Buona lettura!
#Attenzione spoiler!#
*Il video della scena riprodotta sotto* Vi consiglio di rivederla... *-*
*Elena entra nella sua
stanza e trova Damon.*
Damon:
“Bel pigiamino.”
Elena:
“Sono stanca Damon…”
*Lui si alza e le si
avvicina.*
Damon:
“Ti ho riportato questa.”
*Le mostra il ciondolo
alzando in alto la mano.*
Elena:
“L’avevo data per dispersa!
*Lui diniega con il
capo.*
Grazie.
*Lei fa per
riprenderselo ma lui ritira la mano guardandola con espressione seria.*
Ti prego
ridammela.”
Damon:
“Ho una cosa da dire.”
*Si avvicina di nuovo a
lei.*
Elena:
“E perché devi dirla con il mio ciondolo in
mano?”
Damon:
“Beh…
*Prosegue con voce
incerta.*
Perché
quello
che sto per dire… è forse la cosa più
egoista che abbia mai detto nella mia
vita…”
*Lei sospira.*
Elena:
“Damon, non farlo.”
*Lo guarda
supplichevole.*
Damon:
“No. Almeno una volta devo dirlo. E tu devi
sentirtelo dire.
*Parlando le si
riavvicina e la guarda fisso negli occhi.*
Ti amo,
Elena.
*Lui stringe le labbra
e lei continua a guardarlo senza emettere alcun suono.*
Ed è
proprio perché
ti amo che non posso fare l’egoista con te. Per questo non
puoi saperlo. Io non
ti merito… ma mio fratello si.
*L’espressione di
lui è
straziante. Le si avvicina e le bacia la fronte.*
Dio quanto
vorrei
che non dovessi scordarlo…
*Le accarezza una
guancia con dolcezza e con sguardo triste.*
Ma
devi.”
*Dall’occhio
azzurro
mare di Damon sgorga una lacrima e nello stesso istante gli occhi di
Elena si
chiudono.*
Chiudo
gli occhi e mi rendo conto di quello che è appena successo.
Di
quello che Damon mi ha appena confessato. Porto una mano al collo e mi
rendo
conto che, con la sua velocità, è riuscito
finanche ad allacciarmi la collana
al collo, per poi scappare dalla finestra.
“No.
Almeno una
volta devo dirlo. E tu devi sentirtelo dire. Ti amo, Elena. Ed
è proprio perché
ti amo che non posso fare l’egoista con te. Per questo non
puoi saperlo. Io non
ti merito… ma mio fratello si. Dio quanto vorrei che non
dovessi scordarlo… Ma
devi.”
Ma io ricordo tutto. Jeremy si è preoccupato di farmi bere
un infuso
alla verbena visto quello che mi è successo durante il
pomeriggio.
E ricordo le parole di Damon. Come potrei dimenticarle? Ora ho la
certezza dei suoi sentimenti. Mi ama davvero ed è disposto a
farsi da parte per
il mio bene e per suo fratello, Stefan.
Ho bisogno di parlargli. Ho bisogno di dirgli quello che sento anche
io. Velocemente mi disfo del pigiama e indosso un paio di jeans e una
T-Shirt.
Quando scendo in cucina trovo Jeremy e gli chiedo di accompagnarmi a
casa di Stefan. Non posso dirgli che vado lì per Damon.
“Devo
aspettarti, Elena?” Mio fratello
è diventato fin troppo protettivo nei miei confronti.
“No
Jer,
grazie.” E con un sorriso si
allontana mentre io mi avvicino al portone di
casa Salvatore con il cuore in tumulto. Non sono mai stata una decisa.
Non ho
mai saputo prendere le decisioni migliori, o comunque non ho mai preso
una
decisione senza pensarci a fondo. Ma adesso è diverso. So
che stavolta deve
essere diverso!
Busso piano, come se avessi paura di farmi sentire. Non risponde
nessuno. Riprovo e ancora niente.
Passano cinque minuti e decido di sedermi sullo scalino sotto al
portico.
Qualcuno prima o poi dovrà tornare. Spero che Damon torni
prima di Stefan.
“Ciao.
Che ci
fai qui?” La mia testa scatta
immediatamente in direzione della voce e mi
trovo di fronte Damon e i suoi occhi azzurri che molto spesso parlano
al suo
posto.
“Ti
aspettavo.” Gli rispondo mentre
tento di alzarmi. Lui mi porge una mano che
afferro prontamente e mille scariche elettriche si propagano per tutto
il mio
corpo partendo dal punto in cui i nostri corpi si sono sfiorati.
“Si?
Cosa c’è,
Stefan è andato a salutare qualche scoiattolo che sentiva la
sua mancanza e hai
bisogno di non stare sola?” Mi dice sprezzante. Lo
so che il suo modo di
fare è solo una maschera per proteggersi. Un modo come un
altro per nascondere
la verità e mostrarsi forte. Ma io la conosco la
verità. E anche se le sue
parole dovrebbero ferirmi, non mi fanno alcun effetto.
“Non
so dove
sia Stefan. Non voglio parlare di lui, adesso.” Gli rispondo
seria. Non so come comportarmi. Non so da dove iniziare. E non so se
faccio
bene a dirgli quello che penso. Io so cosa prova lui. Ma non so cosa si
aspetta
da me. Da noi.
“Senti,
se mi
vuoi chiedere qualcosa per quanto riguarda la storia di Katherine e il
fatto
che tu sia la sua doppelganger, rimandiamo tutto a domani, ok? - dice scocciato
- Non che sappia molto. Ma comunque oggi
è stata una giornata piuttosto pesante, non lo pensi anche
tu che sei stata
rapita?” Mi chiede parlando velocemente e sfuggendo
più volte al mio
sguardo.
“In
realtà,
stavo anche per essere sacrificata, o qualcosa del genere. - abbozzo un
sorriso - Comunque non è neppure di
questo che si tratta. E si, penso anche io che sia stata una giornata
piuttosto
pesante. E non vedevo l’ora di mettermi a letto e dormire
fino a domani
mattina.” Rispondo sicura di me stessa. So che devo
solo far parlare il mio
cuore e andrà tutto come è giusto che vada.
“E
ti dispiacerebbe
spiegarmi come mai sei qui, anziché essere nel tuo
lettino?” Mi punta di
nuovo i suoi occhi addosso e nonostante senta il peso del suo sguardo
gravarmi
sulla testa, non alzo lo sguardo.
“Perché
qualcuno
prima è andato via senza salutare, - alzo lo sguardo
incrociando il suo
incredulo - e non è buona
educazione. Dico
bene?” Forse era l’unico modo per fargli
capire che so che è stato nella
mia camera.
“Non
dire
assurdità! - prova a ricomporsi ma
il suo sguardo è ancora vigile -
Non sono stato da te, non stasera!” Ma
dal mio sguardo capisce che non sto scherzando. Sa che io so che
è stato da me.
“Damon,
falla
finita. Il ciondolo, - lo prendo tra le mani
- me l’hai
restituito circa venti minuti fa. O meglio, me lo hai messo al collo
dopo… -
la mia voce trema un po’ - dopo
avermi…
parlato.” Abbasso lo sguardo di nuovo. Ho paura di
una sua reazione. Aveva deciso
di non farmi sapere niente. Ma non è giusto che sia lui a
decidere per
entrambi.
“Come?
Come fai
a ricordare che sono stato io a riportarti il ciondolo?” La sua voce
trema quanto la mia. Non l’ho mai sentito così
insicuro. Però riesco ad
immaginarmi il suo sguardo perché nei suoi occhi ho visto
tante volte il Damon
insicuro.
“La
domanda è
un’altra, Damon. - stavolta alzo gli
occhi - Come
faccio a ricordarmi di quello che mi hai detto.” E
la sua espressione ora è
indecifrabile. Paura. Felicità. Incredulità.
Stupore. Odio e amore attraversano
i suoi occhi. E alla fine non so dire con esattezza quale di questa
prevale.
“Visto
che l’hai
fatta tu la domanda, potresti rispondere?” Mi chiede freddo. Ha
paura di
mostrarsi di nuovo umano ai miei occhi. Ma io la sua parte umana la
conosco fin
troppo bene. So che non è malvagio. So che ha deciso di fare
la parte del
cattivo di turno e che si comporta da tale. Ho la certezza che il suo
cuore non
ha mai represso la sua parte umana e che l’ha tirata fuori
alla prima emozione
che ha provato dopo secoli. Non è cattivo. E mi ama davvero.
“Infuso
di
verbena. - dico velocemente - Non
essere duro con te stesso. Non farlo ancora Damon! - mi
avvicino piano a
lui - Per favore, non chiuderti di nuovo
dietro il tuo muro. Lascia parlare il tuo cuore, per una volta. Non
incolparti
per avermi detto la verità. So che avresti voluto che io non
ricordassi nulla.
Ma lo ricordo. Parliamone.” Ormai sono ad una
spanna dal suo viso.
“Parliamone?
-
alza un po’
la voce sgranando gli occhi - E di cosa,
Elena? Del fatto che ora mi dirai, di nuovo, che ami Stefan e che io
sono solo
un tuo amico? Rettifico, non sono neppure quello! Torniamo indietro
ancora. Ti ricordi
quando ho pensato di averti baciata? – i suoi
occhi lanciano fiamme – Te lo
ricordi? – annuisco –
Sai cosa mi ricordo io più di tutto? Non il
fatto di aver scoperto che avevo baciato Katherine. No. Mi ricordo
quando sono
venuto da te, quella sera, ad un passo dal confessarti i miei
sentimenti per te
e mi hai detto che non avresti mai ricambiato un mio bacio e che
trovavi
assurdo che io lo pensassi. Quel mai mi ha ferito Elena. Dici che devo
lasciar
parlare il mio cuore. - si porta una mano sul petto - Per quale motivo dovrei farlo anziché
mettermi a riparo? Per darti l’occasione
di farlo a pezzi? Ci ha pensato Katherine una volta. Lo ha rifatto in
modo
sottile anche in questi ultimi giorni anche se io non provo
più niente per lei.
Niente. Però il fatto di aver amato una persona e sapere che
lei mi ha sempre
usato, fa male. E non voglio star male ancora. No, Elena.”
I miei occhi si
fanno inevitabilmente lucidi. Fa male vederlo così. Fa male
pensare che anche
io sono come Katherine perché lo sto facendo soffrire.
“Non
sono
lei.” Lo sento ridere piano.
Quasi una risata sprezzante.
“Non
vorresti
esserlo. Ma alla fine siete diverse per una cosa soltanto. Lei
è cattiva. Tu no.
Ma siete identiche. Amate Stefan. E, involontariamente forse, fate del
male a
me. - si zittisce un attimo
per poi continuare - Elena per favore, va a
casa.” Mi supplica con lo sguardo.
“Vorrei
poter
ridefinire un paio di punti della tua lista.” Dico con un sorriso.
“Elena,
non
vorrei doverti portare di peso a casa.” Mi sfida con lo
sguardo.
“Lasciami
dire! Io e Katherine siamo diverse in quanto lei è una
vampira e io no.” Mi guarda
quasi divertito.
“E
il secondo
punto sarebbe? Visto che hai parlato di un paio…” Continua
esibendo il suo mezzo sorriso.
“Sarebbe
che
Katherine ha sempre amato solo Stefan. Io invece… beh, io
amo te.”
Il mio sguardo si concentra sul suo. Le pupille che si dilatano
secondo dopo secondo. Aggrotta le sopracciglia scrutandomi a fondo. E
all’improvviso
le piccole rughe che gli si erano formate sulla fronte spariscono e sul
suo
viso compare il più bel sorriso che io abbia mai visto
fargli. E soprattutto,
sincero.
Mi prende le mani tra le sue e continua a guardarmi come se volesse
parlare con la mia anima.
“Elena
non è
uno scherzo, vero? Non me lo stai dicendo perché vuoi usarmi
per qualcosa?” Scuoto con
decisione la testa e gli rispondo con voce flebile.
“No.
Non sognerei
mai di farlo.” E osservo le sue
labbra rosee e sottili distese a lasciare scoperta
una schiera di denti bianchi e perfetti.
“Ti
amo
Elena. - rabbrividisco a sentire
le sue parole - E so che è
completamente sbagliato tutto questo. Tu sei così bella e
brillante, intelligente e… oh Elena! - mi prende
il viso tra le sue mani - Ti amo. E non
è giusto che tu faccia
soffrire mio fratello a causa mia. Io…”
Lo interrompo posando le mie labbra
sulle sue.
Le nostre labbra si sfiorano con lentezza. Si assaporano piano
prendendo
confidenza tra loro. Sento il suo sapore, che non saprei descrivere, ma
che mi
piace troppo. Sembra fatto apposta per appagarmi.
Dischiudo piano le mie labbra e lui in risposta passa la lingua sul
mio labbro inferiore prima di farla scontrare con la mia. E si
attorcigliano e
si rincorrono. Ci baciamo con la passione che aumenta di secondo in
secondo.
Le sue mani dal mio viso scendono sulle mie spalle fino ad arrivare
ai miei fianchi che circonda e mi attira verso di se facendo scontrare
i nostri
petti che si alzano e si abbassano velocemente per via del nostro
respiro accelerato.
Con dolcezza mi scosta i capelli dal viso e scende a lambirmi il
collo con la lingua.
“Hai
un odore
che mi manda in estasi.” Sorrido portando le
mie mani tra i suoi capelli
neri e corti.
“E
tu baci
benissimo.” Ride contro la mia
pelle.
“Elena,
sei
sicura?” Mi chiede mettendosi
ritto dinanzi a me.
“Di
cosa?” Gli chiedo
accarezzandogli una guancia resa un po’ ispida dalla barbetta.
“Di,
beh… di
tutto…” Appoggia la fronte
sulla mia facendo scontrare i nostri nasi.
“Sono
sicura
di tutto. E voglio fare l’amore con te, Damon.”
Mi guarda con
un’intensità tale da farmi cedere le ginocchia.
Per fortuna
c’è lui che mi afferra per i fianchi e prendendomi
in braccio mi porta all’interno
della casa con la sua velocità.
Questa è un omaggio a tutte le DELENE come me!