Piccola Shot facente parte della “Camelot Challenge” indetta da Lynda Wesley e Vogue sul forum di EFP.

Titolo: Your Destiny is not with me
Personaggio: Freya

Prompt: Pianto

Luogo: Foresta

Note dell'autore: Voglio ringraziare Lynda Wesley per l'aiuto che mi ha dato nel betare questa fic prima di scrivere abomini grammaticali. Grazie ditutto Lynds! <3. Spero ti piaccia!

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Your Destiny is not with me

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Merlin per me aveva rappresentato tutto. Lui mi aveva liberato dalla morte o, peggio ancora, dalla schiavitù.

Lui mi aveva amata. Mi aveva protetta. Mi aveva sfamata, vestita.

Aveva fatto progetti. Aveva visto una vita felice, noi due insieme, lontano da Camelot, lontano dal tiranno e dispotico Uther, che avrebbe volentieri goduto delle nostre teste che rotolavano a terra.

Mi aveva dato un futuro, una speranza.

Io l'ho solo deluso. Ho ucciso le persone che abitavano questa piccola città.

Brutalmente uccise.

Mi sono sfamata della loro paura, del loro sangue e della loro carne:

una maledizione mi rendeva ormai la vita un inferno da molto anni. Di notte mi trasformavo in una bestia ed era una condanna per chi mi circondava.

Ma lui non aveva paura. Lui mi amava in ogni mia forma.

E io non potevo fare a meno di aggrapparmi a lui come ultima speranza, come ultima ancora di poter vivere una vita normale.

Ma non potevo. Non potevamo.

Io lo sapevo. Lui lo sapeva.

Eppure testardo si era battuto, quasi arrivando a sfidare il suo padrone, pur di proteggermi.

Mentre mi stringeva a sé, dopo l'ultimo attacco che avevo compiuto a Camelot, dopo che mi aveva fatto scappare, io non riuscivo ad allontanarmi da lui.

Nonostante ciò sapevo che era la cosa giusta da fare.

Lui non poteva morire. Non a causa mia.

Il suo Destino lo attendeva.

E non era al mio fianco.

« Addio » sussurrai al limitare della foresta, dove mi aveva accompagnata. « Ci incontreremo un'altra volta. Lo sento. »

Mi ero sforzata di non piangere eppure, proprio verso la fine, avevo sentito la mia voce tremare ed incrinarsi lievemente.
Merlin mi asciugò le guance con delicatezza.

« Non piangere. Per favore. »

Annuì. Cercando di ricacciare indietro le lacrime, accennai un sorriso.

Lo strinsi un'altra volta a me, poi lo guardai un'ultima volta.

Gli diedi le spalle e scomparii dalla sua vista, favorita dal buio.

Sì, ci saremo incontrati in futuro.

Ma allora, non sarei più stata Freya. Mai più.

Fine