Apro il terzo cassetto. Dentro, quella foto. Quella foto che non vedo da anni. Mi chiama, grida aiuto.

Tu in quella foto sorridi come non hai mai fatto. E' il tuo compleanno, e lo festeggi con noi, come tutti gli anni. Una torta gigante. Una candelina a forma di punto interrogativo. Il tuo sorriso enorme e genuino, i nostri regali, fatti col cuore.

Questi sono gli ingredienti di quella giornata, quella giornata che la mia mente crescendo ha rimosso insieme a molte altre passate insieme a te.

Ma oggi è quel giorno.

E noi che faremo? Come festeggeremo senza te, senza quell'elemento capace di rendere magico il mondo?

Ci riuniremo ancora nel tuo salone, e piangeremo ricordandoti? Faremo finta di nulla?

Così ipocriti saremo?

Sotto la foto, un solco. La riconosco immediatamente. E' la catenina che mi hai donato quando ho compiuto sette anni, quella a forma di mezzaluna.

Quando la vedevo con te, la mezzaluna non era niente di speciale, perché tu ci camminavi sopra.

Ma ora, ora è un ostacolo insormontabile, una cosa troppo lontana da me e da quel che sono diventata.

Riguardo la foto. Eccomi là, goffa e piccina come non mai, che sorrido abbracciata all'unico uomo che abbia mai amato col cuore.

I tuoi occhi sono così belli e profondi, che mi fanno piangere.

E finalmente piango, fra le dita un'insulsa immagine sbiadita e un pezzo d'oro che vale più di tutto il mondo.

Le mie lacrime.

Erano diamanti per te, dicevi sempre che erano pezzi di luna che non andavano sprecati. E non li ho mai sprecati. Fino adesso.

Tutto il mondo è sopra di me.

Tu non ci sei più.

Tu sei solo un'immagine sbiadita nella mia mente, nè adulta nè bambina, incapace di trattenere momenti preziosi.

Io ti amavo. E tu te ne sei andato.

Mi hai lasciata sola.

Ma perché l'hai fatto?

Potevi aspettare.

Forse era Dio che non poteva.

Non so che pensare, non più.

Una prova tangibile della tua esistenza miracolosa però mi è rimasta nel cuore.
La tua musica.

Entra nella mia anima e scorre come ossigeno nel mio corpo. Mi fa vivere, mi fa sentire me stessa.

Mi ricorda tanto quella bambina che rideva felice vedendoti.

Le mie lacrime hanno bagnato la mezzaluna.

Alzo lo sguardo al cielo.

La notte è limpida e le stelle brillano come non mai.

Ma è la luna la protagonista dei miei occhi.

Una luna che mi ricorda te, perché passeggiavi sulla Luna. E qualche volta anche in cielo.

Ma non ti sei accontentato vero?

Il cielo lo volevi vedere da vicino.

Spero che tu sia felice.

Spero che quello sia il tuo mondo.

La tua storia mi ricorda quanto ingiusto sia il mondo.

Ma il mondo è bello, mi ripetevi sempre.

Bello?

Alzo di nuovo lo sguardo al cielo.

Sì. E' bello.

Affido al vento della notte le mie parole.

Spero che giungeranno a te.

Ti voglio bene, papà.