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Autore: Sweetteen    12/11/2010    2 recensioni
Questa è una storia d’amore tra un ragazzo e una ragazza completamente diversi. Cristina, detta Cris, e Fabio. Lei ha 15 anni, è una studentessa modello, è responsabile, è gentile, buona, insomma, la classica brava ragazza. Lui ha 17 anni, e essere un bravo ragazzo non sa nemmeno cosa significa. Fa parte di un gruppo di ragazzi per niente seri, insieme ai quali si diverte, fuma, beve e si droga. Inaspettatamente loro due si innamoreranno e lui cercherà di smettere di drogarsi, per lei, mentre lei sarà alle prese con un’ex “amica” che cercherà di farli lasciare. Spero che vi piaccia! Commentate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
Cristina guardò per tre volte nel suo armadio e nei cassetti del mobile. Niente, non c’era niente che le piaceva da poter mettere a quella stupida festa. Era sempre così, non sapeva mai cosa mettersi. L’eterno dilemma di ogni adolescente. Ci pensò tanto tempo, provò vari abbinamenti, e alla fine si accontentò di una maglia bianca con una scritta blu a maniche lunghe – perché, anche se l’estate non era ancora finita, faceva abbastanza freddo – e dei pantaloni blu, con le converse blu.
Si passò la piastra, perché i suoi capelli, ancora una volta, non sapevano se essere lisci o mossi, non avevano un senso, e c’era qualche ciocca con le punte alzate, come ogni volta che si faceva lo shampoo. Questo, pensò Cristina, è un altro degli enormi problemi delle adolescenti, povere ragazze che non sanno cosa fare con abiti e capelli. Ma adesso, dopo essersi vestita, passata la piastra, e anche truccata, c’era il problema della borsa. Eh, già, non bisogna dimenticare gli accessori. Decise di mettersi una borsa bianca, anche se non le piaceva, perché blu non ce l’aveva.
Ma perché ho accettato di andare a questa stupida festa?Pensò Cristina, o Cris, come la chiamavano gli amici. Non aveva per niente voglia di andarci, il brutto tempo che c’era in quei giorni non la rendeva affatto meno pigra, e Filomena, la festeggiata, l’aveva invitata solo due giorni prima, quindi non aveva avuto molto tempo per comprarle un regalo più bello. Bè, non glielo avrebbe comprato comunque un regalo più bello, perché Cris e Filo non si vedevano da un po’ di tempo.
Chissà come ha fatto a ricordarsi di me.Pensò Cris. Non erano così tanto amiche, e, come già detto, non si vedevano da tempo. E poi, Cris non voleva fare tardi, perché il giorno dopo, il 13 settembre, sarebbe stato il primo giorno del secondo anno di liceo. Inoltre, sapeva che alla festa non ci sarebbe stata nemmeno una persona che potesse considerare sua amica. Con qualcuno degli invitati che le aveva elencato Filomena ci aveva un po’ di confidenza, ma niente di più. Non che Cris avesse confidenza con molte persone. Era una ragazza un po’ introversa, che a prima impressione non stava mai particolarmente simpatica a nessuno, perché ci metteva un po’ prima di aprirsi e di prendere confidenza con qualcuno, ma, una volta che succedeva, mostrava un carattere allegro, solare e frizzante che a prima vista non sembrava avere. Per lei, riguardo agli amici, valeva il detto: meglio pochi ma buoni.
Dopo aver finito di prepararsi si fece accompagnare dalla madre a casa di Filomena.
- Ciao, Cris! – disse Filo, molto contenta, fin troppo, secondo Cristina. Ma forse lo era solo perché era il suo compleanno, e il giorno del proprio compleanno sono tutti più contenti e simpatici.
- Auguri, Filo! – disse Cris fingendo un sorriso a trentadue denti.
Le diede il regalo, e Filomena la ringraziò abbracciandola, anche se in realtà il braccialetto che le aveva regalato non sembrava averla colpita più di tanto.
Cris si mise a parlare un po’ con qualcuno, controvoglia, poi si fiondò sul cibo, non essendoci altro da fare.
Purtroppo per lei, però, mentre Cris stava mangiando una patatina che quasi le andò di traverso, sentì alle sue spalle una vocina stridula e molto alta.
- Criiiiiiiiis!!
Dopo aver evitato di strozzarsi con quella patatina si girò verso di lei.
- Maddalena! Ciao! – disse Cris cercando di sembrare più contenta possibile.
Maddalena la abbracciò. Lei era un’altra che non vedeva da mesi, per fortuna di Cris.
- Come stai? Tutto bene?
- Si, tutto bene! E tu?
- Bene! Allora, cosa hai fatto questa estate?
Cris le raccontò quello che aveva fatto, e anche Maddalena fece lo stesso.
Parlarono per un po’ di tempo, e Cris, suo malgrado, dovette ammettere che non era tanto antipatica come se la ricordava. Forse perché, visto che non si vedevano da ben cinque mesi, la soglia di tolleranza nei suoi confronti si era allargata. Succede sempre così, perché, come dire… non era passato abbastanza tempo da poter cominciare ad odiarla di nuovo.
Intanto c’era Giovanna, una ragazza con cui Cris aveva parlato si e no due volte, con la macchina fotografica in mano, che faceva fotografie a tutti.
- Ehi, Giovanna! – le urlò Maddy, come si faceva chiamare lei, mettendo un braccio intorno al collo di Cris - Fai una foto a me e alla mia amica!
Amica? Ma se siamo amiche solo quando fa comodo a lei!pensò Cristina.
Giovanna si avvicinò, e scattò la foto, poi se ne andò.
- C’è qualche ragazzo che ti piace? – le chiese poi Maddalena.
- No, nessuno.
- Nessuno? Davvero?
- Nessuno. – ripeté Cris.
Era vero. L’ultimo aveva smesso di piacerle un mesetto fa, e adesso lo aveva già dimenticato. Non che Cris fosse una che pensa solo ai ragazzi e morirebbe per uno di loro, no, non è il tipo. Maddalena, invece…
- E a te, Maddy? Chi ti piace? – le chiese Cris.
- A me piace… però non dire niente, eh?… mi piace Fabio.
- Fabio? Ancora? – disse sorpresa Cris.
- Ecco, lo sapevo che avresti detto così! Si, mi piace ancora lui!
- Ma tu sei scema!
Da che ricordava, anche cinque mesi fa, quando hanno smesso di vedersi, a Maddalena piaceva ancora Fabio.
- Quanto tempo è che ti piace? – le chiese Cris.
- Un anno. – rispose a testa bassa Maddalena.
- Un anno? E ancora non te lo togli dalla testa?
- Non ci riesco! Sono innamorata!
Innamorata? No, tu sei pazza!pensò Cris.
Esattamente un anno fa, Cris e Maddalena stavano camminando in via Cauli, la via che viene appena prima di quella dove abita Cris, via Fiorenzini. Proprio in quella via Cauli, si raduna ogni giorno un gruppo di una quindicina di ragazzi tra i quattordici e i diciotto anni, che si siedono sempre su un muretto a metà della strada, che ormai tutti considerano come proprietà di quei ragazzi. Infatti non ci si siede nessuno, se non loro.
Su quel muretto, questi ragazzi si incontrano soprattutto di sera, ma qualche volta anche di mattina e di pomeriggio, e si mettono a parlare, a fare gli scemi, a ridere, a fumare, a bere, e anche a sniffarsi. Tutti quei ragazzi si drogano, almeno una volta a settimana, e Cris, abitando lì vicino, era passata tante volte davanti a quel muretto e li aveva visti sniffarsi. Loro, anche se si accorgevano che qualcuno li stava guardando, non se ne fregavano e continuavano a fare quello che stavano facendo. Quindi tutti gli abitanti nei dintorni sapevano cosa facevano, e i loro genitori o erano degli irresponsabili a permettere che i figli si drogassero, o tenevano i prosciutti sugli occhi.
Ecco, questo Fabio era uno di quei ragazzi. Aveva diciassette anni, e abitava proprio in via Cauli. Cris non ci aveva mai parlato, ma lei e Fabio si conoscevano di nome.
Quel giorno che Maddalena e Cris stavano camminando in via Cauli, c’era Fabio, seduto sul suo motorino, stranamente da solo, che fumava una sigaretta con quell’aria da fighetto menefreghista che avevano anche i suoi amici. Ovviamente, a una ragazza stupida e superficiale come Maddalena, Fabio non poteva non mandarla fuori di testa.
- Ma chi è quel frescone? – chiese a Cris.
- Uno di quei drogati che stanno sempre qui. Non l’avevi mai visto?
- No, non l’avevo mai visto! È strano, passo molte volte di qui. – disse Maddalena.
Cris alzò gli occhi al cielo, nel vedere l’espressione e gli occhi a cuoricino di Maddalena. Non era mai riuscita a sopportare questa sua superficialità, eppure la conosceva da tre anni, si sarebbe dovuta abituare.
- Quant’è fresco! – disse Maddalena, ma lo disse a voce troppo alta, forse lo fece anche apposta, che Fabio si girò e le guardò. Vedendo l’espressione di Maddalena, capì che era stata lei a fare quel commento su di lui.
Sempre con la sua aria da fighetto con la sigaretta in bocca, si alzò, e, da latin lover qual era, si avvicinò a Maddalena. Le parlò un po’, senza nemmeno far caso a Cris.
Dopo cinque minuti le chiese il numero, e Maddalena fu ben felice di darglielo.
Nei giorni seguenti la chiamò un paio di volte. Maddalena esplodeva di gioia quando lo sentiva, e non si preoccupava di nasconderlo a Fabio, che invece la prendeva solo in giro. Un paio di volte, infatti, facendole credere di essere interessato a lei, le diede appuntamento in piazza, per uscire insieme di sera, e Maddalena ovviamente ci andò. Quello che non ci andò fu lui, Fabio, che le diede buca, e non si preoccupò nemmeno di giustificarsi. Essendosi scocciato del giochetto, Fabio non la chiamò più, non la calcolò più, non la salutò nemmeno. Maddalena, invece, continuava a chiamarlo a tutte le ore, anche se lui non rispondeva mai, nemmeno a uno stupido sms. Le era dispiaciuto per il palo che aveva preso, ma continuava a volerlo e a sbavargli dietro come un cane quando vede un quintale di bistecche. Così, mentre lui se la spassava con tante ragazze diverse, lei lo chiamava e poi, vedendo di non essere calcolata, si metteva a piangere, poi si calmava e lo chiamava di nuovo. Insomma, per Maddalena era diventata un’ossessione, perché, da bambina viziata e capricciosa che era, non si arrendeva, ormai aveva deciso che doveva ottenere ciò che voleva. Quel ragazzo, che era stato uno stronzo, era praticamente diventato una vittima di stalking, e si stava seriamente scocciando di avere sempre quella pazza esaurita tra i piedi, che lo chiamava sempre, nonostante le avesse spiegato un centinaio di volte di non essere affatto interessato a lei, ma non sapeva più cosa fare, e quindi andava così, ormai da un anno.
Tornando al discorso tra Maddalena e Cris:
- Maddy, ti prego, non dirmi che continui a chiamarlo ogni giorno! – le disse Cris, già sapendo, purtroppo, la risposta.
- Ehm… ultimamente lo sto chiamando meno spesso… - disse Maddy.
- Cioè? Quante volte al giorno?
- U… una.
- Voglio la verità, Maddy.
- Va bene, va bene, lo chiamo sette, o otto volte al giorno, ok? – disse arrabbiata.
- Cosa? E quante volte lo chiamavi prima?
- All’inizio che mi è piaciuto… anche venti volte al giorno…
- E lui rispondeva?
- A volte. Poi ho cominciato a diminuire pian piano che passavano i mesi, e adesso sono arrivata a sette, otto… dieci…
- Dieci? Ma tu sei matta! Perché lo chiami ancora se lui non ti risponde?
- Ma io non ce la faccio a stare senza di lui! Almeno gli ricordo che esisto!
- Oh, guarda, secondo me se ne ricorda benissimo! – disse Cris.
- Lo so che a lui non piaccio e mi ha preso solo in giro, ma che ci posso fare se lo amo?
- Lo ami? Maddalena, forse non ti sei resa conto che lui è un drogato, è uno stronzo, un figlio di puttana, che pensa solo a sé stesso, che prende per il culo tutte le ragazze, e combina solo guai!
Cris odiava i tipi come lui, cosa che risultava evidente dalle parolacce che aveva usato tutte in una volta.
Maddalena, infastidita da quello che aveva detto Cris, fece una smorfia con la bocca e smise di parlare, per poi riprendere dopo cinque minuti, a parlare ancora di Fabio.
Maddalena le raccontò praticamente tutto su di lui, tutta la biografia, e Cris ascoltava disinteressata, anche perché non c’erano altre persone interessanti con cui parlare.
Cristina non poteva credere che una ragazza orgogliosa come Maddalena permettesse a uno stupido ragazzo di calpestare il suo orgoglio e la sua dignità. Ma perché non la smetteva di stargli appresso? Lui le aveva fatto chiaramente capire che non si metterà mai con lei, e Maddalena si stava rendendo ridicola. Lui, poi, era un figlio di puttana!
Cris davvero non la capiva, ma in fondo erano problemi che non la riguardavano, per fortuna.
Cris se ne andò dalla festa alle undici e mezza, e si mise subito a dormire perché il giorno dopo sarebbe dovuta andare a scuola.Prologo
Cristina guardò per tre volte nel suo armadio e nei cassetti del mobile. Niente, non c’era niente che le piaceva da poter mettere a quella stupida festa. Era sempre così, non sapeva mai cosa mettersi. L’eterno dilemma di ogni adolescente. Ci pensò tanto tempo, provò vari abbinamenti, e alla fine si accontentò di una maglia bianca con una scritta blu a maniche lunghe – perché, anche se l’estate non era ancora finita, faceva abbastanza freddo – e dei pantaloni blu, con le converse blu.
Si passò la piastra, perché i suoi capelli, ancora una volta, non sapevano se essere lisci o mossi, non avevano un senso, e c’era qualche ciocca con le punte alzate, come ogni volta che si faceva lo shampoo. Questo, pensò Cristina, è un altro degli enormi problemi delle adolescenti, povere ragazze che non sanno cosa fare con abiti e capelli. Ma adesso, dopo essersi vestita, passata la piastra, e anche truccata, c’era il problema della borsa. Eh, già, non bisogna dimenticare gli accessori. Decise di mettersi una borsa bianca, anche se non le piaceva, perché blu non ce l’aveva.
Ma perché ho accettato di andare a questa stupida festa?Pensò Cristina, o Cris, come la chiamavano gli amici. Non aveva per niente voglia di andarci, il brutto tempo che c’era in quei giorni non la rendeva affatto meno pigra, e Filomena, la festeggiata, l’aveva invitata solo due giorni prima, quindi non aveva avuto molto tempo per comprarle un regalo più bello. Bè, non glielo avrebbe comprato comunque un regalo più bello, perché Cris e Filo non si vedevano da un po’ di tempo.
Chissà come ha fatto a ricordarsi di me.Pensò Cris. Non erano così tanto amiche, e, come già detto, non si vedevano da tempo. E poi, Cris non voleva fare tardi, perché il giorno dopo, il 13 settembre, sarebbe stato il primo giorno del secondo anno di liceo. Inoltre, sapeva che alla festa non ci sarebbe stata nemmeno una persona che potesse considerare sua amica. Con qualcuno degli invitati che le aveva elencato Filomena ci aveva un po’ di confidenza, ma niente di più. Non che Cris avesse confidenza con molte persone. Era una ragazza un po’ introversa, che a prima impressione non stava mai particolarmente simpatica a nessuno, perché ci metteva un po’ prima di aprirsi e di prendere confidenza con qualcuno, ma, una volta che succedeva, mostrava un carattere allegro, solare e frizzante che a prima vista non sembrava avere. Per lei, riguardo agli amici, valeva il detto: meglio pochi ma buoni.
Dopo aver finito di prepararsi si fece accompagnare dalla madre a casa di Filomena.
- Ciao, Cris! – disse Filo, molto contenta, fin troppo, secondo Cristina. Ma forse lo era solo perché era il suo compleanno, e il giorno del proprio compleanno sono tutti più contenti e simpatici.
- Auguri, Filo! – disse Cris fingendo un sorriso a trentadue denti.
Le diede il regalo, e Filomena la ringraziò abbracciandola, anche se in realtà il braccialetto che le aveva regalato non sembrava averla colpita più di tanto.
Cris si mise a parlare un po’ con qualcuno, controvoglia, poi si fiondò sul cibo, non essendoci altro da fare.
Purtroppo per lei, però, mentre Cris stava mangiando una patatina che quasi le andò di traverso, sentì alle sue spalle una vocina stridula e molto alta.
- Criiiiiiiiis!!
Dopo aver evitato di strozzarsi con quella patatina si girò verso di lei.
- Maddalena! Ciao! – disse Cris cercando di sembrare più contenta possibile.
Maddalena la abbracciò. Lei era un’altra che non vedeva da mesi, per fortuna di Cris.
- Come stai? Tutto bene?
- Si, tutto bene! E tu?
- Bene! Allora, cosa hai fatto questa estate?
Cris le raccontò quello che aveva fatto, e anche Maddalena fece lo stesso.
Parlarono per un po’ di tempo, e Cris, suo malgrado, dovette ammettere che non era tanto antipatica come se la ricordava. Forse perché, visto che non si vedevano da ben cinque mesi, la soglia di tolleranza nei suoi confronti si era allargata. Succede sempre così, perché, come dire… non era passato abbastanza tempo da poter cominciare ad odiarla di nuovo.
Intanto c’era Giovanna, una ragazza con cui Cris aveva parlato si e no due volte, con la macchina fotografica in mano, che faceva fotografie a tutti.
- Ehi, Giovanna! – le urlò Maddy, come si faceva chiamare lei, mettendo un braccio intorno al collo di Cris - Fai una foto a me e alla mia amica!
Amica? Ma se siamo amiche solo quando fa comodo a lei!pensò Cristina.
Giovanna si avvicinò, e scattò la foto, poi se ne andò.
- C’è qualche ragazzo che ti piace? – le chiese poi Maddalena.
- No, nessuno.
- Nessuno? Davvero?
- Nessuno. – ripeté Cris.
Era vero. L’ultimo aveva smesso di piacerle un mesetto fa, e adesso lo aveva già dimenticato. Non che Cris fosse una che pensa solo ai ragazzi e morirebbe per uno di loro, no, non è il tipo. Maddalena, invece…
- E a te, Maddy? Chi ti piace? – le chiese Cris.
- A me piace… però non dire niente, eh?… mi piace Fabio.
- Fabio? Ancora? – disse sorpresa Cris.
- Ecco, lo sapevo che avresti detto così! Si, mi piace ancora lui!
- Ma tu sei scema!
Da che ricordava, anche cinque mesi fa, quando hanno smesso di vedersi, a Maddalena piaceva ancora Fabio.
- Quanto tempo è che ti piace? – le chiese Cris.
- Un anno. – rispose a testa bassa Maddalena.
- Un anno? E ancora non te lo togli dalla testa?
- Non ci riesco! Sono innamorata!
Innamorata? No, tu sei pazza!pensò Cris.
Esattamente un anno fa, Cris e Maddalena stavano camminando in via Cauli, la via che viene appena prima di quella dove abita Cris, via Fiorenzini. Proprio in quella via Cauli, si raduna ogni giorno un gruppo di una quindicina di ragazzi tra i quattordici e i diciotto anni, che si siedono sempre su un muretto a metà della strada, che ormai tutti considerano come proprietà di quei ragazzi. Infatti non ci si siede nessuno, se non loro.
Su quel muretto, questi ragazzi si incontrano soprattutto di sera, ma qualche volta anche di mattina e di pomeriggio, e si mettono a parlare, a fare gli scemi, a ridere, a fumare, a bere, e anche a sniffarsi. Tutti quei ragazzi si drogano, almeno una volta a settimana, e Cris, abitando lì vicino, era passata tante volte davanti a quel muretto e li aveva visti sniffarsi. Loro, anche se si accorgevano che qualcuno li stava guardando, non se ne fregavano e continuavano a fare quello che stavano facendo. Quindi tutti gli abitanti nei dintorni sapevano cosa facevano, e i loro genitori o erano degli irresponsabili a permettere che i figli si drogassero, o tenevano i prosciutti sugli occhi.
Ecco, questo Fabio era uno di quei ragazzi. Aveva diciassette anni, e abitava proprio in via Cauli. Cris non ci aveva mai parlato, ma lei e Fabio si conoscevano di nome.
Quel giorno che Maddalena e Cris stavano camminando in via Cauli, c’era Fabio, seduto sul suo motorino, stranamente da solo, che fumava una sigaretta con quell’aria da fighetto menefreghista che avevano anche i suoi amici. Ovviamente, a una ragazza stupida e superficiale come Maddalena, Fabio non poteva non mandarla fuori di testa.
- Ma chi è quel frescone? – chiese a Cris.
- Uno di quei drogati che stanno sempre qui. Non l’avevi mai visto?
- No, non l’avevo mai visto! È strano, passo molte volte di qui. – disse Maddalena.
Cris alzò gli occhi al cielo, nel vedere l’espressione e gli occhi a cuoricino di Maddalena. Non era mai riuscita a sopportare questa sua superficialità, eppure la conosceva da tre anni, si sarebbe dovuta abituare.
- Quant’è fresco! – disse Maddalena, ma lo disse a voce troppo alta, forse lo fece anche apposta, che Fabio si girò e le guardò. Vedendo l’espressione di Maddalena, capì che era stata lei a fare quel commento su di lui.
Sempre con la sua aria da fighetto con la sigaretta in bocca, si alzò, e, da latin lover qual era, si avvicinò a Maddalena. Le parlò un po’, senza nemmeno far caso a Cris.
Dopo cinque minuti le chiese il numero, e Maddalena fu ben felice di darglielo.
Nei giorni seguenti la chiamò un paio di volte. Maddalena esplodeva di gioia quando lo sentiva, e non si preoccupava di nasconderlo a Fabio, che invece la prendeva solo in giro. Un paio di volte, infatti, facendole credere di essere interessato a lei, le diede appuntamento in piazza, per uscire insieme di sera, e Maddalena ovviamente ci andò. Quello che non ci andò fu lui, Fabio, che le diede buca, e non si preoccupò nemmeno di giustificarsi. Essendosi scocciato del giochetto, Fabio non la chiamò più, non la calcolò più, non la salutò nemmeno. Maddalena, invece, continuava a chiamarlo a tutte le ore, anche se lui non rispondeva mai, nemmeno a uno stupido sms. Le era dispiaciuto per il palo che aveva preso, ma continuava a volerlo e a sbavargli dietro come un cane quando vede un quintale di bistecche. Così, mentre lui se la spassava con tante ragazze diverse, lei lo chiamava e poi, vedendo di non essere calcolata, si metteva a piangere, poi si calmava e lo chiamava di nuovo. Insomma, per Maddalena era diventata un’ossessione, perché, da bambina viziata e capricciosa che era, non si arrendeva, ormai aveva deciso che doveva ottenere ciò che voleva. Quel ragazzo, che era stato uno stronzo, era praticamente diventato una vittima di stalking, e si stava seriamente scocciando di avere sempre quella pazza esaurita tra i piedi, che lo chiamava sempre, nonostante le avesse spiegato un centinaio di volte di non essere affatto interessato a lei, ma non sapeva più cosa fare, e quindi andava così, ormai da un anno.
Tornando al discorso tra Maddalena e Cris:
- Maddy, ti prego, non dirmi che continui a chiamarlo ogni giorno! – le disse Cris, già sapendo, purtroppo, la risposta.
- Ehm… ultimamente lo sto chiamando meno spesso… - disse Maddy.
- Cioè? Quante volte al giorno?
- U… una.
- Voglio la verità, Maddy.
- Va bene, va bene, lo chiamo sette, o otto volte al giorno, ok? – disse arrabbiata.
- Cosa? E quante volte lo chiamavi prima?
- All’inizio che mi è piaciuto… anche venti volte al giorno…
- E lui rispondeva?
- A volte. Poi ho cominciato a diminuire pian piano che passavano i mesi, e adesso sono arrivata a sette, otto… dieci…
- Dieci? Ma tu sei matta! Perché lo chiami ancora se lui non ti risponde?
- Ma io non ce la faccio a stare senza di lui! Almeno gli ricordo che esisto!
- Oh, guarda, secondo me se ne ricorda benissimo! – disse Cris.
- Lo so che a lui non piaccio e mi ha preso solo in giro, ma che ci posso fare se lo amo?
- Lo ami? Maddalena, forse non ti sei resa conto che lui è un drogato, è uno stronzo, un figlio di puttana, che pensa solo a sé stesso, che prende per il culo tutte le ragazze, e combina solo guai!
Cris odiava i tipi come lui, cosa che risultava evidente dalle parolacce che aveva usato tutte in una volta.
Maddalena, infastidita da quello che aveva detto Cris, fece una smorfia con la bocca e smise di parlare, per poi riprendere dopo cinque minuti, a parlare ancora di Fabio.
Maddalena le raccontò praticamente tutto su di lui, tutta la biografia, e Cris ascoltava disinteressata, anche perché non c’erano altre persone interessanti con cui parlare.
Cristina non poteva credere che una ragazza orgogliosa come Maddalena permettesse a uno stupido ragazzo di calpestare il suo orgoglio e la sua dignità. Ma perché non la smetteva di stargli appresso? Lui le aveva fatto chiaramente capire che non si metterà mai con lei, e Maddalena si stava rendendo ridicola. Lui, poi, era un figlio di puttana!
Cris davvero non la capiva, ma in fondo erano problemi che non la riguardavano, per fortuna.
Cris se ne andò dalla festa alle undici e mezza, e si mise subito a dormire perché il giorno dopo sarebbe dovuta andare a scuola.
  
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