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Autore: Japanlover86    09/11/2010    8 recensioni
Durante una normalissima giornata primaverile, Usagi è alle prese con un nemico tanto forte quanto sconosciuto... Riusciranno le guerriere Sailor, accorse in suo aiuto, a salvarla dal mortale pericolo?
Genere: Azione, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inner Senshi, Usagi/Bunny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Emergenza!... C'è un mostro in casa mia!

Nota: i personaggi di Sailor Moon, detenuti da Naoko Takeuchi, non mi appartengono.  

 

 

 

 

 

 

 

 

Emergenza!... C’è un mostro in casa mia!

 

 

 

 

 

 

 

 

Tranquilla

Quella era stata davvero una giornata tranquilla.

Mentre stava chiudendo il chiosco dedicato alla vendita degli amuleti, Rei si soffermò a pensare che era da un bel pezzo che non le capitava semplicemente di godersi la pace del tempio nel tardo pomeriggio di una domenica primaverile.

I visitatori erano stati pochi quel giorno e lei aveva avuto la rara occasione di assistere passivamente al lento ma inesorabile scorrere del tempo… prima che se ne potesse accorgere, l’aria frizzante del mattino aveva lasciato il posto alla tiepida brezza gentile del pomeriggio e i pallidi raggi solari avevano rischiarato gli alti alberi che circondavano la sua abitazione, rendendo più vive e cangianti le foglie dalle più varie sfumature di verde.

Ad un osservatore esterno, quella visione poteva sembrare noiosa e priva di qualunque attrazione ma non era così per lei che, con tutte le cose che aveva da fare, difficilmente poteva concedersi il lusso di prendersi una pausa… scuola, casa e gestione del tempio erano le sue mansioni e nessuno poteva assumersi queste responsabilità al posto suo, lo sapeva bene. Se poi si aggiungeva il fatto che era una paladina di giustizia con una missione da compiere… beh, non si poteva certo dire che la sua vita fosse prevedibile.

Immersa in questi pensieri, Rei diede un’ultima occhiata verso l’enorme scalone che conduceva verso le strade brulicanti di persone sicuramente intente a gustarsi il meritato giorno festivo e s’incamminò verso l’interno della sua casa, pregustando il momento di lì a poco in cui, accoccolata davanti al camino, avrebbe assaporato il suo thè impreziosito con dolcetti al cioccolato preparati appositamente per quell’occasione. Era un rito quotidiano al quale non riusciva a rinunciare…

Prima, però, doveva cambiarsi.

Canticchiando un allegro motivetto, Rei si sfilò il kimono per indossare abiti più comodi e pratici. Era davvero di buonumore. Per quel giorno, niente e nessuno avrebbe potuto cancellare la sua spensieratezza… a meno che non si fosse presentata un’emergenza – mostro da abbattere… ma erano passati secoli da quando avevano sconfitto l’ultimo nemico e il fuoco sacro non aveva preannunciato minacce…

Si diede della sciocca per aver dirottato i suoi pensieri in una direzione poco felice. Le cinque erano arrivate e avrebbe perduto il piacere di una buona tazza fumante del suo liquido preferito se non si fosse sbrigata...

Non fece in tempo a mettere un piede fuori dalla porta della sua camera che un suono acuto e ben familiare catturò la sua attenzione.

Il comunicatore Sailor stava trillando insistentemente.

Con il cuore in gola, Rei lo afferrò di scatto e premette il pulsante. I suoi occhi scorsero il volto pallido e scarmigliato di un’impaurita Usagi…

-“Rei, emergenza! C’è un mostro in casa mia!”-

-“Avviso le altre e arrivo subito!”-

Senza perdere tempo, Rei chiuse la comunicazione e chiamò le altre ragazze spiegando l’accaduto.

Appena mise giù il ricevitore, le scappò un’imprecazione… mai una volta che la giornata finisse bene… e quella chiamata era arrivata proprio al momento più inopportuno! Dannazione! Usagi era in pericolo e lei stava lì a perdersi in quisquilie…

Il nemico l’avrebbe pagata particolarmente cara, stavolta… mai disturbare i momenti di pace della combattente di Marte!

Biascicando delle scuse affrettate a suo nonno, Rei spalancò la porta di casa e si avviò correndo tra le strade di Tokyo.

 

Cinque minuti dopo, Sailor Mars atterrò con un balzo davanti al cancello dell’abitazione di Usagi. Ad attenderla, c’erano già Sailor Jupiter e Sailor Mercury.

-“Ci sono novità?”- chiese impaziente.

-“Nessuna. Il mio computer non rivela niente all’interno”- una preoccupata Mercury digitava senza sosta complicati calcoli algebrici ma l’apparecchio non percepiva alcuna forma di vita aliena nella casa.

Una voce dietro di lei pose fine alle sue operazioni.

-“E se fosse stata rapita?”- Sailor Venus fece la sua comparsa in mezzo alle altre.

-“Non è possibile. Il fuoco sacro me l’avrebbe sicuramente mostrato.”-

E se si fosse trattato proprio di un rapimento? E lei non l’avesse avvertito? D’altronde, erano passati pochi minuti dal momento in cui aveva ricevuto la chiamata di Usagi… potevano essere stati fatali, in quel lasso di tempo poteva essere accaduto di tutto…

L’intervento di Sailor Jupiter la distolse dai suoi pensieri.

-“C’è solo un modo per scoprirlo… facciamo irruzione ed entriamo!”- devastante come un toro in carica, la guerriera di Giove avrebbe sicuramente sfondato la porta se le altre non l’avessero trattenuta.

 

All’interno regnava il silenzio.

Le ragazze avanzarono di qualche passo verso il centro della stanza appena visibile, le orecchie tese a captare qualsiasi rumore insolito o un’anomalia che manifestasse la presenza di nemici. Ben presto, gli occhi si abituarono alla penombra e la visione che si mostrò loro fu sconcertante.

Tutto era immacolato e al proprio posto. I mobili troneggiavano fieri nella stanza e ogni cosa aveva la sua giusta collocazione.

Dov’era finita Usagi?

Il silenzio si fece assordante. Tutto quello che si poteva sentire era il palpitare furioso dei cuori delle guerriere, con i sensi all’erta e pronte a scattare a qualsiasi minimo segnale.

Non c’era anima viva. Sembrava che gli inquilini della casa fossero temporaneamente assenti. Nulla faceva presagire una situazione di pericolo.

Fu Mercury a interrompere l’atmosfera tesa che si era creata.

-“Mi chiedo… come hanno fatto i nemici a scoprire che questa è la casa dove abita Usagi?”-

Degna domanda di Amy, si ritrovò a pensare Rei.

Ma nessuno ebbe la forza di risponderle. Tutte erano occupate a fare i conti con gli oscuri presagi che si facevano largo nei loro animi.

 

Alcuni colpi attutiti le fecero trasalire e voltare verso la stanza alla loro sinistra. Frementi e con il groppo in gola, aprirono la porta e si catapultarono dentro.

A una prima occhiata, la scena che si presentò loro le colpì come una cannonata. A pochi metri, riversi a terra, giacevano i corpi pallidi e immobili dei genitori e del fratello di Usagi. Ma non fu questo a spaventarle.

La loro leader era davanti a loro, il corpo teso e tremante nello sforzo di trattenere al di là della porta l’ancora invisibile entità maligna che premeva per uscire con sempre più intensità  Le spinte si susseguivano con maggior frequenza… e lei stava per cedere.

-“Usagi!”- il tono delle loro voci fu un misto di sollievo e preoccupazione.

La ragazza si girò verso le sue compagne e i suoi occhi, sofferenti e scoraggiati, liberarono lacrime di gioia al solo vederle di nuovo al suo fianco.

-“Ragazze, che bello vedervi! Aiutatemi… non resisterò ancora a lungo!”- appena ebbe pronunciato queste parole, Usagi si accasciò a terra, esausta.

Venus agì prontamente. Mentre le altre sostenevano la loro più cara amica, allontanandola dalla porta, lei rimpiazzò la resistenza di Usagi con la sua catena e bloccò l’entrata, consapevole che il rimedio sarebbe stato temporaneo.

Un sollievo parziale dilagò negli animi delle combattenti, sostituito dalla preoccupazione sullo stato di salute della combattente della Luna.

-“Usagi, cos’è successo?”-

-“Stai bene?”-

-“Come mai non sei trasformata?”-

Alla domanda di Mars, Usagi si rabbuiò e le lacrime, fino a quel momento trattenute, colarono lungo le guance.

-“Mi ha preso la spilla! Quella… quella cosa… l’ha inglobata dentro di sé.”-

-“Ma come ha fatto a prenderla?”-

-“Non lo so. Ho lasciato la mia uniforme scolastica con la spilla sullo schienale di una sedia in cucina in attesa di lavarla. Poi, mi è venuta fame e ho deciso di cucinare. Sono salita in camera per prendere una cosa ma ero stanca e mi sono addormentata. Mi sono svegliata una mezz’ora fa e quando sono scesa in cucina era già successa la catastrofe. I miei genitori sono svenuti per lo shock e io, appena ho visto quella massa informe ingrandirsi per tutta la stanza e avanzare verso di me, l’ho chiusa dentro e ti ho chiamato, Mars…”-

E detto questo, la ragazza sfogò tutta la sua disperazione nell’abbraccio delle sue amiche.

Era veramente preoccupata. Senza la spilla non poteva fare granchè, non poteva aiutare le sue compagne. Senza contare che i suoi genitori erano ancora privi di coscienza e non sapeva quanto ci avrebbero messo a riprendersi.

Fu Mercury a interrompere il flusso dei suoi pensieri.

-“Ok, qui ci serve una strategia d’attacco. Usagi, tu per ora non puoi fare nulla perciò ci pensiamo noi. Venus, se rimuovi la tua catena, potrò rilevare più informazioni sul mostro tramite il mio computer. Così potremo facilmente capire il suo punto debole e avere una chance in più.”-

-“Va bene. Ma prima di rimuovere la catena, occupiamoci dei tuoi familiari, Usagi.

Mars, Jupiter, aiutatemi a spostarli. Qui sono solo d’intralcio e se si svegliano, dovremo dare delle spiegazioni che per ora non siamo in grado di dare.”-

 

Il momento tanto temuto era arrivato.

Lo scontro stava per iniziare.

Le quattro guerriere si allinearono davanti alla porta ancora bloccata dall’arma di Venus, con espressioni determinate che dimostravano che quel giorno, qualunque cosa fosse successa, ne sarebbero uscite vittoriose.

Non era il momento di pensare all’angoscia e alla paura che attanagliavano i loro cuori. Non si poteva lasciare spazio ai timori e ai dubbi sull’esito della battaglia contro un nemico tanto forte quanto sconosciuto.

Avevano solo un’informazione in loro possesso: l’avversario era talmente grande che la cucina di Usagi non riusciva a contenerlo. Presto avrebbe scardinato la porta dal suo uscio, un misero ostacolo nel suo piano di conquista.

Trasmettendosi sguardi di complicità, i loro pensieri corsero in direzione della loro leader insolitamente in disparte, ma la cui espressione fiera comunicava la sua intenzione a venire in loro aiuto qualora ce ne fosse stato bisogno.

Al segnale di Mercury, la catena venne rimossa e un boato assordante di una porta che si spalancava preannunciò l’entrata in scena del nemico.

Le guerriere, ancora ferme e immobili nelle loro posizioni da combattimento, ebbero un moto di sorpresa e ammutolirono.

Quella cosa… non c’era altro modo di definirla… era diversa da tutti gli altri mostri con cui avevano avuto a che fare. Si presentava come un’informe massa molliccia di colore beige e piena di bolle. La sua consistenza era al contempo granulosa e flaccida. Come poteva essere?

Ma non fu il solo particolare che spiazzò le ragazze. Un’altra stranezza era che il mostro, pur senza volto e senza un corpo delineato, continuava a ingrandirsi. Nel giro di pochi secondi, era fuoriuscito dall’irriconoscibile cucina e aveva già raggiunto il soffitto della sala, espandendosi su tutti i lati che trovava liberi.

Spiazzate, le paladine si guardarono l’una con l’altra per decidere chi doveva attaccare per prima. Il mostro minacciava di raggiungerle quanto prima, schiacciandole sotto il suo peso.

La prima ad intervenire fu Amy, il cui computer le aveva rivelato tutte le informazioni di cui aveva bisogno. Si avvicinò alla massa per colpirla con il suo potente getto d’acqua. L’attacco ebbe il potere di far indietreggiare di poco il nemico ma l’effetto generale fu disastroso: una parte della materia granulosa si trasformò in un liquido appiccicoso che intrappolò Mercury sul posto e la ricoprì fino all’altezza dei fianchi. Presa dalla foga di liberarsi, la ragazza lasciò cadere il computer che venne assorbito all’interno del nemico.

La situazione sembrava disperata.

Anche se la stratega del gruppo era fuori combattimento, le altre guerriere non potevano permettersi di perdersi d’animo. Dovevano assolvere la loro missione a costo della vita. Salvare la principessa era prioritario e, se avessero fallito, l’umanità intera avrebbe rischiato una tragica fine.

Mentre Jupiter cercava in tutti i modi possibili di aiutare Mercury, Mars e Venus decisero di provare un attacco combinato, la prima col fuoco e la seconda con la sua catena. Il risultato fu più tragico di prima: a contatto con il calore, la massa accelerò la sua crescita e Rei finì intrappolata in un angolo della stanza, senza potersi muovere in quanto il mostro le bloccava tutte le vie d’uscita.

Minako non ebbe miglior fortuna: la sua espressione trionfante data dall’aver inflitto il colpo proprio in mezzo alle carni del nemico fu sostituita dallo sconcerto nel momento in cui si rese conto che la sua arma veniva inesorabilmente assorbita nelle profondità della massa. Dopo pochi minuti di tiro alla fune, in cui l’esito decretò la momentanea vittoria del nemico, la ragazza dovette accettare a malincuore che non aveva mai incontrato qualcuno… o meglio, qualcosa contro la quale era inerme e debole. Affranta da queste riflessioni, non si accorse che il mostro l’aveva agguantata per le spalle e immobilizzata a terra.

Usagi osservava la scena con espressione sempre più terrorizzata.

Non poteva non intervenire, non ora che le sue compagne erano in difficoltà a causa sua… se solo non le avesse chiamate, avrebbe risparmiato loro questa umiliazione.

Fece un passo avanti nella direzione dell’avversario, intento a espandersi nella stanza e ignaro di avere di fronte una potenziale rivale, ma il corpo snello e atletico di Jupiter si frappose tra lei e la massa informe.

-“Usagi, stai indietro.”-

-“Non posso. Devo fare qualcosa.”-

-“Lo farai solamente se e quando anch’io sarò stata sconfitta. Ora è il mio turno.”- la sua espressione orgogliosa non lasciava spazio a incertezze. Usagi, vinta dalla determinazione di Makoto, indietreggiò nuovamente.

 

Jupiter si preparò a combattere. I suoi occhi mandavano lampi in direzione del tosto avversario che aveva davanti… Stupido! Gli avrebbe fatto vedere le conseguenze con chi osava scontrarsi con lei…

Il suo sguardo corse alle sue amiche, ferme e immobili che aspettavano la sua prossima mossa, i loro volti esausti che riflettevano il dolore e la pena che anche lei aveva nel cuore. Doveva assolutamente sconfiggere quel mostro…

Doveva farlo per lei stessa, ne andava del suo orgoglio di guerriera.

Doveva farlo per le ragazze, per vendicare il bruciante senso di umiliazione subita.

Doveva farlo per Usagi, la sua leader e la sua principessa, perché la sua missione era quella di proteggerla, sempre e comunque.

Chiuse gli occhi e si concentrò. Aumentò la sua energia materializzando nelle sue mani il colpo che doveva infliggere al nemico che avvertì la sua potenza.

La tensione nell’aria era palpabile.

 

Un attimo prima di sferrare il suo fulmine contro l’entità malefica, i suoi occhi osservarono la densità della massa che teneva immobile Mercury e, all’improvviso, tutto si fece chiaro.

Capì come doveva agire.

Ma, prima, doveva verificare se quello che stava pensando era giusto.

Fece svanire il fulmine che teneva tra le mani. Non serviva più. Anzi, era l’arma meno appropriata per il tipo di operazione che doveva eseguire.

Si avvicinò alla massa fino a toccarla con le mani. Era morbida, soffice ma anche appiccicosa. Ci si poteva affondare dentro se non si stava attenti.

Proprio come pensava. Le scappò una sorrisetto divertito.

Subito, le voci delle amiche la strapparono dal suo dettagliato esame.

-“Jupiter, ma che fai?”- Mercury era allibita dalla mancanza di preoccupazione dell’amica.

-“Che ti è preso?”- l’espressione furente di Mars invece rivelava la sua ansia.

-“Ragazze, non preoccupatevi… non c’è nulla da temere.”-

Lei era tranquilla. Non aveva paura.

Sciolse la trasformazione. Era inutile in quel caso.

I suoi sospetti furono confermati. Tuttavia, decise di fare un’altra prova.

Strappò un pezzo piccolo della massa e se lo portò in bocca.

-“Sei diventata matta?”- urlò Venus.

Ignorando il commento, l’espressione di Makoto si fece attenta mentre assaporava il boccone.

Stupefatte, le ragazze erano in attesa del suo verdetto. Persino Usagi si era avvicinata al gruppo, sul viso un’inconfondibile espressione di colpevolezza.

Successe tutto in pochi attimi.

Makoto impallidì e si portò le mani alla bocca. Il suo volto non riuscì a mascherare una smorfia di terrore e disgusto. Cominciò a tremare e si accasciò in ginocchio sul pavimento.

Convinte che la loro amica fosse sotto l’effetto di qualche potente veleno, le guerriere cercarono di divincolarsi dai lacci mollicci della massa che aveva cominciato stranamente a indebolirsi.

Non fecero in tempo ad avvicinarsi che Makoto si era già rialzata, sostenuta da un’Usagi sempre più colpevole. Sul viso della ragazza, l’espressione ilare non riusciva a cancellare del tutto i resti della smorfia di poco prima.

Prima che le sue amiche potessero dire qualcosa, lei le precedette.

-“Sul serio, ragazze, è tutto a posto. Il mostro che abbiamo davanti è semplicemente una base per pizza troppo cresciuta. E molto salata, devo aggiungere. Con un po’ di olio di gomito, potremo riuscire in poco tempo a farla regredire a uno stadio normale.”-

-“…”-

-“…”-

-“…”-

L’esplosione d’ira di Rei che seguì l’ultima affermazione non ebbe uguali nel corso della storia.

-“Diamine, Usagi! Ma quanto lievito ci hai messo nell’impasto?”-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

 

Ebbene, sì, sono di nuovo tra voi!! Dopo quasi due mesi di assenza, sono ritornata a scrivere… e questa fic è il frutto di un repentino lampo di ispirazione che mi è venuto… indovinate un po’? in piena notte, non alle 3 come l’altra volta ma alle 2… decisamente stiamo migliorando… se continuo così, posso sperare di avere l’ispirazione verso le 11 e riuscire ad addormentarmi senza pensieri che frullano… si dice che la notte porta consiglio ma così si esagera… questa mattina ho iniziato la stesura e sono riuscita a completarla in giornata, cosa di cui sono molto fiera!!

Spero che la mia piccola storia vi rallegri la giornata come è successo a me mentre la scrivevo… ridacchio ogni volta che scrivo qualcosa… sarò normale?!?

Stavolta ho scritto una fic con più personaggi, cosa che per me non è facile… mi viene naturale e spontaneo con il punto di vista di un solo personaggio ma quando si tratta di far interagire più personaggi, la cosa si complica un bel po’…

Spero di essere riuscita nell’intento di aver scritto una storia lineare e chiara e soprattutto se vi aspettavate il colpo di scena finale… ho messo qualche indizio qua e là, lo avevate capito? O la suspence vi ha tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo?

Tutti i commenti sono ben graditi e accetti.

A questo proposito voglio ringraziare di cuore maryusa, pingui79, dolcebunny, winry8827, luciadom, ellephedre, lagadema e veronica85 per aver commentato con bellissime parole la mia fic precedente “Appagante Desiderio”… mi avete commosso!!

In più, grazie mille a chi l’ha segnata tra le preferite (DreamBook) e un sacco grazie a chi l’ha aggiunta tra le storie da ricordare (chikaru, VaMpIrA89, winry8827).

In sostanza, grazie a chi legge!!
Come sempre, ho altre idee che mi frullano per la testa… la prossima storia che scriverò sarà una long-fic a più capitoli, sarà il mio primo esperimento di questo genere dopo one-shot e drabble… la trama è delineata, il problema sarà trovare il tempo di metterlo per iscritto in forma chiara e attraente… speriamo in bene!!

Detto questo, auguro a tutti una buona serata (dato che al momento in cui scrivo sono le sei della sera)!!

A risentirci presto!!

  
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