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Autore: _Akane_    01/11/2010    3 recensioni
Nulla è più pericoloso di una donna respinta, peggio ancora se la donna è una sacerdotessa nera. Yumiko torna alla vita per vendicarsi della persona che cinquant'anni prima l'aveva respinta.
Scaglia una maledizione su Kagome per punire Inuyasha. La giovane si troverà sola e priva di memoria.
Durante il suo vagabondare si imbatterà in Sesshomaru, lui è l'unico su cui la ragazza possa contare, la prima persona che incontrerà dopo aver perso la memoria. Come potrà recuperare i ricordi perduti?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi piove e siccome non sono potuta uscire mi sono messa a riguardarmi Inuyasha e guardando l'anime mi è venuta voglia di provare a scrivere una fanfiction. Spero che commenterete ^o^




Capitolo 01

La notte di luna nuova (Prima parte)


Kagome si svegliò all'alba, erano le sei quando mise piede giù dal letto. Anche quel giorno avrebbe dovuto assentarsi dalle lezioni per recarsi da Inuyasha. Ormai le assenze non le contava.

Però c'era qualcosa che non andava, una sensazione, qualcosa che la fece rabbrividire dalla punta dei piedi a quelle dei capelli. Un brivido freddo.

Stava forse per succedere qualcosa? Dal giorno prima avvertiva qualcosa che incombeva su di lei, non solo su di lei ma soprattutto su una persona a cui teneva particolarmente.

Ma chi? Nella sua mente visualizzava una figura, un'ombra senza volto. Quella notte l'aveva persino raggiunta in sogno. Ma per quanto Kagome si sforzasse, non riusciva in nessun modo a capire di chi si trattasse.

Si alzò in piedi, si mise seduta davanti allo specchio della sua stanza e si pettinò i suoi lunghi capelli neri. Che quel sogno quella sensazione, avesse a che fare co quella sera? Quando, dopo il tramontare del sole, non sarebbe comparsa la luna?

Una notte di luna nuova, la perdita dei poteri di Inuyasha! Si augurò solo che quel suo pensiero non si rivelasse veritiero.

Indossò la sua divisa scolastica, diedi un'ultima occhiata alla camera prima di lasciarla ed infine uscì, scese le scale e raggiunse la sua famiglia sedendosi a tavola.

Si mostrò sorridente e spensierata, come sempre. Non voleva che i suoi famigliari si preoccupassero inutilmente, perchè dopo tutto quella che avvertiva era solo una sensazione. Magari sarebbe passata già l'indomani.


«Io vado allora!»


Salutò con un gran sorriso e uscendo di casa si avviò verso il pozzo che collegava la sua epoca a quella Sengoku.


«Ciao Kagome»


Attraverso il pozzo in pochi istanti arrivò a destinazione. Ad aspettarla, dall'altra parte del pozzo, vi trovò un'impaziente Inuyasha. Dalla sua espressione Kagome dedusse che, se non si fosse presentata entro poco, se lo sarebbe ritrovato a casa sua.


«Era ora! Ma si può sapere quanto avevi intenzione di rimanere dall'altra parte del pozzo? Ti ricordo che senza te non possiamo individuare i-»


«I frammenti della Sfera. Si, si lo so. Uffa, ma possibile che io non possa mai riposarmi un po? Guarda che non tutti hanno la tua resistenza, sai?»


Gli rispose quasi urlando la ragazza. Sospirando passò accanto al mezzo demone cominciando a camminare verso il villaggio dove ad attenderla vi erano anche il monaco Miroku, la sterminatrice Sango con Kirara -una necomata- e il piccolo demone volpe Shippo.

Ah, e anche l'anziana Kaede.

Come al solito Kagome aveva portato con lei varie cibarie che in epoca Sengoku non si trovavano.

Contro il volere di Inuyasha, che avrebbe voluto partire seduta stante, il gruppo ripartì solo dopo pranzo.

Inuyasha però si era fatto pensieroso, quella notte Kagome avrebbe preferito passarla nella sua epoca o comunque al villaggio. Il mezzo-demone avrebbe perso le capacità derivanti dalla parte demoniaca del suo sangue, quindi la giovane non era molto entusiasta di mettersi in viaggio e incappare in qualche pericolo.

Ma Inuyasha non aveva voluto sentire ragioni, come al solito. Sembrava tutto regolare, Kagome si era distratta fino a dimenticare quasi del tutto la sensazione che l'attanagliava.

Camminarono per tutto il pomeriggio senza nessun problema, giunta la sera si accamparono ai piedi di un imponente albero in mezzo ad una foresta.

Inuyasha aveva ormai perso i suoi poteri ed era un essere umano quanto lo era Kagome. Era piuttosto nervoso, quando diveniva umano era sempre nervoso.

Kagome cercò di scacciare il suo triste presagio e si addormentò al lieve tepore del fuoco che si stava ormai per spegnere.


****************************************************************


Un vento freddo smuoveva le folte chiome degli alberi, la luna non illuminava il cielo con la sua luce, le stelle erano nascoste da coltri di nuvole.

La temperatura stava calando, era una notte fredda e buia. Una notte di luna nuova. Il silenzio di quella notte era rotto solo dal rumore del vento.

Una luce si alzò verso il cielo all'improvviso, la terra si sollevò dal suolo e un'ombra misteriosa si avvicinò al punto in cui erano state sepolte le ossa di un corpo.

Una volta trafugate tutto tornò silenzioso e buio come pochi secondi prima.

Ciò che faceva luce era solo un frammento contaminato della Sfera dei Quattro Spiriti. Qualcuno stava per essere richiamato dal mondo dei defunti. Lo spirito adirato di una sacerdotessa nera.

Il demone scomparì lasciando dietro di sé solo il frammento di Sfera e il corpo della donna.

Naraku stava per attaccare di nuovo con uno dei suoi subdoli piani, sempre senza sporcarsi le mani.

Il corpo della sacerdotessa, una volta rigenerato, si alzò in piedi, prima i suoi occhi erano spenti, come se fosse ancora morta, il suo corpo non muoveva un solo muscolo. Però, ad un tratto, un urlo squarciò le tenebre, un urlo pieno di rabbia e dolore, rancore maturato dentro di lei per anni. Un rancore che non aveva trovato pace nemmeno dopo la morte.

Prese a camminare, in modo instabile barcollando senza molto equilibrio. Si trattava di una donna dai lineamenti delicati, la pelle candida, occhi verde smeraldo, capelli lunghi e lisci color del rame. Una figura slanciata e dalle curve seducenti. Una fanciulla dalla rara bellezza.

Solo il suo sorriso stonava con il resto. Un sorriso sghembo e malvagio, i suoi occhi si illuminarono, nel vero senso della parola, di un rosso cremisi, color del sangue.

La sua risata riecheggiò e la sacerdotessa nera tornò a vivere di nuovo.


«Finalmente dopo quaranta, lunghi anni, sono tornata! Aspettami, aspettami e lascia che la mia vendetta si abbatta su di te!»


La sua voce dai toni caldi e dolci divenne stridente, era tornata per vendicarsi, senza conoscere come aveva potuto fare ritorno. Ma no, non era importante come, le importava solo che era tornata e che finalmente avrebbe potuto compiere la sua vendetta.

Un fulmine squarciò il cielo, gocce di pioggia caddero sempre più. La sacerdotessa tornò a camminare, la sentiva, sentiva la presenza della persona che l'aveva rifiutata e di colei che le aveva rubato l'amore. Silenziosa si stava avvicinando, e presto avrebbe potuto dar sfogo alla sua rabbia.




  
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