Ero seduta su una delle tante panchine del parco, ad ascoltare la radio.
Aspettavo con ansia che trasmettessero una canzone dei Green Day.
Era la mia band preferita, da quando li sentii suonare una volta.
Mi piaceva il modo in cui si esprimevano sulla politica, sulla religione..
Non troppo duramente, e in modo divertente.
Avevo imparato tutte le loro canzoni, e la maggior parte le sapevo suonare alla batteria.
Dopo mezz'ora di attesa mi tolsi le cuffiette, scocciata.

BUM
Mi girai. Vidi un tipetto non troppo alto, con i capelli colorati di verde inginocchiato per terra a raccogliere il rullante, con accanto a sè un tom.
Non c'era dubbio: quello era Trè Cool, il batterista dei Green Day.
«Hei, ti serve una mano?» chiesi, avvicinandomi a lui.
Alzò lo sguardo. Vidi i suoi stupendi occhi azzurri fissati sul mio viso.
«Hem..No, non vorrei ..disturbarti» disse, grattandosi la testa.
«Non ti preoccupare» gli dissi sorridendo.
Presi il tom.
«Grazie» mi disse sorridendo.
«Di niente» gli risposi.
Lo seguii fino alla sua macchina.
«Ecco. Buttalo pure lì» disse, posando il rullante.
Lo poggiai nel cofano.
«Io sono Trè Cool, piacere» disse, allungando la mano verso di me.
Risi.
«L'avevo già capito. Sono una vostra grande fan. Mi chiamo Sidney» dissi, stringendogli la mano..
«Che bella meches» disse, notando la meches azzura che usciva dai miei capelli neri scuri.
Risi.
«Grazie. Io invece adoro i tuoi capelli verdi» dissi ridendo.
Lui rise.


«Hem..Ti posso offrire qualcosa? Un gelato, una granita..Non so come ringraziarti» disse, grattandosi la testa.
Era una bella giornata d'estate. Il parco era pieno di ragazzini che giocavano.
Alzò lo sguardo. Vid+
 Trè aveva una maglia che gli stava più grande, bianca, con dei pantaloncini neri.
E, ovviamente, le sue scarpe preferite ai piedi, delle Converse bianche.
«No, non ti preoccupare» dissi sorridendogli.
«E invece mi preoccupo. Su, vieni, il bar è qui. Voglio sdebitarmi ni qualche modo» disse ridendo.
«Vabbè» dissi, alzando le spalle.


Camminammo fino al bar, poco distante dalla sua macchina.
«Cosa vuoi?» mi chiese.
«Fa caldo..Una coca cola fresca, grazie» dissi, sorridendo.
«Bene. Una coca cola e una birra belle fresche» disse Trè, ridendo. Io risi.
Ci sedemmo ad un tavolo, a chiaccherare.
«Quanti anni hai, Sidney?» mi chiese.
«Diciotto» risposi, bevendo la coca cola dalla cannuccia.
Lui invece ne aveva tre in più a me, ventun'anni.
«Sei di qui o vieni da un'altra città?»
«Bè, io non sono americana. Io vengo dall'Inghilterra, sono venua qui in california per studiare batteria» dissi.
«Anche tu suoni la batteria?» mi chiese.
Annuii.

Cercavo di non guardarlo negli occhi, mi vergognavo. Però mi catturavano, così chiari, e più li vedevo e più mi veniva voglia di vederli.
Era una cosa strana.
«Oggi fa propio caldo» dissi.
«Già» disse lui.
Era evidente che eravamo imbarazzati tutti e due.
Io non sapevo che dire, nemmeno lui.
«Hem..Stasera facciamo un concerto, qui Central Bar..Ti andrebbe di venire?» mi chiese.
«Davvero? Non lo sapevo..Vabbene, verrò» dissi ridendo.
«Scusa, ma ora devo propio andare..Ci vediamo stasera alle otto, all'entrata del bar..se ti va..» mi disse, alzandosi.
«Ci sarò» dissi, sorridendo.
«Allora a stasera» disse, salutandomi con la mano mentre si avviava verso la macchina.
«A stasera» risposi.
Non vedevo l'ora. Non vedevo l'ora di sentirli suonare. Ma soprattutto non vedevo l'ora di rivedere Trè.