Buon
compleanno.
Berlino
si sveglia lentamente, osservando il letto perfettamente fatto
dall’altezza della sedia su cui usa dormire da quasi vent’anni a
questa parte.
Non
poteva farci nulla, era l’abitudine. Anni e anni passati ad aspettare
chissà cosa su una sedia non se ne vanno via come se nulla fosse.
Si passa
le mani fra i capelli e schiocca la lingua un paio di volte, avvertendo lo
stomaco contrarsi al tremendo sapore si birra e sigarette che si ritrova in
bocca.
Si alza
piano, tenendosi sulla scrivania con una mano per non caracollare a terra e si
avvia a passi strascicati verso il bagno.
Scende
in cucina, i capelli profumati tirati all’indietro e qualche ciuffo
biondo sugli occhi. Somiglia davvero tanto a Germania con i capelli sistemati così.
Così tanto che li scompiglia prima di varcare la porta.
Germania
siede a capotavola, nascosto dalla barriera impenetrabile di un giornale che
come ogni giorno urla la sua angoscia per la situazione economica a caratteri
cubitali.
Potsdam
gli volta le spalle e scodella uova e salsicce su larghi piatti bianchi.
Berlino le guarda la schiena e vorrebbe chiederle se quelli sono i piatti di
porcellana coi disegnini blu che usano nei giorni di festa, ma tace e si siede
alla sinistra di Germania. Davanti a lui c’è una sedia vuota.
Anche accanto a lui c’è n’è una vuota.
Potsdam
poggia i piatti sul tavolino e torna dopo poco portando caffè, latte e succo di
frutta. Si siede sulla sedia accanto a quella vuota alla destra di Germania e
versa il caffè nella tazza posta davanti a quella sedia vuota,
aggiungendovi religiosamente due zollette di zucchero e mescolando lentamente.
Il
rumore del cucchiaino che cozza contro le pareti della tazza cancella i rumori
della folla che urla e balla e canta e…
festeggia, semplicemente.
A
Potsdam trema la mano e deglutisce a vuoto, prima di voltarsi verso quella
sedia vuota e sorridere – Ti basta lo zucchero, Gilbert?- sussurra.
Germania
abbassa il giornale. La folla continua a urlare e ridere fuori della finestra.
Potsdam,
Berlino e Germania guardano in silenzio il tavolo.
Berlino
s’infila il cappotto e si sistema la sciarpa al collo. Germania esce
dalla cucina e lo guarda.
Si
guardano a lungo in silenzio. Germania abbassa il capo.
- Buon
compleanno, Berlino.
Berlino sorride
e esce di casa. Fuori la folla urla e grida e festeggia la caduta del muro.
In casa
ci sono due sedie vuote, Potsdam seduta al tavolino che guarda il vuoto e
Germania in piedi davanti ad una porta chiusa.
Ma in
fondo c’è abituato: sono venti –anzi, adesso ventuno- anni
che i suoi compleanni fanno sistematicamente schifo.
A.Corner___
Mi pesa
il sedere ad usare gli schemini prima del capitolo,
okay?<.
Una
sorta di festeggiamento per il ventunesimo anniversario della Caduta del Muro.
E a me le
storie con Germania e Prussia che si riabbracciano e tutti felici e contenti
fanno senso, ‘kay? Non ho niente contro
l’opera di altri autori, anzi, ne ho lette alcune splendide, ma l’Akrois’s Cinema manda un film diverso e la regista
è affezionata alla sua pellicola.
Modo
carino per dire: ehy, questa è la mia idea.
Non la cambio neanche a pagamento.
Cioè,
dipende dall’entità del pagamento. *allunga
scatola per le mazzette*
Comunque,
il pezzo in cui Berlino parla dello “stare su una sedia” si
ricollega a “La finestra di Berlino”.
Ah,
perché Berlino dice che i suoi compleanni fanno tutti schifo?
Nella
mia mente contorta, dopo la riunificazione Berlino ha deciso che il giorno
della Caduta del Muro andava festeggiato come suo “compleanno” in
quanto era il giorno in cui era “nato a nuova vita” come
città unita in una nuova nazione.
Problema:
come gioire il giorno del proprio compleanno quando sai che questo giorno
corrisponde alla perdita di un fratello e pilastro della tua famiglia (buon
vecchio Gil –che nel mio filmino mentale
è morto con la Riunificazione delle due Germanie-
e occuperebbe la sedia alla destra di Germania accanto a Potsdam. ) e del tuo
amato (il caro Königsberg, che occuperebbe la sedia accanto a Berlino e
davanti a Potsdam)? Non si può, no?
Sob, povero Berlino *patta Berlino*.
Scritta&pubblicata. Se trovate errori di sorta:
picchiatemi ♥