Le
confessioni
di Tom Kaulitz:
Quello che
i
gatti vogliono.
Porca
pu…ehm, paletta!
Se il mio
adorato disastroso gemello non lasciasse tutto in mezzo ai piedi in
bagno la
mia vita potrebbe svolgersi in maniera più piacevole,
indubbiamente. Ma quello
strano essere che si finge mio consanguineo deve per
forza intralciare l’esistenza di un comune essere
mortale qual
è il sottoscritto. Sì, sono io. Tom Kaulitz,
secondo nome The Sun, chitarrista
e abbordatore di successo. E come dicevo prima, la mia permanenza su
questa
terra sarebbe nettamente migliore senza l’ Egocentrico per
definizione intorno.
Però, vedete, io amo il mio fratellino. E non in
quel senso. Anche se voi fans distorcete il mio puro amore
fraterno in una clandestina relazione fra me e quel manico di scopa.
Comunque.
Questo
è uno dei
rari giorni di ferie dei Tokio Hotel, band internazionale capitanata
dal
succitato Bill Kaulitz e mandata avanti da quel disgraziato di suo
fratello
che, ribadisco, sono io. Potrebbe essere un gran giorno, se Listing o
Schafer
si facessero vivi, ma a quanto pare ci godono nel lasciarmi in balia di
mio
fratello. Oppure stanno facendo una cosa
a tre con qualche modella. Non si sa mai cosa aspettarsi da
loro. Un
momento.
“
Billi?
Biiiiill?”-
Dove si
sarà mai
cacciato quell’idiota?
Che sia
uscito?
Ti prego,
se ci sei lassù, fa che sia
uscito! O quello mi porta a fare shopping!
“
Che c’è Tomi?”-
risponde la voce assonnata di Bill e poco dopo fa capolino anche la sua
testa.
Porco
Kaulitz. Che ci sta proprio.
“
Dove ti eri
cacciato?”- chiedo. Dare il buongiorno non si usa
più, lo sanno tutti.
“
Dare il buon
giorno non si usa più?”- chiede lui. Questo
mi legge nel pensiero.
Ma il
bello è
che venga lui a farmi lezione di buone maniere, quando lascia tutto in
giro e
io rischio di rompermi l’osso del collo. Le questioni sono
due: o non vede l’ora
di vedermi morto o non vede l’ora di soccorrermi vestito da
infermierina.
Bleah.
“
Buongiorno”-
dico io noncurante, e invertiamo le posizioni. Ed
ecco che se non modifico questa frase, voi pensate male.
Insomma,
quello che sto cercando di dire è che lui entra in bagno ed
io esco. Dopo
essermi fatto un bel caffè, mi vesto, mi reco in salotto, mi
distendo sul
divano e faccio un po’ di zapping. Se tutto va bene, Bill
uscirà stasera dal
bagno.
“Tomi
è un idiota”
Mi volto,
spaventato, cercando di capire da dove sia arrivata quella frase. Poi
mi
accorgo che il mio sofisticatissimo telefonino sta lampeggiando e leggo
il
messaggino. Naturalmente, non prima di aver imprecato mentalmente
contro Bill
che si diverte a registrarsi e ad impostare queste suonerie.
“
Caro Tomi, io e Gustav non siamo ad
Amburgo ma a Berlino, dal momento che Franziska si trova lì.
Divertiti con il
tuo gemello del cuore. A presto”
Sì,
anche lui fa
ironia sul twincest. Ma non c’è da scherzare:
questa cosa inventata da voi fans
maniache pervertite (e lo dice uno che
se ne intende) è assurda e sta rovinando la mia reputazione.
Ma la vincerò io,
su questo ci potete contare: i posteri, per indicare un playboy non
diranno più
“è un don Giovanni” ma “
è un Tom Kaulitz”. Tornando a noi, mando
elegantemente
Hagen a farsi fo***** via messaggi, con colorate imprecazioni che
riportano il
mio copyright.
Lo so,
sono troppo anche per me stesso.
Nel mentre
scorro la mia rubrica telefonica alla ricerca di qualche Jessica,
Jasmine,
Jordin, Jenny o quel che volete voi, spunta mio fratello sul
pianerottolo,
annunciato dal ticchettio dei suoi stivali nuovi da
donna, o glamour, come li definisce lui. E da questo capisco
che
sta succedendo qualcosa di strano. Prima di tutto è riuscito
ad agghindarsi in
dieci minuti. Secondo, Bill Kaulitz non si metterebbe mai e poi mai un
nuovo
accessorio o qualche altra diavoleria nuova se non fosse
un’occasione speciale.
E oggi non
è un giorno speciale. O mi
sto forse dimenticando qualcosa?
“
Io esco Tomi,
ci vediamo più tardi”-
“
E dove vai, di
grazia?”-
“
A sbrigare
delle faccende”-
Sbam. Mi
ha
chiuso metaforicamente la porta in faccia e mi ha lasciato con un palmo
di
naso. Che c**** di risposta è a
sbrigare
delle faccende?
Devo
pensare che
è un serial killer o che si vede con qualcuna?
E questa
qualcuna, chi è?
Se fosse
una
pervertita? Se fosse Bill il pervertito? E se volesse semplicemente
andare a
fare shopping?
No, in
quel caso
me lo avrebbe detto. Credo. O avrebbe chiesto l’ausilio della
mia Cadillac.
Basta.
Adesso mi
alzo e vado a pedinarlo.
Ma non ero
io quello che voleva
liberarsene? Accidenti a lui!
Mi rendo
irriconoscibile ed esco di casa con la mia però
riconoscibilissima Cadillac.
Vedo in
lontananza la sua auto. Devo seguirlo senza che se ne accorga.
Il tizio
dietro
di me non vede l’ora di sorpassarmi, ma io non posso
permetterglielo. Pigio
sull’ acceleratore e bado a tenermi a debita distanza da
Bill. Purtroppo
quell’idiota patentato dietro di me
riesce a sorpassarmi comunque, seguito a ruota da altri due idioti come
lui. E
proprio quando sto per attraversare all’incrocio il semaforo
diventa rosso. Ho
la fastidiosa sensazione che il verde sia durato meno di un nano
secondo. Mentre
il rosso resta tale giusto per darmi il tempo di perfezionare le
parolacce made
in Tom. In sostanza quando riesco a partire è già
troppo tardi: ho perso di
vista la macchina mezza scassata di Bill. E riparto con le parolacce.
Ho la
gemellare sensazione che quello
si sia cacciato in qualche guaio…
Giro un
po’ a
vuoto, dando un’occhiata alle gambe della ragazze che sfilano
sui marciapiedi e
poi becco di nuovo quella macchina.
Rallento.
Mi sembra che Bill sia entrato in…farmacia?
Miseriaccia!
Farmacia
uguale
preservativi. Che davvero il mio fratellino si stia dando da fare? Mi
sento
così orgoglioso che lo bacerei! Sulla guancia, è
chiaro.
Scendo dal
mio
autobus mascherato da automobile e mi dirigo verso l’entrata
della farmacia. Cerco
di vedere chi c’è dentro, ma di mio fratello
nemmeno l’ombra. Che si stia
facendo qualcuna nel retro?
“
Tom?”- domanda
una voce conosciuta dietro di me, che mi fa sobbalzare e voltare di
scatto.
“
Bill ma mi
vuoi far venire un infarto?”
“
Che diavolo ci
fai tu qui a sbirciare dentro la farmacia?”
Ottima
domanda.
“
Beh, passavo
di qui e…Ma tu,dove sei stato?”- cerco di
depistarlo e di non confessargli la
vera ragione per cui mi trovo lì. La mia reputazione prima
di tutto. Lui fa un
faccia alquanto perplessa e solo dopo che sposto l’attenzione
sulle sue
braccia, mi accorgo che dentro un copertina è avvolto un qualcosa.
Bill la
sposta
un po’ e riesco a scorgere un batuffolo, un piccolo gattino
ronfante. Mamma Bill ha colpito ancora.
“
Vedi Tomi,
stavo andando a fare shopping, sai da Dior ho visto dei pantaloni
fantastici,
ma quasi in mezzo alla strada c’era Wilhelmina
ferita ed io ho dovuto soccorrerla”- mi
confessa, mentre il gatto
struscia la testa contro la sua mano che lo accarezza ed io sgrano
ancora di
più gli occhi. Come diamine si fa a chiamare un gatto
Wilhelmina?
“
Allora sono
venuto dal veterinario, che è proprio qui accanto, e
l’ho fatta curare. E
adesso la portiamo a casa, non è vero piccolina?”-
chiede retoricamente alla
gatta che, come se lo avesse capito, comincia a ronfare più
di prima.
Porca
pupazza. E io che già me lo
vedevo avvinghiato con qualche tipa sul retro.
“
Tomi, sei
ancora fra di noi?”
“
Eh? Ah sì,sì.
Dai andiamo a casa”- dico io e mentre sto per salire
sull’auto Bill mi ricorda:
“ Vuoi lasciare
Cioè.
Mi sta
dicendo che – “ L’hai fatto apposta? Mi
hai fatto insospettire perché ti
seguissi?”
“
La verità è
che sembri sempre stufo di passare un po’ di tempo con il tuo
gemello, non mi
stai neanche a sentire. E quindi volevo vedere a che punto poteva
arrivare il
tuo menefreghismo.”
“
Ma Bill…Non è
questo, è che…”
“
Sì, lo so, tu
mi vuoi bene, faresti qualsiasi cosa per me, però oggi
avresti preferito la
compagnia di Georg per parlare delle vostre porcherie. Ma non posso
farci
niente. Io sono fatto in maniera diversa. Però se mi hai
seguito significa che
qualcosa di me ancora ti importa,no?”
Ed eccolo
che
arriva al punto.
“
Bill tu sei
mio fratello gemello, gli altri sono miei amici. Non puoi paragonare un
fratello ad un amico, sono due cose diverse. È ovvio che mi
importa di te,
soprattutto perché pensavo fossi a sollazzarti con qualche
pervertita”
“Eh?”
“
Lascia stare.
Comunque ora andiamo a casa con la gattina e diamole tutto
ciò che ogni gatto
potrebbe volere”-
“
Ehm…sì”- mio
fratello mi guarda ancora più perplesso. E ci credo, non so
nemmeno cosa mi è
uscito di bocca!
Ma porca
miseria! Mi hanno multato, scheisse.
E questa
è la cronaca di una giornata
mia giornata di relax tipo.