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Autore: Simphony    02/11/2010    5 recensioni
[Storia classificatasi II al contest "The Hate Contest" indetto da Vogue sul forum di EFP] Mr. Darcy ragiona sull'inevitabile che lo sta colpendo. Miss Elizabeth non le è mai parsa così irraggiungibile.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Simphony
Titolo: Feelings of hatred
Fandom: Orgoglio e Pregiudizio
Personaggi: Elizabeth Bennett, Fitzwilliam Darcy
Pairing (ove presente): Mr. Darcy x Miss Elizabeth
Caratteristica scelta: Diffidenza
Citazione scelta: E' meglio essere odiato per ciò che si, che essere amati per ciò che non so è. (Andrè Gide)
Genere: Malinconico, Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: /
Introduzione: Mr. Darcy ragiona sull'inevitabile che lo sta colpendo. Miss Elizabeth non le è mai parsa così irraggiungibile.
NdA (ove presenti): Ho sempre desiderato scrivere qualcosa sul momento in cui Elizabeth sputa in faccia a Darcy quello che pensa, sotto quel portico (amo la scena del film). Questo contest me ne ha dato l'opportunità, potendo scegliere fra una caratteristica da dare ad uno dei protagonisti e una citazione da inserire nel testo.

Caratteristica: Diffidenza. E' come vedo Elizabeth per la maggior parte del film.

Citazione: E' meglio essere odiato per ciò che si, che essere amati per ciò che non so è. (Andrè Gide)

Spero di essere riuscita, almeno in parte, nel mio intento. Se così non fosse, cercherò di migliorare.

Nota: Spero che il titolo in inglese sia giusto. In italiano dovrebbe essere “Sentimenti di odio”. Speriamo! XD


Un kiss



*°*

Feelings of hatred

*°*

Che miss Elizabeth mi odiasse, non era un mistero per nessuno.


Anche perché avrebbe presupposto una mia più totale incapacità di percepire l'altrui sensibilità.


E dato che mi piace pensare di essere un buon osservatore, come molto spesso mio cugino mi ha ripetuto, ero fortemente convinto che la suddetta miss Bennet non provasse simpatia nei miei confronti.


La prova più clamorosa l'ho avuta pochi minuti fa.


Ci ho provato. Davvero. Ci ho provato.

Ho combattuto a lungo con il mio orgoglio e con il mio stesso ceto sociale.

Ma lei, purtroppo, non ha compreso.

Ho usato le parole sbagliate.


Forse, semplicemente, ho sbagliato in passato.


Pensavo che separare miss Jane da Bingley fosse la cosa più saggia da fare. Non avrebbero potuto sopravvivere, come coppia intendo, alle critiche del ceto di Bingley.

E poi ero convinto che miss Jane, esattamente come la madre, cercasse solo un buon matrimonio.


Le sorelle stesse di Bingley sono state un pessimo esempio e ciò non mi ha aiutato e non mi ha permesso di osservare con oggettività le azioni delle sorelle Bennet. Pensavo che miss Jane fosse mossa solo dal desiderio di una rendita piuttosto alta e sicura e non pensavo che fosse realmente innamorat


Avrei dovuto capire che le sorelle Bennet erano diverse.


E come miss Elizabeth, scoperto il mio inganno, ha visto solo una persona meschina, abbietta, attaccato al proprio senno.

Si senno. Perché nessuno al mio posto avrebbe ceduto ai sentimenti.


E così ho sbagliato.
E me ne rendo conto solo ora. Ho sbagliato. Ho sbagliato.


Avrei dovuto capire, dato che mi reputo un buon osservatore, che ciò che serve a miss Elizabeth è tutt'altro. Non sono i soldi o il prestigio, ma una sfida continua e quotidiana che la mantenga attiva.


E lei non mi ha perdonato i sotterfugi.


Adesso vederla andare via sotto la pioggia battente dopo che ha svelato ciò che prova per me, non credo possa aiutare né al mio ego né al mio orgoglio ferito.


Ho agito credendo di migliorare una situazione che sembrava destinata a corrompere uno strato sociale ormai in discesa verso la fine.


La amo.

Ma quello che la ama è anche colui ha commesso gravi errori.

E non biasimo miss Elizabeth per ciò che prova verso di me.

E' meglio essere odiati per ciò che si è che essere amati per ciò che non si è.


Io non voglio la stima o il rispetto di miss Elizabeth per azioni o pensieri che non mi appartengono.

Vorrei che mi stesse accanto per ciò che sono.

Quindi, dato che ammetto di aver sbagliato, mi va bene essere odiato.

Mi va bene il suo disprezzo e il suo odio.


Prima mi era diffidente. Non era sicura della mia presenza, del mio modo di essere, della mia stessa persona.

Non riusciva ad inquadrarmi e per questo cercava di capirmi, di studiarmi, forse è stata l'unica persona che ha cercato di capirmi veramente.

Ma sentiva che non era sicura.

Che non si fidava di me. Che era, semplicemente, diffidente.

Aveva provato a fare un passo in avanti. Ma io ho tradito questo patto non scritto fra di noi, ho tradito la sua fiducia, ho tradito i suoi tentavi.


E per questo i suoi sentimenti da semplice diffidenza si sono trasformati in odio.


Ma va bene perché sono consapevole dei miei errori.


Spero solo di riuscire, un giorno, a far vedere miss Elizabeth che i miei sentimenti sono sinceri.

Fino ad allora, la situazione che si è creata fra di noi, mi va bene.


Ti amo miss Elizabeth, e un giorno di fartelo capire.


Fine

   
 
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