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Autore: kerfuffle92    05/11/2010    3 recensioni
Non sono mai stata un animale a sangue freddo, d'altro canto, ho sempre avuto poco spirito di riflessione, e fin troppa impulsività.
Mia mamma, una professoressa zelante e rigida, diceva -a volte con disprezzo- che avevo l'animo dell'artista, ero un genio incompreso: disordinata, lunatica, bizzarra e istintiva.
Ed è stato proprio il mio "istinto malato" -come lei stessa lo definiva- che mi portò, quella sera di fine Novembre, ad una svolta in quella che ormai definivo una triste e monotona vita di merda.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Paul and Frankie- Paolo e Francesca
"ma un giorno di sana pianta
 incontri un’altra e tutto si ribalta
un giorno di sana pianta
ci sbatti contro
vedrai che il vento cambia..."
J-Ax, Di Sana Pianta

3 Novembre. il giorno in cui mi sarebbe tanto piaciuto morire, per poi risorgere alta, bionda e tanto, tanto figa.
Più precisamente, il giorno in cui il ragazzo che mi aveva scombussolato il cervello per ben 3 anni si era messo con la sua ex, di nuovo.
Alta, bionda e davvero figa, peraltro.
Ed io, stupida, che ci avevo pure creduto, quando tornando dalle vacanze aveva organizzato ogni giorno in modo da trovarci sempre assieme, quando eravamo andati allo sbaraglio ad un concerto, e perdendo l'ultimo autobus per arrivarci abbiamo passato la nottata assieme vagando per una città sconosciuta, quando gli dicevo tutto di lui e si aspettava che facessi lo stesso, quando mi cercava sempre ed ogni scusa era buona per stare assieme, e ridere.
La nostra relazione -solo in quel momento lo capii-  era stata basata fondamentalmente sulla risata. Sulla burla.
Oppure, detta papale papale, sulla più totale, assurda presa per il culo.
E vederlo che mi salutava tutto contento, a scuola, con quella scema a manina, non faceva che aumentare la mia tristezza, nonchè il mio nervosismo.

Non sono mai stata un animale a sangue freddo, d'altro canto, ho sempre avuto poco spirito di riflessione, e fin troppa impulsività.
Mia mamma, una professoressa zelante e rigida, diceva -a volte con disprezzo- che avevo l'animo dell'artista, ero un genio incompreso: disordinata, lunatica, bizzarra e istintiva.
Ed è stato proprio il mio "istinto malato" -come lei stessa lo definiva- che mi portò, quella sera di fine Novembre, ad una svolta in quella che ormai definivo una triste e monotona vita di merda.

Ripensandoci -non per essere ripetitiva, ma trovo necessario rimuginare su ciò- non mi spiego ancora come feci ad evitare il suicidio; il ragazzo che amavo -triste da dire, ma purtroppo certe cose non le puoi controllare- si era messo con quella biondina, la mia migliore amica si stava allontanando sempre più da me e la mia famiglia non vedeva l'ora che prendessi il diploma per spedirmi lontano e non avermi più tra i piedi.
Non avevo punti d'appoggio, psicologicamente parlando, era come se tutto quello che avevo costruito in 18 anni di vita stesse crollando in mille pezzi in un solo colpo.
Come quando sali le scale, e non ti accorgi che c'è un gradino in meno del pensato, e cadi inesorabilmente nel vuoto.
é un istante, dura un attimo, ma in quell'istante, la sensazione di vuoto è più o meno la stessa.

Fortunatamente, però, non avevo il coraggio necessario per il suicidio, così mi dissi che arrivati ad un certo punto, non si può far altro che risalire: cominciai ad uscire con più spesso con un gruppo di vecchi amici fidati, cercai d'ignorare l'atmosfera che c'era in casa.
L'unica cosa in cui non ero ancora riuscita, era trovare un sostituto a quell'idiota che mi aveva fatto tanto soffrire.
Certo, avevo cercato di dimenticarlo con qualche ragazzo quà e là -storielle- ma senza grandi risultati.
Quello che mi ero convinta servisse, era il Romeo di Giulietta, il Brad Pitt di Angelina, Il Dante di Beatrice -ok, esempio fiacco-
Il Paolo di Francesca, ecco.

In ogni caso, tornando a quella sera di fine novembre, fu una vera svolta.
Io ed i miei amici eravamo stati invitati ad una festa, dove c'era un sacco di gente, alcool e musica, tre ingredienti molto buoni se mischiati a dovere.
Peccato che tra la gente ci fosse anche l'allegra coppietta, così iniziai a fare un uso improprio dell'alcool.
Ero già alla terza birra quando Seba -questo era il nome dell'infame che stava con la sgualdrina- mi si avvicinò, per la prima volta in un mese, senza quell'arpìa alle calcagne.
"Hey, come va?" fece sorridente.
"Va, va. Dove hai lasciato Shirley Temple?" feci io, acida.
Lo odiavo anche per questo, per il suo ostentare indifferenza anche quando sapeva benissimo cosa provavo per lui.
"Clara è andata a parlare con delle amiche... e poi non è che dobbiamo stare sempre assieme, è già abbastanza appiccicosa così..."
" l'hai scelta tu, idiota." risposi schietta, finendo la mia birra e accendendo una sigaretta.
Guardai l'orologio: le nove e quaranta.
Non ero là nemmeno da un'ora, e già me ne sarei voluta andare.
E già mi ero scolata tre birre.
Seba sospirò,  accendendosi una sigaretta e fissandomi con lo sguardo corrucciato.
"Spegni quella sigaretta, lei non ti vuole vedere fumare"
Ignorò il mio commento, sbuffando.
"Senti, non voglio litigare con te, per me sei importante..."
" Si, sono così importante che ci sono sempre quando ti fa comodo, e poi -puff!!- Claraclaraclara, e di me chi si ricorda più nulla!"
Feci la mia risata nervosa, segno che Seba stava per sorpassare la linea del non ritorno, sarei schizzata ufficialmente entro breve se non fosse arrivata all'attacco Barbie-girl, con un sorriso da copertina che si corrose letteralmente, vedendo con chi il suo amato tesoruccio stava parlando -si, me-
"Seby, ti ho cercato dappertutto, c'è Davide che ti cerca..."
"Seby" la guardò scocciato, biascicando un "vado subito" per poi voltarsi verso di me, con uno sguardo serio, segno che la nostra discussione era tutt'altro che conclusa.
Appena ci lasciò sole, il sorriso di circostanza - peraltro falsissimo-di Riccioli d'oro si tramutò in una smorfia di puro odio.
Senza che io opponessi alcuna resistenza, mi prese per il braccio e mi sputò veleno addosso.
"Senti bella, prova solo a farti vedere un'altra volta con lui, e giuro che te ne pentirai amaramente"
L a guardai, scettica.
"tu prova a non simulare una piovra,  e ad essere un po' più simpatica di un tirannosauro in stagione di caccia, e può darsi che la vostra relazione duri più di un mesetto scarso, stavolta"
Dapprima mi guardò oltraggiata, per poi zittirmi con un "intanto io ci sto assieme", che mi lasciò oltremodo ammutolita, e colpita nel profondo.
Quando se ne andò sculettando sui suoi vertiginosi tacchi a spillo, crollai.
Presi una bottiglia di rum dal tavolo, uscìi in giardino e mi sedetti su di una panchina appartata, sotto agli alberi.
Senza che me ne accorgessi, la bottiglia era mezza vuota e avevo iniziato a singhiozzare.

Fu allora che un ragazzo, alto e slanciato, dai capelli lunghi e scompigliati e l'abbigliamento da skater si sedette vicino a me; mi girai verso di lui, sorpresa, e questo mi sorrise dolcemente, per poi passarmi un fazzoletto.
"sniff..gr...grazie..."
"Di nulla, figurati" fece lui, con una voce calma e al contempo allegra, oserei dire. Insomma, metteva allegria, quella voce.
"Cosa ti porta qui, tutta sola, ad affogare i tuoi dispiaceri nell'alcool?" continuò poi, indicando la bottiglia di rum che tenevo in mano.
Abbassai lo sguardo, sospirando.
"è una storia lunga."
" Immaginavo" disse lui, sorridendo ancora "ma la notte è giovane, potresti intrattenermi qui quanto vuoi"
La luce della luna gli illuminava il viso, rivelando di grndi occhi nocciola.
"Oh beh, allora siediti pure, e fermami se ti annoio. Un goccio di rum?"
"Volentieri!" rispose, prendendo posto al mio fianco, ridacchiando per la mia risposta "In ogni caso, non mi annoieresti più della festa là dentro"
"Uno schifo, vero?"
"giah...ma ti ho vista qua, tutta sola, cosi ho pensato che avresti potuto condividere il mio stesso interesse nel salvare la serata"
Sorrisi
"Si, beh, tanto non potrebbe che migliorare, per quel che mi riguarda. Econ chi avrei l'onore di parlare, se non oso troppo?"
feci sarcastica.
Lui per tutta rsposta si alzo in piedi, facendo un mezzo inchino molto cavalleresco
"Piacere, Paolo, e tu sei..?"
"Francesca" risposi in un soffio, e in quel momento ebbi la netta sensazione che finalmente, nella mia vita, ci sarebbe stata una svolta positiva.





hey gente!
Questa storia è uno sfogo della mia mente malata nei confronti del periodo che sto attualmente passando...
la vedo come un messaggio di speranza, e un trip mentale ottimista, insomma volevo portare un po' di allegria a me stessa e a tutte le lettrici :)
detto ciò, che ne pensate? lasciate qualche commento, sono curiosa di leggere qualche parere :)
E se vi va di leggere un'altra mia fanfic che sto postando su EFP, questo è il link ---->Cadere tra le braccia del destino
besos,
kekka.
  
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