“La situazione è grave Gibbs, Eli David è furioso e probabilmente cadrà qualche testa” disse il direttore.
“Non cadrà alcuna testa, è stata legittima difesa, lo sai Lion”. Replicò Gibbs.
“Appunto, IO lo so, David invece ha perso un suo agente su suolo americano…”
“Rivkin era allo sbando ormai!” Lo interruppe Gibbs
“Già ma questo non gli interesserà. Comunque, mi ha chiesto di far ritornare Ziva in Israele e vuole che anche Tony vada lì, per sottoporlo a un “colloquio”…
“La squadra si sta sgretolando” Pensò Gibbs. Poi disse “Quand’ è il volo?”
“Domani”
“Bene, andrò anche io, non voglio lasciare il mio migliore agente solo, alla mercé del mossad” Sentenziò l’ex cecchino.
La squadra arrivò a Tel Aviv e i giorni che seguirono furono molto tesi, Tony fu sottoposto a lunghi interrogatori, ma il mossad non riuscì a incolparlo di nulla, grazie anche all’aiuto di Gibbs e Vance. Purtroppo, come aveva temuto, il suo rapporto con Ziva si sgretolò, l’aveva persa e questo gli pesava più di un macigno, più delle accuse infamanti del direttore David. Dopo qualche giorno arrivò il momento di tornare a Washington ma le sorprese non erano finite; mentre stavano per salire sull’aereo infatti…
“Gibbs devo parlarti” Disse Ziva.
“Dimmi, Ziva” Rispose serio Gibbs.
“Non voglio continuare a lavorare insieme a Tony, non dopo quello che è successo, ti sto chiedendo di scegliere fra me e lui”
Quello che disse Ziva non lo sorprese più di tanto, anche perché aveva deciso di farla rimanere in Isralele comunque, visto che ormai ogni volta che si incontrava con Tony finivano per litigare, o peggio, diverse volte infatti l’aveva vista piangere.
“Capisco, Ziva. Beh, addio allora, sappi però che le porte dell’NCIS resteranno sempre aperte qualora volessi tornare”.
“Non accadrà, grazie lo stesso Gibbs”.