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Autore: _res_    15/11/2010    4 recensioni
- Allora, cosa fai stasera? -
Parole. Parole buttate, così, per caso. Quasi per perdersi nella brezza autunnale, che non essendo ancora troppo fredda donava un po’di sollievo ai passanti. Il marciapiede che affiancava la spiaggia, nonostante la temperatura, era praticamente vuoto. Non era stato il venticello caldo, ma le nuvole che coprivano il cielo a scoraggiare i surfisti che affollavano perennemente la spiaggia.
- Non ne ho la più pallida idea, anche se qualche suggerimento ce l’avrei… -
Rispose la ragazza e per far capire ancora meglio quali fossero i suoi piani, si prodigò in un lungo e profondo sbadiglio.
Una risata fu portata via ancora una volta dal vento.
Cosa fareste se aveste sedici anni e viveste ad Huntington Beach? e per di più se il vostro migliore amico fosse una ragazza?
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ciao, questa è la mia prima fanfic su questo sito… Spero di non annoiarvi e di non sembrarvi banale. Se avete qualche consiglio da darmi sappiate che è sempre ben accetto! Spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile la storia (sapete, la scuola e gli impegni sportivi  giocano un ruolo importante nella mia vita, come nella vostra…) Non voglio dilungarmi troppo, perciò…
BUONA LETTURA J!
 
 
 
CAPITOLO I
 
- Allora, cosa fai stasera? -
Parole. Parole buttate, così, per caso. Quasi per perdersi nella brezza autunnale, che non essendo ancora troppo fredda donava un po’di sollievo ai passanti. Il marciapiede che affiancava la spiaggia, nonostante la temperatura, era praticamente vuoto. Non era stato il venticello caldo, ma le nuvole che coprivano il cielo a scoraggiare i surfisti che affollavano perennemente la spiaggia.   
- Non ne ho la più pallida idea, anche se qualche suggerimento ce l’avrei… -
Rispose la ragazza e per far capire ancora meglio quali fossero i suoi piani, si prodigò in un lungo e profondo sbadiglio.
Una risata fu portata via ancora una volta dal vento.
- Dai, è martedì! Non puoi andare a letto presto. Perché non andiamo a fare un giro ai mercatini?- Un tentativo per non stare a casa da solo, mentre il padre era via, la madre occupata e il fratello e la sorella con i loro programmi.
- Si può sapere perché, per una volta che posso dormire mi chiedi di uscire? –
Chiese lei, che di dormire ne aveva molto bisogno.
- Perché non puoi stare rinchiusa in casa tutte le sere! -
Una risposta data per provocare, per vedere se avrebbe accettato la sfida o lo avrebbe abbandonato ad una serata davanti al televisore o magari con la sua chitarra, nella solitudine della sua camera.
- Non è vero che io sono sempre rinchiusa in casa! Guarda che esco anch’io! E non mi guardare così. Oramai tutti i sabati sera  e praticamente tutti i martedì li passo in giro o con te, o con Mey  e Maddy, o con tutti e tre. Perciò non mi venire a dire che sto sempre in casa! Inoltre penso di avere il diritto di dormire quando posso, dato che mi sveglio alle cinque adesso, grazie alla fantastica idea del mister-
Due sguardi che si incontrano, uno irritato e l’altro divertito di quella sfuriata.
Quanto la conosco bene, pensò. Perché oramai sapeva perfettamente cosa dire e cosa fare per provocare quel moto di stizza nella sua migliore amica.
- Dai, stavo scherzando! Pensi che non lo sappia? E’ solo che avevo voglia di uscire un po’ stasera…-
- Sì, Ok. Comunque, sbaglio o sono già tre martedì sera che non facciamo altro? Poi, il fatto è che domani c’è scuola e sinceramente non ho voglia di andare in giro – ,
concluse guardandolo. Bryan  soppesò quello sguardo e capì, che per passare un po’ di tempo fuori sarebbe dovuto andare a casa di Aris.
- Perché allora non ci guardiamo un film a casa tua? -
- Tipo?-
Domandò tirando un calcio ad un sasso e voltandosi per guardare la faccia di Bry, in attesa di chissà quale risposta.
- Ti va un bell’horror?-
La sua voce era seria, mentre la bocca era incurvata all’insù in uno strano ghigno, in attesa di una reazione che stava già pregustando, gli occhi luccicanti ridevano divertiti. Si stava prendendo gioco di lei.
Un horror! Qesta me la paga! I pensieri di Ris si tramutarono in un’espressione omicida sul suo volto.
Aris non si poteva certo definire alta, tutt’altro. Non superava il metro e sessanta e il fatto che non portasse mai i tacchi a favore delle scarpe da ginnastica, la facevano apparire ancora più piccola accanto a Bry o a un qualunque altro ragazzo. Il corpo risultava ben proporzionato e i muscoli erano tonici grazie agli allenamenti di calcio. I capelli, che non arrivavano alle spalle, incorniciavano  due occhi verdi, con grandi riccioli castani.
Bry adorava quegli occhi. Non ne aveva mai visti di così, sembravano quasi due fondi di bottiglia per quanto erano verdi. Era una caratteristica di famiglia, tutti e tre i fratelli li avevano di quel colore e Bryan aveva paura di non poterli rivedere mai più sorridere per lui. Aveva passato sei mesi di fatica e sforzi per riuscire a vederli limpidi e felici e lui non vi avrebbe più rinunciato.
Sembra fragile, ma non lo è, pensava il ragazzo, mentre  guardava quell’espressione assassina. Dall’altra parte Ris si era sollevata in punta di piedi, incrociando le braccia al petto. Anche lei lo stava guardando negli occhi. Occhi caldi, bollenti come pozze di cioccolato fuso, che la seguivano ovunque da quando erano diventati amici.
Aris era arrabbiata con lui, ma come poteva rimanere incavolata, quando capiva perfettamente dalla sua espressione che stava scherzando e che la voleva solo stuzzicare?
Sì, però devo fargliela pagare per l’altra volta! Si alzò ancora di più per avvicinarsi meglio e si rivolse a lui con voce bassa.
- Sei sicuro? Non ne hai avuto già abbastanza degli ultimi due tentativi? Vuoi proprio farmi vomitare addosso a te?-
Se avesse urlato, non avrebbe mai ottenuto quell’effetto. Nelle sue parole c’era una minaccia velata. Bry se ne accorse. Sapeva quanto poteva risultare implacabile quando voleva e sicuramente non si sarebbe lasciata sfuggire quell’occasione, anche se lui era il suo migliore amico. Un brivido scese lungo la schiena di Bry, scatenato dalla freddezza e determinazione di quegli occhi verdi. Stava facendo sul serio.
- No, grazie. Non ci tengo a sporcarmi solo per uno stupido film. Prima o poi, però, dovrai pur riuscire a vederne uno senza fare tutta quella scena-
Non rideva più e anche i suoi occhi si erano fatti seri.
- Smettila, lo sai che non mi piacciono. Non ho paura, semplicemente mi viene da vomitare al solo pensiero delle scene che mi troverò davanti-
Rispose stizzita Aris.
I due durante il battibecco si erano fermati. Vicino al marciapiede c’era una piazzola con due panchine, accanto un’aiuola con palme e fiorellini azzurri.
Bry non avrebbe voluto accantonare il discorso, ma la risposta dell’amica gli fece cambiare idea. Non ne valeva la pena di litigare per un film. Si avvicinò alla panchina e vi depose lo zaino. Aris lo seguì in silenzio e si mise a sedere vicino alla sacca, cominciando a giocare con un teschietto appeso alla cerniera della tasca piccola.
- Scusa, non volevo arrabbiarmi. E’ solo che sono stanca morta: la scuola, gli allenamenti e il poco sonno giocano brutti scherzi. Lo sai che sono abbastanza suscettibile su questo argomento quando non sono dell’umore giusto-
Bry distolse lo sguardo dal bel panorama che la sua città riusciva sempre a regalargli, per volgerlo sulla ragazza. Huntington Beach era rinomata per le sue spiagge e le sue onde, i quattordici kilometri di spiaggia più belli e lunghi della East Cost. Un sorriso gli increspò le lebbra e Aris non riuscì a capire, se fosse stata lei o il mare a farlo comparire.
- E’ anche colpa mia, lo sai come la penso a riguardo. Comunque non abbiamo ancora deciso cosa guardare-
- Cosa ne dici se scegliamo al video noleggio? Magari in questo modo eviteremmo di litigarci per nulla…-
- Ok, allora prima di dividerci faremo una piccola deviazione. Altrimenti ci sarebbe potuto andare solo uno dei due, mentre tornava a casa. Avremmo sicuramente risparmiato del tempo-
Rispose Bry tornando a guardare la costa.
- Non trovi che sia un po’ troppo vuota?-
- Cosa? La spiaggia?-
Domandò a sua volta Ris voltando lo sguardo nella direzione del suo e poi spostandolo velocemente sull’amico. Il volto di Bry era assorto, perso in chissà quali ragionamenti, che sicuramente gli stavano ispirando una nuova melodia o il completamento di un’altra.
Lui è così, pensò lei, ed era vero. Amava la musica come nient’altro. Aveva imparato a suonare la chitarra tutto da solo, mentre per il pianoforte aveva insistito il padre. Una passione, quella della musica, che Bryan Senior gli aveva passato fin da piccolo.
- Chissà, magari è colpa del nome-
Aveva detto un pomeriggio di giugno la ragazza. Probabilmente era vero, dato che anche suo padre era un musicista e si chiamava proprio come Bry.
- Sì, di solito è sempre piena. Magari è il tempo-
Le parole le arrivarono inaspettatamente alle orecchie e ci mise qualche minuto per capirne il significato.
- Hai ragione, non può essere altro. Sembra stia per piovere-
Rispose quindi Ris voltando lo sguardo verso il cielo livido. Quell’attimo di esitazione nella sua risposta, però, aveva fatto voltare Bryan verso di lei, che si mise a guardarla. Quando lei abbassò lo sguardo trovò quello di lui fisso su nel suo.
- In effetti è da marzo che non piove come si deve. Forse oggi è la volta buona-
Continuò guardandola.
Aris seduta su quella panchina, con la testa piegata di lato, l’espressione di sorpresa mista a panico e a confusione, come se fosse stata una bambina colta in fallo da un’insegnate, e con le gambe ciondolanti, non sembrava altro che quella ragazza spaesata di quasi un anno prima. Come fantasmi, numerosi ricordi tornarono alla mente di Bry facendogli cambiare espressione. Un piccolo ghigno spuntò sulle sue labbra, prendendo il posto dell’espressione pensierosa che aveva ogni volta che lasciava vagare la mente e faceva aggirare lo sguardo sul paesaggio circostante.
- Cosa c’è?-
Domando Aris aggrottando la fronte e inclinando la testa verso l’alto per guardarlo meglio in faccia.
- Niente, è solo che  mi fai ridere-
Come dirle che in realtà non era lei a farlo ridere? Che in verità era il flashback che gli tornava in mente ogni tanto? Quello in cui l’aveva vista spaesata e persa per la prima volta, senza ancora riuscirne a capire il perché. Quello in cui si era ripromesso di aiutarla a ritrovare la strada che il suo sguardo non poteva più scorgere, perché troppo coperto dalle lacrime?
- E perché, scusa?-
Chiese piccata lei.
- E’ un peccato che tu non riesca a vederti. Con quell’espressione da pesce lesso che avevi prima, faresti ridere chiunque!-
Una risata si perse leggera fra i sospiri della brezza marina.
- Ah! Ah! Ah! E’ inutile che fai quella faccia, è vero! Ah! Ah! Dai, smettila Ris… Stavo scherzando! Ahi! No, smettila. Dai, stai ferma! Ahi! Ris, non mi picchiare… Mi fai male! Ahi!  Ris… Dai…-
Capendo il perché di quella faccia, Aris aveva cominciato a picchiare Bry sul braccio destro, tormentandoglielo con dei pugni. Anche lei, quando voleva, sapeva fare molto male.
- Dai, basta.... se continui così mi verranno dei lividi enormi! Vedi, alla fine stai ridendo anche tu, perciò smettila…-
I colpi si affievolivano sempre di più a mano a mano che le risate le toglievano il fiato. Non c’era niente da fare. Bry riusciva a farla ridere sempre e comunque, nonostante lei fosse arrabbiata con lui.
- Sei uno scemo! Ah! Ah! Ah! E poi non è vero che ho…Ah! Ah!... una faccia da pesce lesso! Al massimo sarai tu quello con la faccia da cretino! Mentre ti tiravo quei pugni non sembravi nemmeno normale!-
Fece la ragazza cercando di imitarne l’espressione. Quella strana smorfia venuta male contribuì solamente ad aumentare le risate, che continuarono per altri due minuti buoni.
Almeno adesso riesce a ritrovare la strada…
Pensò lui guardandola sdraiata sulla panchina, in preda agli ultimi spasmi provocati da tutto quel riso e intenta ad asciugarsi le lacrime dagli occhi.
- Mi hai fatto venire mal di stomaco, Bry!-
- Meglio quello del male che mi hai fatto al braccio! Te l’ho detto, stasera avrò dei lividi per colpa tua! –
- Ma va là! Proprio tu che vai in palestra, ti fai male semplicemente con i pugni di una ragazza? E per giunta più piccola di te come fisico? Io non ne andrei molto fiero se fossi in te!-
Commentò Ris divertita.
- Sì, sì, brava. Prendimi in giro, sfottimi. Tanto non sei tu che ti sei fatta male!-
Rispose con finta indignazione, girandosi dall’altra parte.
- Te la prendi pure! Mamma mia quanto sei permaloso! Cosa vuoi adesso, che ti dia anche i bacini sul braccio per farti passare il dolore?-
Aggiunse lei alzandosi e mettendosi di fronte a lui con le braccia incrociate al petto.
- Certo! Sei tu che mia hai fatto male, no? Non posso mica darmeli da solo. Primo non ci arrivo e secondo sembrerei uno scemo…-
- Ma vai a quel paese!-
Dicendo questo si voltò per prendere la tracolla e avviarsi verso il videonoleggio, che si trovava a soli due isolati da casa sua e a tre da quella di Bry.
Dal punto in cui si trovavano ne mancavano ancora due, dato che avevano percorso solo la metà della strada. La scuola non era molto lontana da dove abitavano loro. Solo quattro isolati separavano Aris dalla sua meta giornaliera, mentre Bry doveva percorrerne tre.
Il ragazzo vedendola allontanarsi raccolse il suo zaino velocemente e si avviò per raggiungerla.
Il percorso verso il negozio fu breve e senza stranezze e i due parlarono tranquillamente del più e del meno. In una decina di minuti arrivarono a destinazione: un piccolo edificio a un solo piano, dal tetto basso e dalle pareti bianche, con una scritta al neon che lo identificava come “Videonoleggio Hunt”. Accanto alla porta d’ingresso scorrevole, c’era un distributore di dvd ventiquattro ore su ventiquattro, che veniva perennemente preso d’assalto da chiunque volesse un film. Ad Aris e Bry, però, piaceva scegliere ancora con calma e alla vecchia maniera, litigando e rompendosi le scatole a vicenda per trovare il dvd adatto
Si avvicinarono all’ingresso e la fotocellula fece scattare l’apertura automatica. Appena entrati un odore di nuovo, unito ad una musica bassa e dal ritmo veloce, li accolse facendoli sentire come a casa loro. Ci avevano passato pomeriggi interi a cercare tra gli scaffali il film giusto da vedere, scartando dvd su dvd.
Phil, il proprietario del negozio, alzò gli occhi dal computer, su cui stava trascrivendo i dati di una pila nuova di film appena arrivati, facendo un cenno ai due. In risposta Bry e Aris alzarono la mano, mormorando un ciao. Oramai erano due ospiti abituali e il negoziante, un uomo sulla trentina, aveva imparato a conoscerli bene.
Aris si avviò spedita verso il reparto dei film d’avventura, mentre Bry andava dall’altra parte del locale, dove si trovavano i film di guerra. 
- Cosa ne dici di “Salvate il soldato Ryan”?-
Urlò lui per farsi sentire.
- No, non mi piace un gran che. “King Arthur”?-
- L’abbiamo già visto il mese scorso. Va be’ che ti piace, ma io non ho voglia di vederti sbavare dietro a quei sette cavalieri da strapazzo. No, meglio “Avatar”-
Rispose Bry avvicinandosi e abbassandosi per prendere il dvd.
- Non è vero che sbavo dietro di loro! Niente “Avatar” comunque. Lo abbiamo appena visto al cinema qualche mese fa… -
Replicò lei facendo vagare lo sguardo sull’enorme ripiano, pieno zeppo di pellicole cinematografiche vecchie e nuove.
- “Io sono leggenda”?-
-  Non l’ho mai visto-
Riprese Aris voltandosi verso l’amico e prendendogli di mano la custodia che lui le stava allungando.
- Quindi?-
Fece lui aggrottando la fronte e sperando che la sua risposta non fosse un altro no. Non sapeva perché, eppure non era facile mettersi d’accordo su cosa guardare.
- Quindi va bene!-
Disse lei in risposta, avviandosi verso il bancone per noleggiare il filmato.
  
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