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Autore: Prof    07/11/2010    7 recensioni
“Fratellone!”
Inghilterra ebbe appena il tempo di girarsi verso la fonte di tanto baccano per vedere forse la scena più vomitevole che gli fosse capitata sott'occhio da un paio di decenni a questa parte.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Come Fratelli
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Francia, Inghilterra, Italia Veneziano
Genere: introspettivo, triste (rancoroso-invidioso ^^'')
Rating: verde
Avvertimenti: One-shot
Disclaimer: Axis Powers Hetalia appartiene a Hidekaz Himaruya. Titolo dal brano omonimo della colonna sonora del film “La Matassa” (link)
Note: 1) Iggy si è svegliato con la luna storta; o almeno più storta del solito. ^^   2) A dirla tutta dovevo parlare di Francia e la felicità; invece ho parlato di Inghilterra e l'infelicità. Ho calibrato male. =_=  3) Inghilterra mi ha rovinato il momento Francia/Italia. Sempre colpa sua.  4) In un certo qual modo ispirato da Di fiori e conigli di [info]kimbnr 

Riassunto: “Fratellone!”
Inghilterra ebbe appena il tempo di girarsi verso la fonte di tanto baccano per vedere forse la scena più vomitevole che gli fosse capitata sott'occhio da un paio di decenni a questa parte.




Come Fratelli




“Fratellone!”
Inghilterra ebbe appena il tempo di girarsi verso la fonte di tanto baccano per vedere forse la scena più vomitevole che gli fosse capitata sott'occhio da un paio di decenni a questa parte.
Italia, quello sciocco di Italia (e chi altri se no?), non si sa bene sotto quale impulso o effetto allucinogeno, per una serie di motivazioni a lui sconosciute e che sarebbero rimaste sicuramente tali, ebbene, quella frivola Nazione aveva ben deciso di saltare gaudente addosso a quell'altro cretino di Francia e stritolarlo in... in... un disgusto quanto fuori luogo abbraccio.

Ora, se la rana avesse avuto anche un minimo di decenza, la cosa si sarebbe risolta nel più decoroso dei modi, con Italia che veniva fermamente respinto, redarguito e indirizzato su una più giusta via di condotta.

Ma si stava parlando della rana, l'essere più indecente sulla faccia della Terra; che difatti ricambiò, manco a dirlo, molto felicemente l'abbraccio, gracchiando qualcosa di - sicuramente – indecente e inopportuno.

D'altronde cosa mai poteva aspettarsi da una rana pervertita e da mr. Macaroni l'incompetente? Di certo non la dovuta compostezza indispensabile ad una riunione internazionale.
 
I due... I due, frattanto, si erano accomodati su un'anonima panchina situata nelle loro immediate vicinanze; Francia, perché era sempre lui la mente diabolica e perversa, aveva fatto accomodare sulle proprie gambe Italia, che si stava esibendo in un racconto concitato con grande profusione di gesticolamenti vari. La rana lo seguiva con lo sguardo, a volte annuendo, a volte per brevi commenti, ma sempre sul volto presente un sorriso così... così... sereno. 

Era un Francia che Inghilterra aveva visto poche volte nel corso della sua lunga esistenza; aveva il sapore di ricordi vecchi e lontani, lontanissimi, sepolti sotto secoli e secoli di battaglie, scontri e fraintendimenti. Quel sorriso, che con tanta leggerezza mostrava ad Italia – o forse era proprio Italia  a generarlo? - poteva appartenere solo ad una persona felice, dannatamente felice; dannatamente felice di stare insieme ad una persona cara.

Inghilterra ringhiò, anche contro quel quantomai pericoloso pensiero che stava cominciando a navigargli in testa, su quante volte Francia avesse mostrato a lui, quel sorriso.
Meglio non indagare...

E poi era una cosa davvero patetica! 
Dove si era cacciato quel crucco di Germania? Mai una volta che ci sia quando ce n'è bisogno! Perché non si riprendeva quel disastro ambulante di Italia, e possibilmente non lo faceva sparire dalla faccia della Terra, con tutte le sue smancerie, le sue moine e le sue frivolezze?

Inghilterra indugiò.
La mano di Francia era poggiata placida sulla gamba di Italia, lì, appena poco più su del ginocchio; l'altra completava il giro del braccio dietro la sua schiena, sorreggendolo caso mai, nella foga di parlare, e gesticolare, non si fosse ribaltato in una clamorosa caduta. Italia, dal canto suo, proprio non riusciva a tenere ferme quelle mani, che ogni tanto, tra le pause - poche - del suo discorso andavano ad accarezzare, veloci e leggere, o il braccio di Francia, o la sua guancia, o la sua odiosa barbetta, o i capelli biondi.
Sembravano... sembravano così uniti, indissolubili, legati da quella complicità che può nascere solo da un affetto sincero come quello tra fratelli. Un quadretto idilliaco.

Per la seconda volta Inghilterra fu costretto a fugare un altro pensiero pericoloso – non era il caso di rimembrare qualcosa che potesse essere definito “fratello”.
Aggrottò le sopracciglia, e sbuffò stizzito.
Frugò nella sua mente alla ricerca di una motivazione abbastanza valida per andare a scocciare Francia; non trovò nulla, a dire il vero, ma quello era pur sempre la rana, e una motivazione per rompergli le scatole si trovava sempre.


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