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Autore: DarkSun    04/11/2010    4 recensioni
Sì, sono io. Tom Kaulitz, secondo nome The Sun, chitarrista e abbordatore di successo. E come dicevo prima, la mia permanenza su questa terra sarebbe nettamente migliore senza l’ Egocentrico per definizione intorno. Però, vedete, io amo il mio fratellino. E non in quel senso. Anche se voi fans distorcete il mio puro amore fraterno in una clandestina relazione fra me e quel manico di scopa.
Comunque.
Questo è uno dei rari giorni di ferie dei Tokio Hotel, band internazionale capitanata dal succitato Bill Kaulitz e mandata avanti da quel disgraziato di suo fratello che, ribadisco, sono io. Potrebbe essere un gran giorno, se Listing o Schafer si facessero vivi, ma a quanto pare ci godono nel lasciarmi in balia di mio fratello. Oppure stanno facendo una cosa a tre con qualche modella. Non si sa mai cosa aspettarsi da loro.
Le confessioni continuano, questa volta è il turno di Tom. Buona lettura =)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Confessions. Tutto quello che i Tokio Hotel non dicono.'
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Le confessioni di Tom Kaulitz:

Quello che i gatti vogliono.

 

Porca pu…ehm, paletta!

Se il mio adorato disastroso gemello non lasciasse tutto in mezzo ai piedi in bagno la mia vita potrebbe svolgersi in maniera più piacevole, indubbiamente. Ma quello strano essere che si finge mio consanguineo deve per forza intralciare l’esistenza di un comune essere mortale qual è il sottoscritto. Sì, sono io. Tom Kaulitz, secondo nome The Sun, chitarrista e abbordatore di successo. E come dicevo prima, la mia permanenza su questa terra sarebbe nettamente migliore senza l’ Egocentrico per definizione intorno. Però, vedete, io amo il mio fratellino. E non in quel senso. Anche se voi fans distorcete il mio puro amore fraterno in una clandestina relazione fra me e quel manico di scopa.

Comunque.

Questo è uno dei rari giorni di ferie dei Tokio Hotel, band internazionale capitanata dal succitato Bill Kaulitz e mandata avanti da quel disgraziato di suo fratello che, ribadisco, sono io. Potrebbe essere un gran giorno, se Listing o Schafer si facessero vivi, ma a quanto pare ci godono nel lasciarmi in balia di mio fratello. Oppure stanno facendo una cosa a tre con qualche modella. Non si sa mai cosa aspettarsi da loro. Un momento.

“ Billi? Biiiiill?”-

Dove si sarà mai cacciato quell’idiota?

Che sia uscito?

Ti prego, se ci sei lassù, fa che sia uscito! O quello mi porta a fare shopping!

“ Che c’è Tomi?”- risponde la voce assonnata di Bill e poco dopo fa capolino anche la sua testa.

Porco Kaulitz. Che ci sta proprio.

“ Dove ti eri cacciato?”- chiedo. Dare il buongiorno non si usa più, lo sanno tutti.

“ Dare il buon giorno non si usa più?”- chiede lui. Questo mi legge nel pensiero.

Ma il bello è che venga lui a farmi lezione di buone maniere, quando lascia tutto in giro e io rischio di rompermi l’osso del collo. Le questioni sono due: o non vede l’ora di vedermi morto o non vede l’ora di soccorrermi vestito da infermierina.

Bleah.

“ Buongiorno”- dico io noncurante, e invertiamo le posizioni. Ed ecco che se non modifico questa frase, voi pensate male. Insomma, quello che sto cercando di dire è che lui entra in bagno ed io esco. Dopo essermi fatto un bel caffè, mi vesto, mi reco in salotto, mi distendo sul divano e faccio un po’ di zapping. Se tutto va bene, Bill uscirà stasera dal bagno.

“Tomi è un idiota”

Mi volto, spaventato, cercando di capire da dove sia arrivata quella frase. Poi mi accorgo che il mio sofisticatissimo telefonino sta lampeggiando e leggo il messaggino. Naturalmente, non prima di aver imprecato mentalmente contro Bill che si diverte a registrarsi e ad impostare queste suonerie.

“ Caro Tomi, io e Gustav non siamo ad Amburgo ma a Berlino, dal momento che Franziska si trova lì. Divertiti con il tuo gemello del cuore. A presto”

Sì, anche lui fa ironia sul twincest. Ma non c’è da scherzare: questa cosa inventata da voi fans maniache pervertite (e lo dice uno che se ne intende) è assurda e sta rovinando la mia reputazione. Ma la vincerò io, su questo ci potete contare: i posteri, per indicare un playboy non diranno più “è un don Giovanni” ma “ è un Tom Kaulitz”. Tornando a noi, mando elegantemente Hagen a farsi fo***** via messaggi, con colorate imprecazioni che riportano il mio copyright.

Lo so, sono troppo anche per me stesso.

Nel mentre scorro la mia rubrica telefonica alla ricerca di qualche Jessica, Jasmine, Jordin, Jenny o quel che volete voi, spunta mio fratello sul pianerottolo, annunciato dal ticchettio dei suoi stivali nuovi da donna, o glamour, come li definisce lui. E da questo capisco che sta succedendo qualcosa di strano. Prima di tutto è riuscito ad agghindarsi in dieci minuti. Secondo, Bill Kaulitz non si metterebbe mai e poi mai un nuovo accessorio o qualche altra diavoleria nuova se non fosse un’occasione speciale.

E oggi non è un giorno speciale. O mi sto forse dimenticando qualcosa?

“ Io esco Tomi, ci vediamo più tardi”-

“ E dove vai, di grazia?”-

“ A sbrigare delle faccende”-

Sbam. Mi ha chiuso metaforicamente la porta in faccia e mi ha lasciato con un palmo di naso. Che c**** di risposta è a sbrigare delle faccende?

Devo pensare che è un serial killer o che si vede con qualcuna?

E questa qualcuna, chi è?

Se fosse una pervertita? Se fosse Bill il pervertito? E se volesse semplicemente andare a fare shopping?

No, in quel caso me lo avrebbe detto. Credo. O avrebbe chiesto l’ausilio della mia Cadillac.

Basta. Adesso mi alzo e vado a pedinarlo.

Ma non ero io quello che voleva liberarsene? Accidenti a lui!

Mi rendo irriconoscibile ed esco di casa con la mia però riconoscibilissima Cadillac.

Vedo in lontananza la sua auto. Devo seguirlo senza che se ne accorga.

Il tizio dietro di me non vede l’ora di sorpassarmi, ma io non posso permetterglielo. Pigio sull’ acceleratore e bado a tenermi a debita distanza da Bill.  Purtroppo quell’idiota patentato dietro di me riesce a sorpassarmi comunque, seguito a ruota da altri due idioti come lui. E proprio quando sto per attraversare all’incrocio il semaforo diventa rosso. Ho la fastidiosa sensazione che il verde sia durato meno di un nano secondo. Mentre il rosso resta tale giusto per darmi il tempo di perfezionare le parolacce made in Tom. In sostanza quando riesco a partire è già troppo tardi: ho perso di vista la macchina mezza scassata di Bill. E riparto con le parolacce.

Ho la gemellare sensazione che quello si sia cacciato in qualche guaio…

Giro un po’ a vuoto, dando un’occhiata alle gambe della ragazze che sfilano sui marciapiedi e poi becco di nuovo quella macchina. Rallento. Mi sembra che Bill sia entrato in…farmacia?

Miseriaccia!

Farmacia uguale preservativi. Che davvero il mio fratellino si stia dando da fare? Mi sento così orgoglioso che lo bacerei! Sulla guancia, è chiaro.

Scendo dal mio autobus mascherato da automobile e mi dirigo verso l’entrata della farmacia. Cerco di vedere chi c’è dentro, ma di mio fratello nemmeno l’ombra. Che si stia facendo qualcuna nel retro?

“ Tom?”- domanda una voce conosciuta dietro di me, che mi fa sobbalzare e voltare di scatto.

“ Bill ma mi vuoi far venire un infarto?”

“ Che diavolo ci fai tu qui a sbirciare dentro la farmacia?”

Ottima domanda.

“ Beh, passavo di qui e…Ma tu,dove sei stato?”- cerco di depistarlo e di non confessargli la vera ragione per cui mi trovo lì. La mia reputazione prima di tutto. Lui fa un faccia alquanto perplessa e solo dopo che sposto l’attenzione sulle sue braccia, mi accorgo che dentro un copertina è avvolto un qualcosa.

Bill la sposta un po’ e riesco a scorgere un batuffolo, un piccolo gattino ronfante. Mamma Bill ha colpito ancora.

“ Vedi Tomi, stavo andando a fare shopping, sai da Dior ho visto dei pantaloni fantastici, ma quasi in mezzo alla strada c’era Wilhelmina  ferita ed io ho dovuto soccorrerla”- mi confessa, mentre il gatto struscia la testa contro la sua mano che lo accarezza ed io sgrano ancora di più gli occhi. Come diamine si fa a chiamare un gatto Wilhelmina?

“ Allora sono venuto dal veterinario, che è proprio qui accanto, e l’ho fatta curare. E adesso la portiamo a casa, non è vero piccolina?”- chiede retoricamente alla gatta che, come se lo avesse capito, comincia a ronfare più di prima.

Porca pupazza. E io che già me lo vedevo avvinghiato con qualche tipa sul retro.

“ Tomi, sei ancora fra di noi?”

“ Eh? Ah sì,sì. Dai andiamo a casa”- dico io e mentre sto per salire sull’auto Bill mi ricorda: “ Vuoi lasciare la Cadillac parcheggiata laggiù? Tanto ho visto che mi seguivi”-

Cioè. Mi sta dicendo che – “ L’hai fatto apposta? Mi hai fatto insospettire perché ti seguissi?”

“ La verità è che sembri sempre stufo di passare un po’ di tempo con il tuo gemello, non mi stai neanche a sentire. E quindi volevo vedere a che punto poteva arrivare il tuo menefreghismo.”

“ Ma Bill…Non è questo, è che…”

“ Sì, lo so, tu mi vuoi bene, faresti qualsiasi cosa per me, però oggi avresti preferito la compagnia di Georg per parlare delle vostre porcherie. Ma non posso farci niente. Io sono fatto in maniera diversa. Però se mi hai seguito significa che qualcosa di me ancora ti importa,no?”

Ed eccolo che arriva al punto.

“ Bill tu sei mio fratello gemello, gli altri sono miei amici. Non puoi paragonare un fratello ad un amico, sono due cose diverse. È ovvio che mi importa di te, soprattutto perché pensavo fossi a sollazzarti con qualche pervertita”

“Eh?”

“ Lascia stare. Comunque ora andiamo a casa con la gattina e diamole tutto ciò che ogni gatto potrebbe volere”-

“ Ehm…sì”- mio fratello mi guarda ancora più perplesso. E ci credo, non so nemmeno cosa mi è uscito di bocca!

Ma porca miseria! Mi hanno multato, scheisse.

 

E questa è la cronaca di una giornata mia giornata di relax tipo.

  
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