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Autore: Archangel 06     09/11/2010    2 recensioni
Virginia ed Ellen, di Helsinki, hanno ottenuto una borsa di studio per terminare il loro corso di studi con le lezioni di un luminare di Storia Vichinga in California, negli stati uniti. sono migliori amiche, ma nella vita di Ellen c'è un segretuccio da nulla che Virginia non sa, ovvero che Ellen conosce da vicino, molto da vicino i Children of Bodom, la sua band preferita... e che cosa succederà quando la band si troverà nei pasticci necessitando di un batterista? le aspetta un tour di completa follia... scritta a quattro mani da me e da Dark Dancer^^
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
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E finalmente arrivò l'ultima tappa di quel memorabile, folle e sfortunato tour, il mitico MetalCamp: una settimana di campeggio e concerti non stop, tutto nel nome del metal.

“Ragazzi, tenete su quel palo! Non mollatelo per nessuna ragione, che entro a controllare” gridò Virginia ad Alexi ed Henkka, che stavano reggendo il palo verticale della tenda, prima di entrare per controllare che il telo fosse a posto. Anche Ellen entrò, in caso l'amica avesse bisogno di aiuto.
 
“Si, sembra tutto a posto… No! Non mollate il…” riuscì a urlare solo questo prima che la tenda rovinasse addosso alle due ragazze. Il telo iniziò ad agitarsi come un’ameba, e da sotto provenne un gemito soffocato seguito da numerosi e intraducibili improperi.
 
Henkka e Alexi si misero a ridere anziché aiutarle, al che gli improperi aumentarono notevolmente di volume e di volgarità.
Quando Virginia riuscì a tirare fuori la testa, si ritrovò davanti agli occhi due piedi calzati in un paio di anfibi.
“Henkka, se non ci aiuti…” si bloccò a metà frase. I piedi non appartenevano al bassista, ma ad un altro uomo.
“Aspettate, ragazze. Vi aiuto io” disse l’uomo in questione in un buon inglese, chinandosi e tirando su il telo in modo che le due potessero uscire, mentre un altro dietro di lui si era chinato per tendere loro le mani per aiutarle ad alzarsi.
 
Henkka e Alexi si guardarono, scambiandosi un’occhiata vagamente preoccupata. Le due ragazze infatti stavano guardando con aria adorante i loro salvatori dopo averli riconosciuti, e la cosa non andava molto a genio ai due finlandesi.
“Heri Joensen!” esclamò Virginia riconoscendo il frontman della band delle isole Faroe Tyr.
“Terji Skibenæs!” rincarò Ellen, riconoscendo il chitarrista.
 
“Bello essere famosi, le belle ragazze ti riconoscono subito” rise Terji, imitato dall’amico.
“Visto che voi già ci conoscete non serve che ci presentiamo… ma voi come vi chiamate?” disse Heri grattandosi il pizzetto.
 
“Io sono Ellen.”
 
“Io sono Virginia, piacere…”
 
“Non è che vi serve una mano a metter su la tenda?” disse di nuovo Terji, indicando l’informe ammasso di pali e telo che giaceva infelicemente a terra.
Le due non si fecero pregare, e in meno di mezz’ora la tenda fu saldamente issata. Henkka e Alexi giravano attorno al gruppetto al lavoro, con la scusa di scaricare dal bus tutto il necessario, borbottando fra di loro e controllando che i due Faroesi non si spingessero troppo oltre.
“Guarda quello li!!” grugnì Henkka, guardando malissimo Terji “Sta guardando nella scollatura di Virginia!!”
“Beh, e l’altro? Sta guardando il sedere di Ellen!” rispose sempre grugnendo Alexi. Quando Heri diede un’amichevole pacca sulla spalla di Ellen, Alexi avvampò, e scoccò al collega un’occhiata che non prometteva niente di buono.
“Quando suonate?” chiese Virginia mentre chiacchieravano.
“Fra quattro giorni. Voi siete con i Children of Bodom?”
 
“Si, io sostituisco Jaska, il batterista… questa comunque è l’ultima tappa che dobbiamo fare, e non abbiamo fretta…”
 
“Vi va di venire a vederci suonare allora? Ci farebbe piacere” disse Heri. A quel punto Alexi ed Henkka si guardarono, e capirono di aver avuto la stessa idea.
“No, ci dispiace ma noi andiamo via prima che voi suoniate” intervenne Alexi con decisione.
Le due ragazze lo guardarono con tanto d’occhi: “Ma non dovevamo…” iniziò Virginia, ma Henkka pronto le piantò un dito tra le costole, dietro la schiena.
“Eddai, se è l’ultima tappa potete prendervela più comoda, no?” replicò Terji.
“Jaska deve fare la riabilitazione, siamo di fretta. Prima torniamo a Helsinki e meglio è” disse Henkka, guardando fisso i due Faroesi come per sfidarli a contraddirlo.
“Ok, ok… peccato però” disse Heri alzando le spalle. Aveva capito l’antifona, con quelle due ragazze il campo era saldamente occupato e i due occupanti erano ben decisi a cacciare fuori a calci chiunque avesse osato entrare.
Quando si furono allontanati, Henkka e Alexi si chiusero in un mutismo offeso, imitate in questo dalle nostre due eroine che in quel momento detestavano i loro fidanzati per aver loro impedito di vedere in live una band di qualità come i Tyr per una futile gelosia. Si ignorarono per tutto il giorno, e quando erano costretti a parlarsi lo facevano con gelida cortesia e punzecchiature continue.
E chi fu il povero Cristo a farne le spese? Janne, ovviamente, che si trovò preso fra l’incudine del suo bassista e del suo migliore amico da una parte, e il martello di Ellen e Virginia dall’altra.
Entrambe le parti lese infatti erano venute a lagnarsi da lui (Alexi perché Janne era il suo migliore amico, Henkka perché condivideva i sentimenti di Alexi, Ellen e Virginia proprio perché sapevano che Janne era il migliore amico di Alexi e speravano che potesse mettere un po’ di sale in zucca a quei due testoni):
“Ma dimmi te se è possibile, adesso non si può più nemmeno chiacchierare con qualcuno che quei due vengono subito la a controllare!!” avevano detto le ragazze. “Questo si chiama togliere libertà!”
 
“Ma dimmi te se è possibile, appena distogliamo lo sguardo gli piombano addosso corteggiatori da tutte le parti, come mosche sul miele! E loro civettano anche!!” avevano detto i ragazzi.  
Alla fine Janne, esasperato, aveva chiuso il centro di ascolto, e dopo essersi consultato con Jaska e Roope (anche loro esasperati e stufi marci di quella situazione, visto che dopo la chiusura del “confessionale Janne” era toccato a loro sorbirsi quegli sfoghi pericolosamente tendenti all’infinito), si risolse ad adottare una soluzione drastica.
Con un astuto inganno che prevedeva un finto malessere di Jaska, riuscirono a rinchiuderli tutti e quattro sul bus, con l’ingiunzione di muoversi “a risolvere le vostre cazzo di beghe amorose, visto che non deve andarci di mezzo tutta la crew, perchè abbiamo un fottuto concerto da fare domani, avete capito? E sognatevi che vi facciamo uscire prima che non abbiate sistemato tutto, anche se dovessimo saltare il concerto! Piuttosto che farlo male perché voi quattro avete il dente avvelenato, meglio non farlo affatto, mi sono spiegato???”
Questa orazione era stata detta col tono del sergente maggiore Hartman (avete presente quello di Fullmetal Jacket?), e nessuno di loro si azzardò a fiatare finché Janne non fu sceso dal bus e la porta non si fu chiusa.
“Ecco” sbuffò Alexi “avete visto in che bella situazione ci avete cacciato??”
 
“Noi??” ringhiò Ellen cercando di mantenere la calma. “Piuttosto, siete stati voi due, con quella inutile scenata di gelosia!”
 
“Ah, scusaci se ci preoccupiamo del fatto che gli altri uomini vi ronzano attorno!!”
 
“Quindi adesso non possiamo nemmeno più parlare con altre persone di sesso maschile??”
 
“Questo è privarci della nostra libertà!”
 
“No, vogliamo solo proteggervi!”
 
“Proteggerci un corno!”
 
Andarono avanti a urlare così per parecchio, e non sembravano accorgersi del walkie talkie appoggiato sul cruscotto del bus.
 
“Dite che si riappacificheranno?” chiese con aria critica Roope, mentre ascoltava le urla provenienti dal walkie talkie ricevente che Janne teneva in mano.
“Io dico di si… chi vuole scommettere?” disse Jaska.
 
“Nah, niente scommesse. Piuttosto, non vi sembra di ascoltare una telenovela brasiliana radiofonica? Adesso verrà fuori che Henkka è figlio illegittimo di qualcuno, e che in realtà Alexi è il suo fratellastro!” la battuta di Janne scatenò una risata collettiva.
“Oh? Qualcosa non torna, non urlano più!” esclamò Jaska, e tutti tornarono subito a fissare seri seri la ricetrasmittente, dalla quale veniva soltanto un sibilo.
“Che se ne siano accorti?” domandò Roope.
 
***
 
In realtà erano semplicemente rimasti senza fiato, dopo aver gridato per un quarto d’ora abbondante.
Alexi ed Henkka si erano scambiati un’occhiata.
“Forse… forse abbiamo un po’ esagerato” concesse il frontman un po’ imbronciato.
“Un po’?” chiese sarcastica Virginia.
 
“Però anche voi…”
 
“Noi…”
 
“Adesso non ricominciamo!” esclamò Henkka. “Facciamo così: noi non faremo più i gelosi… però voi cercate di tagliare se vedete che i ragazzi vi ronzano troppo attorno, ok?”
 
“Ma noi… ok, ok, meglio evitare di litigare…” accettò Ellen alzando le mani con un sospiro.
 
“Alla buon’ora!”
 
“Hei, chi ha parlato??”
 
“Il fantasma formaggino… sono io imbecilli, Janne! Se guardate c’è un walkie talkie sul cruscotto… abbiamo ascoltato tutta la conversazione, ora vi facciamo uscire!”
 
La porta si aprì, e Janne si materializzò sulla scaletta. “Vi siete riappacificati? Bene, che ne dite di scendere a festeggiare? Abbiamo alcool in abbondanza!”



e posta. ci ho messo un'era geologica a finire questo capitolo, chiedo perdono!! la scuola mi prosciuga veramente la fantasia ._.
comunque spero vi piaccia^^
Crazy_ me: contenta che tu condivida la mia opinione su Henkka lolol xD eh si quel ragazzo attizza troppo proprio per questoooooooo :Q__ (ok, se legge il mio ragazzo mi fa il pelo e contropelo XD)
JudiZenkai: una nuova lettrice, me e darkdancer felici! *-* sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere, io alle volte penso di usare periodi troppo lunghi e ingarbugliati... sono contenta di scoprire che non è così ^^ buona lettura, spero continuerai a seguirmi^^
   
 
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