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Autore: scarlett666    13/11/2010    1 recensioni
La provocazione di una scelta estrema: riflessione gotica su quanto possa essere soggettiva la visione della vita...e della morte.
Avvertimento: l'autrice ha una senso dell'umorismo un pò macabro e perverso...
Genere: Dark, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Sancta Sanctorum?'
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Danza macabra

-----------Danza macabra-----------

 

 

Godi meschino

vedendomi, fragile

spaccarmi le ossa

e le labbra violente.

 

Sprecare la vita

mortale peccato

per te che da sempre

hai il cammino designato.

 

Una scelta scellerata

lucida follia

non mi aspetto tu comprenda

come precorro barcollante la mia via.

 

La pelle lacera

trascina speranze

che inutili languono

in lugubri danze.

 

Le orbite vuote

un tempo piangenti

ormai non son altro

che cibo per corvi.

 

La pace dei sensi

ha un gusto perverso

strano godere

se il corpo è ormai riverso.

 

Scarno e putrescente

un vuoto simulacro

nulla ormai sente

nel buio del nulla più dissacro.

 

Ma a noi non è dato

capire il disegno

di colui che ci ha creati

dal fango e dal sangue.

 

La terra è riarsa

il sangue ormai secco

dov’è il tuo dio immenso

nel momento da lui predetto?

 

Le lunghe preghiere

rosari a capo chino

ed io dedita al peccato

brindo al tuo sacrificio…

…ed al tuo credo divino.

 

La vita è passata

timorosa l’hai vissuta

e la tua tanto anelata ricompensa

sono vermi e terra muta.

 

 

Ammetto che mi piace, è perversa quanto basta. Non so come ma è praticamente scivolata dalla punta delle mie dita così, di getto in non più di una decina di minuti. E dire che mi sento pure di buon umore…mah, l’insonnia fa brutti scherzi!

Dunque…qualche aiuto per l’interpretazione. 

Le labbra violente, rappresentano la blasfemia del linguaggio del miscredente, che qui vedo di una fragilità concreta perché impossibilitato ad affrontare la vita. Quando la sofferenza supera la voglia di vivere e non si scorgono all’orizzonte vie d’uscita, l’ateo contempla la fuga estrema, la scelta proibita, il peccato mortale: il suicidio. Atto che conduce finalmente alla tanto agognata pace dei sensi, il nulla; gli occhi non piangono ed egli può finalmente godere, libero dalle sofferenze del mondo mortale. Solo il corpo rimane sulla terra, preda della corruzione del tempo. L’ateo dunque non teme la morte, ma volutamente la sceglie come annullamento, come degna conclusione di una vita traballante e votata all’incertezza.

Il credente al contrario sa, possiede le certezze, conosce la sua strada e ciò che lo aspetterà al concludersi di un’esistenza condotta rettamente, dedicata al suo dio. Peccato che, in fondo alla salita, dopo una vita di sacrifici nella speranza di raggiungere la luce, ad attendere ognuno di noi, ci siano soltanto i vermi.

Ci tengo a precisare che questa non è la mia visione generale delle cose; si, io non sono credente, tuttavia non è mia intenzione offendere nessuno ed io per prima nutro profonda stima in molte persone di fede. La mia voleva essere solamente una riflessione amara ed un po’ pungente su ciò che potrebbe attenderci dopo la morte.

* Danza macabra : tema iconografico tardo-medievale nel quale è rappresentata una danza fra uomini e scheletri.

   
 
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