Sogni ed emozioni.

Spense la televisione, dopo i titoli di coda di Colazione da Tiffany, e si avvolse ancor più stretta nel piumino azzurro chiaro.
Chiuse gli occhi, ascoltando il silenzio: era sola, finalmente, dopo una lunga giornata da dimenticare. Stava per addormentarsi, vedeva già le immagini di uno strano sogno da dormiveglia: un ragazzo con un mazzo di peonie rosa, un bacio, tutto ciò che ne consegue. Era solo un sogno, ma erano mesi che non viveva qualcosa di così reale.
Quel sogno avrebbe potuto essere realtà, ma le circostanze l’avevano reso utopia: ormai aveva perso ogni possibilità con l’unico che avrebbe voluto come protagonista di quel sogno.
Non era stata colpa sua, né di Chuck. Era stato il destino, che tramava contro di lei già da un bel po’; era stata una serie di fottute, fortuite coincidenze che avevano allontanato le loro vite. Fatto sta che, in quel momento, poteva solo sognare.
Dio, se erano belle quelle peonie.
Dio, se era bello lui.
Si sarebbe fatta rapire da un sogno: non voleva aprire gli occhi e ritrovarsi ancora in una stanza vuota. Voleva solo continuare a sognare, senza doversi svegliare.
Non l’aveva ammesso con nessuno, fino a quel momento nemmeno con sé stessa, ma era ancora troppo coinvolta in quella storia “di fuochi d’artificio” con Chuck Bass. Anche dopo tutto ciò che era successo con Jenny, con Eva e con tutto il resto del mondo.
Aveva dovuto mandarlo via, ancora, dalla sua vita: stavolta non per il troppo odio, ma per quell’eccesso di amore che cercava a tutti i costi di nascondere, di soffocare.
Loro erano Chuck e Blair, Blair e Chuck, e la cosa non sarebbe cambiata neppure volendo. Erano magnetici.
-Signorina Blair, c’è…-
-Non voglio vedere nessuno, Dorota.-
-Ci penso io, Dorota, grazie.- Quella voce, inconfondibile. Aveva due possibilità: correre via o correre tra le sue braccia. Optò per… nessuna delle due; non riusciva a muoversi: era come pietrificata, immobilizzata dalla sua presenza.
-Che ci fai qui, Bass?-
-Non avevamo deciso di essere amici?- Disse in tono canzonatorio, con quel suo irresistibile sorriso ALLA “CHUCK” stampato sul volto.
-Non lo siamo mai stati, non credo lo diventeremo facilmente.- Non che lo volesse, anzi: l’amicizia era da sempre l’ultima cosa che si sarebbe aspettata da lui.
-Lo credo anch’io, Waldorf.- La guardò negli occhi, le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. -Tre parole, sette lettere. Sono sempre le stesse, lo sai.-
-Io ti amo, Bass. Ti odio per questo, ma non m’importa di nient’altro.-
-Ti amo anch’io.- E, a pochi centimetri di distanza dalle sue labbra, fece scintillare il diamante di un anello di Tiffany.
-Sposami, Blair.-
Anche meglio delle peonie.
-Chuck, io…-
-Non era una domanda, Waldorf.- Sussurrò, sempre più vicino a quelle labbra rosee che tanto gli erano mancate.
-Chiamami signora Bass.-
Al diavolo gli ultimi mesi: tutto ciò che era successo, tutti i gossip non erano stati vani.
Le loro labbra si sfiorarono dolcemente, dando vita a un bacio appassionato in cui riversarono tutte le parole non dette, i mancati contatti e il bisogno che avevano l’uno dell’altra.
E Blair non aveva più bisogno di sognare.


Beh, che ne pensate? Me la lasciate una recensione? Si accettano anche lanci di pomodori :D
xoxo, Kia.