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Autore: AsielRosa    05/11/2010    7 recensioni
Una notte come tante altre per rivederti, sentire il tuo profumo, sfiorare il tuo corpo, amarti come mai prima, Mamoru.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie
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Un breve episodio, uno dei tanti, triste presagio.
UsagixMamoru
Buona lettura a tutti!



Notte.



Penso fossero le tre, forse le 4 del mattino. Non riuscivo proprio ad addormentarmi, guardavo il soffitto, più correttamente direi che proprio lo fissavo, esemplare momento di smarrimento. La luna avvolta nelle nubi vaporose, la stanza dipinta del nero notturno, il silenzio vibrava nell'aria. Erano ore che giacevo immobile in quella posizione, gli occhi sbarrati.
Soltanto per un motivo, per un unico e dolce motivo, lui... la mia dolce ossessione. Quella voglia matta di vederlo, così repentina nella notte.
Finalmente riuscii a distogliere lo sguardo da quello spettacolo vuoto, avevo preso la mia decisione, volevo rivederlo, a tutti i dannati costi. Mi sembravano passati secoli dall'ultima volta che incrociai il suo sguardo enigmatico, occhi blu come il mare, espressivi come una burrasca.
Quanti giorni eran passati? Cinque... o sei? Non importava, avevo un'irrefrenabile voglia di sentire il suo profumo, la sua voce, irrefrenabile voglia di lui, solo lui.
Mi vestii rapidamente, sistemati poi i capelli, con la massima attenzione ed il più assoluto silenzio, sfoderando un passo furtivo che s'addice soltanto al più abile tra i ladri, uscii di casa, dinanzi agli occhi dell'incredula Luna, preoccupatissima.
Iniziai a correre. Correvo, correvo, correvo. Non c'era anima viva, il paesaggio era desolante ed il freddo invernale pungeva la mia pelle bianchissima.
-Mamoru.... ti voglio, ti voglio adesso-
Con affanno raggiunsi il suo appartamento, il respiro irregolare, la fronte sudata... quella voglia era talmente assillante che, per tentare di rimediare alle ore perse a vagare nel nulla della mia camera, cercai di essere il più veloce possibile, per poter assistere al mio spettacolo preferito, quell'esibizione della natura umana: Mamoru.
Certo, lui non avrebbe voluto lontanamente vedermi, mi evitava, senza alcun motivo... cosa che non riuscivo, non potevo assolutamente accettare... il dolore che provavo ad incontrarlo per strada, sfiorare il suo sguardo e sottomettermi all'indifferenza che mi dedicava con un tale disprezzo... non ne potevo più.
Suonai al suo campanello, l'orario improponibile di certo non mi era d'aiuto, eppure non m'importava, non m'importava più, l'istinto aveva ormai preso le redini della situazione, era così e basta.
L'attesa era snervante, i secondi passavano e parevano eterni, ogni secondo sembrava esser scandito da un lamento.
Aspettavo, aspettavo, aspettavo.
-Chi è?-
Sentii quella melodia, ebbi un sussulto, era lui!
-Usagi....-
-Vattene Tsukino, lasciami dormire-
-Ti prego, apri questa porta, solo un attimo!-
Mamoru rimase in silenzio, si decise poi ad aprirmi.
-Cosa vuoi? Ma lo vedi che ora è? Vai a casa, non ho tempo da perdere e voglio dormire, dai-
Il tono freddo, gli occhi ancor di più... tutt'uno con l'inverno, un soffio glaciale.
-Perchè non vuoi affrontarmi, Mamoru, perchè?-
Chiba scosse il capo e mi fece cenno di entrare -Non voglio avere sulla coscienza anche i tuoi possibili malanni, entra-
Entrai, agitata, Mamoru chiuse la porta con un certo nervosismo, accese la luce e si sedette impaziente sul divano. Indossava un pigiama azzurro, aveva un'aria veramente assonnata.
-Sfogati e poi vattene, altrimenti poi va avanti per le lunghe-
-Non mi hai ancora risposto, Mamoru-
-Non ho niente da dirti, tra di noi è finita. Qual è la parte che non ti è chiara?  Il significato della parola fine?-
Si avvicinò a me, mi prese per le braccia e mi scosse energicamente -Conclusione Tsukino, termine, come te lo devo dire? Mi lasci in pace adesso?-
-Ti amo, so che per te è lo stesso. Non me ne andrò finchè non mi dirai che diavolo ti succede!-
Le lacrime iniziarono già a sgorgare abbondantemente dai miei occhi.
Stupida Usagi.... Stupida Usagi!
-
Mi hai scocciato... per sfogo intendevo anche un po' di riflessione, sono stanco, fuori da quì... mi fai diventare una bestia!-
Vedevo l'ira negli occhi di Mamoru, eppure era un velo sottilissimo quello che ricopriva il suo sguardo. Se non fossi stata certa che ci fosse qualcosa di criptico dietro al suo atteggiamento non avrei mai tentato quella sorta di assalto alla sua casa. Non volevo darmi per vinta, non volevo!
-Ti amo, ti amo!-
Mi aggrappai a lui, stringendolo con una forza inaudita. Lui cercò di dimenarsi da quella stretta, e più insisteva più lo stringevo con vigore.
-Sei una ragazzina insolente!- sbottò, senza nemmeno trovare il coraggio di guardarmi.
-DIMMELO MAMORU, ora che ho trovato il coraggio di venire quì...- singhiozzai -abbi almeno il ritegno di dirmi come stanno realmente le cose, poi me ne andrò, per sempre stavolta!-
Mamoru tacque, lo sguardo basso, smise di divincolarsi dal mio abbraccio disperato. Le mie lacrime continuavano a dipingere linee tristi sul mio viso, non potevo che aspettare una risposta, quel silenzio prima o poi sarebbe finito. Sentii il suo corpo iniziare a tremare lievemente, senza coglierne la ragione.
-Vuoi una ragione, LA VUOI?-
Mi prese per un braccio e, aggressivo come non lo vidi mai, mi baciò con un'avidità indescrivibile. Risposi a quel bacio con altrettanta tenacia, non percepivo un briciolo d'amore in quel gesto ma non mi importava, preferivo la finzione rispetto al niente. Le sue mani esploravano il mio corpo, senza alcun pudore. Senza distaccare le sue calde labbra dalle mie mi sollevò leggermente per gettarsi assieme a me sul divano in pelle del suo salotto. Mi strappò i vestiti di dosso senza alcuna cura, uno dopo l'altro vedevo i miei capi riempire il pavimento di quell'appartamento... nuda.
Ero nuda, spogliata della mia dignità, dei miei abiti.
-E' questo quello che vuoi? Solo questo posso darti. Altrimenti vattene-


VATTENE.




  
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