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Autore: Fiamma Drakon    15/11/2010    1 recensioni
Le sue membra nude si striano e s’insozzano sempre più della linfa della quale si sta ricoprendo, i capelli assumono una consistenza viscosa e gocciolano, ininterrottamente, sangue.
Centinaia, migliaia di stupende gocce scarlatte.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sanguis vita est Beatrix ama il sangue.
Il colore, il profumo, il sapore. Tutto le ricorda la vita.
La bellezza.
È inebriata dal suo immondo desiderio, intossicata da sogni di gloria, perduta in mondi costruiti attorno alla sua angelica bellezza.
Lei anela il sangue. La linfa con cui curare il suo corpo, tingere i suoi capelli, abbellire i suoi occhi.
Mentre danza, sotto il vermiglio getto di quella splendida fontana d’oro e d’argento, ride.
Una risata folle, macabra, eppure affascinante, sensuale, umana.
Ma lei, umana lo è ancora, in fondo?
La sua macchinosa, perversa mente direbbe “no”. Altri sarebbero dello stesso parere, ma per ben altri motivi.
Le sue membra nude si striano e s’insozzano sempre più della linfa della quale si sta ricoprendo, i capelli assumono una consistenza viscosa e gocciolano, ininterrottamente, sangue.
Centinaia, migliaia di stupende gocce scarlatte.
La bellezza e la vita risiedono in quel bagno, così lungamente atteso, creato col sacrificio di decine altre vite inutili.
Beatrix corre fuori dalla fontana, verso lo specchio posto lungo una parete, e vi si ammira, gli occhi pieni di malizia.
«Sono... la più bella» sussurra.
Le sue pupille si dilatano, mentre ripete, a voce più alta: «La più bella di tutte».
Prorompe in un agghiacciante, folle grido di gioia.
«Sono... LA PIÙ BELLA DI TUTTE!!!» esulta.
Il sangue delle altre stupide e brutte donne è stato sfruttato per un fine più alto: il raggiungimento della perfezione.
Della sua perfezione.
Perché il sangue non è vita. È bellezza.
La sua bellezza.
Quella di una prescelta.
«No».
Un’ombra maschile e imponente si materializza dietro di lei. Simile ad un boia, cala la sua falce sul suo corpo prima che potesse far alcunché.
Altro sangue sprizza dalla ferita aperta nella sua schiena, in una piccola ricostruzione del getto della sua fontana personale, ormai abbandonata.
Il cadavere, silente per forza, cade a terra con un rumore vischioso e disgustoso.
«Muori: sei solo... una persona orribile».
   
 
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