11/11/2010
6 recensioniPensava che sarebbero rimasti sempre vicini, come amici o meglio, rivali, come duellanti. Come amanti.
Eppure sapeva che nulla poteva durare per sempre. Chi, meglio di un Faraone, ancora in vita?
Pioveva, forte come non mai, quando Kaiba lo allontanò definitivamente.
- Sai, Yami… Le persone si annoiano. - disse la prima volta, all’inizio. - Perciò, quando sentirai di non amarmi più…
- Te lo dirò, se dovesse accadere. E tu farai lo stesso.
Il moro annuì, a quell’affermazione.
Ma mai avrebbe immaginato di soffrire così tanto per una persona.
Sentì i brividi passargli lungo la schiena non una, non due, ne’ tre volte.
- Non sei più lo Yami di una volta. - Kaiba non lo guardava nemmeno negli occhi, pronunciando quelle parole!
Spalancò gli occhi ametista, tremando, senza riuscire a pronunciare nemmeno una parola. Non riusciva a spiegarselo.
Se davvero fosse cambiato, se ne sarebbero accorti tutti. Yugi per primo. Eppure niente, era tutto normale. Solo una scusa, evidentemente. Ecco che cos’era. Il cuore gli batteva forte, era senza respiro.
- Potrei annoiarmi anche di te. Ma sento che non sarà così. – Seto Kaiba aveva sorriso, quella volta.
Sentiva di potersi fidare ciecamente del suo “peggior nemico”. Quel sorriso non lo avrebbe mai dimenticato.
Per nulla al mondo.
- Perché Yami… Io ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessuno.
Era un amore nascosto e peccaminoso. Cosa avrebbero detto gli altri? Il Faraone era preoccupato maggiormente per lui, Seto Kaiba. Chissà cosa avrebbero pensato?
Un grande segreto, custodito soprattutto dal piccolo Yugi, in debito con l’altro, che l’aiutava in ogni caso. Perché vedeva la felicità negli occhi dell’ ”altro sé stesso”.
Parlarono, o meglio, parlò molto a lungo, quella sera. Kaiba era freddo, come una volta. Riempiendo l’altro di bugie, tante bugie.
Se avesse detto semplicemente la verità, forse Yami non avrebbe sofferto. Non così tanto.
Tanto che per la prima volta, il Faraone pianse davanti a qualcuno. Non riuscì a trattenersi e in più pioveva, non si sarebbe mai fatto vedere con gli occhi lucidi, lui.
“Faraone… stai piangendo?”
Strinse i pugni, guardando fisso per terra, mentre poche lacrime gli rigavano le guancie.
Il suo rivale continuava a parlare, parlare, parlare. Arrivando al punto di contraddirsi da solo.
Non aveva altro da inventarsi. Si era capito, ormai, che voleva cambiare, che aveva sfogato tutti i suoi ormoni su di lui, e adesso non aveva nient’altro da fare che lasciarlo lì. E proseguire per la sua strada, come se nulla fosse successo.
- Non mi stancherò mai di voi, Faraone. - e lo baciò.
- Io…- Tu nulla, Yami. – Lo fermò, voltandosi di spalle.
Erano entrambi fradici. La pioggia non era intenzionata a fermarsi, mentre il cielo veniva squartato dai fulmini.
- Sarà tutto come prima. Dimentica ciò che è successo. – Si allontanò, dirigendosi alla sua auto.
Fu’ l’ultima frase che pronunciò, quella sera. Mise in moto e partì.
Yami alzò lo sguardo. Le lacrime erano completamente confuse dalle grosse gocce di pioggia. I suoi occhi erano completamente attratti da quell’auto, che ormai si era già allontanata.
- Mh? - Evidentemente non erano i soli, in quella sera di pioggia.
L’auto di Kaiba accostò. C’era qualcuno che lo stava aspettando. Non riuscì a capire bene chi fosse, ne se quella era la sagoma di un uomo o una donna. Entrò e ripartì, sparendo definitivamente.
- Si è… stancato di me…
“Faraone, torniamo a casa!
Ci sono io…”
... E per la prima volta, fu’ Yami ad aver bisogno di Yugi.