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Autore: Bellatrix Lestrange    15/11/2005    1 recensioni
queste poesie sono abbastanza strane, e non so se abbiano un senso dato che due sono addirittura di una sola frase, ma le ho scritte in momenti impensabili sulla prima cosa che mi capitava a tiro, e volevo un parere su di esse...recensite per favore!
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di chiudere gli occhi, ho pensato che ero davvero contenta di aver riso un ultima volta con quegli occhi, e ancora di più

 

 

 

 

 

 

Prima di chiudere gli occhi, ho pensato che ero davvero contenta di aver riso un’ultima volta con quegli occhi, e ancora di più di averci pianto.

 

Prima di soffiare via l’ultimo respiro ho pensato che era meraviglioso aver cantato un’ultima volta, ed era ancora meglio aver gridato.

 

Ho pensato che ero felice di aver detto quello che mi passava per la testa ogni momento della mia vita, anche i pensieri che più mi gridavano di tenerli per me, e che averli scritti li rendeva ben più che aria tra i capelli.

 

Ho pensato che nell’inchiostro che mi era rimasto sulle mani c’era l’addio che non avevo scritto, forse per non essere banale, forse per continuare la farsa della felice, per lasciare la speranza dell’incidente.

 

Pensai questo per il tempo di pensarlo ripetuto 6 volte, tante quanto gli scatti per aprire la finestra.

 

Poi ho capito che non l’avrei fatto neanche quella volta e ho sentito l’autocommiserazione melodrammatica del suicidio spazzata via come un soffione.

 

Ed è tornato il buio.

 

 

 

 

 

 

E Alice rispose, dondolandosi graziosamente avanti e indietro: “non posso smettere di seguirla, signor Bianconiglio. Se smetto di rincorrere qualcosa che non esiste finirò per amare la realtà…”

 

 

 

 

 

 

 

Sussurrate…non lasciate che le farfalle si alzino in volo…

 

 

 

 

Chi vuole giocare a palla con il silenzio?

 

 

 

 

portata via…

dagli gnomi del giardino

 

soffiata via…

come un soffione, al vento

 

mangiata…

come un cioccolatino, con un ciuffo di panna

 

bruciata…

come un ceppo nel camino, durante una cena guardando la nebbia

 

fatta marcire…

come quelle fragole che compri perché sono belle e nessuno le mangia

 

fatta appassire…

come quelle rose che secchi per conservarle

 

gridata..

come una lite disperata

 

cantata…

come una canzone che ci ricorda qualcosa

 

messa in valigia…

come l’unico ricordo che accatti per rigarti di lacrime

 

sussurrata..

come una ninna nanna a un bambino che sta morendo

 

ricordata improvvisamente…

come una parola cercata per ore

 

letta…

come una lettera ritrovata dopo anni

 

mi chiedo perché non mi è concesso di vivere queste cose al passivo.

 

 

 

 

 

  
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