Autore: Nikeforos alias
Lindael
Titolo: Last Words
Rating: Giallo
Genere: Triste, introspettivo
Avvertimenti: One Shot , light slash, what if
Fandom: Star Trek (2009)
Personaggi/Pairing: Spock/Kirk
Note dell'autore:Volevo specificare che il flashback inserito nella storia non
è stato indicato da un diverso stile di scrittura e che comunque non è stato
diversificato dal resto del testo in nessun modo, è inserito come ricordo,
spero vada bene lo stesso. Inoltre volevo dire che io non sono una fan di Star
Trek di vecchia data, ho solo visto il film del 2009 e quindi mi sono basata
solo su quello per caratterizzare i personaggi.
Last words
Il comandante Spock guardò
dietro le sue spalle, dove poteva vedere la materia rossa, contenuta nel grande
cilindro trasparente.
Dopo aver impostato la
rotta, consapevole che una volta entrato nel raggio d'azione della nave
romulana non sarebbe potuto essere trasportato indietro sulla Enterprise, Spock
aprì un canale di conversazione con la plancia.
140 Secondi all'impatto
-Capitano, chiedo il
permesso di parlare.-
La sua voce era fredda e
calma nonostante si stesse per schiantare contro la nave nemica, distruggendola
e creando un buco nero.
Jim Kirk aveva gli occhi
spalancati, umidi di lacrime, perché aveva capito il piano del suo comandante
in seconda, e sapeva benissimo di non poterlo dissuadere in nessun modo.
Lui non credeva nelle
situazioni senza via di uscita, e Spock in un certo senso si stava sacrificando
per permettergli di continuare a crederci.
-Spock…-
Mormorò Jim, guardando
negli occhi il mezzo vulcaniano.
-Non è indispensabile.-
Le parole gli venivano
difficili alle labbra, riuscendo a malapena a passare il nodo che gli si era
formato in gola.
110 Secondi all'impatto
-Capitano…-
Spock sospirò, sapendo che
non avrebbe ottenuto quello che aveva chiesto all'inizio a Jim, e, che se
avesse voluto dire quello che doveva, avrebbe dovuto farlo e basta.
Visualizzò ancora la scena
dentro la sua mente, rivide se stesso lasciarsi andare alla furia ceca che era
eruttata dal suo animo e prendere il suo comandante per la gola e stringere,
stringere fino a che il viso di Jim non era diventato rosso e gli occhi erano
quasi usciti dalle loro orbite.
Da allora, anche se aveva
capito perché Jim lo avesse fatto, o forse ancora di più per questo motivo, non
riusciva a non sentire il rimorso rodergli le viscere.
Da sempre aveva vissuto
combattendo la sua doppia natura, nascondendo la parte umana, reprimendo le
emozioni, cercando di essere degno degli sguardi di suo padre e degli anziani,
cercando di dimostrare che un mezzosangue come lui poteva essere un vulcaniano
al pari di tutti gli altri, che nel suo DNA non c'era nulla di errato.
Ma dalla morte di sua
madre e dalla distruzione di Vulcano era arrivato alla conclusione che non era importante,
se lui non gli dava importanza, se stava bene con se stesso, se era felice,
tantomeno ora che stava per porre fine alla sua esistenza.
80 Secondi all'impatto
Doveva scusarsi con il suo
capitano, doveva parlargli per l'ultima volta, perché il suo cuore umano lo
ordinava, perché quelle parole lottavano per venire alla luce da tempo e la sua
logica suggeriva che lasciare questo piano di esistenza con faccende in sospeso
era da evitare.
Spock non aveva mai
creduto nell'amore, tantomeno in quello a prima vista, eppure il suo capitano
gli era entrato dentro, da quel primo giorno, quando aveva sabotato
Il suo orgoglio, per
quanto nascosto nel profondo di se stesso, aveva ruggito alla notizia che
qualcuno era riuscito a passare il suo test, soprattutto perché, avendolo
progettato lui stesso, sapeva benissimo che non c'era modo di farcela.
Non senza imbrogliare
almeno.
Il giorno dell'udienza non
avrebbe voluto altro che rimetterlo al suo posto, per mettere a tacere la
rabbia che gli faceva tirare le labbra in una linea ancora più serrata del
solito, ma Jim, nonostante la sua logica perfetta, non si abbatteva, forte
delle sue convinzioni idealiste.
E lui, per un attimo, si
era chiesto come sarebbe stato avere una persona del genere, così piena di
sentimenti, di vitalità, accanto a se.
60 Secondi all'impatto
-Capitano vi chiedo
scusa.-
Disse, il rimorso
finalmente percepibile nel tono naturalmente neutro.
-Non ho mai desiderato
farvi del male.-
Continuò, vedendo la
confusione negli occhi di Jim, e il suo tentativo di parlare.
-Per troppo tempo avevo
represso la mia parte umana, le mie emozioni, e alla fine non sono più riuscito
a contenerle. Sono contento di non averle causato danni permanenti.-
Finalmente una luce si
accese negli occhi di Kirk, che aprì la bocca per ribattere, ma venne zittito
da un cenno della mano di Spock.
30 Secondi all'impatto
-Non interrompetemi
capitano, perché c'è altro che devo dirvi, e il tempo non è a nostro favore.-
Doveva dirglielo, non
poteva morire senza avergli confessato i suoi sentimenti.
-Sono stato sempre sicuro
di quale parte della mia natura scegliere, capitano, fino a quando non ho
incontrato lei. Lei che è il simbolo dell'essere umano, così impetuoso e pieno
di sentimenti. Avremmo dovuto essere troppo diversi per essere qualcosa più che
rivali, eppure mi ha catturato, mi è entrato nella mente e nel cuore di
soppiatto, senza che me ne accorgessi e ora non posso riesco in nessun modo a
togliervi di lì.-
Jim sembrava quasi un
pesce rosso le labbra spalancate in quel modo, incredulo.
Non stentava a crederlo,
era oltremodo sorpreso anche lui.
Di certo non si sarebbe
mai aspettato una scena del genere, il suo lato vulcaniano gliel'aveva
impedito, ma doveva confessare che tirare fuori quella massa semiconfusa di
sentimenti che gli ribolliva nel petto aveva in se uno straordinario effetto
calmante, quasi quanto la più profonda meditazione e purificazione dell'animo.
10 Secondi all'impatto
-Non rimpiango la mia
scelta di sacrificarmi capitano, non ora che sono riuscito a dirvi quello che
dovevo.-
La nave cominciò a
tremare, mentre sfondava gli scudi della nave romulana, e la materia rossa si
cominciava ad accendere, preparandosi all'esplosione.
-Ho perso mia madre
capitano, non potrei mai permettere che la seconda persona più importante della
mia vita sia anch'essa perduta, per cui addio…Jim. Lunga vita e prosperità.-
La mano si alzò nel tipico
saluto vulcaniano.
Un mezzo sorriso disegnato
sulle labbra, quasi a scusarsi del suo gesto, anche se così avrebbe salvato la
vita non solo a Jim e all'equipaggio, ma, probabilmente, all'intero universo.
Sarebbe stato ricordato
come un eroe, come il salvatore della federazione, ma, soprattutto, Jim
l'avrebbe sempre ricordato come l'uomo che lo amava.
Impatto
-SPOOOOCK!!!!-
L'urlo di Jim Kirk andò
perduto nel vuoto, poiché la trasmissione si era interrotta all'inizio
dell'impatto.
Restò a guardare
l'esplosione gigante che mangiava pian piano tutta la gigantesca nave nemica,
le fiamme rosse e amaranto che coloravano uno sfondo nero.
Non gli aveva detto ti
amo…quello stupido, snervante, testardo, bastardo con le orecchie a punta fino
alla fine aveva dovuto comportarsi da logico vulcaniano senza emozioni.
Gli sarebbero bastate due
parole, due stupidissime parole!
E lui avrebbe avuto il
tempo di dirgli che lo ricambiava, che l'aveva visto nella mente dell'altro
Spock, e invece no, aveva dovuto fare il saccente, non lasciandogli tempo.
Bastardo!
Stupido, adorabile,
bastardo con le orecchie a punta.
Lo avrebbe preso a calci
nel culo per l'eternità una volta che lo avesse rivisto, questo era sicuro.
Sentì la mano calda e
rassicurante di Bones sulla spalla.
Annuì, se non avesse dato
l'ordine di andarsene lì da subito sarebbero stati risucchiati dal buco nero.
-Signor Sulu, ci riporti a
casa, adesso.-
Mormorò, andando a sedersi
sulla sua sedia.
Gli occhi azzurri erano
aperti e attenti, ma da allora il fuoco che li aveva animati, simbolo della
passione di Jim Tiberius Kirk, non fu mai più visto da anima viva.