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Autore: SLAPPYplatypus    02/11/2010    3 recensioni
Se era realmente un sogno, volevi assolutamente svegliarti.
Questa vita come un incubo non faceva per te.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Tré Cool
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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This life like dream ain’t for me.

 

 

 

 

Il rottame di un uomo. Ecco cosa eri diventato.

Un involucro marcio di ciò che era stato un essere umano, una volta.

E la colpa era tutta sua, della donna che avevi amato più di qualunque altra, che avresti sempre amato più di qualunque altra. Anche quando lei non sarebbe più stata con te. Anche se ti aveva riempito la testa con le sue cazzate, tanto da non trovarci più spazio per i tuoi pensieri.

‒E se tutto fosse un sogno, Frank? Se niente fosse reale? Se stessimo tutti solo sognando? Non potrei sopportarlo, no. Devo svegliarmi: sono certa che questo non è vero. Mi sveglierò e tornerò a casa, dove troverò Ramona che mi aspetta.‒ sussurrava in continuazione, con il sorriso sulle labbra, lo stesso sguardo di uno scienziato che ha appena scoperto una nuova formula, realizzato una verità fondamentale che era sempre stata sotto i suoi occhi. ‒Sai come si fa, a svegliarsi, Frank? L’unico modo è morire, perché la morte è l’unica via di uscita. Solo se ci uccidiamo ci sveglieremo da questo sogno, e torneremo assieme nella vita reale.

Con quelle parole, il tuo mondo incominciava lentamente a collassare. Pensavi che stesse scherzando, ti illudevi che non fosse altro che un nuovo modo di prenderti in giro.

Beh, ti sbagliavi.

Come un sacco di altre volte. Ma tutti i tuoi errori, tutte le tue disattenzioni sbiadivano lentamente di fronte a questo.

Voleva uccidersi. Lo voleva sul serio, e voleva che tu lo facessi con lei.

‒Vieni con me, Frank. Cosa vuoi che sia? Non sentiremo dolore, nei sogni si sente solo un attimo di spossatezza, e dopo ci sveglieremo. E potremo giocare con Ramona, cenare assieme, uscire… vieni con me.‒ ti incitava, con i suoi occhi da sognatrice.

‒Lisea, questa è la realtà, cazzo! Questa è la tua vita! Vieni qui, Lisea, smettila!‒ le urlavi contro, ma lei semplicemente non capiva. Lei sorrideva come non aveva mai sorriso, così bella, con gli occhi che brillavano e i capelli che svolazzavano attorno al suo viso. ‒Lisea, ti prego, vieni qui.‒ la supplicavi, con le lacrime agli occhi.

‒Perché non vuoi seguirmi, Frank? Hai paura? Non mi ami più?‒ adesso era lei, a piangere.

‒Cazzo, perché non capisci? Perché ti ostini a non capire? Proprio perché ti amo, non voglio che tu te ne vada! La vera Ramona è questa, è la bambina bellissima che ti corre incontro e ti chiama “mamma”! Questa è la tua vita, questa è la nostra vita!‒ urlavi fino a non avere più voce, fino a sentirti le corde vocali esplodere, ma lei non ti ascoltava. Lisea volteggiava per la casa, con gli occhi innamorati, sospirando come non aveva mai fatto prima.

‒Perché non vuoi venire con me? Per amore di questo miraggio, ciò che pensi sia tua figlia? Non ti preoccupare, non la rivedresti più lo stesso: ho spedito una lettera al mio avvocato. Ho scritto che ho paura, perché tu picchi me e la piccola, e ci minacci di morte. Non credo che ti lasceranno la bimba, dopo questo.‒ trillava, come se non avesse importanza.

‒C-cosa? Lisea? Stai scherzando, Lisea? Non è per niente divertente‒ sussurravi, impallidendo.

‒No, sciocco, certo che non sto scherzando!‒ rideva allegra. Si stava allontanando da te, e trascinava con sé anche l’altra ragione della tua esistenza. E lo faceva ridendo, senza nessun tipo di peso sul cuore.

Possibile amare qualcuno che ferisce così tanto?

Si. Non volevi amarla, ma non potevi farci niente. Era così e basta.

 

I giorni si ripetevano, perennemente uguali a sé stessi, fino a che non la vedesti in piedi sul davanzale del salotto. Quella casa, scelta apposta per il soggiorno che si affacciava sulla città, dal decimo piano di quell’edificio così minimalistico, così moderno; adesso tua moglie tentava di togliersi la vita proprio dal punto che più vi aveva colpito.

‒Lisea! Fermati, Lisea! Cazzo, scendi da lì!‒ urlavi vedendola, ma lei non sembrava scossa. Si girò, mentre sussurrava senza voce.

‒Non devi avere paura della morte, Frank. È solo un sogno, ci sveglieremo insieme e vivremo assieme. Per sempre.

Quelle parole bloccarono ogni tuo movimento, il tuo cervello si congelò come fosse in cerca di spiegazioni, e lei, con il sorriso più dolce che avessi mai visto, si lasciò cadere.

‒Lisea! No, Lisea!‒ strillavi tra le lacrime, sperando in un qualche tipo di miracolo che la riportasse lì, seduta sul divano, che riavvolgesse il tempo fino a qualche giorno prima. ‒Lisea!‒ urlavi, e ogni cosa perdeva senso.

Il mondo era immobile, per lasciarti più tempo per pensare. Ogni pensiero era una fitta al cuore, e finiva irrimediabilmente portandoti a fissare la donna stesa a terra, al sangue intorno a lei, al sorriso felice che ti sembrava di scorgere, laggiù, a dieci piani di distanza.

 

Così, la tua vita si era distrutta nel giro di pochi giorni, una settimana al massimo.

I tuoi occhi non avevano più emozione, non vivevi più. Non eri altro che un fantasma, una debole ombra che si aggirava per una cittadina persa da qualche parte.

Non eri più niente, e non ti importava.

Il mondo era immobile, e tu non volevi che si muovesse.

Tutto ciò che volevi era precisamente tutto ciò che non potevi avere: volevi Lisea, la Lisea di cui ti eri innamorato, la vera Lisea. Volevi Ramona, quella creaturina adorabile che trotterellava incertamente per la casa, Dio, quanto ti mancavano.

Se era realmente un sogno, volevi assolutamente svegliarti.

Questa vita come un incubo non faceva per te.

 

 

 

Hey there, guys.

Preciso il fatto che non mi sono dimenticata dell’altra FF che sto scrivendo in questo periodo, that’s me, that’s my life, è solo che ho bisogno di un pochino di tempo per riordinare le idee, prima di scrivere ulteriori cose di cui potrei pentirmi. Quindi, intanto, ecco questa.

Tutto iniziò sabato sera: sono finalmente andata a vedere Inception, il film di Di Caprio, per capirci. Che mi è piaciuto un casino, davvero. Comunque, la storia del personaggio interpretato da lui (non mi ricordo il nome), ha ispirato questa. Cioè, in pratica è la stessa, solo vista con Tre Cool invece che con Di Caprio. Ma comunque.

Spero che vi piaccia,

x.

   
 
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