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Autore: ClaudiaSwan    04/11/2010    15 recensioni
La vita matrimoniale non è cosa semplice.Si cresce,si cambia,
o semplicemente non ci si riconosce più.Famiglia,carriera,tempo che passa sono una dura prova per tutte le coppie.Riusciranno Robert e Alessia ad affrontare tutto questo? pare di no.Lui sempre lontano,lei troppo sola pare che l'amore non basti più.Riusciranno a ritrovarsi e a tenere unita la famiglia?E Kellan a trovare l'amore?E Jack a riconquistare Ashley?Beckie e Luke riusciranno a tornare quelli che erano? Di dieci anni più vecchi, tornano i protagonisti di "Photos,love,vips and Kisses. when a photo change your life" in una cornice del tutto nuova in cui protagonista non è più "l'innamoramento", ma la vita insieme, vera avventura e banco di prova di ogni sentimento.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ashley Greene, Jackson Rathbone, Kellan Lutz, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ubi tu Gaius, ibi ego Gaia'
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L'incubo

 


- Mamma sembri una principessa-
- Davvero tesoro?-
- Si -
Rimbocco ancora le coperte sotto il mento della mia bambina e passo una mano sulla sua fronte. La febbre sembra essere scesa un po’ per fortuna.
- Mamma quando sarò grande potrò venire anche io alle feste con te e papà?-
- Certo tesoro mio -
- E potrò mettere anche io questi vestiti lunghi?-
- Sono più scomodi di quello che sembra, amore -
- Però sono belli-
- Si, amore. Hai ragione-
Gli occhioni resi un po’ liquidi dalla febbre mi guardano come se avessero appena visto la regina delle fate. So già che domani mattina la vedrò girare per casa con il mio vestito sopra il pigiama, i piedini nelle mie scarpe troppo grandi e la coroncina di plastica in testa.
È sempre così ogni volta che devo partecipare ad una serata con Rob. E forse è questa l’unica ragione reale che mi ha fatta vestire e preparare stasera.
Sarei rimasta volentieri a casa con i miei bambini a guardare cartoni animati sul divano stasera, ma la mia assenza sarebbe un danno per l’immagine di mio marito. Presentarsi senza consorte a un evento di gala è quasi sempre sinonimo di crisi. E se ciò lede l’immagine di Robert, lede ancora di più la mia tranquillità casalinga e quella dei bambini. Con la casa nuova, il lavoro e i ragazzi non ho tempo da sprecare per escogitare piani antipaparazzo. Quindi meglio stringere i denti, armarsi di cellulare e arruolare Lysa come babysitter. È il male minore.
- Amore, sarebbe ora di andare - mi chiama Robert appoggiato allo stipite della porta, perfetto nel suo completo nero e l’eterna aria da ragazzino.
- Papà…- lo chiama Arianne tendendo le braccia per farsi coccolare un po’. Impossibile resisterle. Me la mangerei di baci quando fa così. E a quanto pare non sono l’unica.
- Dimmi tesoro- dice Robert stritolando la piccola in un abbraccio
- E’ vero che la mamma è bellissima stasera?-
- Sai perché è bellissima?-
- Perché?-
- Perché la mamma è in realtà un elfo di Valinor-
- Davvero?-
- Certo!-
- Ma la mamma non sta andando ai Porti grigi, vero?-
- No, amore. Stiamo solo andando ad un ricevimento di nani-
- Gli elfi odiano i nani- osserva acuta la mia bambina.
- Infatti la mamma odia i ricevimenti- commento piatta alzandomi dal letto e guadagnandomi un’occhiataccia da Robert che ancora restava seduto.
- Ma la mamma deve venirci lo stesso, altrimenti monta su un pasticcio e ci ritroveremmo con gli orchetti, Sauron e Saruman tutti insieme a bussare alla nostra porta-
- Io ho paura degli orchetti-
- Ecco perché mamma deve venire con me. Così non verranno loro da noi-
- Voi siete pazzi, lo sapete vero?-
Affacciata alla porta della cameretta, Lysa ci squadra con occhio clinico giungendo certamente alla conclusione che siamo dei genitori atipici. E non è che ha proprio tutti i torti.
La fase delle favole classiche ha avuto vita corta per i miei figli. Per tutti e due.
Conoscono a memoria tutte le storie tipiche dei bambini della loro età ma non smetto mai di vantarmi dell’aver dato loro una marcia in più con Tolkien. Il dio indiscusso del fantasy o lo si ama o lo si odia. Non c’è niente da fare e dipende quasi sempre dal modo in cui te lo presentano. Siccome l’età per credere in elfi, nani, stregoni e magie è proprio questa, perché non indottrinarli da subito alla lettura del profeta? Non ho mancato alla mia promessa, quindi, quando dicevo che ai miei bambini avrei letto Tolkien e Terry Brooks fin da bambini. Certo, non mi aspetto che capiscano le sottigliezze delle morali che si possono trarre da questi autori, ma per ora a loro interessa sapere solo che esiste il bene e il male, che si lotta per il bene e che i cattivi fuori possono essere davvero cattivi. Quando saranno più grandi, se vorranno rileggersi quelle pagine, saranno in grado di capire ogni cosa.
- Signorina, vuoi che ti ricordi di quando ti facevi leggere “Lo Hobbit” almeno una volta all’anno dalla sottoscritta?-
- Come no! Quando le bambine dalla mia età dicevano che sognavano il principe azzurro sul cavallo bianco mentre io rispondevo che aspettavo nani e stregoni, era sempre un piacere spiegare loro che ero un hobbit e non una principessa. Non riuscivo mai a spiegare loro cosa c’era di tanto bello nell’avere dei piedoni pelosi al posto di tulle e coroncine. Un trauma infantile su tutta la linea-
Veramente l’aria della principessa Lysa l’ha persa all’età di cinque anni e non assieme a Lo Hobbit ma già ai tempi di “Cuore d’inchiostro”. Si è trasformata in un maschiaccio in tutto e per tutto, convinta di essere l’erede di Dita di Polvere. Si era fatta regalare anche un furetto che aveva chiamato Gwin in onore della donnola dello sputafuoco. Non se ne separava mai. Per un certo periodo ha anche voluto portare i capelli cortissimi, ma si sa che il tempo del batticuore risveglia sempre la femminilità sopita, ovunque e in chiunque essa si trovi così si è fatta di nuovo cresce i capelli e ora è una splendida signorina dai lunghi capelli castani riflessati naturalmente di rosso che ancora non crede nelle principesse ma che almeno è fortemente convinta che la cosa più eccitante che possa capitarle nella vita sia incontrare un vampiro.
Do un ultimo bacio alla mia bambina ed esco dalla stanza assieme alla mia figlioccia, cosicché anche Robert possa salutarla tranquillamente. Quei due sempre a bisbigliarsi segreti!
- Allora, tesoro… ha preso l’antibiotico alle nove questa mattina e dovrebbe prenderne ancora sempre alle nove. Se vuole scendere a vedersi un cartone assicurati che sia coperta e che non cammini scalza. Magari preparale una tazza di latte caldo con il miele prima di andare a dormire. Se hai bisogno di qualsiasi cosa ho…-
- … il telefono acceso. Zia le so queste cose-
So che le sa. Ha fatto da babysitter ai miei bambini innumerevoli volte ma credo che debba essere un difetto congenito di noi mamme quello di raccomandarci sempre anche per le cose più ovvie.
- Piuttosto… parlando di cose serie…- continua guardandomi di sottecchi. - Il mio pagamento…-
- Pagamento a fine serata, signorina. Come tutte le volte -
- Sappiamo tutte e due che non lascerò i pargoli a casa da soli a scannarsi tra di loro zia. Senza contare che una serata a base di cartoni animati quando avrei potuto uscire con Lucan Thorne… -
- Lysa tu non stai uscendo con Lucan Thorne- le faccio notare distratta controllando per l’ennesima volta il contenuto della mia pochette.
- No, ma avrei potuto uscirci. Lui e gli altri si trovano come sempre davanti allo Zonk e diciamo che io avrei potuto passare casualmente di lì e…-
- … far cadere del tutto casualmente il tuo libro davanti ai suoi piedi…-
- … così lui si sarebbe chinato a raccoglierlo e i nostri sguardi si sarebbero incontrati…-
- … in un momento magico che avrebbe fatto sbocciare l’amore eterno -
- Esattamente! Quindi vedi quanto mi costa stare qui, zia?-
Mette su una faccia alla gatto con gli stivali di Shrek, manco stesse rinunciando a chissà quale ballo al castello… no, diciamo più un rave party nel suo caso.
- Mamma dalle quelle foto e basta! Sto guardando un film, io!- sbotta la voce di Matt pigiando contemporaneamente il tastino del volume del telecomando facendo vibrare non poco le casse del dolby.
- Matt abbassa - lo ammonisco senza troppa severità consapevole del fatto che sia una mossa studiata a tavolino dai due.
Lysa, già vittoriosa, fa i pollici alzati a Matt in ringraziamento credendo che io non li abbia visti e mi segue in cucina dove tiro fuori dalla borsa una busta gialla. Dentro, tutti gli scatti del nuovo photoshoot del suo cantante preferito, tale Kristian Andersen, autografati uno per uno, con tanto di una copia della copia demo di alcuni pezzi da proporre al suo discografico. Il fatto che lui abbia solo diciassette anni e io gli abbia accidentalmente detto che Lysa ne ha quindici e che io abbia lasciato in bella mostra una sua foto nello studio ha aiutato parecchio.
- Zia ti adoroooooo!!!!!!!- grida saltandomi al collo e liberandomi in fretta per tirare fuori il suo portatile per ascoltare subito la demo.
- Non è Lucan…-
- Beh, nessuno è Lucan! Lucan è terreno… Kristian è…-
- Sai, mi spiace per il tuo non incontro di stasera -
- Oh, troverò un modo per farmi notare lunedì a scuola - liquida il mio dispiacere con una veloce mossetta della mano, facendomi intendere che un sabato sera con una demo inedita è molto meglio dello spionaggio spudorato.
- Possiamo andare?- dice la voce di Rob dalla sala, già chino sul divano a salutare Matt.
- Zia, qua è tutto sotto controllo!- mi rassicura Lysa cacciandosi sulla testa un paio di cuffie per non disturbare Matt e regalandomi un sorriso.
Le lascio un bacio sui capelli castani e prima di andare le allungo un’altra busta. Saluto Matt e gli raccomando come sempre di fare il bravo, non mangiare troppo gelato e di non andare a letto troppo tardi anche se è sabato e l’indomani non c’è scuola.
Attendo che Robert saluti anche Lysa e le faccia anche lui le sue solite raccomandazioni.
Tempo di chiudere la porta e scendere un paio di scale che un ahhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!! immenso seguito da un grazie zia!!!!!! mi raggiungono.
- Che le hai portato stavolta?- mi chiede Rob con in mano il cellulare, pronto a dire alla nostra macchina che stiamo scendendo.
- Niente di che…- ghigno senza farmi vedere.
Rob non approverebbe se gli dicessi che dentro quella busta c’erano una trentina di scatti rubati all’amore segreto di Lysa, fatti l’ultima volta che ero passata a prenderla a scuola. Direbbe che alimento la sua illusione. Io so soltanto che guardare una foto della persona che si ama, che ci ricambi oppure no, è un modo come un altro per averla più vicino a noi.
 
Il Cipriani come al solito impazza di fotografi ma per fortuna il red carpet della serata di beneficenza organizzata per raccogliere fondi per la ricerca non è il solito corridoio infinito di macchine fotografiche pronte a rubarti anche l’anima.
Scendiamo dalla macchina accolti da una miriade di flash impazziti e dal primo freddo novembrino del tutto inignorabile che subito mi ghiaccia senza lasciarmi nemmeno la possibilità di illudermi che la temperatura non sia poi così bassa.
Detesto queste feste.
Detesto dovermi mettere tutta in ghingheri ed esibire vestiti costosissimi che casualmente prevedono sempre la schiena nuda senza possibilità di metterci sopra nemmeno una stola.
Detesto dover sorridere, sorridere e sorridere ancora anche quando non ne ho voglia.
Il silenzio forzato in cui mi sono chiusa quando sono salita in macchina è stato una dura prova per i miei nervi già poco saldi in queste occasioni. Ho passato tutto il pomeriggio a litigare con Robert e dover far finta che vada tutto alla grande, che siamo ancora la coppia perfetta che si tiene per mano e si guarda lanciandosi cuoricini con gli occhi è davvero difficile stasera.
Riesco ad accennare un debole sorriso nel momento in cui si sfila la giacca per posarmela galantemente sulle spalle, una scena che domani sarà sicuramente sulla prima pagina dei rotocalchi più affamati di pettegolezzi.
Una volta queste feste mi piacevano.
Una volta erano un’occasione stupenda per poter vivere la favola che tutte le ragazze sognano: un ballo di gala e il principe azzurro. Luci colorate sui marmi costosi di grandi alberghi, cibi prelibati da ogni parte del mondo, gente elegantissima a completare il quadro di una serata perfetta. Il sogno di qualsiasi ragazzina.  
Una volta era stupendo pensare che lo stesso tappeto rosso che sto calpestando era il suo modo per dimostrarmi che non aveva paura di far vedere al mondo che gli appartenevo, e il modo in cui mi circondava le spalle con il suo braccio e mi incoraggiava quando qualche sua fan chiedeva un autografo anche a me era quanto di più protettivo potesse esistere. Mi faceva sentire amata. Preziosa. Mi faceva sentire perfetta e bellissima.
Ora camminare con lui su questo tappeto non ha quasi più niente delle emozioni che provavo da ragazza. Questo tappeto mi sembra soltanto un palcoscenico. Un palco su cui devo camminare per far sì che la sua immagine brilli senza la benché minima ombra ad attentare alla sua luce. Una sfilata ipocrita per dimostrare a chi non so che coppia perfetta è la nostra. Sposati da undici anni, insieme da sedici, due figli, due brillanti carriere, una casa nuova… quella che in Italia verrebbe definita con ironia “la famiglia del mulino” rievocando l’immagine pubblicitaria dell’allegra famiglia felice che non ha alcun problema al mondo se non quello di preoccuparsi di mangiare biscotti. La sua immagine ha bisogno anche di questo.
È il suo lavoro.
Me lo sono ripetuta io. Me lo ha ripetuto Kellan. Anche Beckie, Luke e Maicol… Sua sorella Lizzie, Vic… Forse solo sua madre ogni tanto si mette nei miei panni e gli da una tirata d’orecchie che però serve a poco.
È il suo lavoro.
A volte mi sento un’ingrata. Obbiettivamente parlando, siamo la famiglia del mulino, almeno… il suo prototipo. Davvero la nostra vita è perfetta, ma… non lo so, a volte mi viene da pensare che lui non se ne accorga. Quando lo vedo così radioso e sorridente alle prime, alle interviste… sembra quasi che fugga da noi. Come se stare più tempo del necessario con la sua famiglia lo rendesse insofferente. È come se vivesse due vite: una con noi e una senza di noi.
Lo osservo parlare al nostro tavolo con alcuni altri attori famosi, con produttori e sceneggiatori, brillante e divertente come al solito e mi viene da chiedermi se sia questo anche il mio di posto. Lui è perfetto ma io? Come posso trovarmi a mio agio io in queste situazioni? A parte lui, cos’ho da condividere con queste persone? La mia agenda giornaliera incasinata? Le lezioni di danza di Arianne e gli allenamenti di Matt?
Sorrido, annuisco, parlo di cose futili solo quando vengo interpellata. Molte persone già le conosco, è sempre il solito giro di ricconi snob a queste feste. Prendo calici di champagne dai lunghi steli delicati e bevo a piccoli sorsi brindando a cose di cui non mi importa realmente perché quasi sempre si finisce per parlare di affari da milioni di dollari che con tutto hanno a che fare meno che con la beneficenza. Se sono fortunata riesco a stare con Robert dieci minuti di seguito, magari quando mi rapisce per una canzone o due rendendosi conto che forse mi sta trascurando un po’ troppo.
Come adesso, ad esempio.
Finita la cena, la maggior parte degli invitati passeggia per la sala sfarzosa, bevendo spumante, servendosi qualche fetta di dolce dai buffet decorati alla perfezione in più punti della sala, e chiacchierando di affari.
Robert sta parlando con l’ennesimo sceneggiatore che gli starà sicuramente proponendo una parte “pensata apposta per lui” e io sto scegliendo quali tra i dolci grondanti crema chantilly e ricoperti di panna sia il più adatto per mascherare quello che è a tutti gli effetti un tentativo di suicidio calorico.
- Bene, bene, bene. Stai mirando a dare una sferzata di realismo all’immagine del nostro caro Robert?-
La voce strascicata e irritante di Jake mi arriva dritta alle spalle, risvegliando nervi che avevo messo a dormire con molta fatica e notevoli dosi di alcolici. Prendendomi tutta la calma di questo mondo mi volto a guardarlo, sorpresa di come a volte madre natura sappia essere una vera e propria artista. Si, perché è incredibile come quest’uomo sia fuori esattamente com’è dentro. Un involucro prefetto, come le sue maniere affettate, e una sostanza prettamente cinica e altezzosa, svelata dal suo sguardo freddo e dalla curvatura altera della bocca carnosa e perfettamente disegnata. Alto, altetico, occhi azzurri e capelli biondissimi perfettamente in ordine in un taglio studiato apposta per lui da chissà quale genio dell’hair style. Probabilmente dal parrucchiere del diavolo in persona.
- Qualcosa mi dice che punti a fare della facile ironia sul fatto che io mi stia servendo un dolce. Cambia registro, Meed, inizi a diventare prevedibile- gli rispondo altrettanto strascicata e ironica optando per una torta ai frutti rossi su uno strato di panna, crema pasticciera e perfetta pasta frolla che solo a guardarla sembra uscita dal libro di cucina del mago dei pasticceri. Alla faccia di Meed e del suo preoccuparsi della mia linea per i suoi affari.
- Sempre simpatica e gentile, Alessia. Te l’ha mai detto nessuno che sei il connubio perfetto tra bellezza e fastidio?-
- Si, almeno tante volte quante sono quelle in cui io ti dico che sei soltanto un opportunista viscido e venale-
- Quanti complimenti tutti in una volta, mia cara. Ancora un po’ e mi ritroverò ad avvampare d’imbarazzo come una vergine davanti ad una proposta indecente-
- Permettimi il francesismo, Meed, ma tu sei tutt’altro che una timida vergine. Sei piuttosto la puttanella vogliosa del jet set. Ti prometti a tutti ma ti dai solo al miglior offerente-
- Semmai lo prometto a tutti e lo do solo al migliore offerente-
- Sto cercando di capire se stai parlando di mio marito o di qualcosa che riguarda più da vicino la tua sfera personale, Meed. Nel secondo caso non mi stupiresti molto. Dopotutto daresti soltanto prova di essere davvero il più ignobile degli arrivisti-
- Potrebbe sorprenderti la convinzione della mia eterosessualità, tesoro. Fossi in te non la metterei in discussione, potrei sempre essere tentato di dartene una prova incontrovertibile -
- Stai superando il limite, Meed -
- Non mi pare di essermene mai posto uno con te -
- La decenza e la correttezza dovrebbero essere dei principi generali di bene accetta buona condotta civile -
- Quando mi troverò a combattere con te in un duello in cui saremo ad armi pari allora forse ne prenderò atto, ma fino a quando tu avrai degli insulsi marmocchi dalla tua parte e un paio di cosce arrapanti mentre io ho da offrire solo della volgare popolarità, credo che decenza e correttezza non possano avere quartiere nelle nostre amichevoli conversazioni-
No, non c’è posto nemmeno per un po’ di garbo nelle nostre conversazioni. Non c’è mai stato e non ci sarà mai.
È il manager di Robert da anni, persino da prima che arrivassi io nella sua vita e dalla prima stretta di mano ci siamo giurati guerra. E in effetti guerra è stata ed è ancora. Nessuno di noi due ha mai fatto mistero di odiare l’altro in nessuna occasione. L’unica cosa che abbiamo in comune è forse proprio questa totale assenza di ipocrisia anche solo formale. Abbiamo passato gli ultimi sedici anni invischiati in quella che alcune volte mi piace definire una relazione a tre. Io, lui e l’altro. In cui l’altro, giustamente, recita il perfetto ruolo dell’amante che riesce a far fare a mio marito tutto ciò che vuole mentre io, ai suoi occhi, non sono nulla più che la povera moglie vilipesa troppo buona e troppo comprensiva per avere il coraggio di non farsi mettere i piedi in testa da un marito con una concezione troppo arcaica dell’istituto familiare.
Per me e Beckie, Jacob Meed è il demone. O l’incubo. A seconda del riferimento letterario artistico cui ci sentiamo più vicine.
Si, perché Jacob Meed, esattamente come un demone, è un essere lascivo, ignobile e assolutamente ignorante in tema di scrupoli. Esattamente come un demone nutre le sue vittime di false promesse, accaparrandosi vantaggi venali o ludici per accrescere il proprio ego e la propria malignità.
Ed è al tempo stesso un incubo in più di un senso. La versione più dotta del suo pseudonimo deriva dal quadro di Füssli in quanto, nella nostra personale rivisitazione, Robert sarebbe la povera fanciulla addormentata importunata dagli incubi, del tutto in balia di questi sogni senza possibilità di risveglio poiché la malignità dell’incubo ha la meglio sulla sua volontà. Al che mi porta a pensare a mio marito come uno dei pusillanimi danteschi, ma su ciò preferisco sempre non soffermarmi troppo.
L’accezione pratica di incubo con riguardo a mister Meed è il senso comune del termine. È un incubo. Ogni volta che chiama è un incubo. Ogni volta che ci parlo è un incubo. La mia è una lotta perenne contro gli incubi quando si tratta di lui perché, nemmeno a dirlo, gli incubi che più temo, eccetto quelli che riguardano i miei figli, nascono a proposito di mio marito.
L’incubo del tradimento, in agguato e pronto a saltar fuori dal suo nascondiglio ogniqualvolta mi tocca fare i conti con le attrici giovani e splendide che dovranno gironzolargli attorno.
L’incubo della lontananza, in cui vedo scene tragiche di disastri aerei.
L’incubo della non mancanza, quella che potrebbe provare lui troppo abituato a stare lontano da me per periodi più o meno lunghi.
L’incubo dell’abbandono.
L’incubo della non importanza.
Jacob Meed è la summa maxima di tutti i miei incubi peggiori su Robert.
Lo sa. E ci gode maledettamente ad essere il mio personale uomo nero.
- La tua volgarità mi intenerisce, Meed. Sul serio - commento piatta gustando il mio dolce e osservando mio marito avvicinarsi, scostando educatamente la folla non risparmiando sorrisi e frasi cortesi.
- Che suorina. Pensavo che la mia volgarità fosse solo in grado di accenderti-
- Si, in effetti mi accende, Meed. Accende un profondo e incontrollato disgusto-
- Meglio il disgusto dell’indifferenza- conclude scolandosi il suo flute in quella che suppongo volesse essere un’uscita in saggezza.
È in pieno stile Meed quello di provarci con ogni bella donna che si trovi a meno di dieci metri da lui. Deve essere un gene tanto invadente quanto inopportuno, talmente incontrollabile da non poter esser tenuto a bada nemmeno con la sottoscritta, l’oggetto del suo odio più feroce. Lui è nato per flirtare spudoratamente. Non so mai se lo faccia più per abitudine e genetica o per vero divertimento. Nel mio caso, tendo a propendere per la seconda ipotesi dato che, da sempre, irritarmi a morte è uno dei suoi passatempi preferiti.
- Io preferirei essere oggetto di indifferenza più che di disgusto-
- Vedi, mia cara, è questa la differenza tra me e te, quello che farà di me sempre un vincente alla fine dei conti in questa “guerra” tra di noi. Non mi importa quanto sia grande il tuo disgusto per la mia persona perché io ottengo sempre quello che voglio. E tu? Tu con la tua indifferenza ottieni solo di stare a casa a occuparti di togliere il moccio al naso ai due piccoli mostriciattoli che gli hai sfornato. Se loro e il tuo talamo quasi virginale non sono abbastanza per tenere a casa tuo marito fatti una domanda e datti una risposta-
- Robert ama i suoi figli e di quanto sia virginale il mio talamo non è affar tuo! Mio marito non si è mai lamentato!-
- Certo, certo. La prode Alessia Chianti è troppo in alto per abbassarsi al clichè della donna sola che tradisce per alleviare il peso della sua solitudine. Sono abbastanza convinto di sapere perché il tuo caro Robert dice sempre si alle mie proposte e mai alle tue -
Un’occhiata in tralice carica di malizia mi da l’esatta portata della sua supposizione sull’esiguità delle mie capacità amatoriali.
- Ah, ah ah. Mi sa che hai capito male-
- A me sa di no. Guarda-
Sto per controbattere un’altra volta quando Robert finalmente riesce ad arrivare a noi, lasciandomi un bacio veloce  sulle labbra e soffiandomi il flute ancora mezzo pieno di liquido dorato e frizzantino. Con il suo sorriso sghembo, marchio di fabbrica che lo contraddistingue più dei suoi capelli orgasmici, e uno sguardo furbo da infarto, coglie con la delicatezza tipica delle sue dita lunghe e affusolate da pianista la fragola rossa posta a decorazione del mio bicchiere e le da un morso, tutto meno che casto nel suo modo di muovere le labbra.
- Deliziosa- mormora guardando me con occhi di brace, indice del fatto che forse, oltre al suo normale livello di testosterone, a circolargli nel sangue è anche una dose considerevole di alcol.
Allunga la mano con quel che resta del frutto verso la mia bocca stringendomi a sé possessivo e malizioso anche se evidentemente ironico. Da sempre timida in effusioni così intime davanti ad estranei, prendo la fragola con le mani senza permettergli di imboccarmi, e con un rapido gesto che non ha nulla di provocante stacco le foglioline verdi dalla corona del frutto e lo mangio senza tante cerimonie. Jake davanti a me mima con le labbra la parola vergine, prendendo al contempo la sua di fragola e addentandola in un modo che non ha nulla a che fare con l’indifferenza con cui si dovrebbe mangiare della frutta in contesti pubblici.
- Di che stavate parlando?- ci chiede Rob abbracciandomi da dietro e cullandomi leggero, il mento incuneato nell’incavo della mia spalla.
- Di niente- mi affretto a dire io.
- Di vergini- esordisce l’altro.
Quando si dice che gli sguardi possono uccidere spero ci si riferisca a una dei quelle leggende metropolitane che hanno almeno un fondo di verità, perché in questo momento io realmente vorrei uccidere questo demone biondo dalle fattezze ingannevoli di un angelo. Nel modo più doloroso possibile. Per amor di esattezza vorrei che il mio potere mentale facesse sì che dagli occhi mi uscissero mani di vapore, come nei film horror, che casualmente accarezzassero il suo collo in modo molto, molto, molto possessivo. Diciamo avvolgendolo con forza lasciandolo spirare e soffrire lentamente.
- Che?-
- Niente, Rob. Stavamo parlando del tuo lavoro- continua placido guardandomi come a dire “per questa volta te la lascio passare”.
- Niente di nuovo quindi-
- Infatti stavo giusto illustrando alla tua dolce metà la proposta di Petersen. Sai… ti vuole nel nuovo film che ha proposto alla Summit. Non sarebbe un ruolo principale ma… potrebbe essere interessante. Gli ho detto che ci penserai e ti ho fissato un colloquio per lunedì pomeriggio-
- Perfetto, si direi che lunedì si può fare-
- sarebbe una cosa grandiosa, Rob. Conoscendo Petersen o sarà un colossal o rimarrà a marcire nel suo archivio. Dovrai stare via un po’ per girarlo ma ne varrà la pena-
- Non è un problema, Jake. Petersen è Petersen -
- Batti il ferro finchè è caldo -
Mi chiedo solo quand’è che questo ferro finirà di temprarsi. Non riesco a non irrigidirmi nelle braccia di mio marito che fa cozzare il suo bicchiere con quello del demone e insieme brindano soddisfatti ai loro successi.
Jake è il primo a posare il calice vuoto sul vassoio di un cameriere che passava di lì e con uno sguardo acceso di divertimento mima ancora con le labbra: ho vinto io.
Piena fino all’orlo di una rabbia cieca e furente, impossibile da trattenere senza rischiare di avverare la terribile tentazione di cancellare a suon di calci nelle gengive quel sorriso di scherno, mi divincolo dalla stretta di Robert e mi faccio spazio a spintoni tra la gente, conquistando l’aria fredda della notte ormai inoltrata su un terrazzo che la bassa temperatura ha aiutato a mantenere deserto.
Respiro a fatica, le mani mi tremano dalla rabbia e dalla voglia di fare a pezzi qualcosa. Sono quasi tentate di fare a pezzi il vestito ma arrivano prima a tuffarsi nei capelli e strappare una per una le forcine dell’acconciatura che li tenevano costretti in un nodo elaborato.
- Si può sapere che ti è preso?-
Strappo l’ultima forcina e stringo le mani sulla pochette dorata per evitare di impegnarle in qualche altro disastro. Ad esempio prendere a pugni mio marito.
- Mi è preso che sei un fantoccio, ecco che mi è preso-
Sputo quelle parole con rabbia, quasi ansimo per via dell’aria troppo fredda che mi trapassa la gola come una lama.
- Succede che qualsiasi cosa lui dica tu sei sempre pronto a fare la valigia e partire, ecco che mi è preso. Succede che mi avevi promesso che saresti tornato per cena ieri sera e invece sei tornato a casa stamattina con la camicia che puzzava di fumo e di gin tonic. Succede che ho dovuto fare i salti mortali per andare a prendere Matt a scuola mentre tua figlia era a casa con la febbre alta e tu dormivi perché eri troppo stanco dalla sbronza della sera prima, ecco che mi è preso! Mi è preso che stasera te ne sei stato tutto il tempo a fare il perfetto gentil’uomo con tutti tranne che con me. Che mi hai lasciata da sola e non appena ti sei avvicinato è stato solo per mostrarti entusiasta di partire di nuovo, ecco che mi è preso! Succede che avrei potuto stare a casa coi bambini invece di partecipare a questa assurda farsa, ecco che mi è preso! Per venire a fare cosa? A farmi scattare una foto con te che da cavaliere ti togli la giacca per darla a me? Che cosa ci sono venuta a fare io qua, dimmelo!-
Ho alzato la voce. E per amor di privacy e con solo una piccola parte della mia mente che ancora riesce a pensare lucidamente riesco a registrare che sia un bene che le porte finestre che danno sulla sala siano chiuse e che il frastuono della musica copra il nostro litigio.
Dal canto suo, Robert è rimasto immobile. Le mani affondate nelle tasche del pantalone, il nodo della cravatta lento, i primi due bottoni della camicia aperti. Immobile.
- Hai finito?- dice piatto tenendosi a distanza e sempre con le mani affondate nel pantalone. - No, perché se hai finito posso dirti che la nostra casa nuova mi è costata il cachè del mio ultimo film. Che tutte le spese notarili e di burocrazia varia si sono prese un’altra bella fetta di conto. Senza contare che è ancora tutta da arredare e che la scuola dei ragazzi non è che abbia una retta proprio economica-
- Sei un fottutissimo attore, Robert. Non farmene una questione di soldi!- grido ancora contro la calma innaturale della sua voce.
- L’hai detto. Sono un fottutissimo attore, Ale. Hai sposato un fottutissimo attore. Ero già un fottutissimo attore quando mi hai conosciuto. È questo quello che faccio, smettila di prendertela con Jake. La nostra nuova casa, la scuola dei ragazzi, l’appartamento a Los Angeles vengono tutti dal mio fottutissimo lavoro-
- Soldi che potresti guadagnarti anche accettando le proposte di Kellan, per esempio. Hai proposte di teatro che fioccano da tutte le parti, Robert! Hai persino offerte nella discografia! Non credere che non sappia dell’offerta che ti hanno fatto per comporre la colonna sonora del film che hai fatto poco fa, non credere che non lo sappia!-
- Ah perché vuoi mettere quindici milioni di dollari contro qualche migliaia?! Dimmi Ale, pensi davvero che possano essere messi a confronto?-
- Quelli delle case discografiche non sarebbero solo migliaia e lo sai benissimo. E poi anche io lavoro, e con una mensilità sola ci pago l’intera retta di uno dei ragazzi con avanzo, non te lo dimenticare. Io lavoro quanto te, anzi! Più di te. Io lavoro, cresco i nostri figli e faccio in modo che tu possa avere un tetto dignitoso sopra la testa che possa chiamare casa quelle poche volte che torni!-
- Oh, certo! Torna sulla scusa che non sono mai a casa, che non ti aiuto con i ragazzi, rigira la solita solfa, Ale!-
- Ovvio che la rigiro, perché a quanto pare tu continui a non capire!-
- Io continuo a non capire? Io? Ale io faccio tutto questo per noi, per te e per i ragazzi. Hai sempre saputo che sarebbe stato così e ti è sempre stato bene!-
- Bene, mi è stato bene una volta quindi fine della storia, giusto? Dato il consenso una volta, dato a vita!-
Nemmeno il tempo di finire la frase che si materializza di fronte a me e violento mi afferra le braccia scrollandomi con forza. Gli occhi blu oltremare accesi dalla rabbia e da che altro non saprei dire.
- Quale altra storia vuoi? Quale altra storia vuoi? Che vuoi Ale? Perché sono stanco di cercare d’indovinarlo. Volevi una casa più grande? Ok, ce l’abbiamo. Vuoi avere un altro figlio? Facciamolo! Vuoi che lasci il mio lavoro, vuoi che non lo lasci? Che vuoi? Io so cosa voglio perché lo sto stringendo tra le mie mani adesso. E tu? Tu lo sai quello che vuoi? Perché è meglio che tu me lo dica ora se non sono io-
È serissimo. Tanto serio quanto prepotente è la stretta delle sue mani sulle mie braccia, tanto calda da farmi percepire tutto il freddo che prima non mi infastidiva.
- Se no? Te ne vai? Perfetto non c’è differenza, tanto non ci sei mai!- lo provoco ancora, bisognosa di sfogare tutto il rancore che ho dentro e non lasciarne nemmeno una goccia.
- Bene! Allora dimmi, vuoi che non vada? Vuoi che rinunci al lavoro con Petersen?-
- Io voglio che tu rinunci se vuoi rinunciare non che ti ci senta costretto-
- Ahhh! Che rompicoglioni!- sbraita lasciandomi andare di colpo. Il freddo là dove prima c’erano le sue mani è pungente.
- Sarò anche una rompicoglioni, Robert. Ma non mi sembra di chiedere troppo se ogni tanto dici di no a Jake come ti sei abituato a fare con noi -
- In gioia e dolore, in ricchezza e povertà, in salute e in malattia, l’hai dimenticato Ale?-
- Guarda un po’ io ci sono sempre in tutti e sei i casi e tu? -
- Adesso mi ritorci le parole contro?-
- Metto solo in evidenza quanto tu sia cambiato. Una volta non vedevi l’ora di stare a casa con noi e ora a mala pena conti quanti giorni di assenza devi risarcire ai tuoi figli. Ti piace tornare a casa e trovare normalità, dici? Una moglie che ti scalda il letto e dei bambini che ti trotterellano intorno, questa è la tua normalità, perché quando torni a casa tu è tutto perfetto! Tu non devi stare ad ascoltare i loro problemi di tutti i giorni, non devi preoccuparti che vadano bene a scuola, non devi preoccuparti di litigare con gli insegnanti…Quella che per te è la normalità per me sono solo attimi di riposo in cui forse posso pensare anche un po’ a me stessa perché i ragazzi stanno con te. Per me nella tua normalità non c’è niente di normale. E mi spaventa pensare che tu sia diventato così dopo soli dieci anni di matrimonio, pensa a cosa diventerai nel resto della vita!-
Non risponde più. Sta di nuovo in silenzio quasi immobile, non fosse per la mano che sale a intervalli regolari a spostarsi i capelli dalla fronte in un gesto stizzito.
Mi volta le spalle e il suo respiro è grosso quanto il mio. Lo conosco. Dopo anni di litigi so quando depone le armi e smette di controbattere e non perché rinunci alle sue ragioni e le consegni a me. Solo perché è stanco. Perché è arrivato al punto di stare zitto per trattenere parole di cui poi si pentirebbe. Parole dettate solo dalla rabbia che esaspera un sentire più semplice.
Come me.
Senza dire una parola di più, lo oltrepasso e spingo una delle porte a vetro diretta all’uscita. Non mi faccio indicare un’uscita secondaria, non mi importa di chiamare lì la nostra macchina perché mi riporti a casa in gran segreto. Esco sul tappeto rosso ormai apparentemente deserto e allungo una mano per fermare un taxi.
Arrivo a casa in poco meno di venti minuti e, togliendomi le scarpe per non svegliare i bambini, mi intrufolo in camera loro. Senza nemmeno spogliarmi del vestito, mi sdraio nel letto con Arianne e inspiro forte l’odore della mia bambina. Tendo l’orecchio per sentire il respiro profondo di Matt e cerco di sincronizzare il mio ritmo sul suo, ritrovando una calma che non mi appartiene.
Eccola la mia normalità. Ecco quello che voglio. I miei figli e la loro felicità. Tutto ciò che voglio è in questa stanza troppo piccola, è nel silenzio spezzato dai loro respiri e nell’aria il profumo della loro innocenza. Ecco quello che voglio.
È tutto qui.
 
   
 

Ale e Rob

Lysa

Jacob Meed




CITAZIONI

Riferimento a Tolkien: gli elfi di Valinor che vanno ai porti grigi, dal Silmarillon; lo Hobbit ; Sauron e Saruman direttamente dal Signore degli anelli.
Cuore d’inchiostro è un libro di Cornelia Funke. Dita di polvere con la sua donnola Gwin sono due dei suoi personaggi principali.
Lucan Thorne è il protagonista maschile del primo libro di Lara Adrian Il bacio di mezzanotte. Un piccolo omaggio a un vampiro ultra-eccitante di cui ho prestato il volto e il nome all’amore segreto di Lysa.
Lo Zonk! è uno dei locali istituzione di Torino, nel cuore del quartiere che noi chiamiamo Quadrilatero. È un cocktail bar, rinomato per il suoi cocktail fantastici e per le sue famose gelatine.
Il Cipriani è un famoso ristorante di New York che ospita spesso eventi di gala.
L’incubo è il quadro che ha reso famoso Füssli, pittore romantico della seconda metà del 700.
I pusillanimi di Dante sono i dannati dell’anticamera dell’inferno. Per Dante la pusillanimità è la peggiore possibile condizione che può esistere. È il totale rifiuto della responsabilità, è l´apatia, è la non scelta morale di fare il bene ma neppure la scelta di fare il male. I pusillanimi si trovano in una situazione così tragica per cui non meritano (e neanche demeritano) nulla. È proprio il vuoto, il niente! Secondo Dante loro non possono essere dannati, beati o purificati. Infatti sono rifiutati non soltanto dal purgatorio, ma anche dall’inferno e dal paradiso.
Wolfgang Petersen è un regista sceneggiatore tedesco. Un film da lui diretto è ad es Troy.
L’ultima parte del litigio di Ale e Rob è ripresa in alcuni punti pari pari dal film “ps. I love you”. Si tratta della litigata iniziale di Gerry e Holly.
 

ANGOLO AUTRICE

Allora eccomi qui. Ci ho messo un’eternità, lo so. Esonero importante in vista e si… ammetto… un peccato di gola per alcuni libri che ho comprato e mi hanno portato via tempo per la scrittura. Cioè in realtà per questa scrittura. Nel frattempo è venuta fuori un’altra ff breve, un capitolo della dramione e l’inizio del terzo capitolo dell’Ultimo cavaliere. Red dresses resta sospesa fino a nuova ispirazione.
Per chi di voi sta rileggendo PLVK vi chiedo di non “spaventarvi” se alcuni capitoli li trovate diversi nell’aspetto. Li sto solo ri-betando e rivedendo la grafica per dargli l’aspetto più ordinato che merita una ff finita. Non ci sono cambiamenti nella storia, state tranquille :)
Piccolo avviso: conto di pubblicare con il prossimo capitolo il prologo dell’Ultimo cavaliere, sempre che riesca a scriverlo come si deve. Per ora vi lascio il videotrailer!
 

 
Ringrazio infinitamente chi ha messo la storia tra preferiti, seguite e da ricordare e chi è rimasto con me anche senza averlo fatto! Grazie!!!!!!!
 
 

 

RECENSIONI
 
leahgalanodel : grazie mille per i complimenti carissima! Sono contenta di ritrovarti anche qui. Allora… Kellan… Kellan ha un ruolo nella storia che ancora non ho veramente deciso. Ho due idee su di lui che sono una l’opposto dell’altra. Quello che posso dire è che le vicende personali dei personaggi secondari avranno molto più respiro in questo sequel :)
 
red apple : che posso dire Annamaria? Un grazie, mi sorge spontaneo :) grazie sia per questa recensione che per quella lasciata in PLVK. Entrambe mi hanno fatto sorridere parecchio.
Se te lo stai chiedendo, non sono rimasta poi così tanto sorpresa dal fatto che “non sei più una ragazzina”. Ho una madre che non fa altro che ripetermi che da grandi si hanno gli stessi sogni che si hanno da ragazzi e guardando lei non posso non credere che non sia vero :) più che altro mi lusinga sapere che tu abbia scelto proprio la mia storia. Avendo già un figlio grande e una famiglia e quindi una visione diretta e matura di quello che è la vita matrimoniale spero solo che non condannerai troppo duramente Ale e Rob genitori e sposi. Avendo solo l’esempio dei miei genitori sono certa che prima o poi cadrò in qualche comportamento estremo perché sto parlando di qualcosa che non vivo sulla mia pelle. Qualche problema c’è… tradimenti non ce ne sono stati, ma le cose non andranno proprio nel migliore dei modi. Se c’era qualcosa di cui ero convinta quando ho iniziato a scrivere questo sequel erano questi primi 3 capitoli, un capitolo centrale e la fine. Il resto andrà a libera ispirazione, quindi devo ancora decidere bene cosa li allontanerà o riavvicinerà. Spero cmq di non deluderti ;)
Crisi d’astinenza dici? *___* beh… wow!!!! Cioè… sapere che qualcuno è dipendente dai miei capitoli come io lo sono spesso e volentieri da quelli dei libri veri mi riempie d’orgoglio e di emozione!
Grazie ancora, Annamaria, e a presto!
 
 Jodie: Jodie ti ho aspettata, ci ho provato almeno. Ti prego di scusarmi ma ogni volta pubblicare mi porta via delle ore tra correzione del capitolo, impaginazione e risposta alle recensioni. In questo periodo sono sommersa dagli esoneri all’uni e il tempo che ritaglio quando non ne posso più di studiare lo impiego per fare tutto ciò che ho lasciato indietro, primo far tutti EFP.
Oggi ho approfittato della mattinata di libera! Ho apprezzato comunque tantissimo il tuo commento lasciato di fretta. Chissà perché ti immagino a digitare impazzita sulla tastiera tutta di corsa prima che qualcuno ti scopra seduta a un pc XD
Grazie :)
 
Sweetdreams: Ciao!!!! La quinta volta che rileggi??? Caspita!!! *___* cioè… a questo punto mi fai sentire in colpa per il troppo tempo che ci metto ad aggiornare!!!!
Sono contenta del fatto che appoggi la mia scelta riguardo al rapporto Rob-Ale versione sposi e genitori indaffarati! Spero non mi ammazzerai dunque per questo capitolo.
Felice anche del fatto che la nuova storia ti intrighi!
Pensavo di iniziare a pubblicarla con un prologo al prox aggiornamento di questa. Vedremo che riuscirò a fare. Dopo sabato, una settimana dopo ho un altro esame… vedrò.
 
vannywriter : bentornata!!!!!! Felice di vederti ancora qui ad appoggiare una storia che effettivamente poco ha a che fare con la precedente. Il non tutto rosa e fiori credo stia diventando tipico di me, anche se in ogni caso tutto qui resta di fondo rosa e fiori dato che nessuno di noi ha cmq la vita che hanno loro, ma che almeno nei problemi che vivono siano un po’ più terreni… :)
grazie ancora per i complimenti carissima!!!!
 
romina75:  tu e i tuoi paragoni atipici siete diventati a tutti gli effetti la cosa che aspetto con più ansia dopo la pubblicazione di un capitolo! sei fenomenale Romy! Ale come la dea Kalì è un’immagine che ancora non ero arrivata a concepire! XD
Non ti scusare per la prima recensione :) la storia deve ancora iniziare, in fin dei conti, e quello era solo il pov di Ale. Tutto deve ancora prendere davvero forma e mi rendo conto che sia difficile capire subito con precisione che tratto voglio dare ai miei personaggi. Per estremizzare il tutto però penso di poter affermare la visione che hai dato tu: Rob, eterno bambinone incosciente e spensierato e Ale superdonna con mille braccia e le responsabilità di una famiglia sulle spalle.
Come ho già detto a red apple sopra, spero che voi donne sposate e con figli, veramente coscienti di cosa voglia dire portare avanti una famiglia mi perdoniate se capitasse mai che io cada nel melenso o nell’esasperante. Per favore avvisatemi. E aiutatemi!!!!! Apprezzo sempre tantissimo i vostri punti di vista!
Ps. Ma che tato è il tuo bimbo??? È davvero cresciuto un sacco da quello che ho visto dalle nuove foto!!!!! Complimentissimi!
Un bacione Romy!
 
KatyCullen: :) grazie grazie grazie! Grazie per esserti affezionata subito alla storia e aver apprezzato il sequel fin dai primi due capitoli anche se ancora sono solo un breve tratto di quello che sarà la nuova storia! Quindi grazie anche per la fiducia!!!!
Purtroppo non posso dirti di jack e kellan… la verità è che ancora non ho idea di come evolvere la loro situazione con precisione, solo qualche idea buttata a caso qua e là. Certo è cche avranno molto più spazio del prequel!!! :)
Un bacio grande!
 
dindy80:  Dany *_* ti prego non ammazzarmi per questo finale sospeso. Come avevi previsto, non gliel’ho fatta passare liscia stavolta e sai bene che man mano che andrò avanti accadrà sempre di meno. Sai che se non sano catastrofica non sono io *___*
Beckie e Luke arriveranno presto lo prometto!!! Probabilmente già con il prox pov di Ale, vedrò un po’ cosa mi ispirerà il prossimo capitolo che sarà un rob pov….
Qualche suggerimento????
Un bacio grande carissima!
 
 BiEsSe: Jodie la trascinatrice di popoli, ecco come la soprannominerò! :) diffonde questa ff e fa opera di proselitismo! Sono contenta che mi abbia portato anche te e mi è davvero dispiaciuto non riuscire ad aspettarla, ma sul serio… sono già tre ore che sono attaccata al pc e non ho ancora finito -.-“ confido in tempi più rilassati.
Quasi riesco a vedervi, te e jodie, a chiedervi dove siete arrivate e a mantenere eventuali spoiler, perché mi sembra di sentire me e altre mie amiche alle prese con libri e fan fiction!
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e apprezzo molto la “stima da truzza” XD ( ho riso un sacco quando l’ho letto!!!!)
Per le recensioni, vi chiedo pazienza. Vedo che scrivete entrambe e non sapete quanto mi costa non leggere. Fosse per me la vita perfetta per almeno un anno dovrebbe essere pigiama, pop corn, coca cola ed Efp. Sono molto piena ultimamente e da quando scrivo riesco a seguire si e no due ff non di più, facendo anche i salti mortali per leggere.
Sono all’ultimo anno di università e preparare tutti gli esami per non restare indietro più la tesi mi porta via un sacco di tempo ed energie. Leggerò, lo prometto. Almeno una storia dei miei lettori finisco sempre per leggerla perché sono sempre troppo curiosa :P abbiate fede che arriverà anche una recensione!
Un bacio grande a te e un altro a jodie con tutte le mie scuse per non essere riuscita ad attenderla.
 
 JessikinaCullen: tu mi vuoi vedere morta vero? Finisco di mettermi in pari con chia, e mi salta fuori il tuo pov di alex quando sono a metà di travolgimi. Pazza!!!! Non sai che sono stradrogata di lettura in  sto periodo???? Mi inciti a sbrigarmi!!!!!!
Tornando alla recensione… fan di Rob fino al midollo eh??? :) si cmq anche io mi sarei sciolta perché sto mascalzone sa sempre come farsi perdonare.
Io so che tu quando scrivi prendi parte del tuo vissuto e lo metti nelle tue storie e così faccio io. Ho visto molti padri essere molto amareggiati per la loro lontananza da casa, ma allo stesso tempo incapaci di trovare soluzioni alternative perché il lavoro che hanno gli piace troppo. Fanno sempe cose eclatanti per farsi perdonare qualcosa che in realtà c’è solo un modo per riparare e non è una scelta facile. Essere genitori significa mettere prima i figli, ma mantenere una propria identità è necessario. Il fatto è che Rob riesce a mantenerla, mentre Ale no e alla fine sarà proprio questo il problema più grande. Ma basta ora… che se no finisco per spoiler are cose che nemmeno io ancora so bene :P
Faccenda coccole tra coppie… -.-“ non tocchiamo questo tasto. Anche io è la cosa che gli invidio di più. Sigh! Sarà per questo che mi strafaccio di storie romantiche di recente???? Bah… controproducente al massimo ma chissà, forse se mi voto a S Rita lo trovo qualcuno che mi sopporta e mi faccia le coccole!
Un bacio grandissimo tesoro!!!! Sto arrivando anche nella tua pagina rec!!!!*___*
 
 Bibabirba:  ciao Sabry :) davvero felicissima che il capitolo ti sia piaciuto, sul serio! Rob dolce e coccoloso ma anche follemente innamorato di Ale è una tentazione a cui non ho saputo resistere. Ale non gliela lascerà passare sempre liscia, ma credo che per un po’ lui si crogiolerà ancora nella speranza che sia così.
Quanto estreme saranno le conseguenze di questo problema di fondo ancora lo devo decidere. Ho un paio di idee che mi frullano in testa ma non mi azzardo a scriverla già ora perché so già che spesso i miei personaggi se ne vanno per conto loro e quindi finirei per scrivere cose totalmente slegate.
Bah, staremo a vedere.
Un bacio grande!
 
 Lampra: eeeee mai cantare vittoria troppo presto! :( questa volta ci ho messo un’eternità a scrivere!!!! In ogni caso eccomi qua! Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che questo non ti abbia fatto cambiare idea.
Spero di non farvi attendere troppo per il prox anche se non posso promettere.
Grazie mille per i complimenti! a preso :)

 

 

 


 
   
 
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