The Horror Movie.
«Mike...ti prego, gira canale!
Mi fa troppa impressione!» Sussurrò Billie sul collo del biondo, stringendosi a
lui e facendo un salto sul posto quando Arianne, una ragazza di sedici anni,
venne uccisa da un uomo vestito di nero.
Era in casa da sola, come loro due.
Billie e Mike seduti su un
divano stavano guardando un film horror, l’unico film decente che mandassero in
onda a quell’ora. Il moro, spaventato, nascose il viso nella piccola spalla
dell’altro, che arrossì.
Fortuna che siamo al
buio... Pensò quindi, facendo un
piccolo colpo di tosse.
«Ma no, è divertente, non fa
così paura!» Cercò di sdrammatizzare l’amico, passando un braccio intorno alle
spalle minute del tredicenne che gli stava accanto. Billie alzò lo sguardo verso
lo schermo rovinato, appoggiando delicatamente la testa sul petto del biondo che
incominciò a respirare più forte. L’altro dovette accorgersene perché si
raccolse su sé stesso, allontanandosi un poco dal corpo bollente dell’amico.
«Scusa...» Miagolò, cercando di
guardare il film senza tremare.
«Non c’è problema. Vieni qui,
non mi dai fastidio.» Lo rassicurò Mike, facendo luccicare di gioia gli occhi di
Billie.
«Sul serio?» Domandò.
«Sul serio.»
Billie si avvicinò di nuovo a
Mike e questa volta lo abbracciò, nascondendo di nuovo il viso su di lui.
Inconsapevolmente si ritrovò a respirare il profumo delicato che la maglietta
del biondo emanava.
«Non sapevo che mettessi il
profumo!» Lo canzonò, sorridendo.
«Ma va, quale profumo, è il
sapone di Marsiglia!» Rispose a tono, fingendosi offeso, trovandosi poi a
ridere. Billie si aggiunse alla risata, dimenticandosi completamente del film
che cercava prepotentemente di catturare l’attenzione dei due.
«Piuttosto io non sapevo che tu
fossi così pauroso...» Gli fece notare Mike, stringendolo a sé e guardandolo
negli occhi. Il moro abbassò lo sguardo, imbarazzato. Sembrava un gattino che
necessitava di cure e di amore. Una visione irresistibile per chiunque.
Mike gli carezzò una guancia
con la punta delle dita ruvide, facendolo così sussultare. Billie guardò
interrogativo il biondo che si limitò a scrollare le spalle, appoggiando la
testa su quella dell’amico che sembrava essere in paradiso.
Quando era vicino a Mike,
Billie si sentiva al sicuro e protetto. Gli faceva bene stargli accanto,
voleva stargli accanto. Era però tanto consapevole di volere qualcosa di
più di una semplice amicizia quanto il fatto che tutto quello fosse sbagliato.
Certo, a tredici anni non si poteva ancora capire il significato dell’amore ma
era sicuro che l’unica persona con cui volesse stare per il resto della vita
fosse Mike. Del resto, anche che per l’altro era lo stesso. Da quando si erano
conosciuti tre anni prima, nessuno era più riuscito a separarli. Mai. A dirla
tutta, il pensiero di separarsi non aveva mai sfiorato la mente dei due
ragazzini.
«Mike, ti prego, spegni!» Poche
parole sussurrate talmente flebilmente che il biondo non poté fare a meno di
eseguire la piccola supplica dell’amico.
«Grazie di cuore!» Con uno
slancio, Billie gettò le braccia al collo di Mike, tremando ancora.
«Mike...io ho paura di dormire
stanotte...» Dopo pochi attimi passati a tormentarsi il labbro, Billie Joe
decise di confessare il suo problema.
«Se non riuscivi a dormire
bastava che me lo dicessi!» Gli rispose Mike, sorridendo sconsolato. A volte
Billie si comportava tanto da bambino...davanti ai compagni di classe faceva il
classico burlone, ma la realtà era proprio un’altra!
«Ma io ho cercato di dirtelo!»
Ribatté, sbuffando.
«Okay, lo ammetto, non ti stavo
ascoltando...se vuoi stanotte puoi dormire con me!» Gli fece quella proposta
dolcemente, come se fosse un genitore che si prende cura del proprio figlio.
Billie, dal canto suo, sorrise felice.
«Grazie mille.»
«Ma figurati! Basta che tu non
lo vada a dire in giro!» Gli occhi del moro, a quella frase, si rattristarono e
Mike dovette accorgersene perché disse:
«Non che mi vergogni di te od
altro...ma sai come sono fatti i nostri compagni di classe, no? Già fanno
diverse battutine sul nostro rapporto...so che ti danno
fastidio!»
«Possibile che..?» Sussurrò
Billie, scuotendo la testa. A volte si illudeva spesso che loro due...okay,
erano migliori amici e vivevano praticamente in simbiosi, ma...cosa poteva
aspettarsi da lui?
«Cosa?» Domandò Mike,
guardandolo incuriosito.
A Billie si imporporarono le
guance. Alzando le spalle, si stiracchiò piano.
«Niente, nulla di importante.»
Rispose, appoggiando la testa sullo schienale del divano e sbadigliando. Si
passò una mano nei capelli ed alle sue spalle la credenza di legno scricchiolò,
facendolo sobbalzare e rifugiare nuovamente tra le braccia del biondo, al quale
scappò una risata.
«Dai, hai sonno...andiamo a
dormire!» Lo spronò Mike, alzandosi in piedi ed aiutandolo a fare
altrettanto.
I due amici si diressero verso
la camera da letto del più grande, anche se di qualche mese visto che Billie era
nato a febbraio e Mike a maggio, e si stesero nel piccolo letto.
Dopo qualche minuto di
silenzio, Billie chiamò l’amico, scuotendolo per un braccio.
«Cosa
c’è?»
«C’è qualcuno che ci sta
osservando!» Sussurrò piano, con circospezione e stringendosi al corpo di Mike,
che arrossì. Fortunatamente erano di nuovo al buio.
«Ma cosa dici...dai, dormi.» Lo
tranquillizzò, abbracciandolo e sospirando.
«Ma come
faccio?!»
«Conta le
pecore.»
«Per te uno come me conta le
pecore?» Ribatté, giusto per farsi un po’ di coraggio. A dire il vero le pecore
aveva cominciato a contarle già da tempo, ma non funzionavano.
«Giusto...» La voce di Mike si
era affievolita, segno che si stava addormentando.
Billie sapeva che niente e
nessuno poteva svegliare Mike se non il circolo naturale delle cose...cercando
una maniera per riportarlo tra i “vivi”, prese quel poco coraggio che possedeva
e lo baciò.
L’effetto fu immediato.
«Sei sonnambulo Billie?»
Domandò il biondo, preoccupato.
«Ma dai...non ti saresti
svegliato altrimenti.» Rispose, sorridendo ironicamente.
«Ah.» In qualche modo Mike era
deluso, anche se non sapeva bene il motivo. Insomma, sentiva che con Billie ci
fosse un rapporto speciale, ma poteva essere di più? Il suo inconscio era preso
sentimentalmente dall’amico? Lo avrebbe voluto sapere, ma Billie l’aveva fatto
solo per svegliarlo...era inutile costruirsi tremila castelli per aria.
Sicuramente quelle erano soltanto fantasie dovute al sonno.
«Billie...io...» Dopotutto lui
era il suo migliore amico, se tra amici non si poteva parlare di quello che si
provava o di cosa si era preoccupati, non si poteva essere considerati tali. Lo
sguardo di Mike si fece serio, timoroso. Billie lo incitò a continuare con un
cenno del capo, ma non fece neanche in tempo parlare che il pavimento di legno
nella sua camera scricchiolò, facendo catapultare il moro sull’amico, che si
ritrovò a ridere.
«Non c’è niente da ridere! E’
una cosa seria, qui c’è qualcuno!» Sussurrò Billie, guardandosi intorno con fare
impaurito.
«Billie, hai ragione! Ci
siamo io e te, come ho potuto non accorgermene?» Disse ironicamente Mike,
portandosi una mano ai capelli, disperato. Di quel passo non sarebbe riuscito a
chiudere occhio. Perché cazzo gli aveva fatto vedere quel
film?
«Non scherzarci sopra!» Lo
riprese l’altro, stringendogli la mano. Certo che ultimamente Billie scambiava
un po’ troppe effusioni col nostro Mike, che incominciava a capire che non fosse
puro caso. Evidentemente anche il moro provava qualcosa per lui, ma...come
esserne sicuri? Chiedendoglielo, certo, ma...con che coraggio?
«Senti Billie...io devo finire
di parlarti...» Sospirò poi il biondo, vedendo che l’amico continuava a tremare.
«Ti potrebbe sentire.» Fu
l’esasperante risposta, che questa volta fece arrabbiare il più giovane.
«Ma che cazzo Billie, vuoi
ascoltarmi?»
«Ti ho detto che potrebbe
sentirti, zitto!»
A quel punto il biondo sbuffò e
lo baciò a sua volta. Chissà che magari così l’avrebbe capito! Però si pentì
subito di quello che aveva fatto, sentendo Billie immobile accanto a sé. Si
scostò leggermente, dando le spalle all’amico e chiuse gli occhi.
Rimasero in silenzio per
diversi minuti, nemmeno la casa si permetteva di scricchiolare.
«Mike?»
Nessuna risposta.
«Mike?»
Nessuna risposta di
nuovo.
«Mike?!»
«Mmh?»
«L’hai fatto solo per farmi
smettere di dire stronzate?» La voce dell’amico era delusa.
«Come puoi pensarlo?» A quelle
parole Billie alzò lo sguardo, rincuorato.
«Ed allora perché?» Chiese poi.
«Ecco...l’ho fatto perché...»
Ma non riuscì a continuare la frase.
«Insomma Billie, arrivaci da
solo.» Aggiunse, tornando a girarsi. Il moro lo scosse per un braccio, per
tornare a guardarlo negli occhi. Poi gli si avvicinò.
«Perché non ti stai
allontanando?» Gli domandò.
Attimi di silenzio, i più
lunghi della loro vita.
Poi eliminò ogni
distanza.
Rimasero immobili per qualche
attimo, confusi, poi Mike lo strinse a sé, interrompendo il contatto e
carezzandogli la schiena.
«La verità Billie, è che penso
di essere innamorato di te...ma ti prego, non voglio rovinare la nostra
amicizia! Se i tuoi sentimenti non ricambiano miei, ti chiedo di dimenticare
tutto...» Mike prese coraggio e gli confessò il perché di quel bacio.
Billie lo baciò di nuovo, per
poi rifugiarsi nelle sue braccia, le braccia di lui per l’ennesima volta.
«Credo di amarti anche io...»
Gli disse dolcemente, per poi addormentarsi, finalmente senza più paure.
Il biondo sorrise, rincuorato e felice, raggiungendo Morfeo con un sorriso sulle labbra.