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Autore: Errors11    10/11/2010    4 recensioni
Un pomeriggio grigio visto dagli occhi di Lambo. Il tempo sembra cambiare.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lambo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ero appisolato a causa della grande stanchezza che avevo addosso.

Fuori tutto era grigio e mi toglieva ogni speranza di trovare la voglia di reagire.

Mi svegliai completamente dallo stato di dormiveglia in cui mi trovavo. Aprii lentamente un occhio, poi l’altro, venni invaso da una luce insolita, quasi innaturale alla prima impressione. Mi alzai dal divano.

Il rumore dei miei passi era nettamente scandito e risuonava nella stanza con un lieve eco. Stivali. Ero talmente distratto che mi ero persino dimenticato di toglierli.

Camminai attraverso lo spazio dorato ed accostandomi alla finestra spostai una tenda.

Il sole stava calando ed era coperto da una gigantesca nuvola che presentava degli squarci qua e là, rivelando strisce di cielo azzurro, splendido, in estremo contrasto con l’ambiente circostante. Sulla sinistra il brutto tempo regnava ancora sovrano:  la nebbia mi impediva quasi di distinguere la forma delle colline e il vento spostava con delicatezza i rami degli alberi. Mezzo addormentato com’ero, non riuscivo a capire se stesse piovendo o meno, così guardai in basso le pozzanghere sull’asfalto della strada che tagliava il giardino ed effettivamente, sì, delle gocce piuttosto imponenti si schiantavano al suolo con ritmo irregolare. Erano tutti lì, a mescolarsi armonicamente in un unico spettacolo naturale in contraddizione con sé stesso e al contempo equilibrato e completo.

 

Mancavo solo io.

 

Neanche l’ombra o la speranza di un lampo in lontananza.

 

Avevo freddo e mi sentivo dimenticato.

 

Per non stare lì a far nulla, decisi di preparare del the. Ormai era già il terzo che bevevo nel giro di un pomeriggio scarso. Nonostante i brividi della febbre si fossero calmati, le mie mani erano ancora gelide e alzare il riscaldamento più di quanto non avessi già fatto era fuori discussione. Mi raggomitolai e vidi la mia figura specchiarsi debolmente sul vetro.

 Sembravo uno di quei giochi per gatti che vengono considerati una o due volte e che poi finiscono sotto al letto a prendere la polvere. Un catorcio, il flagello della società.

 Evitai accuratamente di incrociare nuovamente lo sguardo con l’immagine , l’inutile proiezione della mia reale presenza.

Rimasi fermo per un po’ di tempo. Finii di preparare il the e ne sorseggiai ben due tazze.

Quando decisi di concludere lì e di passare a fare qualcosa di forse ancor più controproducente, notai che il cielo era cambiato. Dove prima le nuvole nere e la nebbia oscuravano la vista, ora una linea azzurra le separava della terraferma. Non saprei dire il perché, ma questo mi strappò un sorriso tra il malinconico e il divertito.

 

I lampi li avevo io, dentro.

 

 

 

Errors11

 

Ho voluto dare spazio ad un lato secondo me nascosto di Lambo, quello riflessivo, solitario.

Spero possa piacere comunque.

  
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