corpo lo teneva caldo.
Quella notte si era sentito perso, solo, era davvero come aver perso la luce in un posto scarno e buio.
Si accorse che voleva sentire Frank ridere, che era troppo tempo che non succedeva.
Gli si avvicinò, lentamente, e Frank non si mosse. Si sedette sul materasso e prese a guardarsi le mani, pensando a cosa dire per prima cosa.
"Stamattina ho avuto un'interessante discussione con Mikey." Iniziò, con voce calma. Frank lo lasciò continuare, le braccia chiuse intorno alle ginocchia e gli occhi puntati sul suo viso. "Mi ha ricordato quella canzoncina che cantavamo sempre una volta, te la ricordi? "...And we are the kids from yesterday, today!" Canticchiò il ritornello a bassa voce, per ricordargliela, sorridendo e lo vide fare lo stesso. "Frank, noi non siamo più quei ragazzi, oggi. Siamo cambiati, cambiati troppo. E so che è colpa del 2017, della guerra, di tutto. Però credo che sia anche colpa mia, colpa mia che ho cominciato a respingere tutti da me. Ho pensato 'voglio un cuore a prova di proiettile, così nessuno potrà uccidermi' ma guardami, guardami ora. Sono arrivato a pensare come una macchina senza più sentimenti, sono arrivato persino a respingere Mikey e Ray e... E te." Disse tristemente, guardandolo negli occhi.
Lo vide sull'orlo delle lacrime, ma non le avrebbe lasciate scendere. Di solito Frank non piangeva mai.
Guardò quegli occhi nocciola per qualche minuto, cercando di imprimerseli per bene in mente.
"Mi manchi, Frank. Mi manchi sul serio. E non m'importa se non vorrai più continuare a fare sesso con me, se non ti sta più bene tutto questo, io lo capisco, però- Mi manchi tu, mi manca il mio Frankie, la persona più importante della mia vita, il mio migliore amico, l'unico di cui mi fido ciecamente, tu. Certo, Mikey è la mia famiglia, Ray è il mio migliore amico, Grace e Rebel sono importanti, ma tu... Non riesco nemmeno a classificare chi sei tu per me, è come se tu fossi tante, troppe cose per me."
Lo sentì singhiozzare appena ed alzò lo sguardo, che aveva abbassato sulle sue mani, mentre quel flusso di parole gli usciva dalla bocca. Lo vide tremante e sorridente e lo abbracciò stretto quando l'altro gli si gettò addosso, baciandolo.
Sentì le sue mani fra i capelli e sorrise sulle sue labbra, sospirando nel bacio.
Ecco perchè Frank era la persona che gli mancava più di tutti, perchè era sempre stato l'unico a fargli provare quelle cose.
"Sai Gee?" Sussurrò il moro, accarezzandogli il viso e guardandolo a pochi centimetri di distanza. "Io so cosa sei tu per me. Tu sei la mia unica speranza."
Spalancò gli occhi, colpito e poi sorrise. Sorrise davvero dopo tanto tempo.
Sentì gli occhi inumidirsi ed abbassò lo sguardo, ridendo, commosso. Lo baciò a fior di labbra e lo strinse, appoggiando poi la bocca sulla sua spalla, quando Frank si sporse in avanti col capo.
"Quindi, posso essere la tua speranza, come tu lo sei per me?" Gli mormorò nell'orecchio, timidamente.
Annuì, baciandogli il collo.
"Lo sei già, Frank."
E dopo avevano fatto l'amore, per la prima volta da quando avevano cominciato ad avere quella strana relazione. Ora che finalmente si erano chiariti, mettendo sul tavolo i propri sentimenti ed avevano capito cosa provavano l'uno per l'altro, tutto sembrava andare meglio.
Erano seduti vicini al tavolo del Diner, mangiando quegli schifosi fagioli precotti della Better Living, facendo gli stupidi e lanciandoseli addosso.
Mikey sembrava felice quanto loro, probabilmente era successo qualcosa con Rebel, perchè quando Frank e Gerard erano usciti di camera dopo essersi ricongiunti, era completamente cambiato, sorrideva ed era pronto ad uscire in missione.
Ray si era alzato quando Grace era andata a salutarlo e stava amabilmente parlottando con Mik, ed entrambi sembravano aver capito completamente la situazione fra i loro due compagni.
Gerard e Frank non avevano detto nulla, che pensassero quello che volevano a loro non importava.
"Guardate, guardate, incidente in galleria!" Urlò agli altri, mettendosi due cucchiaiate di fagioli in bocca per masticarli, prima di aprire la bocca e mostrare il contenuto a tutto il tavolo.
"Oh, ma che schifo, Gerard!" Urlò suo fratello ridendo, per poi lanciargli addosso un pò di poltiglia rossa e di fagioli, facendolo scoppiare a ridere.
Frank e Ray lo imitarono e ben presto si ritrovarono coperti da roba rossa e appiccicosa, ma per la prima volta in due anni sembravano tornati quelli che erano una volta.
Sembravano tornati i ragazzi di ieri.


Quando uscirono dal locale, pronti per la missione, erano carichi di adrenalina e pronti per spaccare il culo a tutti.
Arrivarono alla loro auto, la scritta Look Alive, Sunshine che capeggiava sul retro. Oh, Gerard adorava la sua Trans Am.
Prima di salire lanciò un'occhiata profonda a Frank, che la ricambiò. Si erano detti tutto solo con quel contatto visivo, non servivano le parole.
Come sempre Gerard si mise alla guida, abbassandosi la maschera gialla sul viso, Mikey prese posto accanto a lui e Frank e Ray in quelli dietro.
Lanciò un'ultima occhiata agli altri e poi partì sgommando, lasciando una scia di polvere pesante e le risate come ricordo del loro passaggio.
Mentre viaggiavano a velocità sostenuta lungo la Route 66, Mikey accese la radio e subito le note di una canzone che conoscevano molto bene riempirono l'abitacolo.
Iniziarono tutti a muovere la testa a tempo con la musica e cominciarono ad urlare "Na Na Na Na Na Na Na Na Na Na Na!", con l'adrenalina che scorreva a mille nelle loro vene e le mani che prudevano dalla voglia di sparare a qualche Draculoide.
Quando arrivarono alla Zona 6, stranamente senza incontrare nessuno -cosa che fece insospettire Gerard- era già buio, faceva freddo e con l'eccitazione mano a mano scemata col passare delle ore.
Ora erano taciturni e attenti, Gerard parcheggiò a caso in un punto del deserto che gli sembrava abbastanza idoneo, c'era un masso dietro a cui la Trans Am sarebbe stata almeno un pò nascosta e scesero per cominciare a cercare della legna per accendere un fuoco, o sarebbero morti congelati, mangiati dai coyote e senza una luce.
Ray e Mikey andarono in una direzione, lui e Frank in quella opposta. Raccolsero alcuni ceppi e tornarono indietro, verso l'auto.
Ma gli altri due non erano ancora tornati, li vedevano poco lontano camminare guardando il terreno, con le braccia occupate da tocchi di legno.
Gerard cominciò a disporre quelli che avevano raccolto lui e Frankie, in modo da potergli dare fuoco e l'altro recuperò l'attrezzatura che si erano portati dietro, dal bagagliaio della macchina.
Subito ritornò accanto a lui, aprendo la radio portatile con tanto di mappe a terra, e cominciando a trafficare per accenderla. Gerard ogni tanto gli lanciava un'occhiata, ma se c'era qualcuno che sapeva come far funzionare le cose, quello era Frankie.
"Ehi, Frank." Lo chiamò ad un certo punto, facendolo voltare. "Hai per caso un accendino?"
"Certo." Rispose sorridendo, infilando una mano nella tasca nei pantaloni in cui teneva di tutto. Erano sempre strapiene, non sapeva come riuscisse a tenere su i pantaloni con quel peso nelle tasche.
Il moro estrasse un accendino e gli si avvicinò e mentre glielo porgeva, aiutati dalla piramide di legna che il rosso aveva appena costruito, si sporse per baciarlo, sorridendo.
Gerard rise e ricambiò, infilandogli subito la lingua in bocca.
"Se fai così però mi viene voglia di andare in macchina e scoparti, Gee, cazzo." Gli sussurrò sulle labbra, con un tono che lasciava trasparire lussuria e nient'altro.
Gerard ghignò e lo baciò ancora, prima di distaccarsi velocemente quando sentì i passi di Mikey e Ray avvicinarsi. Frank grugnì e gli diede un pugno sulla spalla, facendolo ridere di gusto.
Mikey e Ray li guardarono curiosi e sorrisero, facendo cadere a terra i mucchi di legno che si erano portati appresso. Si sedettero su un paio di grossi ceppi e guardarono Gerard appiccare il fuoco, grazie ad alcuni piccoli arbusti e sterpaglie che aveva trovato in giro.
"Ehi ragazzi, c'è Dr. DD!" Esclamò Frank, tenendo una cuffia attaccata all'orecchio sinistro.
Tutti alzarono lo sguardo su di lui, curiosi. Dr. DD era l'unica cosa che li teneva ancorati al mondo esterno, l'unica voce al di fuori dello schema, l'unico di cui si fidavano in quel periodo così buio.
"Dice che alcuni Draculoidi si stanno muovendo nella Zona 6, non sa però in quale punto preciso. Potrebbero essere anche qui, ragazzi, stiamo attenti." Disse, passando gli occhi su ognuno di loro, soffermandosi soprattutto su Gerard.
Tutti annuirono e presero le armi in mano, pronti a qualunque cosa.
"A quanto pare c'è del casino nel regno del nostro carissimo Morrison. Sembra che alcuni Draculoidi siano stati uccisi questo pomeriggio e che alcuni corpi siano stati lasciati come avvertimento nella Zona 1." Riferì il moro agli altri, sempre sentendo le notizie dalla voce di DD. "Uhm, è raro che entrino nella Zona abitata, però." Sussurrò il più basso, leggermente preoccupato.
"Già..." Convenne Ray, con tono pesante.
Mikey e Gerard si guardarono, pensando la stessa cosa.
"Che distretto era?" Chiese il minore dei Way.
Frank lo guardò per qualche secondo, come se non volesse dirglielo. Ma quando vide lo sguardo del biondo, decise di parlare. "1A."
"Cazzo." Disse solamente, Gerard, alzandosi in piedi.
Era stufo, stufo di tutta quella cosa. Sperava soltanto che Grace e Rebel stessero bene, perchè se avesse perso ancora qualcuno che amava, avrebbe dato fuori di matto. Se l'era ripromesso quando era diventato un Killjoy: 'mai più uno dei suoi.'
"Ragazzi andiamo in perlustrazione." Esclamò con voce fredda, andando verso l'auto per recuperare i suoi occhiali ed un razzo che avrebbe fatto loro luce.
Gli altri non risposero, si limitarono ad alzarsi e a prepararsi. Frank mise via l'attrezzatura e poi si posizionò dietro Mikey, che seguiva Ray.
Gerard cominciò a camminare nel buio, verso alcune camere che sapeva dovevano essere lì vicino.
Fecero qualche metro, uno dietro l'altro, le armi in pugno ed i sensi all'erta. Non dovevano farsi cogliere impreparati, soprattutto se la Zona era piena di Draculoidi pronti a sparare loro addosso.
Quando finalmente Gerard addocchiò una videocamera che spuntava dal terreno, proprio accanto ad un grosso masso, fece segno ai compagni dietro di lui che annuirono.
Lentamente si avvicinarono, controllando in giro che non ci fosse nessuno. Fece scorrere lo sguardo su tutto il paesaggio circostante e, per quanto riuscisse a vedere grazie alla luce del candelotto che teneva in mano, molti punti rimanevano all'oscuro.
Decise di andare avanti e senza nessun problema raggiunse l'obbiettivo. Usò la fiamma dell'accendino di Frank per bruciare i cavi sul retro dell'occhio elettronico e sentì rumore di elettricità che si spegneva.
Ghignò e si voltò vittorioso, ridacchiando. Ma quando vide l'espressione spaventata di Ray, capì che c'era qualcosa che non andava.
Subito si rigirò verso la camera e vide appena in tempo un Draculoide che lo attaccava. Sparò un colpo immediatamente, cercando di colpirlo in un punto vitale ma lo mancò, centrando invece un braccio.
Sentì il verso di dolore dell'essere davanti a sé, che gli si scagliò addosso. Con una spinta cerco di farlo cadere, ma perse l'equilibrio ed entrambi finirono a terra.
Sentì i suoi compagni combattere, esattamente come lui, la voce di Frank era inconfondibile, stava chiamando il suo nome.
Stupido, non si sarebbe lasciato uccidere così.
"Poison!" Stava urlando, al limite dell'isteria.
"Sono vivo!" Gridò ringhiando, mentre con un calcio si levava di dosso quell'ammasso di carne.
Gli aveva sparato proprio al cuore mentre cadevano e sentiva puzza di carne bruciata, fastidioso come sempre.
Si rimise in piedi immediatamente e corse a dare man forte a Ray, che stava combattendo con tre Draculoidi da solo. Si lanciò addosso a quello più vicino e lo fece rotolare a terra, per poi sparargli direttamente in testa.
Subito quello smise di agitarsi e potè sparare a quello che aveva colpito Ray in faccia. Non vide neppure i due che gli volarono addosso, fermandogli le braccia e spingendolo verso il terreno.
"Ah, bastardi!" Urlò, sparando a casaccio e beccandone uno alla gamba. Lo vide cedere e rantolare tra la sabbia, mentre quell'altro gli sparava al braccio.
Non riuscì a frenare un grido di dolore, perchè cazzo faceva davvero male, bruciava da morire e l'odore della propria carne che andava a fuoco, era anche peggio.
"Gee!"
Era la voce di suo fratello, lontana. Voleva vedere dov'era, preoccupato più per gli altri che non per sé stesso.
Stava combattendo in un punto isolato, da solo, contro tre Draculoidi, e capì che gli avevano divisi cosicchè fossero meno forti.
E ci erano riusciti i bastardi.
Uccise quello a cui aveva beccato la gamba poco prima, furente. Ma subito uno di quelli che stava combattendo con Frank lo raggiunse, per dar man forte all'unico che lo stava tenendo a terra.
Ebbe uno scontro veloce con entrambi, non capì dove finirono i colpi che sparò, ma l'unica cosa che importava era beccarli, non contava dove.
Si ritrovò in piedi con tre Dracuiloidi a terra e si guardò in giro per controllare gli altri. Ray stava aiutando Frank e Mikey era sempre più lontano, verso l'auto.
Lui era rimasto solo, nel centro del deserto, e capì che il covo dei Draculoidi non doveva essere poi così lontano, perchè comparivano dall'oscurità come un'ondata bianca.
Col respiro corto si guardò alle spalle e si chiese dove, dove cazzo fosse, quel fottuto covo. Forse ci sarebbe potuto entrare, se solo l'avesse visto.
Ma era troppo buio, era solo e circondato da cinque Draculoidi che ghignavano e ridevano con le loro voci distorte. E gli altri erano sempre più lontani.
E Gerard ebbe un flash. Capì che cosa stava succedendo, lo stavano allontanando dagli altri per far sì che rimanesse solo. Lo avrebbero ucciso? Lo avrebbero portato nel loro covo segreto? Semplicemente avrebbero fatto fuori Party Poison, il leader dei Killjoys?
Vide Frank lanciargli uno sguardo terrorizzato per poi lanciarsi verso di lui per aiutarlo. Sentiva le mani dei Draculoidi stringerlo forte e sorrise.
Sorrise a Frank, che stava quasi per piangere.
"Salvati, li tengo occupati io!" Gli urlò, guardandolo negli occhi.
Gli disse un mucchio di cose, senza parlare. Gli disse che lo amava, che amava Ray e Mikey, che sarebbero dovuti scappare almeno loro, che non dovevano pensare a lui, che si sarebbe salvato e, che se invece fosse morto per mano di quei Draculoidi, era stato felice di aver vissuto con loro. E che lo amava, glielo ridisse.
"Gee, no!" Gridò il moro, facendosi avanti ancora, piangendo.
"Vai Frank, sei la mia unica speranza, vai!" Esclamò ad alta voce, ringhiando perchè stava venendo trascinato indietro. "Corri!"
Lo guardò tentennare, spaventato per lui, piangente. Mikey e Ray immobili e terrorizzati lontano da loro.
Guardò suo fratello, che piangeva singhiozzando. Sapeva che avrebbe fatto tutto quello che gli avrebbe detto, quindi urlo nuovamente. "Mikey, Ray, andate via!"
Li vide sobbalzare e poi-
Poi Ray corse a recuperare Frank, che ancora lo guardava e sorridendo li vide andare via, correre verso l'auto, soli e senza Draculoidi al seguito.
Era giunta dunque la sua ora? Sarebbe morto così?
Che triste fine per Party Poison, si disse. Aveva sempre immaginato per lo meno una morte dignitosa, non in un'orgia di Draculoidi che lo tenevano fermo.
Ghignò ed urlò, cercando di liberarsi dalla presa stretta delle mani che gli stavano facendo male, soprattutto al braccio ferito.
E poi...
Poi sentì un colpo duro dietro alla testa e ci fu il buio.




"Uhmf..."
Si risvegliò lentamente, aprendo piano gli occhi. Gli faceva male dappertutto, la testa gli girava e gli doleva, ed il braccio ferito era debole.
La prima cosa che vide fu una camera scura, con una tappezzeria brutta e consunta. Aggrottò la fronte e grugnì, mentre si metteva seduto su quello che capì essere un letto e quando alzò lo sguardo davanti a sé, rimase completamente sbalordito.
Morrison gli era seduto davanti, su una poltrona scura come il resto della stanza e gli stava sorridendo.
Eccolo, l'incubo di ogni sopravvissuto, il Brutto Uomo Pelato che spaventava tanto Grace. Era seduto lì, a poca distanza da lui e gli sorrideva.
Gerard abbassò lo sguardo sul suo braccio sinistro e vide il letto completamente pieno di sangue, del suo sangue e capì che era per quello che si sentiva così debole. Strano che non fosse ancora morto.
C'era qualcosa che gli sfuggiva. Perchè l'avevano portato lì, perchè Morrison lo fissava ridendo e non lo aveva ucciso?
"Salve Party Poison." Fu la prima cosa che disse, con voce profonda.
Gerard aggrottò di più la fronte e non rispose, muovendosi invece molto lentamente sul letto, per cercare di alzarsi.
"E' la tua identità Killjoy, non è vero?" Continuò l'uomo, fissandolo intensamente.
Gerard si pietrificò quando lo vide alzarsi lentamente dalla sedia e prendere a camminare lungo la stanza, per fermarsi poi davanti ad una finestra, per sbirciare fuori.
Gee rimase fermo qualche secondo, per controllarlo, i piedi già a terra e pronto per alzarsi. Quando vide che non si era mosso di un millimetro, si issò sulle gambe e barcollante si raddrizzò.
Sospirò, completamente distrutto. Doveva aver perso parecchio sangue, perchè si sentiva freddo, debolissimo, completamente svuotato.
Morrison si girò e Gerard si bloccò, cercando di non dargli il fianco.
"Sai, Poison, io vi seguo già da un pezzo. So delle vostre imprese. Beh, se così vogliamo chiamarle. So chi siete e conosco la vostra vita prima che scoppiasse il 2017. So che Kobra è tuo fratello, non è vero? Beh, senti, io ti faccio una proposta." Esclamò divertito l'altro, unendo le dita delle mani e fissandolo ridendo.
"Quale proposta?" Sussurrò con voce roca, appoggiandosi con la mano al comodino dietro alle sue gambe, debole.
"Voglio che tu entri nel mio esercito, Poison." Disse con voce solenne, in tono serio, avvicinandosi di qualche passo.
Gerard si fece più indietro, appiattendosi un pò di più al comodino. "Nel tuo esercito? Non capisco."
L'altro annuì. "Sì, Poison. Sai, trovo che tu abbia un'intelligenza che posso sfruttare, se tu facessi parte del mio esercito, potrei diventare ancora più forte. Certo, ti farò il trattamento, ma sarà meno forte di quello normale, non voglio che tu perda la tua impareggiabile capacità intellettiva, il tuo ingegno, o la tua bravura. Ovviamente potrà esserci il rischio che poco a poco tu possa riacquistare nuovamente il tuo pensiero e che debba nuovamente sottoporti ad un trattamento, ma questo non è niente." Spiegò l'uomo, facendoglisi sempre più vicino.
Gerard non sapeva dove andare, era in trappola. Quello era ancora peggio che morire, per lui.
Perdere sé stesso, il suo cervello e la sua anima. Perdere i ricordi e la capacità di pensare da solo.
Dopo sarebbe stato solo un burattino agli ordini di Morrison e nient'altro.
"Mai." Rispose, ringhiando.
L'altro cambiò espressione, che divenne dura e severa.
Ormai lo aveva praticamente davanti, ed era alto. E incuteva timore, anche a lui che di solito era spavaldo persino davanti ad una pistola che puntava direttamente al suo cuore.
No, ora sentiva -percepiva- con ogni fibra del suo corpo, che c'era vicino, molto più vicino che con un'arma puntata addosso, a perdersi.
E perdersi era molto peggio che venire uccisi. Davanti ad una pistola potevi essere a prova di proiettile, potevi essere beccato e non morire, potevi sentire la vita che ti scorreva fuori dalle vene insieme al tuo sangue.
Potevi guardare le persone che hai amato e sapere chi sono e ricordare tutto, fino all'ultimo secondo.
Ma così, quando eri solo un guscio vuoto... Cosa poteva significare calpestare il suolo della Terra se non lo sentivi neppure?
Vide le mani argentate di Morrison alzarsi ai lati della sua testa e spalancò gli occhi, quando poi si chiusero attorno al suo cranio, strette, cercò di toglierle, afferrandogli i polsi.
Ma era troppo debole, se solo fosse stato a prova di proiettile come il suo cuore, se solo non avesse perso tutto quel sangue, se solo non fosse stato così stupido da farsi colpire, forse ora sarebbe potuto riuscire a fuggire, forse...
Urlò quando sentì la testa fare male, male davvero, come se gli stessero spappolando il cervello. E guardava direttamente negli occhi di Morrison e ci vedeva il nero, il nero più assoluto.
Ed aveva paura.
E sentì tutti i suoi ricordi volare via, sgretolarsi, in mille lucine bianche. Mikey, Ray, Frank, Grace, Rebel, i suoi genitori, la sua infanzia, la nonna Elena, le serate spese fuori a cantare e a bere, la prima volta che aveva fatto l'amore con Frank, i suoi occhi, la sua risata, le sue labbra, no, non voleva perdere Frank, voleva tenerlo per sempre lì, nella sua mente...
Ma era troppo difficile contrastarlo, troppo doloroso, faceva davvero male.
E gridò sempre meno forte, mano a mano che il suo cervello si spegneva, mano a mano che perdeva lucidità, mentre il nero si faceva strada dentro di lui.
Fino a che non cadde sulle ginocchia e le mani di Morrison si staccarono dalla sua testa. Lo vide ricomporsi, tirandosi giù le maniche della giacca.
Rimase fermo, immobile, a fissarlo, senza pensare a nulla.
"Bene, puoi alzarti. Ti cureremo. Ma dimmi, come ti chiami?" Gli chiese, ghignando.
"Io..." Rispose piano, con voce lontana. "Gerard."
"Bene Gerard, vieni con me, il tuo braccio tornerà come nuovo."
Lo seguì fuori dalla stanza, attraverso lunghi corridoi di legno e successivamente entrando in una parte fatta completamente di plastica bianca.
Ma dopo un paio di minuti dimenticò tutto, dove aveva poggiato i piedi, la strada che avevano percorso, dove avevano svoltato, tutto.
Vide di fronte a sé un uomo alto e magro, coi dei corti capelli neri. Fissò come se non fosse suo il braccio che medicò in pochissimo tempo, estraneo al suo corpo e al dolore.
Certo lo provava, ma gli si allontanava da dosso in meno di qualche minuto.
Voltò il viso verso Morrison, che gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e si alzò dallo sgabello su cui l'avevano fatto sedere.
"Devi aiutarmi ad entrare nella Zona 1, Gerard."
Non sapeva nemmeno cosa fosse la Zona 1. Ma-
Guardò gli occhi scuri di Morrison per qualche secondo, piegando il viso a sinistra, aggrottando la fronte.
"Io non lo so."
"Ti darò tutte le indicazioni del caso, Gerard, tranquillo. Tu vivi nella Zona 1, sai tutte le strade e sai dove stanno i tuoi compagni. Ti prometto che li salverò se tu mi aiuterai a reclutare tutti gli altri sopravvissuti che vivono lì."
I suoi compagni.
Non sapeva perchè, ma quella parola gli faceva dolere il petto in una maniera fastidiosa. Si portò una mano sul cuore e si grattò, come se così avesse potuto liberarsene.
"Cosa devo fare." Domandò freddamente, gli occhi fissi come se fosse davvero un robot.
Morrison ghignò, malefico. "Tu sei ancora un Killjoy, ufficialmente. Quindi ti basta rientrare al tuo rifugio e lasciarci entrare nella Zona quando sarà notte. Nessuno si insospettirà del tuo ritorno, tu sei uno di loro."
"Va bene."
"Bravo Gerard." Gli disse, ridendo malefico. "Con te tutto andrà a buon fine."


Parcheggiò la moto davanti al rifugio, facendo muovere un sacco di polvere. Scese ed aspettò che gli altri -i suoi compagni, come gli avevano detto che si chiamavano- uscissero dal rifugio.
Gli ordini dicevano che non si sarebbe dovuto togliere il casco fino a che non fosse stato all'interno, quando li avrebbe presi in ostaggio con le due pistole che gli avevano dato ed avrebbe aspettato che gli altri Draculoidi facessero il loro ingresso.
Difatti poco dopo vide una pistola verde fare capolino da una fessura della parete ed una voce che urlava. "Chi sei?"
Alzò le mani in segno di resa. "Sono Gerard. Frank, sono Gerard."
Non sapeva perchè aveva detto così. Le parole gli erano uscite da sole di bocca prima che potesse anche solo formularle.
Una testa con lunghi capelli neri uscì da un buco, non sapeva bene dove, ma sembrava che fosse l'ingresso del rifugio. Fissò il ragazzo correre verso di lui, con gli occhi bagnati e lo sentì stringerlo fra le sue braccia.
Non ricambiò la stretta, rimase completamente fermo ed abbassò il viso per guardarlo. L'altro sembrò stupito dalla cosa, ma non disse nulla in proposito.
"Gee, sei tornato! Come hai fatto a fuggire? Vieni, vieni dentro!"
Seguì il ragazzo verso l'entrata del casottolo e ripetè la storia che gli avevano fatto imparare. "Quando mi sono svegliato ed ho visto che mi avevano medicato, ho cominciato a perlustrare il covo. Ho fatto fuori qualche Draculoide, ma alla fine sono riuscito a rubare una S/c/a/r/e/c/r/o/w e a fuggire nel deserto, prima che si accorgessero della mia scomparsa."
Il cambiamento di luce dall'esterno all'interno lo destabilizzò per qualche secondo, e rimase fermo nel centro della stanza, incerto su cosa fare.
Di nuovo quella stupida sensazione al petto, che gli fece portare una mano al cuore.
"Gerard!" Sentì una voce urlare.
Alzò lo sguardo su un ragazzo biondo e sentì come una scossa nella sua testa, che gli fece male.
"Ah!" Gemette, strizzando gli occhi e piegandosi su sé stesso.
"Gerard, stai male?"
"Non mi toccare!" Urlò, scostando la mano del ragazzo moro che si era appoggiata sulla sua spalla.
Tirò fuori entrambe le pistole e le puntò contro di loro, arrabbiato.
Arrabbiato con quei ragazzi perchè non lo lasciavano stare, arrabbiato con quella sensazione fastidiosa al petto, arrabbiato perchè gli faceva male la testa, dio gli faceva male sul serio.
E non doveva essere così, quando lo avevano mandato a fare quella missione, gli avevano detto che sarebbe andato tutto bene.
Invece no, invece si sentiva strano, aveva caldo, stava sudando.
"G-Gee, cosa stai facendo?" Domandò il ragazzo biondo, con una voce spaventata.
"Non so chi sia Gee, ma voi è meglio se vi sedete. Ma prima fate cadere a terra le armi. Giuro che vi sparo se non lo fate. Ora!" Urlò, muovendo le pistole fra le mani, per intimare loro di muoversi.
I tre indietreggiarono verso la parete alle loro spalle, con gli occhi spalancati e sull'orlo delle lacrime. Gerard li guardava e sapeva che c'era qualcosa... Qualcosa che doveva sapere, ma che davvero non riusciva ad afferrare.
Sentì il rumore delle armi che venivano lanciate a terra e ne rimise una nella fondina che aveva appesa alla gamba, dopo aver calciato lontano dai tre le rispettive pistole.
"Ora vi legherò e voi starete zitti, mentre faccio il mio lavoro, d'accordo?"
"Gerard... Cosa ti hanno fatto?" Sussurrò il più basso, con le lacrime che gli rigavano il viso.
Guardandolo Gerard ebbe un tentennamento. Si fermò e lo fissò, col respiro corto.
Perchè piangeva? E perchè lui sentiva dentro di sé che non era così che doveva andare?
"Stà zitto!" Urlò, con voce incerta. Gli puntò la pistola addosso ed il ragazzo non si mosse di un millimetro, mentre quello coi capelli ricci si agitò appena.
"Gerard, Gerard, ti hanno fatto il lavaggio del cervello non è vero?" Disse quello. "Ma siamo noi, Ray, Frank, tuo fratello Mikey. Non ti ricordi di noi?"
"Stai zitto o ti giuro che ti sparo..." Ringhiò, voltando il capo verso di lui. "O sparo a lui." Intimò, mantenendo sempre la pistola puntata verso il più basso.
Lo vide spalancare gli occhi e non disse più nulla.
Gerard controllò in giro che ci fosse una corda o qualcosa per legarli, e quando finalmente trovò quello che cercava, l'afferrò e gli disse di mettersi tutti vicini e sedersi a terra.
"Schiena a schiena, forza." Esclamò, con la fune già fra le mani e pronto per legarli.
Passò loro intorno, facendo prima un giro e poi un altro, per poi fare un nodo stretto per fermare il tutto. Controllò che non potessero slegarsi e ghignò.
Ora si ragionava.
Faceva caldo, maledettamente caldo sotto quel casco. Mise la pistola su un ripiano e se lo levò, per appoggiarlo lì accanto.
Prese un respiro profondo e guardò fuori dalle fessure fra le travi, per controllare il paesaggio.
Sapeva che gli altri Draculoidi sarebbero entrati solamente a notte calata, quindi non c'era nessuno fuori, ma avrebbe dovuto mettere fuori un segnale per far capire loro che aveva portato a termine il compito.
"Gerard..." Lo chiamò una voce alle sue spalle.
Si voltò irritato e li guardò.
"Non vi avevo detto di stare zitti, forse?"
"Gerard, io sono sicuro che dentro di te c'è ancora il vecchio Gee, il nostro Gee. Ti prego, sforzati." Esclamò il biondo, anche lui piangendo ora.
Afferrò la pistola e a passi irosi gli si avvicinò, per poi inginocchiarsi di fronte a lui, con la pistola a tre centimetri dal suo naso. "Ora mi state davvero stancando. Non so cosa stiate dicendo, io lavoro per Morrison e basta. Chi siete voi o questo Gee, io non lo so e nemmeno mi interessa. Ma giuro che se dite un'altra parola, comincerò a spararvi alle gambe."
"Gee..." Sussurrò il moro, piangendo e singhiozzando, come una richiesta di aiuto.
Gerard voltò il viso verso di lui e lo fissò, con gli occhi spalancati, incerto.
Senza accorgersene aveva cominciato ad abbassare la pistola, mentre fissava gli occhi pieni di lacrime di quel ragazzo. Il petto gli faceva male, male davvero.
Ma la testa gli stava minacciando di scoppiare. Gli faceva male, certo, ma era come se-
"AAH!" Gridò, tenendosi il capo con le mani.
Lo guardarono spaventati mentre respirava pesantemente e fissava il pavimento cercando di arginare quel dolore, quelle continue scariche di luci bianche.
Sembrava che qualcosa stesse cercando di liberarsi nel suo cervello, qualcosa di importante, un mucchio di flash e colori che gli danzavano davanti agli occhi. Come un sacco di voci, che si sovrapponevano, cose strane, risate, occhi, labbra, canzoni, paesaggi, persone, fogli di quotidiani, riccioli biondi, profumi, la terra rossa del deserto.
"Gerard!"
"La mia testa!" Gemette, con voce rotta, appoggiando la fronte sul pavimento.
"Oddio, Gerard!"
Pezzi di ricordi gli ballarono davanti, cose che nemmeno lui conosceva- o almeno così credeva.
Rivide la festa di compleanno di Mikey, quando era caduto con la faccia dentro alla torta di panna.
Ricordò quando Frank lo aveva portato fuori dopo che la sua ragazza l'aveva mollato e si erano ubriacati fino a star male.
Gli ritornò in mente quando Ray aveva suonato quella canzone con la chitarra ed erano finiti a cantare a sguarciagola nel suo appartamento, facendo lamentare i vicini che volevano dormire.
Poi Mikey che lo abbracciava, perchè era triste e gli serviva suo fratello. Ray che lo aiutava a rimettersi in piedi dopo uno scontro. Grace che gli mostrava un suo disegno con un sorrisone sulle labbra. Rebel che piroettava sui suoi pattini. Frank. Frank. Frank.
Frank che lo baciava. Frank che gli urlava contro. Frank che lo stringeva a sé dopo aver fatto l'amore. I suoi occhi, le sue labbra, i suoi capelli.
Mikey, Ray, Frank, Grace, Rebel.
Tutti loro erano la sua famiglia, la sua vita. E lui-
Cosa gli era successo? Cosa, cosa aveva fatto?
Come era finito lì così?
Alzò il viso, rigato di lacrime, e guardò i tre ragazzi legati di fronte a sé, terrorizzato.
"Ragazzi, io- Mi dispiace da morire!" Urlò, lanciandosi in avanti per liberarli. Loro sorrisero, piangendo esattamente come lui.
"Non ti preoccupare Gee, ti avevano fottuto il cervello, fratello." Gli disse Mikey, abbracciandolo stretto.
Gerard lo tenne fra le braccia per secondi interi, per poi tirare dentro anche Ray e Frank. Dio, come aveva potuto dimenticarli?
"Voi siete la cosa più importante del mondo per me, non so come ho potuto dimenticarvi." Sussurrò, dispiaciuto.
"Non ci hai dimenticati. Eri solo confuso, ti eri perso. Ma orai sei tornato a casa." Gli mormorò Frank nell'orecchio.
Si staccò dall'abbraccio per guardarlo negli occhi e gli prese il viso fra le mani, per guardarlo negli occhi. Sentì gli altri alzarsi per togliersi la corda di dosso e per recuperare le pistole.
O forse, per lasciare loro un pò di privacy.
"Frank..." Disse a bassa voce, guardandolo. "Frank, non mi dimenticherò mai più più di voi, di te."
"Lo so, Gee." Rispose questo, accarezzandogli i capelli.
"Io... Tu mi hai riportato indietro. Tu sei la mia speranza, tu sei il mio amore. Senza di te sarei perso. Io ti amo Frank, ti amo, ti amo."
L'altro singhiozzò e lo baciò, stringendolo forte.
"Ti amo anche io, Gee. Non sai quanto." Gli mormorò sulle labbra.
Lo guardò negli occhi e li vide brillare.
"Li faremo fuori tutti, quei bastardi. Ve lo prometto." Disse a voce più alta, rivolto a tutti.
Si alzò e portò con sé anche Frank. Gli lasciò un altro bacio sulle labbra e si voltò verso gli altri.
Aveva uno sguardo combattivo negli occhi, sentiva il sangue ribollirgli nelle vene e giurò a sé stesso che avrebbe ucciso Morrison e tutti i Draculoidi.
Fosse stata l'ultima cosa che avrebbe compiuto nella sua vita.
"Ho creduto che ti avessero sparato quella notte, Gee." Esclamò Mikey dopo un pò, voltandosi verso di lui. "Sei per caso a prova di proiettile?"
Gerard rise e strinse di più la mano di Frank, che gli lanciò un'occhiata ed un sorriso.
"A prova di proiettile? Almeno lo fossi."








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XoXo Gee <3
   
 
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