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Autore: Exentia_dream    12/11/2010    2 recensioni
Certi amori non finiscono... fanno dei giri immensi e poi ritornano.
Ed è proprio quello che succede in questa one-shot: rincontrarsi dopo tanti anni... L'amore ci sarà ancora?
E' possibile che la lontananza, il profumo di altre persone, UNA promessa non siano riusciti a cancellarlo?
Lo scoprirete leggendo questo sclero di qualche mese fa.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vincent.

 

 

But sometimes I hear my voice, and it's been here,

silent all these years.

Tori Amos

Ci pensi mai a noi? Io sì... e mi chiedo: se solo ti avessi rivisto, se solo ti avessi risentito... sarebbe cambiato qualcosa? Chissà...
Quanti addii, Vincent. Quanti ritorni.
Con te è sempre stato così: nessun sì, nessun no. Solo forse.
Troppe promesse, troppe illusioni. Bellissime illusioni...
Te le ricordi, Vincent? Io sì.
Se avessi detto per una volta la verità, se una sola volta fossi stato sincero dall'inizio e non solo alla fine...
Avevi paura, Vincent: paura di lasciare la vita che eri costretto a vivere per quella che davvero desideravi. Con me.
Ma è stato stupendo, lo sai?
Quanti silenzi ci sono stati tra noi?... ma non era necessario parlare: c'erano gli occhi, c'erano i baci e le mani.
Da quanto tempo non sento la tua voce? Tanto... troppo!
Ma la ricordo bene...
E' la mia che forse neanche riconosco: non è più allegra, non è più trillante. Non è come quando c'eri tu.
Ed ogni volta che ascolto la mia "nuova" voce, credo di essere stata per troppo tempo in silenzio... per troppo tempo senza parlare con te.
Te lo ricordi quando cantavi per me?
Quando suonavi per me...? Io sì, Vincent.
Il pianoforte è ancora lì. E' sempre lucido, sempre accordato, ma i tasti nessuno li ha più toccati. Nessuno, a parte me...
Quei tasti erano il posto delle tue dita: il loro letto, il loro Paradiso.

"Suona con me." mi dicevi sempre.
Quella tastiera è sempre stata una platea e ogni tasto spettatore... del nostro amore, della nostra felicità. Di quel segreto nella notte del nostro addio, di quella promessa silenziosa fatta dai nostri cuori.

"Per Sempre."
Oh Vincent, quante volte ho provato a suonare per ricordarti...
Quanto mi sei mancato in questi anni: la tua allegria, la tua spontaneità, il tuo continuo farmi sentire importante.

"Ti amo."
Me lo dicevi spesso. Sempre: la mattina, il pomeriggio, la sera. Dopo aver fatto l'amore, dopo aver pranzato insieme...
E ora dov'è tutto quell'amore?
Dov'è quel per sempre?
Nei nostri cuori, sepolto sotto le macerie delle bugie che abbiamo detto in questi anni. Io a lui, tu a lei...
Nascosto dalle maschere felici che indossiamo sempre.
Ma io non sono felice, Vincent. Sono anni che il mio sorriso non esiste, che non sento il suono della mia risata.
Tu lo sei? No. Lo vedo dai tuoi occhi... Hanno ancora il colore di ciò che sentivo essere amore...
Se potessi, Vincent, adesso ti abbraccerei. Ti stringerei forte. Ma non posso.

"Un giorno ci rincontreremo." dicesti, prima del nostro addio. Prima che tutto finisse o almeno iniziasse a fingere di farlo. 
Non è mai finita, Vincent.
E così, dopo tanto tempo, ci rincontriamo per caso. Ci scontriamo nei grandi magazzini, come i protagonisti di quei film che tu tanto odiavi e che io tanto amavo.
Ci guardiamo.
Un colpo di fulmine? Sì. Di vent'anni fa, Vincent.
Di vent'anni fa.
Ora hai i capelli brizzolati, la barba corta... non sei invecchiato: sei sempre bellissimo.
Ma i tuoi occhi non brillano più. Non hanno più quella luce che illuminava il mondo quando eri con me.
O, forse, sono i miei occhi coperti da un velo di lacrime che non vedono la luce dei tuoi.
Sei fermo di fronte a me, mi sorridi.
Non farlo, Vincent: ho fatto pazzie per quel sorriso. Non è più mio... non regalarmene un altro. Non farmi impazzire ancora.
Ti chini ad alzare i libri che mi sono caduti, più per la sorpresa e la gioia che per lo scontro. Apri leggermente ul libro a caso. Vedo i muscoli  del tuo braccio muoversi.
Rimani per un po' così, senza un motivo.
Quando ti rialzi, riesco a scorgere nel nocciola dei tuoi occhi un bagliore di quella luce che credevo avessi perso.
Sei felice, Vincent?
Io sì, adesso sì...

"Prego signora. Mi perdoni." mi dici, porgendomi il libro.
No, non la ricordavo la tua voce: i miei ricordi non le hanno mai fatto giustizia. La tua voce è ancora più dolce del ricordo che avevo impresso nella mia mente, come il MI e il LA di un pianoforte.
Mi tieni per un pò la mano. Sorridi ancora.
Sei un bastardo, Vincent.
Lo sai che potrei morire, adesso? Lo sai che per me sfiorarti equivale al Paradiso? E vedere che ti allontani equivale a scivolare ed abbandonarmi negli inferi? No, forse non lo sai...
Oh Vincent... li hai visti i miei capelli? Li ho tinti: rossi, come il tramonto. Come piacevano a te.
La vita è trascorsa e tu non sei stato al mio fianco: scelta di entrambi, è vero. Sono dimagrita... sono invecchiata, eh? O mi vedi ancora come quella ragazza che ti correva incontro e sorrideva felice?
Dov'è finito quell'amore, Vincent? Quello che giuravamo sarebbe stato eterno?
Sì, eravamo giovani, eravamo fragili... eravamo anche sinceri.

"Si figuri. Grazie." dico infine.
Vai via che ancora sorridi.
E' un altro addio, vero?
Mi ricordo di noi tutte le sere: siamo stati bravi, sai? Abbiamo resistito alla voglia di telefonarci, di vederci... ma il destino ci voleva insieme.
E al destino non si sfugge.
Torno a casa. Il viso rigato dalle lacrime.
Mio marito non c'è. Mi marito non c'è mai, né fisicamente, né nei miei pensieri.
Lì e nel mio cuore ci sei solo tu.
Quante carezze ho negato a colui a cui ho giurato amore eterno. Ma io non lo amo, Vincent...
Sfioro delicata il bianco e nero del tuo pianoforte... l'unico oggetto che non mi ha fatto affondare nella disperazione che, in tutti questi anni, tu fossi stato un  sogno.
No, non sei stato un sogno. Me ne rendo conto ogni volta che guardo quel pianoforte.
Apro distrattamente la borsa, voglio fumare. Ho ricominciato, sai?
E ricordi quando fumavi tu?
Io sì.
E adoravo il modo in cui curvavi le labbra per far uscire il fumo. Eri un ragazzo, Vincent.
Ora sei un uomo. Ed io una donna. Non siamo più quei ragazzini che si amavano sul quella panchina.
Poggio il libro sullo sgabello, ma cade. Il colpo sordo del cuoio sul pavimento mi ridesta dai miei pensieri.
Un biglietto che non avevo notato al negozio ora è ai miei piedi.
Un numero. Un nome. Il tuo.
Giro il biglietto.

"Ti amo ancora e, se vuoi, ora sono pronto. Vincent."
Oh Vincent, ti amo anche io.
E' come se la tua musica avesse ricominciato ad echeggiare in questa casa, insieme alla tua voce, insieme alla mia voce.
Come se la felicità mi avesse di nuovo travolta.
Avevi ragione, Vincent: ci saremo rincontrati.
Sto ridendo, amore mio. Ci credi?

   
 
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