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Autore: Stima    03/11/2010    1 recensioni
Purple inizia il suo pellegrinaggio per la regione del Kanto, ecco come tutto ha avuto inizio!
Nota: La storia, pur avendo vari riferimenti all'Anime e al Manga, è basata principalmente sulla saga dei videogiochi. Per comprendere appieno la parodia è quindi consigliabile conoscere, anche sommariamente, la serie videoludica.
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mattina. La sveglia suona, agilissimo mi alzo dal letto con uno scatto. Sono in forma, non c'è che dire.
La verità è che sono agitato. Oggi è il grande giorno: il giorno in cui io, Purple, riceverò il mio primo Pokemon.
Si, lo so cosa vi state chiedendo: “Che diamine di nome sarebbe “Purple”??”. Ma c'è un motivo per il mio nome: tutti i più grandi allenatori si chiamano con dei nomi di colore.
Nella mia città, in particolare, ce ne sono stati due: Red e Blue. Red è sempre stato un ragazzo taciturno, non aveva altro nella testa se non i Pokemon. Ogni giorno tentava di andarsene nell'erba alta, con l'unico risultato di essere bloccato dal professor Oak, un vecchio arteriosclerotico. Blue, invece, era lo spaccone del villaggio. Sempre pieno di se, tentava di rimorchiare ogni ragazza del paese esclusa sua sorella. I risultati non erano dei migliori eh, però almeno ci provava. A pensarci bene diceva spesso di credere nella teoria dei grandi numeri, per quanto sia matematicamente una vaccata.
Ma torniamo alla loro storia: partirono all'età di 10 anni con il loro primo Pokemon. Immaginate un po' cosa scelsero? Esattamente, Red scelse Charmender e Blue Squirtle. Manco a farlo apposta, eh? In breve tempo conquistarono le medaglie di tutte le palestre di Kanto. Blue, in particolare, era in testa per velocità, e così arrivò per primo ai Superquattro. Ovviamente, i Superquattro, non avevano nomi di colori, quindi persero miseramente facendo diventare Blue il nuovo campione della Lega Pokemon. Il suo regno durò ben poco, visto che qualche giorno dopo arrivò Red che, dopo aver ascoltato in silenzio le solite spacconate di Blue, lo massacrò senza tanti complimenti.
Comunque, visto il successo di questi due ragazzi e la discreta performance di Green (si, c'era pure una ragazza che si chiamava in quella maniera, ma non la fecero entrare alla Lega per questioni politiche...), i miei genitori, decisero di chiamarmi con il nome che avete letto prima. Ora, non per lamentarmi sempre, ma tra tutti i colori scelsero proprio il Viola, un colore che io detesto... vabbe, il problema vero, però, è il mio cognome.
Mio padre discende dalla famiglia “Misfortune”, famosa nel nostro paesino per la gestione del bar di famiglia: il “Tavolo Cardo”, il cui nome deriva dalla grandiosa idea del fondatore, il mio bisnonno, di disporre sui tavolini una serie di corone di spine in modo da non poterci appoggiare i gomiti e quindi non lasciarci segni. Per qualche strano motivo, comunque, l'idea piacque... Pensandoci bene, però, in sto paese si chiamano i figli come se fossero parte di una enorme tavolozza di colori, quindi tanto normali non possono essere.
Tornando al cognome: il mio nome completo diventa così “Purple Misfortune”, tradotto come “Viola Sfiga”. A parte che, tradotto, sembra un nome da donna, ma da quando ho cominciato ad aggirarmi per il villaggio, le persone non mi hanno mai salutato stringendomi la mano ma toccandosi le palle. Ho visto anche un paio di gatti neri girare con dei cornetti antisfiga.
Comunque sia, oggi è il grande giorno. Il giorno in cui, anche io, avrò un Pokemon. Sono in ritardo rispetto a Red e Blue di 7 anni, ma non mi lascerò scoraggiare.
“Allora, Purple, sei pronto??” La voce di mia madre mi raggiunge dalle scale.
“Sì mamma, arrivo, arrivo...”.
Mia madre non è nata come Misfortune, ovviamente. Si sposò con mio padre dopo averlo conosciuto al bar mentre dava una mano al nonno temperando le punte dei tavoli. Che periodo smisuratamente lungo.
Scendo in cucina mentre mi infilo una t-shirt bianca, scarpe da skate e Jeans larghi. Passo in fretta affianco a mia madre, che mi guarda sorridendo, e a mio padre, che mi ignora grugnendo dietro al suo giornale.
“Sembra che il Team Rocket sia tornato alla carica. Tse, che manica di imbecilli: un qualsiasi allenatore con un Pokemon psico e uno di terra potrebbe mangiarseli tutti.”
“Caro, stai tranquillo, lo sai che i cattivi si fanno vivi solamente nel momento in cui c'è qualche nuovo eroe che può fermarli”
Deglutisco.
Si aspettano davvero che io sbaragli un'intera organizzazione da solo con una manciata di Pokemon?
“E secondo te Purple potrebbe mettere fine a questa tiritera di Rockets in giro per Kanto? Ma andiamo, non ce l'ha fatta nemmeno Red a metterli totalmente fuori gioco, cosa vuoi che riesca a fare nostro figlio?”
Proprio quello che mi ci voleva, una bella iniezione di autostima. Chissà se si è accorto che sono in piedi dietro al suo giornale...
“Ma che hai capito? Io parlavo del secondo nipote di Oak!”
Grazie mille, mamma. Quel minimo di amor proprio che custodivo da tanto tempo è stato devastato da questa uscita innocente.
“Ciao figliolo, pronto per il grande evento?” mia madre sorride. Probabilmente non si è nemmeno accorta di quello che ha detto pochi secondi fa.
“Beh, ero pronto fino a una decina di secondi fa: ora come ora, invece, ho la sicurezza di un cieco che cammina su una gru.” rispondo addentando una fetta di pane rubata dal tavolo.
“Sciocchezze, te la caverai benissimo! Ora vai dal professore. Ah, e ti ho preso queste bellissime scarpe da corsa per l'occasione!” e così dicendo tira fuori da dietro la schiena un paio di scarpette marroni e viola, coi tacchetti. “Ti saranno d'aiuto: ti basterà premere il pulsante B per correre più velocemente!”
“Mamma, ma ce la fai? Dove lo vedi un pulsante B? Queste poi sono palesemente scarpette da calcio, non da corsa, e pure di dubbio gusto.” rispondo guardando l'orrore tra le mani di mia madre.
“Susu, non farti pregare, almeno portale con te! Ti abbiamo comprato quello zaino a distorsione spaziale proprio per farti portare con te ogni cosa. È sponsorizzato “Eta Beta”, è di qualità.” mia mamma è sempre più convinta. A volte vorrei avere a sua visione del mondo per poter capire com'è vederlo sempre in rosa. Però, in effetti, questo zaino è portentoso: sono riuscito a farci stare tranquillamente buona parte del mio armadio... Il problema è che la distorsione spaziale di questo zaino è un po difettosa, e mi è già capitato di metterci dentro una PokeBall e farla partire via a causa di ciò. Poco male per la PokeBall, era una riproduzione a basso potenziale da collezione, ma partendo via son riuscito comunque a catturare per errore il gatto dei vicini.
Mi metto lo zaino in spalla, saluto i miei genitori e vado verso il laboratorio. Chissà che Pokemon potrò prendere: quali starter avrà quest'anno il professore?
Potrei prendere Charmender: un Charizard sarebbe un sogno... oppure un bel Bulbasaur. E se ci fossero gli starter venuti dal paese di Johto? Beh, Totodile sarebbe un'ottima scelta. Spero solo che non ci siano gli starter di Hoenn: purtroppo non sono molto ferrato su di loro... probabilmente però sceglierei Treecko. Non vedo l'ora!


Ed eccomi qui. Davanti alla porta del laborario del prof Oak. Uhm, guardandolo da fuori si direbbe più una piccola cascina, ma non lamentiamoci: il professore è fiero del suo gioiellino e se lo contraddicessi sarebbe capace di non darmi nemmeno un Pokemon.
Entro.
L'interno è molto più promettente: un ambiente praticamente asettico, all'entrata mi accolgono due librerie con due assistenti intenti a stare in piedi senza un vero motivo. Mi avvicino a uno di loro, chissà se possono dirmi qualcosa di utile.
Mi avvicino a uno dei due: “Salve!”
“Sono l'assistente del Prof. Oak e anch'io studio i Pokemon”
E 'sti cazzi?
“Piacere, io sono Purple: sono qui per il mio primo Pokemon... sa darmi qualche dritta?” Vediamo: se studia i Pokemon ne saprà sicuramente più di me.
“Sono l'assistente del Prof. Oak e anch'io studio i Pokemon”
No, non ci siamo...
“Ripeto, piacere, io sono purple. Sono qui per il mio primo Pokemon... visto che sono un novellino e lei invece ha l'aria di essere un dottorone, potrebbe cortesemente darmi una mano a scegliere il mio primo Pokemon?”
Stavolta dovrebbe essere chiaro...
“Sono l'assistente del Prof. Oak e anch'io studio i Pokemon”
Ok, qui c'è qualche problema di fondo. Proviamo di nuovo in maniera più diretta.
“E l'ho capito. Io voglio solo una mano a scegliere il mio primo Pokemon, non me ne frega nulla del fatto che tu studi i Pokemon: io chiedo, tu rispondi, così va il mondo. Erba? Acqua? Fuoco? Allora? Che devo fare per farti parlare, pigliarti a calci tipo Fonzie col JukeBox?”
Stavolta è chiarissimo, non può sbagliare.
“Sono l'assistente del Prof. Oak e anch'io studio i Pokemon”
Vabbe, proviamo con il secondo assistente, sperando sia meno stordito.
“Salve, sono Purple: Oak mi ha convocato per darmi il mio primo Pokemon: ha qualche dritta dell'ultim'ora?”
Vediamo un po' cosa mi risponde questo.
“Sono l'assistente del Prof. Oak e anch'io studio i Pokemon”
“Ma vaffanculo.” Possibile che 'sti tizi debbano rispondere con frasi stupide quanto quelle di un qualsiasi NPC di un qualsiasi GDR?
Bah, mi conviene incamminarmi verso il professore. Vedo che anche lui se ne sta in piedi senza motivo apparente. Toh, c'è anche un altro ragazzo, chissà chi è...
“Salve professore, sono qui: puntuale e pronto a cominciare la mia carriera di allenatore!”
Il ragazzo mi guarda. A guardarlo bene è particolarmente strano... Ha dei capelli che sfiorano l'assurdo ed, evidentemente, non sono al corrente dell'esistenza della legge di gravità, castani. Indossa una maglietta nera, con una scritta bianca sopra che, alla prima occhiata, sembra comprata in una di quelle bancarelle di T-Shirt assurde dei mercatini di paese. Recita testualmente: “Chi Cazz M'o Fa Fà”: che sia un fan degli Squallor? I pantaloni sono invece una normale parte di una tuta, di colore marrone. Indossa pure un paio di scarpe da ginnastica, nere anch'esse.
“Anche tu qui per un Pokemon?”
Sembra cordiale... Perlomeno non ripete frasi preimpostate.
“Si, io sono Purple. Tu chi sei?”
“Uno che ti sfascerà nelle lotte di Pokemon, mio caro amico perdente.”
Ecco, come al solito ho sbagliato a giudicare le persone. Vuoi vedere che pure 'sto qui è un gran cacacazzo?
“Ehm... scusa?” Vediamo se ho capito bene.
“Si, io so chi sei tu. Sei quel ragazzo portatore sano di sfiga che si aggira sempre per questo paesino. Il figlio del gestore del Tavolo Cardo. Non ti illudere di poter seguire le orme di Blue e Red, perché sarò io il nuovo campione della Lega, non una nullità come te.”
Ok, effettivamente sprizza simpatia da qualsiasi angolazione lo si guardi. Son solo una trentina di secondi che lo conosco e già mi sta parcheggiato sui testicoli. Chissà se Blue era come lui.
“Mi faresti almeno la cortesia di dirmi come ti chiami?” Speriamo mi risponda almeno a questo in maniera cordiale.
“Io mi chiamo Brown: tienilo bene a mente, perché ti toccherà sentire questo nome molto spesso, soprattutto poi lo dovrai ripetere alle infermiere dei centri Pokemon quando ti chiederanno chi ha conciato in quella maniera le tue bestie.”
Si, era una speranza un po' pretenziosa.
Un colpo di tosse. Ci giriamo verso il professore che sta evidentemente tentando di attirare l'attenzione.
“Ciao a tutti! Benvenuti nel mondo dei Pokemon. Mi chiamo Oak! Però la gente mi chiama “Professore dei Pokemon”!”
Cos'è questo inizio tanto pomposo? Ci vivo da 17 anni in questo paese, è ovvio che lo conosca...
“Questo mondo è abitato da creature chiamate Pokemon!”.
Incredibile, può esistere una persona più scontata di quest'uomo? Diamine, lo so che esistono i Pokemon, sennò non sarei qui ad ascoltarlo. E poi da dove diavolo è saltato fuori quel Nidorino? “Per alcuni i Pokemon sono piccoli amici, altri li usano per lottare. In quanto a me...”
Io e Brown lo guardiamo. Oak si è zittito, sembra stia pensando... “ZZZZZZZ”
No, si è solo addormentato.
“Ehm, professore?” Chissà se ha i pulsanti Ctrl, Alt e Canc...
Sento distintamente Brown che sbuffa dietro di me. Probabilmente gli è pure scappato un “vecchio bacucco...”, ma non ne son sicuro. Gli do un colpettino sulla spalla tentando di risvegliarlo.
“…lo studio dei Pokemon è il mio lavoro.” è ripartito come se non fosse successo nulla, incredibile.
“Però prima dimmi come ti chiami”
Ah, messi bene. Non si ricorda nemmeno il mio nome.
“Mi chiamo Purple, professore. Mi conosce ormai da 17 anni, proprio non se lo ricordava?” L'alzheimer è una brutta bestia.
“Bene, il tuo nome è Purple!”
Non lo dica come se lo avesse deciso lei in questo momento!
“Questo è mio nipote” Oh, qualcosa che si ricorda. Quindi questo fastidioso ragazzo è il fratello di Blue?
“è stato tuo rivale da quando eri bimbo.”
No, aspetta: io l'ho conosciuto pochi attimi fa!
“...mmm, potresti ricordarmi come si chiama?”
Oh, si è dimenticato pure il nome di suo nipote.
“Ma sono tuo nipote, nonno! Com'è ppossibile che non ti ricordi nemmeno il mio nome? Brown! Mi chiamo Brown!”
Oak non pare sentirlo mentre continua a fissarmi. Che occasione! Mi giro verso Brown con stampato sul viso un ghigno malefico. Lui capisce.
“Non ci provare sai??”
“Certo che posso ricordarglielo, prof: si chiama “Stronzo”.
Pigliati questo, rompiballe.
“Ah si! Ora ricordo! Si chiama Stronzo!”
Sento distintamente lo sciocco della mano di Brown a contatto con la sua fronte: “Non ci posso credere...”
“Purple! La tua leggenda nel mondo dei Pokemon sta per iniziare! Vivrai un mondo di sogni e avventure con i Pokemon! Andiamo!”
Sì, ok, ma sto Pokemon me lo da o no?
“Prof, io la leggenda la comincerei anche subito, ma senza un Pokemon mi viene abbastanza difficile.” Oak mi guarda come se gli avessi appena svelato un mistero irrisolvibile. Dio, quanto può essere svampita una persona.
“Hai ragione! Beh, ecco qui le vostre Pokeball” e così dicendo tira fuori un contenitore pieno zeppo di Pokemon. Mamma mia, non pensavo di poter avere tutta questa scelta! Le cose si fano interessanti.
“Che Pokemon ci sono?” Chiedo curioso.
“Qualsiasi Pokemon tu immagini. In questa scatola ci sono praticamente tutti i tipi di Pokemon non leggendari, le possibilità sono veramente tante.”
Evvai! Che botta di culo, potrò scegliere un Pokemon qualsiasi e non solo tra gli Starter! Chissà chi dovrei scegliere...
“Ma viavverto: il sistema di scelta è totalmente a random. Dovrete mettere la mano nella scatola, prendere una Pokeball e avrete il vostro Pokemon. I metodi di scelta degli ultimi anni erano restrittivi, però con questo ogni allenatore ha la stessa possibilità di pescare un Pokemon raro o non. Su, chi pesca per primo?” Ecco la fregatura. L'unica cosa che abbia mai vinto a una pesca era un Silk Epil, e son stato preso per il culo dal villaggio per tutto l'anno a seguire. Se mi andrà bene beccherò un Sunkern...
“Pesco io, nonno!” Brown ha subito preso la palla al balzo.
“Perfetto, Stronzo: pesca pure!” Brown mi scocca un'occhiata d'odio. Son sicuro che abbia tetato di incenerirmi con quello sguardo, ma son troppo occupato a ridacchiare per curarmene.
Ed ecco la prima estrazione. Dio, fa che sia un rattata così che possa piglliarlo per il culo a vita.
“Questo sarà il mio Pokemon!” dice tirando fuori dalla scatola una ball: “Vai, fatti vedere!”
Lancia la ball. Fa che sia un Rattata, fa che sia un Rattata.
La piccola sfera si apre, in un attimo si forma qualcosa di luminoso. La sagoma non mi pare proprio quella di un Rattata.
“Evvai! È un Larvitar!” Ma che cazzo di culo. Ho paura che quello che ha detto prima sul suo nome si avvererà. Dovrò segnarmelo, sia mai che le infermiere chiedano sul serio.
“Ti è andata bene, Stronzo!”
“Mi chiamo Brown, vecchio rimbambito!” Brown sta fumando dalle orecchie. Dio, che soddisfazione!
“Ora tocca a te Purple!” dice il professore tendendomi la scatola.
Bene. Qui mi gioco tutto. So già che posso puntare al massimo a un Pidgey con l'artrosi, probabilmente farei meglio a usare come primo Pokemon il gatto dei vicini. Bah, stare qui a guardare questa scatola non mi porterà a nulla. Ficchiamo sta mano dentro e prendiamo la prima che capita, tanto peggio di un Kricketot non può capitarmi.
Ecco, la mia mano è dentro la scatola. So già che state pensando a una orrenda battuta riguardante Mondo Marcio, ma non vi darò la soddisfazione di vederla su queste pagine. Nossignore: qui le cose sono serie. Il mio cuore batte a mille, afferro una Pokeball e la tiro fuori.
Brown mi fissa sorridendo. Sa bene che difficilmente troverò un Pokemon migliore del suo Larvitar. Che rabbia! Non può averla già vinta al primo colpo. Deve esserci un gran Pokemon! Un Riolu, per esempio! Una volta evoluto in Lucario potrei asfaltare il suo Tyranitar! Si, deve esserci quel Pokemon.
Stringo con forza la sfera nella mano destra prima di lanciarla: “Vai!!”
La luce di prima, la sagoma e...
No... no, porcatroia, no! Tutto ma non questo Pokemon! Voglio riprovare, non è possibile partire con una cosa del genere!
Davanti a me si dimena pateticamente il mio primo Pokemon. Brown ride, e ride di gusto. Bastardo, ti farei ingoiare la tua stupida Pokeball se potessi.
“Un Magikarp! Mi avevano detto che eri uno sfigatone, ma cavolo: un Magikarp come primo Pokemon è veramente il colmo!” ora si sta tenendo la pancia mentre continua a ridere. Maledizione, perché deve sempre finire in questa maniera? Questo Pokemon, fino a che non si evolverà, rimarrà un Pokemon inutile.
“Mi spiace, Purple: la fortuna non è al tuo fianco oggi, eh?” Oak tenta di rincuorarmi. In maniera pessima, però almeno ci prova.
Poi tira fuori dalla tasca due oggetti rossi.
“Ragazzi, ora vorrei che prendeste questi: sono i vostri Pokedex. Il Pokedex è uno strumento essenziale per un allenatore: vi può dare utili informazioni sui Pokemon che incontrerete lungo il vostro cammino, vi fa da carta d'identità, tiene il conto di tutti i Pokemon che catturate e si attiva a caso ogni volta che ne ha voglia, il più delle volte senza motivo. Inoltre, i Pokedex, si sono evoluti sempre più mano mano che si scoprivano nuove specie di Pokemon: dalla semplice enciclopedia dei tempi di Red e Blue ha fatto veramente passi da gigante. Ora è un database completo su tutti gli oggetti, i dati sui Pokemon e su tutti gli allenatori che incontrate.”
Guardo il professore un po' di sbieco mentre richiamo nella sfera il mio patetico Pokemon: “Scusi prof: ma non è una violazione delle leggi sulla privacy quella di raccogliere informazioni sulle persone se non danno il loro consenso all'uso dei loro dati?”
Sento che Brown sta per mandarmi a cagare, ma lo ignoro.
“Sì, infatti è così. La funzione sugli allenatori è una balla che mi sono inventato per vendere più nuovi modelli di Pokedex. Se però non lo dite a nessuno questi due Pokedex ve li regalo... e fatemi pubblicità, mi raccomando.”
E sì che sembrava un vecchietto così innocente... “Affare fatto, nonno: ce ne staremo zitti. Vero Purple?”
Brown mi guarda convinto. Vedo che ha ancora i lacrimoni per le risate di prima. “E sia, staremo zitti.”
“Bravi ragazzi, ecco qui le vostre copie gratuite del Pokedex. Fatene buon uso.”
Vecchio truffatore.
Ehy, Purple: perché non testiamo i nostri nuovi Pokemon?” Lo vedo, sta ghignando l'infame. Sa benissimo che a lvl 5 il mio Magikarp non avrà altro che l'attacco Splash.
“Immagino di non potermi tirare indietro, vero?”
“Ovviamente. Dovrai pur abituarti a prenderle dai miei Pokemon, no?” e così dicendo tira fuori la sua sfera.
“Vai, Larvitar!”
Lancia. Il Pokemon compare sul pavimento del laboratorio e mi guarda. Mi guarda decisamente male.
“Prof, sicuro che possiamo combattere dentro al laboratorio?” Chiedo speranzoso.
“Certo che si, tanto è tutto assicurato.”
Merda. E vabbe, facciamolo. Vediamo di usare l'astuzia.
“Vai, Magikarp!” Lancio con violenza inaudita la Pokeball verso Larvitar centrandolo in piena fronte. Il mio Magikarp esce dalla Ball e sguazza davanti a un Larvitar dolorante.
“Ehy, non è valido, maledetto!” Brown si incazza.
Insomma, lo so che non è valido, ma che vuoi che possa combinare contro un qualsiasi Pokemon un Magikarp? Più che sguazzare e aspettare di essere addentato non fa. Diamine, perderebbe pure contro un Togepi appena nato...
“Larvitar, usa l'attacco Terrempesta, forza!” E via che si comincia. In men che non si dica, dentro al laboratorio, si scatena una vera e propria tempesta di sabbia.
“E ma 'sti cazzi...” Non vedo chi abbia parlato, ma non sembra la voce di Oak o Brown. Che sia uno degli assistenti che ha ricordato altre parti del dizionario?
Magikarp se ne sta fermo a sguazzare, la tempesta lo sta bersagliando. Fortuna che ha almeno delle scaglie molto dure...
“Magikarp, usa l'attacco Azione!” Io ci provo. Sia mai che lo abbia già imparato.
“L'attacco cosa? Io mica lo conosco!” Eh? Ma chi diamine è quello che risponde?
Guardo bene dentro alla piccola tempesta di sabbia e vedo che Magikarp mi sta fissando.
“Hai capito? Io non lo conosco 'sto attacco! Pensa a qualcos'altro e in fretta! Se mi attacca con qualcosa di più potente quel coso mi ribalta!”
Oddio. Sto parlando con un Magikarp. Cioè, no: non è possibile! Come fa un Magikarp a parlare?? Fino ad ora, a parte i Pokemon Psico che parlano con la telepatia e uno strano Meowth, non ci sono stati altri casi di Pokemon parlanti... e poi, proprio un Magikarp??
“Ma mi stai parlando tu, Magikarp??” Chiedo. Non si sa mai.
“Sì, e chi ti deve parlare?? Ci sono altri Pokemon che stai comandando nei dintorni? Perché se è così muoviti a cambiarmi con uno di quelli e levami da sta sabbiera!” Ok, è Magikarp...
“Ma che fai? Parli con un Magikarp? Certo che tu devi essere proprio tocco oltre che sfigato, Purple!” Brown mi sbeffeggia...
Ehy, un momento: forse c'è un modo...
“Magikarp sguazza verso la libreria!” gli urlo.
“La fai facile tu! Sono un pesce, come diavolo mi posso muovere??” Quanti problemi...
“Ma chennesò, se respiri nell'aria allora devi pure riuscire a muoverti! Non serve che tu ti ci avvicini troppo, basta che ti metti nella sua direzione!”
Eccheccavolo, prima mi dici di pensare a qualcosa, poi non ti fidi. Siamo Mr. Coerenza, eh?
Ok, ci proverò. Se non funziona però non pigliartela con me e portami in fretta in un centro Pokemon!” Malfidato.
Ed ecco che Magikarp arranca verso la libreria. È veramente uno spettacolo patetico, però ce l'ha fatta.
“Tse, non ha senso scappare: Larvitar, usa l'attacco Morso!!” Brown è convinto di avere la vittoria in pugno. Direi che non posso dargli torto.
Larvitar si lancia verso lo sguazzante Pokemon.
“Magikarp presto! Fingiti morto!”
“Non sono mica un opossum!” Ribatte il pesce. Ma perché deve farsi tutti questi problemi?
E chissenefrega, ti basta buttarti a terra!” Svegliati, dannazione.
“Evvai, quello lo so fare!” Esiste un Pokemon più triste?
Magikarp smette di dimenarsi rimanendo al suolo immobile proprio un secondo prima che Larvitar passi lanciato a denti sguainati li dove prima stava il corpo del Pokemon marino. Il risultato è una sonora craniata alla libreria che lo lascia steso a terra. KO.
Non ci credo, e non ci crede nemmeno Brown, a giudicare dall'espressione che mostra una volta diradata la sabbia. Il suo Pokemon è esausto, e Magikarp ha ricominciato a dimenarsi tornando sulle sue pinne.
“Larvitar non è più in grado di combattere, Magikarp vince l'incontro” Dichiara Oak spezzando il silenzio calato sulla scena.
“Sono stato bravo eh? Sono stato bravo??” Chiede felice il Pokemon.
“Si, sei stato bravissimo. Per festeggiare ti darò dei Poffin freschi freschi!” Abbraccio il pesce che continua ad agitarsi. Forse, con un po' di cervello, posso riuscire a cavarmela comunque anche con questo Pokemon.
I Poffin mi fanno schifo, voglio una birra.” Si, ma ora esageri, caro mio.
“Ci pensiamo dopo, torna nella sfera ora.” dico allungando il braccio con in mano la Pokeball.
“Va bene, ma poi mi dai una mano a levarmi la sabbia dalle scaglie: mi da un fastidio allucinante.”
“D'accordo.” dico ritirando Magikarp nella sua sfera. Sarà un luuungo, luungo viaggio...
“Non è possibile, non è regolare! Larvitar Non è stato battuto da Magikarp ma si è messo KO da solo per uno sporco trucchetto e la Pokeball lanciata all'inizio!” Brown è irritato. Visibilmente irritato.
“Non c'è nulla di irregolare nell'usare il terreno di lotta strategicamente. Inoltre non capisco di che PokeBall tu stia parlando.”
Sia lodato l'Alzheimer.
Il ragazzo ritira il suo Pokemon stizzito: “Come non capisci? Ma sei un vecchio rincitrullito! Oltre a non ricordarti il mio nome ti dimentichi pure le cose successe poco tempo fa!” Brown è veramente irritato. Voglio proprio vedere come va a finire.
“Ma certo che mi ricordo il tuo nome, Stronzo!”
“MI CHIAMO BROWN, NON STRONZO!!” e detto questo se ne va sbattendo la porta.
La prima soddisfazione in 17 anni di vita... ah, sento che la vita dell'allenatore sarà una pacchia.
“Che ragazzo strano mio nipote... non è mica colpa mia se i suoi genitori lo han chiamato così, scusa...” Dice Oak grattandosi la testa e guardando verso la porta: “Allora, Purple, la tua prima vittoria, eh? Per festeggiare offrirei un bel Poffin al tuo Magikarp.”
“Veramente preferirebbe una birra.” Chissà se il prof sa perché sento Magikarp parlare...
“E come lo sai?”
“Me lo ha detto lui.” Su, dimmi qualcosa in merito. Possibilmente senza tirare in ballo abilità speciali, essere il prescelto o cazzate del genere.
“Oh, capisco. Beh, meglio per te: devi sapere che alcuni umani hanno l'abilità di poter comunicare con i Pokemon e sentirli parlare chiaramente. È una cosa rara, dovresti esserne felice!” Lo sapevo, la solita storia dell'abilità innata. Perché più passa il tempo più mi pare di far parte di uno stupido romanzo di fantasia per bimbi imbecilli?


Ed eccomi qui. Sono uscito finalmente da quel laboratorio per dirigermi insieme a Magikarp (a cui ho offerto una bella media bionda al bar di famiglia) verso Smeraldopoli. Chissà come andrà a finire tutta questa assurda faccenda... Non mi resta che mettere i piedi nell'erba alta e lo saprò. Ma prima un salto a casa: mi son dimenticato di fare un giro in bagno prima di partire.

  
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