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Autore: death_princess    14/11/2010    3 recensioni
Dopo sei ore sentì qualcuno entrare in casa, era Mika, mi guardò deluso e scosse la testa, lo guardai aprendo bocca come se stessi per dire "non cominciare anche tu", e lui mi tappò la bocca rispondendo: "non dico niente, sono scelte personali, certo...ma proprio in quel momento dovevi dirglielo? Mi hai delusa Grace, non sai in che condizioni è ora", "dovevi avvisarmi!", "e io come facevo a capirlo? Sembrava che tutto andasse così bene", "e invece no", lacrimai, e lui mi abbracciò, "hai bevuto?", "si...", "quanti bicchieri?", "ho perso il conto", risposi ridendo, e lui, quasi schifato mi guardò negli occhi, io stupidamente lo baciai, e lui accorgendosi di cosa stava facendo si distaccò subito, preoccupato mi disse "ma sei impazzita?", io piansi, lui mi consolò scusandomi per l'alchool.
Quando il giorno dopo mi svegliai, mi ritrovai abbracciata a lui sul divano, e provai a ricordare quello che era successo il giorno prima, allora volevo maledirmi, "chissà cosa pensano ora!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate per il ritardo, ma ho mille cose da fare per la scuola questi giorni, grazie a tutti quelli che recensiscono, senza di voi non avrei continuato la storia.

 

Capitolo tre: this ain’t a love song

21 luglio

Caro diario, non ti ho scritto questi giorni perché il lavoro prosegue a raffica, più avanti ti racconterò di tutto, prima però ti dico cosa è successo il giorno della partenza: mi svegliò Mika per mettere gli ultimi vestiti nella valigia, dato che il giorno prima non l'avevamo fatto.

"Svegliati dormigliona", mi disse con una tazza da caffè in mano, era in pantaloncini corti azzurro hawaiano e canottiera bianca senza maniche, capelli spettinati che emanavano un buon profumo, sembrava appena uscito da sotto la doccia.

Lo guardai con gli occhi socchiusi, ero ancora nel mio mondo, "buon giorno!", "ohh detto da lui è il migliore", pensai, "b-buon giorno" gli risposi stanca, "che ore sono?", proseguì, "le nove! A che ora parte il tuo treno?", "a mezzo giorno meno venti", a questo punto mi sedetti sul letto, lui mi dette la sua tazza, gesto da gentil uomo, bevvi un sorso, "così parti...", disse angoscioso, "sì", affermai triste, dopo appoggiai la tazza sul comodino, non avevo più voglia di bere o mangiare niente, l'idea di partire mi faceva venire la nausea.

Rimasi in silenzio a pensare per qualche secondo, guardando il vuoto, lui era seduto vicino a me, mi girai verso di lui per incrociare il suo sguardo, era così tenero, con quegli occhioni da cerbiatto; "tranquillo ci vedremo spesso", aprii bocca, "certo", sorrise triste.

Mi alzai dal letto, andai in bagno a fare la doccia, dopo mezz'oretta uscì, quasi pronta, avevo addosso jeans neri, e maglietta a mezze maniche grigia, mi diressi in camera senza vedere dove fosse lui, mi asciugai i capelli con il phon, presi un profondo respiro, guardandomi allo specchio, poi mi dissi "ce la farai Grace, sii forte!", mi misi delle scarpe da ginnastica, poi uscì dalla camera, lui era seduto sul divano, ormai pronto da qualche oretta, supponevo.

"Sei pronta?", "insomma", risposi con un mezzo sorrisetto, prendemmo la valigia e uscimmo, la stazione del treno era a mezz'ora da casa, in macchina c'era un silenzio di tomba, fastidioso.

Dopo dieci minuti circa, aprii bocca, "lo hai detto a Jon?", scosse la testa, senza guardarmi, ero quasi abituata ai suoi cambiamenti di umore; finalmente arrivammo alla stazione, scendemmo, mancavano venti minuti alla partenza del treno, andammo al binario cinque, quello verso New York: era il momento di salutarlo.

Vicino al treno, mi fermai e lo guardai con le lacrime agli occhi, "mi mancherai Grace!", mi disse, lo abbracciai, poi di nuovo lo guardai negli occhi e scoppiai in lacrime, "dai, ci rivedremo fra poco", lo abbracciai forte, "salutami Jon", "lo farò, tu stai tranquilla, e mi raccomando, prenditi cura di te stessa, New York non è come qua!", gli sorrisi, e salì sul treno, che era sul punto di partire; continuai a guardarlo dalla finestra del treno, finché la sua sagoma sparì del tutto, ed era lì che il mio cuore si sentì spezzarsi del tutto.

Lacrimai, lacrime di amarezza, avevo capito che in questi ultimi mesi non avevo fatto altro che fare scelte sbagliate, che ferire le persone più care a me, e ingannare me stessa.

Ora sto scrivendo una risposta ad una delle lettere d'amore che ha ricevuto la posta del giornale a cui lavoro; c'è questa ragazza, Jannie, che ha perso un carissimo amico, di cui era follemente innamorata, in un incidente stradale quattro anni fa, e ancora non si è ripresa dal trauma, dopo mesi e mesi sotto la cura di un analista.

Lei si rammarica per non essersi mai confessata a lui, e di non essergli stata accanto mentre moriva, che di fatto non era materialmente possibile, dato che morì sul colpo; comunque, questo racconto mi ha fatto riflettere, voglio dire a Mika la verità, prima o poi saprà tutto.

Sapete, chiunque siate voi che state leggendo il mio diario, mi mancano gli abbracci calorosi di Jon, lo so, ora mi starete dando della cretina, ma mi piaceva il fatto di essere amata e protetta da qualcuno, Jon è il tipo che ti fa stare bene con un sorriso, è sereno e fa stare bene la gente che gli sta accanto.

Vi racconto un giorno, di un lontanissimo autunno, ai tempi del liceo, circa cinque anni fa, sì, lo so, cinque anni non sono tanti, ma sono successe così tante cose nel frattempo che mi sembra secoli fa.

Ero in seconda liceo, il penultimo anno del liceo artistico di Arizona, è successo che mi presi una cotta, quella che dura un mesetto e mezzo, appunto, la cotta da liceo, per un nuovo ragazzo a scuola, era il tipico ragazzo che piaceva, biondo, occhi azzurri, fisico da urlo, era nella classe accanto alla mia, il suo armadietto era attaccato al mio, insomma, non potevo non fissarlo in continuazione, e di conseguenza non potevo non fare figuracce a gogo.

Al termine del primo giorno di scuola, pieno di figuracce, che sembrava non finire più, mi diressi come un fulmine a prendere le chiavi di casa mia ed alcuni libri dal mio armadietto, appena finita l'ultima ora, non volendo incrociare per l'ennesima volta quegli occhi azzurri.

Dopo qualche oretta, uscì di casa per buttare la pattumiera, sentì chiamarmi Mika dalla porta accanto, mi ricordo bene quel giorno, aveva i capelli più lunghi di come ce li ha ora, mi girai verso di lui, lo salutai, "ciao Grace, oggi sei libera?", "sì, perchè?", "volevo invitarti a cena che è appena arrivato Jon dal Kentucky!", "ohh, Jon, tuo fratello? Non lo vedo da quando avevamo...quattro anni! Certo vengo volentieri da voi per cena, grazie", rientrai in casa, sorrisi fra me e me, "Jon, quanto tempo!", pensai, "quasi non mi ricordo come è fatto, anzi non me lo ricordo proprio".

Verso cena andai da loro, mi aprì Mika, "ciao...Jon è in camera sua, è pronta la tavola , ci raggiunge adesso", annuii.

Mi sedetti a tavola, "è appena iniziata la scuola, CHE BELLO!, dissi a Mika, "ti sbagli, io ho finito l'anno scorso", mi rispose, "eccomi", disse Jon scendendo le scale della loro villa, aveva dei jeans blu, una maglietta senza maniche nera, capelli lunghi fino al collo, biondi e morbidi come la seta, rimasi senza parole, "oh mio Dio, Jon è...è il ragazzo di stamattina, è il figo che mi metteva in soggezione", "ehi, ciao!", mi disse lui, "c-ciao", risposi balbettando, "ci siamo visti stamattina o sbaglio?", "sì, sì...che coincidenza!", sorrisi a disaggio, "ah, è vero che siete nella stessa scuola!", sorrise Mika...Al passar degli anni quella cotta si trasformò in amicizia, ma non solo, ho sempre provato <> per Jon, che non si può di certo tradurre in amore, forse era affetto misto a tenerezza.

Sono passati tanti giorni, non ho un minuto libero per me stessa, oggi è il 6 agosto, ho invitato Jon e Mika a cena domani, non vedo l’ora che arrivino, mi mancano un sacco.  

Ieri il mio capo mi dette un malloppo di lettere indirizzate alla posta del nostro giornale, che dovevo leggere da cima a capo, e rispondere alle migliori quattro lettere.

Ci misi una vita a finire di leggere cento cinque lettere d'amore, ero sfinita, scelsi le famose quattro, tra cui una che mi colpì di più, perché non era una lettere, ma una canzone:

“Vorrei dedicare questa canzone alla persona più cara a me.

"Dovevo capirlo quando sono sfiorite le rose,

dovevo leggere la fine dell'estate nei tuoi occhi,

dovevo ascoltarti quando hai detto buona notte,

dicevi addio, è proprio strano, non impari mai a cadere,

pensi di stare in piedi a testa alta, e invece sei in ginocchio,

solo gli sciocchi credono di saperla lunga,

e io mi sono comportato da sciocco con te,

ho pianto e ho pianto, certe notti morivo per te,

ho provato a negare, che il tuo amore mi facesse impazzire.

Se l'amore che provavo per te è finito,

se i fiumi di lacrime che ho pianto per te non sono abbastanza,

allora ho sbagliato, sì, ho sbagliato,

questa non è una canzone d'amore.

Pensavo di superare la prova del tempo,

come farla franca con un delitto perfetto,

ma eravamo solo una favola nella mia testa,

penso di essere stato cieco.

Ho patito tanto perché ci tenevo tanto,

ora è così triste che non valga la pena di salvare nulla di quel che avevamo, se il mio dolore così forte è la ragione per cui ho tenuto duro,

allora ho sbagliato, sì, ho sbagliato,

questa non è una canzone d’amore.” [nota dell’autrice: la canzone in realtà è dei Bon Jovi, this ain’t a love song, ma nella storia l’ha scritta il mittente della lettera;- )]

E’ proprio bella questa canzone, sembra quasi dedicata a me e Mika, sono stanca, vado a dormire e domani ti racconterò della cena.

7 agosto

E’ la fine, proprio così, sono distrutta, sto male, non so che fare, ho appena raccolto ciò che ho seminato; oggi sarebbero venuti Jon e Mika:

Sentì qualcuno suonare il campanello, pensai subito che fossero loro due, lasciai il diario, uscì dalla mia camera, e aprì senza vedere nello spioncino…c’era solo Mika, ecco la prima delusione della serata.

“Ciao!”, lo abbracciai forte, “quanto tempo!”, lo feci entrare, mi dette un mazzo di fiori, "che carino, non dovevi", "in realtà lo ha comprato Jon..", "e lui dov'è?", chiesi triste, “lui…aveva da fare”, rispose senza incrociare i miei occhi, segno che mentiva, “me lo aspettavo”, “lo sai come è fatto Jon è ancora giù per quello che è successo tra voi”, cercò di giustificarlo, “sì, sì, lo conosco!”, risposi offesa.

Mika aveva addosso i miei jeans preferiti, quelli bianchi, una camicia a mezza maniche a quadretti verdi e azzurri, capelli pettinati, e non aveva perso il solito sorriso a trentadue denti, meraviglioso come al solito.

“Allora non mi fai vedere il resto della casa?”, sdrammatizzò la situazione, “sì, certo, tu guarda pure, mentre io preparo la tavola”.

Dopo dieci minuti lo chiamai, ma non rispose, così andai di persona a prenderlo, lo cercai prima in salotto, poi in camera mia, lo trovai in piedi vicino al letto, aveva una piccola agenda blu, sì era lui, il mio diario!

Avevo il cuore in gola per cui mi guardò, aveva una faccia che diceva “non me lo sarei mai aspettato da te”, non sapevo cosa fare, avrei voluto fermare il tempo e mettermi ad urlare, non feci nulla del genere.

“Ti…ti posso spiegare tutto”, lasciò il diario, uscì dalla camera, dicendo “non c’è niente da spiegare, addio, Grace!”.

Morì, anzi era meglio la morte, non potrò più guardare negli occhi Mika, né tanto meno Jon, ora ha saputo tutto, nel peggiore dei modi.

Sentii un vuoto dentro di me, che in realtà era presente da più di quattro mesi, un vuoto che temo non si colmerà mai, un dolore dentro di me, un “raccogli quello che hai seminato!”.

Non può andare tutto così male, in fondo non sono così una cattiva ragazza, io non avevo nessun’intenzione di ferire Jon, e di mentire a lui.

Mika doveva sapere tutto, aveva il diritto di sapere che ero innamorata di lui, ma non ora, e soprattutto non in questo modo.

 

 

[nota dell’autrice: lo so, questo capitolo fa davvero schifo, ma prometto che il prossimo sarà più bello e scriverò la parte che penso tutti voi vogliate, un bacio…:D non anticipo altro, alla prossima, e spero che non vi abbia delusi. ah, ringrazio bambigi che ha messo tra le preferite questa ff, e pennygreen che la segue e ovviamente tutte le altre: hugghina e maricuz_m :D]

 

 

 

 

   
 
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