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Autore: DreamNaomi    13/11/2010    0 recensioni
Un giorno su questo sito mi sono imbattuta nella storia di un assassino che si innamora, l'idea di base è la stessa anche se la storia e sviluppata in maniera diversa, questo assassino sprezzante della vita con un cuore di ghiaccio conoscerà l'amore per la prima volta sarà molto strano, divertente ma anche romantico, è solo un'idea quindi fatemi sapere che ne pensate..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Phil quel giorno si era svegliato con uno strano presentimento, era una bella giornata ma c’era qualcosa che non andava aveva chiamato il lavoro per spacciarsi malato forse riposando gli sarebbe passato quello strano intontimento, ma il suo capo lo aveva minacciato di licenziamento visto che quel giorno mancava già metà del personale, e quel giorno dovevano incontrare i giapponesi, così Phil uscì come ogni mattina e prese il suo caffè mattutino, Sandra era già pronta e scoccato il minuto Phil entrò sembrava un po’ turbato, Phil andrò dritto da Sandra “ Solito caffè macchiato con molta panna”
“ Grazie mille Sandra”
“ Phil ti vedo un po’ turbato stamattina, sei sicuro che vada tutto bene?”
“ Mi sento un po’ annuvolato , diciamo che oggi è la mia giornata no”
“ Tranquillo Phil sei solo agitato per i giapponesi, vedrai che quando avrai finito e l’affare si sarà concluso bene ti sentirai meglio e poi forse mi potresti invitare ad uscire” Phil le sorrise e senza aggiungere altro pagò il suo solito caffè e andò a lavoro.

Phil ora si trovava nel suo grande ufficio con bella vista, da pochi mesi gli era arrivata la promozione, aveva passato tutta la sua vita per arrivare a quel momento e ora che ci era finalmente arrivato si era reso conto che al posto di godersi finalmente la vita, di non andare più tutti i giorni a lavoro e lavorare da casa invece si era ritrovato con più responsabilità, ed era molto stanco, molte volte in quei mesi aveva pensato di dimettersi ma poi pensandoci più a fondo che cosa avrebbe fatto? Così aveva continuato il suo lavoro, gli sarebbe piaciuto uscire con Sandra era una così una bella ragazza e anche lei sembrava interessata a lui ma non aveva mai tempo così ci aveva già rinunciato, come aveva anche rinunciato alla sua famiglia, e pensando a questo il suo sguardo si posò sulla foto che aveva sulla scrivania dove c’erano lui, sua moglie e suo figlio, anzi la sua ex moglie, quella foto era stata scattata quando Phil era all’inizio della sua carriera e sperava di riuscire ad avere una vita felice, voleva  vedere crescere suo figlio, voleva ogni mattina baciare sua moglie e sentirsi augurare una buona giornata e nello stesso momento voleva  sfondare nella carriera, essere riconosciuto per  i suoi sforzi. Ma come tutti alla fine sanno le cose non vanno mai come si vuole, infatti quando Kevin aveva sette anni gli era stata diagnosticata una leucemia all’ultimo stadio tutti i suoi sogni gli erano scivolati via, così Phil si era buttato a capofitto sul lavoro sperando che almeno lì i suoi sogni si sarebbero potuti realizzare, mentre suo figlio combatteva contro una malattia che non  poteva sconfiggere, dopo tre mesi Phil si era ritrovato con suo figlio che aveva un disperato bisogno di lui ma Kevin era morto con a fianco la madre mentre il padre era ad una riunione. E solo ora Phil rimpiangeva di non essergli stato accanto, quante cose gli avrebbe voluto dire il tempo forse c’era ma lui no. Sua moglie delusa dal suo comportamento, come biasimarla, prese le ceneri del figlio e si mise in viaggio per spargerle in tutto il mondo. Kevin però aveva lasciato una lettera al padre, come aveva lasciato una lettera ha tutte le persone che amava ma Phil non aveva ancora trovato il coraggio di aprirla e quella lettera era chiusa in un cassetto che non veniva mai aperto,anche perché il dolore era ancora troppo insopportabile.

Quella sera Phil rimase in ufficio fino a tardi l’accordo con i Giapponesi era andato a buon fine e il suo capo gli aveva annunciato un imminente nuova promozione, e come aveva detto Sandra la giornata era andata migliorando considerevolmente e neanche si ricordava perché quella mattina non voleva andare a lavoro, la vita non gli poteva offrire un momento migliore. All’uscita dall’ufficio mentre Phil si incamminava verso casa sorridendo decise che era giunto il momento di inviare Sandra ad uscire, lei portava serenità e lui ne aveva bisogno, si sarebbe anche preso un paio di weekend liberi per vedere posti vicino alla sua città che non aveva mai visto, forse anche con Sandra.
Poi tutto introno divenne nero e rosso, il petto andava in fiamme e Phil toccandoselo vide una grossa macchia di rosso sulla sua mano, si rese conto di cosa stava succedendo e mentre si accasciava sulla strada deserta guardava il suo aguzzino e riusciva a pensare che alla fine non aveva fatto niente di quello che voleva nella vita con Sandra non ci era ancora uscito, poi gli passò in mente l’immagine di sua moglie, a lei voleva chiedere perdono in ginocchio se c’è ne era bisogno, solo ora si rendeva conto di essersi comportato da idiota e che se avesse avuto il potere sarebbe ritornato indietro per cambiare ogni singolo momento, poi gli arrivò l’immagine di suo figlio, a Kevin ne doveva fin troppe di scuse, non lo aveva mai amato come meritava, non aveva mai fatto il padre e quando c’era bisogno di lui, non c’era, non aveva ancora letto la lettere nel cassetto chissà cosa diceva, non lo avrebbe mai scoperto, ma più di tutti doveva della scuse a se stesso, non si era mai trattato come doveva, tutta la sua vita era stata una menzogna, fin dalla superiore aveva vissuto la vita di qualcun altro non la sua, aveva vissuto la vita che i suoi genitori volevano per lui, ma alla fine lui non aveva vissuto la vera vita che voleva, e per questo lui con più di chiunque altro si doveva scusare soprattutto per se stesso.
Poi tutto attorno a lui si fece ombra.

Dario si guardò intorno per vedere se stesse passando qualcuno poi prese il corpo e lo trascinò dietro ad un cassonetto dove lo riempì di benzina e gli diede fuoco, nessuno si sarebbe mai accorto che insieme al cassonetto era bruciato anche un corpo, avrebbero di sicuro dato la colpa a qualche banda, e nessuno avrebbe investigato. Come nessuno si sarebbe accorto che quel uomo era morto, Dario lo aveva osservato e seguito per un mese, non viveva con nessuno e le uniche persone che vedeva sempre era la ragazza da cui prendeva il caffè e la sua segretaria,ma nessuna delle due era un problema, avrebbe scritto una bella lettera dicendo che non c’è la faceva più a vivere in quel modo e si licenziava e decideva di fare un lungo viaggio, senza ritorno, pensò Dario e nel buio del vicolo sorrise fra se. Lui era il migliore nel suo campo, per questo tutti  lo chiamavano, faceva in modo che non rimanesse niente dei corpi, solo cenere e per questo veniva pagato anche profumatamente. Mentre aspettava che il fuco si spegnesse, si accese una sigaretta e si ritrovò a pensare alla sua vittima, quel Phil era proprio uno sfigato, senza moglie e con un figlio morto, doveva aver fatto proprio un casino perché qualcuno  lo volesse vedere morto, non aveva nessuno che potesse denunciare la sua morte, meglio così gli aveva reso il lavoro più facile. In lontananza sentì il rumore di una sirena, buttò il mozzicone di sigaretta nel fuoco che si andava pian piano a spegnersi e si allontanò tranquillo, non si preoccupò della grossa pozza di sangue che era rimasta sull’asfalto, tanto tra poco avrebbe piovuto.

Dario entrò nella sua stanza dell’hotel tutto bagnato, l’acquazzone lo aveva preso all’improvviso e mentre tutta la gente correva per non bagnarsi Dario camminava tranquillo ridendo. Aveva fatto un buon lavoro. La sua stanza era anonima solo la sua valigia occupava una sedia in fondo alla stanza. Andò in bagno e aprì l’acqua della doccia e tornò in camera e posò sull’letto la sua pistola, mise tutti i suoi vestiti bagnati nell’lavandino ed entrò nella doccia. Dopo lavò i suoi vestiti anche se neanche una macchia di sangue si era depositata su di essi, lo specchio gli mostrava un ragazzo con la barba che stava incominciando a crescere, i suoi capelli neri tutti bagnati e scompigliati, i suoi occhi neri si posarono sulla ferita che aveva sul collo e istintivamente la toccò ma evitò di pensare a come se l’era procurata. Poi si sedette sul letto e incominciò a pulire la sua pistola, era tardi quando si addormentò ovviamente  con il coltello sotto al cuscino.

  
 

  
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