Come un ragazzo normale.
 
Dicembre. Fuori nevica. È già buio. Siamo in una casa di Amburgo e sul divano del salottino ci sono un ragazzo e una ragazza. Si sente solo il rumore della legna che brucia nel caminetto. Una calda coperta li avvolge. Lei appoggia delicatamente la testa sulla spalla di lui. Un dolce sorriso illumina i volti di entrambi. Con la sua mano fredda lui sfiora il viso di quella giovane fanciulla accanto a se.  La guarda.  È felice di essere li.
Tutto era iniziato due mesi prima: sempre Amburgo. Helena cammina per strada. Cuffiette dell’iPod alle orecchie. Attraversa la strada. Ad un tratto una frenata e si sente sfiorare. Si volta e vede un’auto. Un grosso fuori strada con un conducente distratto che non aveva visto il rosso del semaforo.
Quest’ultimo scende subito dall’auto e si precipita dalla ragazza. Lei è confusa, frastornata, sotto shock. Vede quel ragazzo. Lo fissa. Lui si avvicina. Inizia a parlare. Le chiede come sta, se aveva delle ferite, ma tutto intorno ad Helena rallenta. Continua a fissarlo. Sente la sua voce in sottofondo. Una fila di auto inizia ad ammucchiarsi dietro quel fuori strada ancora fermo al centro della corsia di marcia. Quel ragazzo sposta Helena sul marciapiede e le dice di aspettarlo li. Lui sposta l’auto e la parcheggia nella strada di fronte. Ritorna indietro e ritrova Helena ancora li, dove l’aveva lasciata. “Vieni, ti do un bicchiere d’acqua” le dice portandola in un bar lì all’angolo. Ordina da bere e si siede in un tavolino insieme a quella ragazza. “Hey, stai bene?” richiede lui.
“Si..” accenna lei.
“Ah meno male. Mi hai fatto prendere un colpo. Scusa ancora.” Parla velocemente, forse un po’ impaurito. Gesticola, sorride, sembra un po’ goffo.
Helena “conosce” già quel ragazzo. Forse è più traumatizzata dalla sua vista che dall’incidente.
“Ma.. Tu… Tu sei.. tu sei Bill Kaulitz!” dice balbettando.
Tutto d’un tratto il sorriso che era sul volto di quel ragazzo va via, svanisce nel nulla. “Si..” accenna.
Lei vede il suo volto così cupo. Capisce che c’è qualcosa che non va. Era stato sorridente per tutto il tempo, perché ora non lo è più?
Bill Kaulitz. Cantante dei Tokio Hotel. Perché dovrebbe essere triste? Cosa gli manca?
Lei lo guarda, gli sorride.
“Piacere, io sono Helena! Tu sei?”
“co.. come chi sono?  L’hai appena detto tu che sono Bill Kaulitz!” Risponde stupito. Adesso è lui che balbetta.
“Sai..” continua lei. “ Dieci minuti fa ero tranquilla che camminavo per strada ascoltando la mia musica preferita. Un ragazzo quasi mi investe. E mi accorgo di conoscere quel ragazzo. Ma forse quel ragazzo non voleva essere riconosciuto. Pensavo che certe persone avessero tutto, ma forse quello che gli manca è solo un po’ di pace. Farsi una passeggiata tranquillamente, prendere un gelato, portare a spasso i cani. Ti voglio proporre una cosa: per un giorno io sono Helena, e fin qui non cambia nulla, ma tu sei semplicemente Bill. Bill uno dei tanti ragazzi.” Finito di dire questo porge la mano.
Lui sorride. Il suo volta ha iniziato a brillare.
“Piacere sono Bill, uno dei tanti ragazzi.” Risponde stringendo la mano a quella sconosciuta.
Lui mette un paio di occhiali e un cappellino. Vanno in giro per la città per tutto il pomeriggio. Chiacchierano, ridono, scherzano, prendono un gelato e si rilassano.
Arriva la sera e con essa il momento di salutarsi.
“Grazie” dice Bill prendendo la mano di Helena. “Sono stata davvero bene con te oggi. Era da tanto che non mi sentivo così bene. Qualche altro giorno dovremmo rifarlo.” Le sorrise.
“Senz’altro! E’ stato davvero un piacere.” Risponde lei.
Lui l’abbraccia. “A presto” e detto questo va via.
“Ciao Bill!” Saluta anche lei.
 
Ed eccoli qui due mesi dopo. Ormai sono diventati grandi amici. Un’amicizia profonda, si completano a vicenda.
Lui è sempre dolce con lei, e lei lo fa sentire una persona speciale. Speciale. Anche se lui è un cantante, ha avuto sempre tutto: migliaia di fans in tutto il mondo, tutti i privilegi possibili, lui non si era mai sentito speciale.
Quella sera erano li. Nient’altro oltre loro. Non c’era bisogno di parole. Non c’era bisogno di spiegare. Erano loro e la loro amicizia. Lui la guarda, le sorride. Un ciuffetto di capelli le cade davanti agli occhi, lui lo sposta delicatamente e lo rimette a posto.
“Bill, grazie!” dice Helena con un sorriso.
“E di che?” Risponde lui.
“Per essere qui, accanto a me.”
“Dovrei essere io a dire questo.” E detto questo l’abbraccia.
Lei lo stringe forte a se, riesce a sentire il suo respiro, il battito del suo cuore, il suo odore.
Quell’odore caldo, odore da uomo.
“Mi canti qualcosa” chiese lei.
Lui le sorride e inizia a cantare.
 
Für einen Tag
Für eine Nacht
Für einen Moment
In dem du lachst
Wir durchbrechen die Zeit
Gegen jedes Gesetz
Für immer du und ich
Für immer jetzt
 
Lei chiude gli occhi e ascolta quella stupenda melodia, quella voce che tante volta l’aveva consolata, l’aveva accompagnata nel suo cammino.
Appoggia la sua testa sulla spalla di Bill. Tra loro ritorna il silenzio. Lui le prende la mano e l’accarezza, ci gioca.
“Ti amo” Dice lui tutto d’un fiato.
Nessuna risposta.
Guarda la ragazza. Lei dorme. Sembra un angelo. È bella, è stupenda.
Si sposta poggiandola delicatamente sul divano e si distende accanto a lei. Appoggia la mano sui fianchi di lei. Si avvicina al suo volto e con le dite le sfiora le labbra e poi le guance. Le da un piccolissimo bacio sulle labbra, la sfiora con le sue.  Mette il suo braccio sotto la testa di lei e chiude gli occhi.
Ed eccoli qui. Una coppia di ragazzi. Una coppia normale. Un ragazzo normale.