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Autore: rees    10/11/2010    6 recensioni
One Shot tradotta da fanfiction.net rigorosamente Jisbon. Spero possa piacervi!!
Jane e Lisbon hanno intrapreso una relazione con persone incontrate per caso...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'What does 'romantic' means?'
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Happy but not so much

Lei non aveva ragioni per non essere felice con lui. Si, dopo anni in cui aveva creduto di non poter mai incontrare l'uomo, Teresa Lisbon aveva casualmente trovato Lawrence Haggers. Si erano incontrati in un bar, una sera in cui aveva deciso di uscire per bere un drink e lasciarsi un po' andare. Avevano flirtato tutta la sera e si erano scambiati i numeri prima di lasciarsi. Lui era un avvocato a Sacramento che non lavorava molto distante da casa sua. Era divertente, paziente, serio e le lasciava fare quello che desiderava. Oltretutto, era intelligente, fantastico e bravo a letto, quindi no; lei non aveva alcuna ragione per essere infelice.
Lui non aveva ragioni per non essere felice con lei. Si, dopo anni di depressione e annegamento nell'autocommiserazione, Patrick Jane aveva casualmente trovato Maggie Brown. Si erano incontrati in una sala da tè, un pomeriggio, dove non c'erano più tavoli liberi e lui si era seduto alla sedia libera del suo. Avevano avuto un piccolo dibattito riguardo a quale tè tra l'Earl Grey e quello alla menta fosse il migliore prima che Jane ricevesse una chiamata da Lisbon e si dirigesse al lavoro, ma non prima di averle chiesto un secondo “appuntamento” per continuare la discussione, stesso posto, quella sera. Lei era una pittrice e insegnante d'arte in un college vicino casa sua. Era spensierata e con una mente aperta e rideva alle sue trovate. Oltretutto, non era brutta, era brillante e gentile e si prendeva cura di lui come un amante, quindi no; lui non aveva alcuna ragione per essere infelice.

***

Qualcuno suonò alla porta d'ingresso. Erano circa le dieci di sera quando Jane trovò sorpreso la silhouette del suo capo e amica sulla soglia.
“Law ed io abbiamo discusso” sussurrò, visibilmente sconvolta. “Non volevo tornare a casa”.
“Puoi dormire nella stanza degli ospiti” le offrì gentilmente, aprendo un po' di più la porta per lasciarla entrare. Lisbon non attese un secondo di più ed entrò.
“Maggie è a casa con te?” chiese, cercando intorno la presenza della donna bionda. Quando scosse la testa facendo cenno di no e la informò che la sua ragazza era a San Francisco per l'esibizione d'arte di un artista straniero, si morse il labbro inferiore: “Non darò fastidio, se resto?”
Lui cacciò via le sue preoccupazione con un gesto rapido della mano e le fece l'occhiolino giocosamente.
“Nah, Maggie ha invitato te e Law a cena più di una volta. Non credo le importerà se resti per una notte, specialmente se hai bisogno di un amico”.
A questo lei sorrise grata e si diresse in salotto mentre lui andava in cucina a preparare qualcosa da bere.
“Tu e Law state insieme da circa due anni, giusto?” le chiese mentre le serviva della camomilla. Quando annuì, proseguì: “È la prima volta che sento che avete una vera discussione. Cosa è successo?”
La donna dai capelli neri sbuffò e scosse la testa.
“È iniziata...così stupidamente. Ieri non mi ha lasciata finire la bottiglia di vino dicendo che ero abbastanza brilla per quella sera. Non era la prima volta che mi toglie il mio drink e così non mi è importato...ma questa volta avevo bisogno di qualcosa di forte...”
“Per il caso Fraser?” chiese, piegando leggermente la testa da un lato per avere un'altra prospettiva e studiare le sue reazioni. Come si aspettava i suoi lineamenti si tesero un po', la sua mano strinse il bicchiere e la sua mascella si serrò. Questo caso era stato particolarmente difficile per lei. Un vecchio amico del padre era stato sospettato ed aveva tentato di manipolarla con pettegolezzi riguardo l'odio e la vergogna di Peter Lisbon nei suoi confronti durante l'interrogatorio. Alla fine lui stesso e Cho l'avevano ripreso e, anche se l'uomo era risultato innocente, Jane era più che soddisfatto di essere riuscito a mandarlo fuori di testa inducendolo con la suggestione a controllare ogni volta che fosse andato in bagno che non ci fosse un porcospino prima di sedersi.
“Anche quello” sorrise debolmente, ricordando quel dettaglio. “Law mi ha detto che è preoccupato di vedermi trasformare in mio padre. Stavo solo bevendo perché... perché era l'anniversario della morte di Sam”.
La frase gli fece spalancare gli occhi dalla sorpresa e gli fece quasi cadere la sua tazza di tè. Quasi.
“Lui non...” Jane non voleva credere che l'uomo con cui lei usciva avesse osato dire questo. Lui sapeva che Lisbon non sarebbe mai caduta nell'alcolismo. Lei odiava il padre con veemenza proprio per questo dannato vizio, e sapeva preoccuparsi più di lei sull'argomento. E come poteva l'uomo dimenticare quell'evento? Lui stesso ripensava all'agente morto; specialmente perché era stato ucciso da John il Rosso. Quando lei annuì sentì di essere stato fortemente deluso da Lawrence.
“Oh, cara” brontolò scuotendo la testa incredulo e stringendo la mano libera di lei nella sua. Se quelle due parole non erano già abbastanza per mostrarle il suo sostegno in silenzio, lui sapeva che non avrebbe rifiutato anche un contatto fisico.
Un forte legame si era instaurato tra loro dopo la morte di John il Rosso. Il serial killer era stato ucciso per legittima difesa da una delle sue vittime e Lisbon si era occupata di sostenerlo per tutto il tempo in cui era caduto in una lieve depressione. Dopo aver vissuto così tanti anni per la sua vendetta, lei lo aveva tenuto con i piedi per terra, seguendolo come la peste, facendogli da madre o prendendolo a calci in culo quando lui non voleva muoversi. E lentamente, ma inesorabilmente, aveva ricominciato ad amare la vita. Lei gli aveva fatto capire che aveva la sua famiglia sostitutiva, la squadra, un lavoro gratificante da consulente -dolore-in-culo per il CBI, e qualcuno su cui poteva sempre contare, lei.
Quando lei aveva iniziato ad uscire con Lawrence si era sentito lasciato in disparte; poi aveva incontrato Maggie.
Anche senza la presenza dell'artista, lui approvava la presenza di Lawrence per il suo comportamento rispettoso nei confronti di lei. Beh, fino a quella sera almeno.
“Almeno, tu e Maggie formate una bella coppia” sorrise, cambiando discorso. “Avete fatto un anno, giusto?”
“Un anno e tre mesi che abbiamo ufficialmente iniziato a vederci” confermò, annuendo, ma senza restituirle il sorriso. Allora, Lisbon capì che c'era un problema.
“Che cosa c'è che non va, Jane?” chiese a sua volta un po' preoccupata.
Il biondo scosse la testa con irritazione.
“Non è nulla...solo, recentemente, è completamente ossessionata dalla sua arte. Dice che sarà riconosciuta in tutto il mondo un giorno -e ti assicuro che ha talento. Ma le manca quella fiamma reale, i suoi quadri sono come morti ....Da quando ha iniziato a venderne alcuni non è più la stessa cosa. È più ... pretenziosa e orgogliosa ".
Lisbon sbuffò appena.
“Sembra che questo faccia di entrambi due persone deluse dai loro partner” disse, poggiandosi su di lui e accomodando la testa sulla sua spalla.
“Immagino di si, mia cara” le rispose, cingendole la vita con un braccio e poggiandole la mano sul fianco. “Immagino di si.”
Rimasero sul divano per quelle che sembrarono ore, prima che Lisbon iniziasse ad accarezzare il petto dell'uomo, prima che Jane poggiasse le sue labbra sulla sua fronte e la baciasse, più a lungo di quanto avrebbe dovuto, prima che lei alzasse gli occhi incrociando i suoi e prima che lui abbassasse la testa per baciarla.

***


Sapeva che sarebbe dovuta essere felice. Lawrence si era scusato e le aveva proposto di ricominciare. Dal momento che era così ansioso di fare ammenda, aveva accettato ed erano ricaduti nella loro routine tranquilla e silenziosa.
Sapeva che sarebbe dovuto essere felice. Maggie era tornata in lacrime e si era scusata per il suo comportamento nei suoi confronti e gli aveva proposto di ricominciare tutto. Dal momento che era così ansiosa di far andare le cose per il verso giusto, aveva accettato ed erano ricaduti nella loro routine agitata ma ripetitiva.
Da quella notte qualcosa era cambiato. Si erano resi conto di non fidarsi dei loro rispettivi partner. Almeno non nel modo in cui si fidavano l'uno dell'altra. La piccola e fastidiosa comprensione di tutto ciò si trasformò in un completo disinteresse verso le loro relazioni. Si rivolsero l'uno all'altra molto più spesso di prima. Quando uno era triste, lui o lei chiamava l'altro immediatamente, guidava fino alla sua casa e cercava conforto per tutta la notte tra le sue braccia.
Lawrence le aveva offerto di comprare una casa in modo da poter andare a vivere insieme. Lei ne rifiutò tre, perché troppo lontane dal suo nascondiglio. Alla fine erano rimasti nell'appartamento di lui.
Maggie gli aveva proposto di vendere la sua vecchia casa a Malibù e di investire in una nuova nella quale poter formare una famiglia. Lui aveva accettato di affittare un appartamento, ma non voleva vendere la sua casa. Alla fine erano rimasti nell'appartamento di lei.
Iniziarono ad incontrarsi e a vedersi in ufficio, di notte, quando nessuno era lì per sorprenderli. La loro vicinanza con il tempo era evoluta ancora di più. Non avevano bisogno di parlarsi o guardarsi per capire ciò che l'altro stava pensando. Abbastanza presto non si presero nemmeno più la briga di inventare una scusa plausibile per il tempo trascorso insieme, da soli. Gli estranei, quelli che non avevano un posto nel loro bozzolo, non vedevano oltre la profonda e solida amicizia. Erano bravi a fingere.

***


Jane fece un passo nel suo ufficio. La guardò un secondo e seppe il motivo per cui lei era rimasta in ufficio questa volta. Lisbon aveva quell'espressione sul volto, l'espressione che conosceva troppo bene. Voleva parlare di loro. Invece di prendere posto sul divano si sedette sulla scrivania, proprio accanto a lei, poggiandole una mano sulla spalla per incoraggiarla a parlare con lui. Lisbon appoggiò la testa sul suo braccio e chiuse gli occhi, godendo del silenzio dell'edificio ormai vuoto.
“Law vuole chiedermi di sposarlo”, disse, rompendo il silenzio e la quiete, “Ho visto l'anello in una scatola, nel cassetto del suo comodino. Vuole trasferirsi a New York”.
Jane si morse il labbro inferiore nel tentativo di controllare la sensazione di terrore che proveniva dall'interno.
“Hai intenzione di sposarlo?” sussurrò in tono neutro. Lei aveva compreso oltre. Aveva compreso che si stava chiedendo cosa sarebbero diventati se avesse lasciato Lawrence portargliela via.
“Non voglio più mentire” rispose lei, in piedi per poter essere della sua stessa altezza. “Sono stanca di fingere. Sono stanca di raccontare che Law è il mio fidanzato quando passo la maggior parte del mio tempo con te, o fare la carina con Maggie quando vorrei solo tirarle uno schiaffo in viso perché so che ti scopi anche lei”.
Senza rompere il contatto visivo, si alzò a sua volta e le girò intorno facendola appoggiare alla sua scrivania e premendo il corpo contro il suo.
“Io non ti scopo, Teresa”, mormorò chinandosi in avanti per baciare dolcemente un punto sotto il suo orecchio. Il respiro di Lisbon si spezzò immediatamente e in risposta arcuò leggermente la schiena. Un tocco. Un leggero tocco era stato sufficiente a Jane per farla rabbrividire di desiderio. Lawrence non aveva mai una presa così potente su di lei. “Io faccio l'amore con te”. Avrebbe voluto sciogliere la raucedine della sua voce, perché sapeva che era così. Con una mossa elegante Lisbon si sedette sulla sua scrivania, avvolse le gambe intorno ai suoi fianchi e si chinò in avanti per baciarlo scherzosamente, quasi sfidandolo a dimostrare la verità delle sue parole ancora e ancora. Cosa che fece in pochi secondi.
Più tardi, dopo essersi sdraiati sul divano, ancora ansimanti e sudati dalle loro precedenti attività, Jane le sfiorò il collo con il naso e sussurrò:
“Diciamo loro la verità. Non è né sano né giusto. Per noi e per loro.”
Lisbon non poté fare a meno di sorridere e ricordargli:
“Non saremo mai 'sani', Patrick. E la vita non è giusta”.
Si mise a ridere leggermente, rotolando su di lei e percorrendo con le labbra il suo collo scendendo sempre più giù.
“Domani,” disse tra due baci, “lo diremo loro domani. E dopo, ti prometto che ti farò essere la donna più felice sulla Terra”.
Lisbon annuì e chiuse gli occhi lasciandosi andare alle sensazioni. Il giorno dopo avrebbero portato delusioni e lacrime e rabbia e collera, ma al momento non le poteva importare di meno. La loro unica preoccupazione era il tempo presente e l'amante che tenevano stretto, desiderando che la notte potesse essere eterna.


Spazio autrice
Ciao a tutti!! Eccomi qui con la traduzione di una storia da fanfiction.net di ShunKickShunKers :D la ringrazio ancora immensamente per avermi permesso di tradurla. La resa è il più simile possibile al suo modo di scrivere anche se in alcuni punti ho trovato un po' di difficoltà a seguire il suo stile. Spero vi piaccia, anche perchè è una settimana che tento di tradurla dato che non uso traduttori e mi stanco di cercare sul vocabolario. In alcuni punti non scorre molto perchè non sono riuscita a rendere i costrutti inglesi al meglio ç.ç
Rispondo alle recensioni di Close Case(Pizza):
@Soarez: spero la comunicazione sia ripresa per leggere almeno la risposta alla tua stupenda recensione..KIm ha una schiena *ç* però davvero la scena con il frustino è stata esilarante!!xD
@Evelyn: ho solo due parole: Tess Regna!! xD anche se dopo il Lishburn della settimana scorsa non so quanto possa essere contento Jane xD
@Poisoned: Grazie mille!! Inutile dire che i complimenti fanno sempre piacere ;) Un po' di Jisbon ci voleva, dopo Walter e Tessie :)
   
 
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