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Autore: Blue_Bones    12/11/2010    7 recensioni
Bonnie ha lasciato Mystic Falls, vorrebbe dimenticare il passato e tutto quello che ne fa parte. Desidera una vita tranquilla, lontana dalla magia, dai vampiri e dai pericoli che ne conseguono. Potrà davvero abbandonare tutto così facilmente? Dove sta sbagliando?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non puoi scappare.



Una nebbia spessa era ben visibile al di fuori delle vetrate. Se n’era andata da Mystic Falls per scappare da tutto
l’orrore che aveva coinvolto la cittadina. Stava pensando di smettere con tutta quella roba. Magia, vampiri, licantropi.
Non ci sarebbero stati più problemi, non sarebbe più stata coinvolta, ma poi ripensava a sua nonna. Quanto ci aveva
creduto nella magia e quanto aveva confidato nella sua piccola Bonnie. Le sembrava tutto così assurdo, così difficile da
accettare. A volte pensava che sarebbe stato più facile lasciarsi tutti questi pensieri alle spalle, semplicemente.
Nonostante la nebbia, nella stanza il caldo era soffocante, forse aveva esagerato un po’ con il riscaldamento, doveva
ancora fare pratica. Aprì la finestra, dal buio sbiadito una risata si sparse per la stanza e una voce conosciuta parlò
- Non puoi rifiutare ciò che sei, piccola strega. - non poteva essere lui, era a chilometri di distanza e, di certo, non
sarebbe piombato a casa sua. Non era nemmeno stato invitato, quindi doveva essere fuori. Su un ramo dell’albero una
sagoma scura, sicuramente non un grosso animale parlante, fissava il cielo stellato ma privo di luna. I capelli scuri
come la notte, il profilo marcato, la giacca di pelle nera e i pantaloni scuri non preannunciavano nulla di buono.
Quando lo “stalker” si voltò verso Bonnie, la bocca era arricciata in un sensuale sorriso, beffardo come lo era sempre
stato. Gli occhi, che, lei sapeva, essere incredibilmente azzurri, avevano assunto i colori della notte, ma brillavano,
come sempre, di quella nota di divertita e sadica noncuranza per le reazioni che potevano causare le sue azioni sugli
altri. Bonnie sbuffò, finché non lo invitava a entrare il pericolo non esisteva, sapeva come ucciderlo - Cosa ci fai qui,
vampiro? - il sorriso canzonatorio del ragazzo si allargò - Dovresti saperlo, strega, che non puoi scappare da tutto ciò. -
la rabbia stava montando e Bonnie non era sicura di riuscire a controllarla - Cosa ci fai qui, Damon? - il vampiro parve
colpito - Non forzare le cose, strega, torna a Mystic Falls. - la ragazza respirò a fondo, non voleva far esplodere la casa
- Vattene, Damon, hai capito? Desidero poter vivere in pace. Voglio smetterla di dovermi guardare le spalle da ogni
cosa, avere la morte che incombe e veder morire, per mano di cose oscure che, tecnicamente, non dovrebbero
esistere, le persone cui tengo di più. Sopportare tutto questo e, non da meno, sopportare te e le tue stronzate, tutto
questo è frustrante e non voglio vivere così. Non sarebbe vita. - il ragazzo apparve impassibile, un sopracciglio si arcuò
perplesso - Pensi di poter davvero scappare da te stessa? Tu fai parte di ciò che non dovrebbe esistere, sei una strega,
Bonnie. Notevolmente potente, almeno quanto sei irritante e spaventata. Non potrai fuggire per sempre. – lei sbuffò
- Posso evitare di ricorrere ai poteri. - lui scosse la testa e ribatté - Tu… Non… Capisci, vero? Tu non puoi decidere di
lasciare stare. La magia è ciò che sei e, come avrai notato, tutti gli esseri sovrannaturali tendono ad attrarre altre cose
non naturali. - lei si accigliò - Damon Salvatore, vattene, lasciami in pace. Per favore. - il vampiro si fece
incredibilmente serio - Tu non sai quello che dici, sono l’essere sovrannaturale più stronzo, ma meno pericoloso, che
potesse venire a cercarti. Elena è preoccupata per te. -
Era, dunque, questo il motivo di tutto quella sceneggiata - Aspettavi un invito scritto per dirmelo oppure, perché no,
un pretesto per uccidermi? - lui rise, ma non sembrava divertito - Se avessi voluto ucciderti sarei comparso alla tua
finestra senza essere invitato ad entrare, con la certezza che mai mi darai questo permesso, e con alte probabilità di
essere ferito se non ucciso da una strega con una spiccata avversione verso gli esseri della mia “razza” e nella
fattispecie verso di me? - Bonnie parve sorpresa, ma sorrise - Allora non sei completamente idiota come sospettavo.
Un vero peccato che tu sia una sanguisuga in versione gigante. - ora quelli sorpresi erano in due. Lui pareva aver colto
un’allusione che lei sperava non associasse a chissà quale doppio senso. Di certo lei non avrebbe mai potuto essere attratta da
lui. Damon riacquistò il suo sorriso irritante e sicuro - Vorresti dire che il mio essere stronzo e senza cuore non sarebbe una
cosa così terribile se fossi umano e mi dimostrassi intelligente? Potrei, addirittura piacerti? - Bonnie rideva
- Non correre, ho detto che è un peccato che tu sia una sanguisuga in versione gigante, quindi non hai nemmeno la remota
possibilità di sperare che, dopo tutto quel discorso su quanto io ti detesti, io mi senta stronza e ti faccia entrare per
pietà. - il sorriso del ragazzo divenne un balenio di denti bianchissimi che rilucevano come la scintilla nei suoi occhi
- non siamo poi così diversi, strega. Sei spietata almeno quanto me. Non ti fai scrupoli, se qualcosa non ti va bene la
rifiuti. Eccoci qui, allora, dopo tutto il tuo differenziarci, a trovarci incredibilmente simili, terrificante, vero Bonnie?
Sorprendente, non è così? - l’espressione di Bonnie era furiosa - Entra, mostro, ma attento a ciò che fai. Sai che posso
ucciderti e tu non vuoi vederti negata la possibilità di rompere le palle al mondo, giusto? - lui annuì e con un sorriso
vittorioso si sporse verso la finestra aperta ma Bonnie lo fermò - Voglio vedere tutto a velocità umana, intesi? -
Damon parve seccato, ma non la contraddisse. Entrò lentamente, ma con grazia felina. L’istinto di sopravvivenza di Bonnie era
in allarme rosso, ma lei lo mise a tacere - Perché Elena teme per me? Cosa teme? - in quell’istante capì - Che aspetti
ad uccidermi? L’invito in carta bollata? - lui rise - Sei sempre così sospettosa piccola strega. Hai ragione, non mi ha
chiesto Elena di venire a cercarti, non mi manda Stefan, né Katherin e nemmeno i tuoi amici umani. Sono qui
spontaneamente, ma tu vuoi sempre affrettare le cose, così non mi diverto per niente. Per ora non voglio farti del
male quindi che ne dici di sederti qui, vicino a me in questo letto enorme. Finché non tento di ucciderti che ne dici di
fare altrettanto? - Bonnie era inchiodata al pavimento - Sto bene qui. - disse cercando di non apparire spaventata,
ma la voce le uscì come un sussurro tremolante e poco deciso. Lui la fissò con sguardo indecifrabile e si alzò dal letto
- Non intendo aspettare di vederti svenire. Farò quello per cui sono venuto. - le si avvicinò
sorridendo come se stesse per appagare un desiderio feroce, che lo tormentava da tempo. Fece un altro passo verso
di lei, ma Bonnie arretrò, un altro passo avanti per lui, uno indietro per lei. Seppe di essere spacciata quando la sua
schiena toccò la parete e le sue possibilità di fuga furono annullate dalle braccia di lui che la intrappolavano lì.
Il respiro di Bonnie accelerò - Non incantarmi. - lui le sorrise in modo che lei non seppe decifrare - No, non l’avrei fatto
comunque. - la strega pensò che desiderava anche vederla soffrire. La ragazza sentì il suo corpo tremare, il vampiro
disse al suo orecchio, con voce suadente - Non farà male se non ti opponi. Rilassati e finirà presto. - Bonnie sapeva che
non la stava incantando eppure non riusciva a usare i poteri che l’avrebbero salvata e avrebbero ucciso quell’essere
rivoltante. Purtroppo però la sensualità e il fascino, mischiati al terrore, la facevano sentire impotente. Era come un
uccellino alla mercé del suo predatore. Damon continuò a sussurrarle parole rassicuranti mentre lui le accarezzava il
collo e con molta calma separava i primi due bottoni dalle asole. Annusò il suo profumo e premette gentilmente il
naso contro la pelle liscia e morbida della ragazza che sussultò sorpresa - Fallo. Ora, Damon. Ti prego. Non prolungare
quest’agonia. - lui non rispose, sembrava assorto a contemplare ciò che aveva davanti. La sua guancia, posata sopra il
petto della strega, era piacevolmente fresca e Bonnie ebbe un fremito che non aveva nulla a che fare con la paura.
Il contrasto di caldo e freddo era quasi rassicurante. Lo sarebbe stato se, a un passo dalla sua carotide, ci fosse stato un
qualunque ragazzo normale e non un vampiro desideroso di bere il suo sangue. Damon la guardò negli occhi prima di
baciarle la tempia e scendere giù fino al collo, per poi scivolare verso il petto che si alzava a ritmo regolare nonostante
il battito impazzito di Bonnie. La ragazza era divisa fra il terrore e il desiderio, nonostante lo detestasse, era inutile
illudersi di non esserne attratta. Le labbra di Damon si fermarono sulla carotide e il cuore della strega perse un battito
mentre lei tratteneva il respiro. Il vampiro però alzò una mano ad accarezzarle il viso mentre l’altra le teneva il polso.
Il morso non arrivò, Damon si limitò a leccare l'arteria che pulsava all’impazzata e, con uno sforzo che Bonnie non riuscì a
comprendere, se ne staccò ansimando sulla pelle umida. La ragazza si sentì pervadere da un calore ben poco pauroso,
ma, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo, la sua paura non scemò. Gli occhi del vampiro percorsero tutto il
tragitto della pelle scoperta e la sua fronte si posò su quella della ragazza e, sorridendo irriverente, disse
- Non puoi scappare. Due esseri come noi si attraggono o per odio o per amore. Io non ti odio o ti avrei uccisa molto tempo fa. -
le labbra, che prima erano state tanto dolci a torturarla, le si posarono sulla bocca con urgenza e un secondo di
esitazione. Temeva di essere respinto. Bonnie capitolò, non avrebbe rinunciato a quello che era e a ciò che voleva per
paura. Era questo che Damon cercava di dirle. Non si può scappare da se stessi. Quando il bacio divenne più profondo
e la pelle di Damon si fece più calda del solito, la ragazza spense il cervello, si avvicino all’idiota e sorrise sulle sue
labbra prima di accarezzargli i capelli corvini e staccarsi da lui per abbracciarlo - Grazie, Damon. - lui ridacchiò fra i suoi
capelli - Di nulla, piccola strega. Grazie di non essere fuggita, ma non sperare che cominci ad essere dolce, carino,
rispettoso, serio. Non illuderti che ti porterò la colazione a letto e tutte quelle cose assolutamente stomachevoli che
fanno le coppiette. - lei rise, non avrebbe mai preteso tutto questo - Non possiamo essere diversi da ciò che siamo e
non ha senso rifiutarlo. - lui annuì e le scompiglio i capelli, divertito.

Spazio per me:
Premetto che preferisco i personaggi del libro, ma in questo caso quelli del telefilm più adatti a questo tipo di
approccio.
   
 
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