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Autore: _Miss_    06/11/2010    15 recensioni
Finale "alternativo" alla puntata 8 della seconda stagione prodotto dalla mia mente. A favore delle Delene, ovviamente.
Qui si immagina che Elena ricordi tutto quello che Damon le ha detto..
Era da ieri sera che avevo voglia di scrivere queste righe che non hanno fondamento che ho voluto condividere con voi.
Magari vi piace! Buona lettura!
#Attenzione spoiler!#
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Finale "alternativo" alla puntata 8 della seconda stagione prodotto dalla mia mente.
Buona lettura!

#Attenzione spoiler!#

http://tvdchronicles.com/wp-content/uploads/2010/08/damonandelenaepi3.jpg

*Il video della scena riprodotta sotto* Vi consiglio di rivederla... *-*

*Elena entra nella sua stanza e trova Damon.*
Damon: “Bel pigiamino.”
Elena: “Sono stanca Damon…”
*Lui si alza e le si avvicina.*

Damon: “Ti ho riportato questa.”
*Le mostra il ciondolo alzando in alto la mano.*

Elena: “L’avevo data per dispersa!
*Lui diniega con il capo.*
Grazie.
*Lei fa per riprenderselo ma lui ritira la mano guardandola con espressione seria.*
Ti prego ridammela.”

Damon: “Ho una cosa da dire.”
*Si avvicina di nuovo a lei.*

Elena: “E perché devi dirla con il mio ciondolo in mano?”
Damon: “Beh…
*Prosegue con voce incerta.*
Perché quello che sto per dire… è forse la cosa più egoista che abbia mai detto nella mia vita…”
*Lei sospira.*

Elena: “Damon, non farlo.”
*Lo guarda supplichevole.*

Damon: “No. Almeno una volta devo dirlo. E tu devi sentirtelo dire.
*Parlando le si riavvicina e la guarda fisso negli occhi.*
Ti amo, Elena.
*Lui stringe le labbra e lei continua a guardarlo senza emettere alcun suono.*
Ed è proprio perché ti amo che non posso fare l’egoista con te. Per questo non puoi saperlo. Io non ti merito… ma mio fratello si.
*L’espressione di lui è straziante. Le si avvicina e le bacia la fronte.*
Dio quanto vorrei che non dovessi scordarlo…
*Le accarezza una guancia con dolcezza e con sguardo triste.*
Ma devi.”
*Dall’occhio azzurro mare di Damon sgorga una lacrima e nello stesso istante gli occhi di Elena si chiudono.* 

Chiudo gli occhi e mi rendo conto di quello che è appena successo. Di quello che Damon mi ha appena confessato. Porto una mano al collo e mi rendo conto che, con la sua velocità, è riuscito finanche ad allacciarmi la collana al collo, per poi scappare dalla finestra.
“No. Almeno una volta devo dirlo. E tu devi sentirtelo dire. Ti amo, Elena. Ed è proprio perché ti amo che non posso fare l’egoista con te. Per questo non puoi saperlo. Io non ti merito… ma mio fratello si. Dio quanto vorrei che non dovessi scordarlo… Ma devi.”
Ma io ricordo tutto. Jeremy si è preoccupato di farmi bere un infuso alla verbena visto quello che mi è successo durante il pomeriggio.
E ricordo le parole di Damon. Come potrei dimenticarle? Ora ho la certezza dei suoi sentimenti. Mi ama davvero ed è disposto a farsi da parte per il mio bene e per suo fratello, Stefan.
Ho bisogno di parlargli. Ho bisogno di dirgli quello che sento anche io. Velocemente mi disfo del pigiama e indosso un paio di jeans e una T-Shirt.
Quando scendo in cucina trovo Jeremy e gli chiedo di accompagnarmi a casa di Stefan. Non posso dirgli che vado lì per Damon. 

“Devo aspettarti, Elena?” Mio fratello è diventato fin troppo protettivo nei miei confronti.
“No Jer, grazie.” E con un sorriso si allontana mentre io mi avvicino al portone di casa Salvatore con il cuore in tumulto. Non sono mai stata una decisa. Non ho mai saputo prendere le decisioni migliori, o comunque non ho mai preso una decisione senza pensarci a fondo. Ma adesso è diverso. So che stavolta deve essere diverso!
Busso piano, come se avessi paura di farmi sentire. Non risponde nessuno. Riprovo e ancora niente.
Passano cinque minuti e decido di sedermi sullo scalino sotto al portico. Qualcuno prima o poi dovrà tornare. Spero che Damon torni prima di Stefan.

“Ciao. Che ci fai qui?” La mia testa scatta immediatamente in direzione della voce e mi trovo di fronte Damon e i suoi occhi azzurri che molto spesso parlano al suo posto.
“Ti aspettavo.” Gli rispondo mentre tento di alzarmi. Lui mi porge una mano che afferro prontamente e mille scariche elettriche si propagano per tutto il mio corpo partendo dal punto in cui i nostri corpi si sono sfiorati.
“Si? Cosa c’è, Stefan è andato a salutare qualche scoiattolo che sentiva la sua mancanza e hai bisogno di non stare sola?” Mi dice sprezzante. Lo so che il suo modo di fare è solo una maschera per proteggersi. Un modo come un altro per nascondere la verità e mostrarsi forte. Ma io la conosco la verità. E anche se le sue parole dovrebbero ferirmi, non mi fanno alcun effetto.
“Non so dove sia Stefan. Non voglio parlare di lui, adesso.” Gli rispondo seria. Non so come comportarmi. Non so da dove iniziare. E non so se faccio bene a dirgli quello che penso. Io so cosa prova lui. Ma non so cosa si aspetta da me. Da noi.
“Senti, se mi vuoi chiedere qualcosa per quanto riguarda la storia di Katherine e il fatto che tu sia la sua doppelganger, rimandiamo tutto a domani, ok? - dice scocciato - Non che sappia molto. Ma comunque oggi è stata una giornata piuttosto pesante, non lo pensi anche tu che sei stata rapita?” Mi chiede parlando velocemente e sfuggendo più volte al mio sguardo.
“In realtà, stavo anche per essere sacrificata, o qualcosa del genere. - abbozzo un sorriso - Comunque non è neppure di questo che si tratta. E si, penso anche io che sia stata una giornata piuttosto pesante. E non vedevo l’ora di mettermi a letto e dormire fino a domani mattina.” Rispondo sicura di me stessa. So che devo solo far parlare il mio cuore e andrà tutto come è giusto che vada.
“E ti dispiacerebbe spiegarmi come mai sei qui, anziché essere nel tuo lettino?” Mi punta di nuovo i suoi occhi addosso e nonostante senta il peso del suo sguardo gravarmi sulla testa, non alzo lo sguardo.
“Perché qualcuno prima è andato via senza salutare, - alzo lo sguardo incrociando il suo incredulo - e non è buona educazione. Dico bene?” Forse era l’unico modo per fargli capire che so che è stato nella mia camera.
“Non dire assurdità! - prova a ricomporsi ma il suo sguardo è ancora vigile - Non sono stato da te, non stasera!” Ma dal mio sguardo capisce che non sto scherzando. Sa che io so che è stato da me.
“Damon, falla finita. Il ciondolo, - lo prendo tra le mani - me l’hai restituito circa venti minuti fa. O meglio, me lo hai messo al collo dopo… - la mia voce trema un po’ - dopo avermi… parlato.” Abbasso lo sguardo di nuovo. Ho paura di una sua reazione. Aveva deciso di non farmi sapere niente. Ma non è giusto che sia lui a decidere per entrambi.
“Come? Come fai a ricordare che sono stato io a riportarti il ciondolo?” La sua voce trema quanto la mia. Non l’ho mai sentito così insicuro. Però riesco ad immaginarmi il suo sguardo perché nei suoi occhi ho visto tante volte il Damon insicuro.
“La domanda è un’altra, Damon. - stavolta alzo gli occhi - Come faccio a ricordarmi di quello che mi hai detto.” E la sua espressione ora è indecifrabile. Paura. Felicità. Incredulità. Stupore. Odio e amore attraversano i suoi occhi. E alla fine non so dire con esattezza quale di questa prevale.
“Visto che l’hai fatta tu la domanda, potresti rispondere?” Mi chiede freddo. Ha paura di mostrarsi di nuovo umano ai miei occhi. Ma io la sua parte umana la conosco fin troppo bene. So che non è malvagio. So che ha deciso di fare la parte del cattivo di turno e che si comporta da tale. Ho la certezza che il suo cuore non ha mai represso la sua parte umana e che l’ha tirata fuori alla prima emozione che ha provato dopo secoli. Non è cattivo. E mi ama davvero.
“Infuso di verbena. - dico velocemente - Non essere duro con te stesso. Non farlo ancora Damon! - mi avvicino piano a lui - Per favore, non chiuderti di nuovo dietro il tuo muro. Lascia parlare il tuo cuore, per una volta. Non incolparti per avermi detto la verità. So che avresti voluto che io non ricordassi nulla. Ma lo ricordo. Parliamone.” Ormai sono ad una spanna dal suo viso.
“Parliamone? - alza un po’ la voce sgranando gli occhi - E di cosa, Elena? Del fatto che ora mi dirai, di nuovo, che ami Stefan e che io sono solo un tuo amico? Rettifico, non sono neppure quello! Torniamo indietro ancora. Ti ricordi quando ho pensato di averti baciata? – i suoi occhi lanciano fiamme – Te lo ricordi? – annuisco – Sai cosa mi ricordo io più di tutto? Non il fatto di aver scoperto che avevo baciato Katherine. No. Mi ricordo quando sono venuto da te, quella sera, ad un passo dal confessarti i miei sentimenti per te e mi hai detto che non avresti mai ricambiato un mio bacio e che trovavi assurdo che io lo pensassi. Quel mai mi ha ferito Elena. Dici che devo lasciar parlare il mio cuore. - si porta una mano sul petto - Per quale motivo dovrei farlo anziché mettermi a riparo? Per darti l’occasione di farlo a pezzi? Ci ha pensato Katherine una volta. Lo ha rifatto in modo sottile anche in questi ultimi giorni anche se io non provo più niente per lei. Niente. Però il fatto di aver amato una persona e sapere che lei mi ha sempre usato, fa male. E non voglio star male ancora. No, Elena.” I miei occhi si fanno inevitabilmente lucidi. Fa male vederlo così. Fa male pensare che anche io sono come Katherine perché lo sto facendo soffrire.
“Non sono lei.” Lo sento ridere piano. Quasi una risata sprezzante.
“Non vorresti esserlo. Ma alla fine siete diverse per una cosa soltanto. Lei è cattiva. Tu no. Ma siete identiche. Amate Stefan. E, involontariamente forse, fate del male a me. - si zittisce un attimo per poi continuare - Elena per favore, va a casa.” Mi supplica con lo sguardo.
“Vorrei poter ridefinire un paio di punti della tua lista.” Dico con un sorriso.
“Elena, non vorrei doverti portare di peso a casa.” Mi sfida con lo sguardo.
“Lasciami dire! Io e Katherine siamo diverse in quanto lei è una vampira e io no.” Mi guarda quasi divertito.
“E il secondo punto sarebbe? Visto che hai parlato di un paio…” Continua esibendo il suo mezzo sorriso.
“Sarebbe che Katherine ha sempre amato solo Stefan. Io invece… beh, io amo te.”
Il mio sguardo si concentra sul suo. Le pupille che si dilatano secondo dopo secondo. Aggrotta le sopracciglia scrutandomi a fondo. E all’improvviso le piccole rughe che gli si erano formate sulla fronte spariscono e sul suo viso compare il più bel sorriso che io abbia mai visto fargli. E soprattutto, sincero.
Mi prende le mani tra le sue e continua a guardarmi come se volesse parlare con la mia anima.

“Elena non è uno scherzo, vero? Non me lo stai dicendo perché vuoi usarmi per qualcosa?” Scuoto con decisione la testa e gli rispondo con voce flebile.
“No. Non sognerei mai di farlo.” E osservo le sue labbra rosee e sottili distese a lasciare scoperta una schiera di denti bianchi e perfetti.
“Ti amo Elena. - rabbrividisco a sentire le sue parole - E so che è completamente sbagliato tutto questo. Tu sei così bella e brillante, intelligente e… oh Elena! - mi prende il viso tra le sue mani - Ti amo. E non è giusto che tu faccia soffrire mio fratello a causa mia. Io…” Lo interrompo posando le mie labbra sulle sue.
Le nostre labbra si sfiorano con lentezza. Si assaporano piano prendendo confidenza tra loro. Sento il suo sapore, che non saprei descrivere, ma che mi piace troppo. Sembra fatto apposta per appagarmi.
Dischiudo piano le mie labbra e lui in risposta passa la lingua sul mio labbro inferiore prima di farla scontrare con la mia. E si attorcigliano e si rincorrono. Ci baciamo con la passione che aumenta di secondo in secondo.
Le sue mani dal mio viso scendono sulle mie spalle fino ad arrivare ai miei fianchi che circonda e mi attira verso di se facendo scontrare i nostri petti che si alzano e si abbassano velocemente per via del nostro respiro accelerato.
Con dolcezza mi scosta i capelli dal viso e scende a lambirmi il collo con la lingua.

“Hai un odore che mi manda in estasi.” Sorrido portando le mie mani tra i suoi capelli neri e corti.
“E tu baci benissimo.” Ride contro la mia pelle.
“Elena, sei sicura?” Mi chiede mettendosi ritto dinanzi a me.
“Di cosa?” Gli chiedo accarezzandogli una guancia resa un po’ ispida dalla barbetta.
“Di, beh… di tutto…” Appoggia la fronte sulla mia facendo scontrare i nostri nasi.
“Sono sicura di tutto. E voglio fare l’amore con te, Damon.”

Mi guarda con un’intensità tale da farmi cedere le ginocchia. Per fortuna c’è lui che mi afferra per i fianchi e prendendomi in braccio mi porta all’interno della casa con la sua velocità.

Non sapevo se farla rossa o meno. Ma poi ho deciso di lasciarla così, romantica. E' una stronzata ma volevo scriverla da ieri pomeriggio che ho visto la puntata!
Questa è un omaggio a tutte le DELENE come me!
   
 
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