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Autore: Berenike    11/11/2010    11 recensioni
One shot dedicata a Lucia, un'amica speciale ed una lettrice dolcissima.
Finalmente è arrivato il compleanno della detective Beckett: possibile che Castle si sia dimenticato di un giorno così importante?
Quando la detective Beckett arrivò in centrale quella mattina rimase in un primo momento senza parole.
Non c'erano festoni ad aspettarla. Né palloncini. Né persone urlanti.
Ad aspettarla c'era invece la solita grigia centrale di polizia. I suoi colleghi le fecero gli auguri ma la cosa morì lì.
Castle quel giorno, proprio quel giorno, arrivò in ritardo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Lucia, un'amica speciale ed una lettrice dolcissima.



Buon Compleanno, Kate

Finalmente era arrivato quel giorno. Quel giorno che Castle aspettava con tanta trepidazione.
Un giorno che aveva già vissuto l'anno precedente, ma di cui preservava un pessimo ricordo.
Ma quest'anno sarebbe stato diverso. Completamente diverso.


Quel giorno speciale era il compleanno della detective Beckett.
Era il secondo compleanno che Kate festeggiava da quando Castle l'accompagnava nei suoi casi.
Il primo anno però Castle era ignaro di che giorno si trattasse, ed era arrivato in centrale radioso e sorridente come sempre.
Quando però aveva saputo, tramite le frecciatine di Ryan ed Esposto, che quello non era un giorno come gli altri, era diventato scontroso ed arrogante. Come un bambino.
Non aveva portato regali, non aveva organizzato un'enorme festa a sorpresa: insomma, non aveva potuto dimostrare quanto fosse in perfetto stile Castle; forse era proprio per questo che la detective si era tenuta bel lontana dall'avvertirlo.


Ma quest'anno le cose sarebbero andate diversamente. E Beckett lo sapeva.
Castle aveva iniziato i preparativi ben prima che il giorno arrivasse, e per quanto Beckett facesse finta di non interessarsene, moriva dalla voglia di sapere cosa stesse succedendo.
Ma non riuscì a scoprire nulla. Castle questa volta era stato più bravo del solito ed era riuscito a mantenere il segreto.
Sapeva solo che Castle ed i ragazzi in centrale erano più sorridenti e felici del solito la sera prima della data, e questo la preoccupò più del solito.


La mattina del suo compleanno Kate Beckett si alzò e per un momento nemmeno si accorse di che giorno fosse. Solo quando il padre la chiamò per farle gli auguri, realizzò di che giorno si trattasse.
Il suo compleanno.
Si vestì più elegante del solito, se l'aspettava una festa a sorpresa in centrale, doveva essere pronta.
Non sapeva davvero cosa aspettarsi: ma qualunque cosa fosse, sperava di non dover uccidere Castle a fine della giornata.


Quando la detective Beckett arrivò in centrale quella mattina rimase in un primo momento senza parole.
Non c'erano festoni ad aspettarla. Né palloncini. Né persone urlanti.
Ad aspettarla c'era invece la solita grigia centrale di polizia. I suoi colleghi le fecero gli auguri ma la cosa morì lì.
Castle quel giorno, proprio quel giorno arrivò in ritardo.
Come sempre, portò alla detective un caffè alla cannella, ma nel salutarla Kate non notò nessuna sfumatura diversa nella sua voce.
E così capì: non aveva scoperto nulla riguardo una festa a sorpresa, perchè non c'era nessuna festa a sorpresa. Non aveva scoperto nulla riguardo a palloncini, festoni o quant'altro, perchè nessuno aveva pensato ad organizzarglieli.
Perchè era chiaro che Castle si fosse dimenticato del suo compleanno.
Kate rimase tutto il giorno più ombrosa del solito. Svolse il suo lavoro professionalmente, ma senza mai rivolgersi direttamente allo scrittore: si sentiva così infantile per aver pensato che in qualche modo tenesse a lei, che quasi ce l'aveva più con sé stessa che con Richard.
Si sentiva così a disagio in quei vestiti eleganti, avrebbe voluto indossare i suoi soliti jeans e dimenticare quella giornata così deludente.
Che non era ancora finita.
Stava giusto iniziando a prendere le proprie cose, quando il Capitano Montgomery le chiese di portare dei documenti nell'archivio della centrale. Non poteva crederci.
Come minimo ci voleva un'ora per quel lavoro, ed erano già le sette di sera.
Le sette di sera del suo compleanno. Com'era ingiusto il mondo.
-Capitano, è tardi ora. Non posso farlo domani mattina? - gli domandò la detective, speranzosa che quell'uomo, quel Capitano, che in quegli ultimi anni era stato come un padre per lei, capisse la situazione.
-No, Beckett. Mi dispiace. Ho bisogno che tu lo faccia ora. - E così si chiuse l'argomento.
Beckett non poté opporsi all'ordine del capitano, e così, nonostante fosse la sera del suo compleanno, si avviò verso il pian terreno, e fece ciò che le era stato chiesto.
Mentre archiviava questi stupidi documenti, pensò che probabilmente Castle si era già avviato verso casa, e quasi le scese una lacrima nel pensare che non le aveva nemmeno fatto gli auguri.
A ripensarci, avrebbe fatto meglio a tirargli il caffè della mattina addosso.


Quando la detective Kate Beckett si avviò verso il piano superiore, in centrale, un'ora e mezza dopo, aveva il morale calpestato. Non era così giù... da... Non sapeva neanche da quando.
Grazie a Castle la sua vita non era più né triste, né malinconica da molto tempo.
Ed ora, proprio a causa di quello stesso uomo, mai fidarsi degli scrittori, era giù come non mai.
Ma gliel' avrebbe fatta pagare. Eccome.
Da quel momento in poi non gli avrebbe mai più rivolto la parola. Forse.
Erano questi i sentimenti che l'animavano quando uscì dall'ascensore e si ritrovò davanti al più bello spettacolo della sua vita.
Le luci della centrale erano state completamente spente. La centrale era completamente vuota tranne per un uomo, vestito in abito nero, che l'attendeva sorridente ed un cameriere che teneva una bottiglia di champagne in mano.
Kate trattenne il fiato, senza capire esattamente cosa stesse succedendo. I tavoli della centrale erano stati spostati ai lati della sala, ed al loro posto c'era ora un tavolino molto elegante bandito con piatti eleganti e bicchieri da vino.
Vedendola entrare, Castle si alzò e la invitò con un gesto della mano a sedersi insieme a lui.
La detective sorrise lievemente, ma ancora non riusciva a credere a ciò che aveva davanti.
Castle, Castle, Castle... Cosa stai combinando? Ecco perchè il Capitano le aveva dato quel compito così ingrato: Castle doveva avere il tempo per preparare il tutto...
E ce l'aveva fatta alla grande!
Kate si avvicinò al centro della sala e sorridendo come non mai, si lasciò trasportare dall'atmosfera delle candele accese e da quel profumo di lasagne fatte in casa.
Le sue preferite.
A quanto pare Castle ce l'aveva messa proprio tutta per farle passare un bel compleanno.
Quando entrambi si furono seduti, senza ancora proferire parola, lo scrittore alzò il calice pieno di champagne e disse con voce appena percettibile, una voce dolce, profonda, sincera:
-Buon compleanno, Kate! -
Lei non fece altro che sorridere, imbarazzata. Per tutto il giorno l'aveva trattato così male che ora si sentiva in colpa.
E questo Castle lo notò.
-Pensavi che me ne fossi dimenticato, eh? - le disse, dopo qualche attimo di imbarazzo.
Kate ancora non riuscì a parlargli. Aveva paura che se lo avesse fatto, l'emozione avrebbe preso il sopravvento e le lacrime le sarebbero scese traditrici, lungo il viso.
Castle la guardò con i suoi occhi dolci, che fecero sciogliere Kate in un sol momento.
Le pese la mano e le disse, pesando ogni singola parola:
-Come avrei potuto dimenticarmene? Tu sei una delle cose più importanti della mia vita. Il tuo compleanno è un grande evento per me- Sorrise ancora.
Perchè doveva sorridere in quel modo?
Beckett lo guardò. Quell'uomo così dolce, così romantico, che ogni giorno le stava accanto e la sosteneva. Non si era dimenticato di lei. Anzi.
Le aveva preparato la sorpresa più bella. Era lì per lei e ci sarebbe stato sempre.
Kate sapeva di amare quell'uomo. Lo aveva prima amato attraverso i suoi libri, ed ora lo amava come amico, come amante, come compagno, come padre.
Delle grosse lacrime scesero lungo il viso della detective. Castle prese l'occasione per far scivolare la propria sedia vicino a quella della donna di fronte a lui, così potè coccolarla, stringerle la vita, e farle sentire che lui era lì per lei, sempre.
-Mi sa che l'idea di aspettare la sera per farti gli auguri, non è stata una grande idea vero? - disse, triste. Non sopportava di vederla piangere, avrebbe voluto proteggerla da tutti i mali del mondo.
Compreso sé stesso.
Kate gli sorrise in segno affermativo. Quanto avrebbe voluto dirgli che lo amava...
Ma lui precedette ogni sua parola:
-Volevo aspettare la fine della cena, ma penso che ti darò ora il mio regalo...-
Kate si illuminò. Asciugandosi le lacrime si lasciò trasportare da quelle parole e attese incuriosita il suo regalo.
Si aspettava una scatolina piccola, orecchini?, un bracciale?, un anello?.
Un anello? No, quello no. Non ancora almeno.
Ed invece Castle la sorprese ancora una volta, e da dietro il tavolo si fece passare dal cameriere una grande scatola marrone.
Non era impacchettata, nessun fiocco, nessun colore sgargiante.
Castle appoggiò la scatola sul tavolo, facendosi spazio tra i bicchieri di cristallo e i piatti di porcellana.
Appena appoggiò la scatola sul tavolo, questa tremò appena.
E poi ancora.
Kate si allontanò con la sedia dal tavolo, in un istinto inaspettato.
Richard sorrise compiaciuto. Evidentemente aveva perfettamente previsto quella reazione.
La scatola si agitò di nuovo e fu solo allora che la detective notò che la scatola aveva dei grandi fori tutto attorno.
-Castle – disse finalmente Kate – perchè la tua scatola ha dei buchi? -
Castle rise.
-Per respirare, ovviamente. - le rispose lui, più felice che mai.
Kate al contrario, non fu affatto felice di quella risposta. Si avvicinò appena alla scatola, dopo averla vista tremare ancora una volta, e guardò attraverso uno dei fori più grandi, di lato.
-Castle, perchè la tua scatola mi guarda? - Kate rimase impietrita quando vide, all'interno di quello spazio angusto, due occhi gialli che la fissavano.
Castle non le rispose. La risposta che ottenne fu un debole, appena percettibile, miao.
-Castle, perchè la tua scatola miagola? - Kate non sapeva se ridere o iniziare seriamente a preoccuparsi.
Castle rise ancora. Ancora una volta non le rispose, ma si alzò e aprì la scatola.
Kate quasi si sentì mancare quando vide il regalo di Castle.
Ancora una volta era riuscito a sorprenderla.
Appena lo scrittore aprì la scatola, Kate vide il cucciolo di gatto più bello che esistesse al mondo. E sentì l'impulso di prenderlo in braccio. O meglio, in mano. Era così piccolo che si poteva schiacciare con la sola forza del pugno.
-Richard è, è... - Kate non trovò parole. Castle la guardava come se stesse guardando la donna più bella del mondo, mentre quel batuffolo di pelo faceva le fusa alla sua nuova padrona.
-E' un persiano – le disse Castle. - Spero ti piaccia. -
-Se mi piace? Io lo adoro! Grazie, non ho parole! - Kate era davvero senza parole.
Quel micio bianco, quel fiocco di neve era la cosa più dolce che avesse mai ricevuto.
-Perchè non lo chiami Rick? - le disse lui, tornando il bambino di sempre.
-Neanche morta! Lo chiamerò... -
-Castle? - La detective lo guardò in tono di sfida.
-No! -
-Richard? -
-Ti ho detto di no! -
-Ma se non gli dai un mio nome, come potrà ricordarti me ogni volta che lo chiami? -
-Castle – gli disse seria la detective – non mi serve un gatto per ricordarmi di te. - La donna arrossì appena, stupida di ciò che era appena riuscita a digli.
Gli occhi di Castle si illuminarono radiosi. Ogni cellula del suo corpo amava quella donna più di qualsiasi altra cosa al mondo.
-Ho trovato! - disse alla fine Beckett.
Castle a guardò accigliato. Ovviamente, si era già dimenticato il gioco dei nomi.
-Lo chiamerò Alex. -
-Ma, io mi chiamo Alexander! -
-Lo so, Castle. -
Ed il gattino emise un flebile miao in claro segno di soddisfazione.



ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti, fans di Castle!
Prima di tutto vorrei ringraziare una mia lettrice, nonchè amica di "tastiera", Lucia, che segue le mie storie con affetto e senza cui questa storia non avrebbe mai potuto prendere vita.
Lucia mi ha dedicato una one shot meravigliosa, ed ora dedico io questa storia a lei, una storia che lei stessa mi ha ispirato: spero ti piaccia e spero che ti abbia fatto sognare per qualche minuto, che ti abbia regalato magiche emozioni come tu me ne regali ogni giorno.
Come sempre però vorrei ringraziare anche tutti coloro che leggono e recensiscono le mie storie, questa compresa: non vorrei deludervi mai, e spero di non aver iniziato ora!
Ho provato ad immaginare un compleanno della detective, ed un tipico festeggiamento in stile Castle!
Scrivetemi cosa ne pensate, una recensione costa poca o quasi nulla fatica, ma rende molto felice una scrittrice pazza, se così mi posso definire!
A presto!
Berenike



   
 
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