Serie TV > Lie to Me
Ricorda la storia  |      
Autore: luxuryloser    14/11/2010    7 recensioni
SPOILER della terza stagione, più precisamente della 3x05.
-Cos’è successo ieri sera?
-Mi hai ringraziata.
Merda. Proprio quello doveva ricordarsi? Lui non diceva “grazie”, mai. Non voleva certo rovinarsi la reputazione!

Dedicata a vAle, a cui è piaciuta in anteprima, e a tutti quelli a cui piacerà successivamente :)
Aspettando la 3x06, magari vi verrà voglia di dare un'occhiata a questa storia. Io lo spero tanto.
xoxo, Kia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Last night.

Tac, tac, tac. Stava arrivando, solo lei faceva quell’insopportabile rumore camminando sul pavimento di marmo con le sue scarpe dal tacco esageratamente alto. Aveva una strana espressione: come se fosse ancora sotto l’effetto dello Scotch della sera prima, tra l’altro suo e costosissimo.
-Buongiorno, Lightman.
-Gillian.
Erano entrambi in imbarazzo, e non sapevano perché. Forse lui aveva rimosso, e lei era troppo brilla per ricordare.
-Cos’è successo ieri sera?
-Mi hai ringraziata.
Merda. Proprio quello doveva ricordarsi? Lui non diceva “grazie”, mai. Non voleva certo rovinarsi la reputazione!
-Non è vero.
-Sì invece. E poi…
-Poi cosa?
Magari lei ricordava. Avrebbe potuto chiarire tutto, perchè lui non aveva idea di cosa fosse successo: i suoi ricordi arrivavano a quando si era ritrovato a pochi centimetri dalle labbra di Gillian.

La sera precedente lui aveva un casco da minatore in testa. Ah, sì, il caso che aveva risolto, brillantemente come al solito. Poi… cos’era successo? Ricordava solo di aver bevuto troppo, con la Torres, e di essere uscita sulla terrazza, poi era arrivato Cal…
-Dottor Lightman, un certo Onorevole Philips chiede di lei.
-Digli che non ci sono.
-Dottore, quest’edificio ha le pareti di vetro: l’ha vista appena è entrato.
-Arrivo subito…
Il suo tono non era affatto entusiasta, ma Gillian pensava fosse stata un’interruzione provvidenziale: preferiva fare il terzo grado che subirlo.


Si scontrarono in un corridoio pochi minuti più tardi. Lui perso nella lettura di chissà quali pratiche, lei semplicemente con la testa altrove.
-Allora?
-Solo un altro caso di infedeltà coniugale. Sto cominciando a seccarmi.
-Mai quanto me, e lo sai.
-Non puoi pensare ancora ad Alec!
-Anche tu, a volte, pensi a Zoe.
-Sì, quando mi sveglio da un incubo.
-…
-Che è successo ieri sera?
-Non ne ho idea.

Entrambi stufi di discutere, se ne andarono in direzioni opposte. Non avevano notato che qualcuno, per la precisione una ragazza dai lunghi capelli ricci, aveva sentito ogni cosa, e si chiedeva se davvero suo padre e Gillian fossero stati a letto insieme.
-Ria?
-Emily, ciao! Ch-che fai qui?
Anche lei era ancora decisamente brilla.
-Solo un giro. Volevo chiederti una cosa…
-Sì?
-Cos’è successo ieri sera tra papà e Gill?
-Non lo so, ma…
-Cosa? Dimmi!
Sarebbe stata felice se suo padre avesse finalmente scoperto di provare qualcosa per la Foster: erano anni che quei due andavano avanti a negare i loro sentimenti.
-Lei lo ha liberato dal’FBI, e lui l’ha ringraziata. Lightman! Non mi sembrava possibile, ma l’ho sentito davvero!
Rideva. Ma Emily era terribilmente seria: voleva a tutti i costi scoprire cosa fosse successo dopo e, quando si impuntava a quel modo, era la degna figlia di Cal.
-E poi?
-Non lo so, mi dispiace, tesoro…
Beh, era già qualcosa. Sentire suo padre che ringraziava qualcuno era una cosa più unica che rara, doveva avere delle conseguenze. Era sempre più convinta che quei due…

Non era la sola.

Nel suo ufficio, comodamente seduto e con i piedi appoggiati sulla scrivania, il dottor Lightman rifletteva, e stavolta il bugiardo da smascherare era lui stesso.
Non potevano essersi limitati ad un altro abbraccio, lui sentiva che qualcosa era successo. E, senza sapere nemmeno il perché, si sentiva in colpa.

Gillian, intanto, stava bevendo un bicchiere di vino bianco, il classico “bicchierino per far passare la sbornia”, sperando che le facesse tornare la memoria. Inutile dire che non ci riuscì.

Poi, non si sa bene come, a tutti e tre vennero in mente le telecamere di sorveglianza: erano in ogni stanza e in ogni corridoio dell’edificio, anche in quella terrazza. Si alzarono, contemporaneamente, e corsero verso la stanza dove venivano archiviati tutti i filmati, su un apposito computer a maxischermo.
Gill e Cal si scontrarono ancora: allora era un’abitudine!
-Che ci fai qui?
-La stessa cosa che fai tu, suppongo.
Lei era in imbarazzo, lui ostentava una sicurezza che, in quel momento, decisamente non aveva. Di nuovo, non notarono Emily, che era nascosta dietro la porta.
-Beh, accendiamo quel cazzo di computer.
-È il momento della verità, dottor Lightman…
Non gli importava più del video, scoprire cosa fosse successo la sera precedente era passato in secondo piano appena Gill gli aveva parlato con quel tono.
Non si curò minimamente di essere in un corridoio che presto sarebbe stato affollato, né che non era la cosa da fare in quel momento: appoggiò le mani sui fianchi della Foster e la spinse contro la parete di vetro, baciandola sulle labbra e, lentamente, scivolando fino a raggiungere il collo, facendole scappare un gemito.
Senza perdere quel contatto, senza smettere di baciarsi e assolutamente senza pensare a ciò che stavano facendo, si trovarono nell’ufficio di lei, sdraiati sul divano di pelle.
La maggior parte dei loro vestiti era sparsa sul pavimento, e i pochi capi che ancora indossavano non tardarono a svanire.


Emily rideva da sola, ancora dietro la porta della sala computer ma, più i minuti passavano, più voleva sapere cosa cavolo fosse successo la sera prima: in fondo, era quello che aveva spinto quei due a… A.
Acceso il computer principale, le ci volle un po’ di tempo per trovare programma e file, ma ci riuscì senza troppe difficoltà. Fece partire il video, e per qualche secondo non vide altro che i due piccioncini che parlavano. Un abbraccio, altre parole, e ancora un abbraccio. Erano a pochi centimetri di distanza, la ragazza immaginava che potessero sentirsi respirare. Ma non si avvicinarono di più, anzi: presero semplicemente a bere altro Scotch e a parlare.
Ma non importava che non fosse successo nulla: l’importante era quello che stava sicuramente succedendo in quel momento.



Scritta ieri notte, in un lampo d'ispirazione dopo la 3x05, che su Megavideo è tristemente finita quando Cal e Gill erano a un passo dal bacio D:
Beh, è venuta fuori questa fanfiction, forse troppo... boh, troppo xD.
Vi va di lasciare una recensioncina? Siete arrivati fin qui... *-*
Lots of love, Kia.
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Lie to Me / Vai alla pagina dell'autore: luxuryloser