-----------Danza
macabra-----------
Godi
meschino
vedendomi,
fragile
spaccarmi
le ossa
e le
labbra violente.
Sprecare
la vita
mortale
peccato
per
te che da sempre
hai
il cammino designato.
Una
scelta scellerata
lucida
follia
non
mi aspetto tu comprenda
come
precorro barcollante la mia via.
La
pelle lacera
trascina
speranze
che
inutili languono
in
lugubri danze.
Le
orbite vuote
un
tempo piangenti
ormai
non son altro
che
cibo per corvi.
La
pace dei sensi
ha
un gusto perverso
strano
godere
se
il corpo è ormai riverso.
Scarno
e putrescente
un
vuoto simulacro
nulla
ormai sente
nel buio
del nulla più dissacro.
Ma a
noi non è dato
capire
il disegno
di
colui che ci ha creati
dal
fango e dal sangue.
La
terra è riarsa
il
sangue ormai secco
dov’è
il tuo dio immenso
nel
momento da lui predetto?
Le
lunghe preghiere
rosari
a capo chino
ed
io dedita al peccato
brindo
al tuo sacrificio…
…ed
al tuo credo divino.
La
vita è passata
timorosa
l’hai vissuta
e la
tua tanto anelata ricompensa
sono
vermi e terra muta.
Ammetto
che mi piace, è perversa quanto basta. Non so come ma è praticamente scivolata
dalla punta delle mie dita così, di getto in non più di una decina di minuti. E
dire che mi sento pure di buon umore…mah, l’insonnia fa brutti scherzi!
Dunque…qualche aiuto per l’interpretazione.
Le labbra violente, rappresentano la blasfemia del
linguaggio del miscredente, che qui vedo di una fragilità concreta perché
impossibilitato ad affrontare la vita. Quando la sofferenza supera la voglia di
vivere e non si scorgono all’orizzonte vie d’uscita, l’ateo contempla la fuga
estrema, la scelta proibita, il peccato mortale: il suicidio. Atto che conduce
finalmente alla tanto agognata pace dei sensi, il nulla; gli occhi non piangono
ed egli può finalmente godere, libero dalle sofferenze del mondo mortale. Solo
il corpo rimane sulla terra, preda della corruzione del tempo. L’ateo dunque
non teme la morte, ma volutamente la sceglie come annullamento, come degna
conclusione di una vita traballante e votata all’incertezza.
Il credente al contrario sa, possiede le certezze, conosce la sua strada e ciò che lo aspetterà al concludersi di un’esistenza condotta rettamente, dedicata al suo dio. Peccato che, in fondo alla salita, dopo una vita di sacrifici nella speranza di raggiungere la luce, ad attendere ognuno di noi, ci siano soltanto i vermi.
Ci
tengo a precisare che questa non è la mia visione generale delle cose; si, io
non sono credente, tuttavia non è mia intenzione offendere nessuno ed io per
prima nutro profonda stima in molte persone di fede. La mia voleva essere
solamente una riflessione amara ed un po’ pungente su ciò che potrebbe
attenderci dopo la morte.
* Danza
macabra : tema iconografico tardo-medievale nel quale è rappresentata una danza
fra uomini e scheletri.