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Autore: Beckss_    14/11/2010    5 recensioni
"Accetto, ma solo ad una condizione.".."Quale".."Che tu passerai le altre notti della nostra vita con me senza lasciarmi mai. Promettilo."
"Te lo prometto."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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William Gilbert ha scritto: "È l'amore che fa girare il mondo."


Quando Beckett entrò nell'enorme appartamento di Rick Castle erano le sei di sera.
Il cielo era stato divorato dalla notte e l'aria era ferma e calda.

Castle salutò l'agente facendo un cenno con la testa, restando in silenzio, sfoggiando un enorme sorriso e agitando il bicchere che aveva in mano.
Era emozionato e agitato e non sapeva neanche perchè; in cuor suo non avrebbe mai pensato di poterla vedere varcare la soglia di casa sua e poggiare la sua giacca sul divano. Per una volta si fece sopraffare dalle emozioni che in quella circostanza così particolare gli avevano impedito di parlare.

Alexis scese subito le scale, quasi tuffandosi su Kate: l'abbracciò e prendendole la mano le fece salire le scale, indicandogli la porta della sua stanza.

Quella sera ci sarebbe stato il ballo di primavera e ad Alexis serviva una mano per farsi bella; in mancanza della nonna, l'unica persona a cui aveva pensato era Backett che molto volentiri accettò l'invito.

"Grazie, Beckett, grazie davvero! Per me questa è come una tradizione..."
"Allora sono onorata di farne parte!"
"Beckett sistema le cose dove vuoi...spargi tutto ovunque...non ti preoccupare!"
"Ehi, Alexis chiamami Kate..."
"Ok...Kate..."Io mi vado a infilare il vestito e a finire di lavare il viso...te fai come se fossi nella tua stanza"..disse poi la ragazza facendole l'occhiolino e saltellando diregendosi in bagno.

Kate si avvicinò al muro della stanza ed osservò le foto...
Una con sua madre, una con sua nonna e poi quella con Castle.
Era un primo piano ingrandito di lei da piccola con le braccia strette al collo del padre con un sorriso a settantadue denti ed un'aria serena.
Più in là una foto al suo primo giorno di scuola, poi una piccola libreria e una piccola mensola.
Aveva tutti i libri del padre, in fila uno vicino all'altro in rigoroso ordine cronologico; ne prese uno e lesse la dedica:
"Al mio unico, immenso, grande amore: Alexis."

Sorrise e rimise il libro dov'era senza spostare nulla e ricominciò ad esaminare la stanza in modo discreto senza andare a distruggere la privacy della ragazza.

Notò tante candele rosse e dei cd di musica classica vicino allo stereo. Sopra di questo altri dei suoi cantanti preferiti.

Si sedette e diede un'occhiata generale alla stanza: ovunque, su ogni mensola, su ogni ripiano della libreria, su ogni parete, trapelava il bene che quella ragazza provava per il padre.

Sorridendo pensò a lui e a come in poco tempo avesse cambiato totalmente la sua vita ma i suoi pensieri furono interrotti da Alexis che in tutto il suo splendore uscì dal bagno, facendo una giravolta su se stessa e chiedendo come le stava il vestito.

La truccò e le fece un'acconciatura semplice ma di grande effetto e poi chiese:

"Mi posso cambiare anche io? Prima di andare a cena vorrei mettermi qualcosa di più decente!" Disse Beckett fra l'imbarazzato e il divertito.

"Certo! Non vedo l'ora di vedere il risultato!" affermò la ragazza incorciando le cambe sul letto e osservandola con attenzione...

Nel bagno Beckett si diede un po' di trucco sugli occhi e poi si infilò la camicia, pensando a cosa stava facendo.

"Possibile che mi sto facendo più o meno bella per un drink con Castle?" pensò fra sè e sè poi uscendo dalla stanza.

I tacchi delle due ragazze risuonarono per le scale e Castle si alzò subito dalla sua poltrona dove si stava gustando un buon libro appena comprato.

Rimase meravigliato dalla bellezza delle sue donne, senza voler dare troppo penso a Beckett, ci avrebbe pensato dopo a farle i complimenti e a dirle che era bellissima. Ora voleva avere occhi soo per sua figlia per dedicare poi, maggiori attenzioni a lei.

L'abbracciò forte e poi dopo averle fatto miliardi di complimenti scesero giù per prendere la macchina.
L'aria non era fredda, tirava solo un leggero venticello che si infilava nei capelli e che li faceva agitare un poco.

Il viaggio durò poco, solo mezz'ora, poi Alexis si diresse con le amiche nella palestra pronte a fare conquiste e a divertirsi.

"Sta crescendo, certe volte non me ne rendo conto. Fra poco andrà al College, poi andrà via di casa, si sposerà ed avrà dei figli; ed io vivrò con il rimorso di non essere stato un buon padre."

"Castle non dire fesserie, tu sei un ottimo padre e lei ti adora."

Lo lasciò senza parole tanto che cambiò discorso:

"Cambio di programma, niente drink. Ti porto a cena fuori."

Poco più di un quarto d'ora di viaggio e si ritprvarono catalputati su una terrazza che dava su tutta New York, per una cena del tutto differente a come se l'aspettava Kate.
Erano solo loro due, un'immensa terrazza e tante candele.
Strano a dirsi ma le piaceva questa situazione.

Scherzarono, si divertirono e furono semplicemente loro stessi.

Dopo cena si misero uno vicino all'altro a contemplare quel magnifico panorama cittadino che gli si presentava davanti ai loro occhi.

"Davvero pensi che io sia un buon padre?"
"Si!"
"Perchè?" disse lo scrittore guardandola negli occhi.
"Sei mai entrata nella stanza di tua figlia? Ha solo foto con te e il idolo sei tu! Ti stima, ti vuole bene, per lei sei fantastico!" affermò convinta lei, prima di essere scossa da un leggero brivido di freddo.

Castle la circondò con la sua giacca e senza pensarci troppo l'abbracciò.

"E non solo per lei. Anche per me sei fantastico." Lo disse tutto d'un fiato senza staccare la presa su di lui che invece la volle vedere negli occhi e la baciò.

Un piccolo bacio lieve, romantico, sentito.

Poi si spostò leggermente e la fece accoccolare fra le sue braccia senza parlare, godendosi quel momento.

Verso mezzanotte tornarono a casa e Castle la invitò a bere qualcosa.

"Vuoi salire?"
"Certo...poi devo prendere la giacca, l'ho scordata qui prima."

Scesero dalla macchina dandosi la mano poi salirono abbracciati ed entrarono a casa baciandosi.

"Com'è possibile che io mi sia innamorata di te?" sorridendo, lo guardava negli occhi.

"Non si può sempre spiegare tutto. E poi potrei farti la stessa domanda. Come mi posso essere innamorato di una donna pignola, diligente, senza svago come te?" Ad ogni parola la stringeva più forte a sè poi continuò: "Certe cose succedono e basta non c'è un perchè!".

Con gli occhi lucidi lo baciò; voleva fare solo questo.

La prese in braccio e la condusse in camera da letto dove la fece distendere sul letto.
Spostandole i capelli le sussurrò all'orecchio:

"Alexis rimarrà a dormire da una sua amica. Ti invito a passare la notte con me."

"Accetto, ma solo ad una condizione."

"Quale"

"Che tu passerai le altre notti della nostra vita con me senza lasciarmi mai. Promettilo."

"Te lo prometto."

"Non ne avevo dubbi." Concluse sorridendo e versando poche lacrime di gioia, la bella agente della NYPD.


Washington Irving ha detto: "C'è qualcosa di sacro nelle lacrime, non sono un segno di debolezza, ma di potere. Sono messaggere di dolore travolgente e di amore indescrivibile."

  
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