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Autore: asia20    15/11/2010    1 recensioni
Viaggiare era sempre stato facile per Kelnya. Fin da piccola si era spostata di foresta in foresta, seguendo le mandrie di bufali bianchi con la sua tribù, i Schelwin, nomadi della foresta di Kalos 4. Quando tutto iniziò, stava scappando da un branco di lupi argentei impazziti.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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fan fic

There is an end to anything

 

Scena 1

Viaggiare era sempre stato facile per Kelnya. Fin da piccola si era spostata di foresta in foresta, seguendo le mandrie di bufali bianchi con la sua tribù, i Schelwin, nomadi della foresta di Kalos 4.

Quando tutto iniziò, stava scappando da un branco di lupi argentei impazziti. Cadde in una delle trappole create per i bufali bianchi. Atterrò su qualcosa di morbido che gemette forte, Kelnya si mosse di scatto, ancora intontita dalla caduta. << Dalla padella alla brace. Ed ora come esco da qui?>>, disse quasi fra se e se, guardando con paura e frustrazione, il cielo indaco sopra di lei.

La cosa su sui era caduta si mosse un poco: << chi ha parlato?>>, Kelnya si spostò leggermente, osservando una massa informe di stoffa e terra, poi, tremando nella voce, rispose: << sono Kelnya Emlyn, della tribù Schelwin. Che cosa sei tu?>>. La massa si mosse, cercando di alzarsi nel poco spazio della trappola, ora Kelnya vide una donna più vecchia di lei, vestita di verde e con i capelli biondi, tinta non comune fra la sua gente. La donna parlò con voce tremante: << sono Samantha Carter, dalla Terra. Sono qui con la mia squadra, veniamo dallo Stargate. Sono caduta qui e tu mi sei piombata addosso. Stai bene?>>.

Kelnya, sulle prime, non rispose, stava soppesando le parole come faceva abitualmente: << io sto bene, mi hai attutito la caduta. Tu piuttosto, sembri messa male >>, disse puntando il dito verso una ferita zampillante nella coscia destra della sua ospite.

Sam guardò Kelnya, terrorizzata, ora si era resa conto della gravità della situazione: << dobbiamo uscire da qui, ho bisogno di cure, Sai come fare?>>, chiese a Kelnya, la voce tremante. Cominciava a sentirsi debole.

Kelnya guardò di nuovo verso il piccolo pezzo di cielo sopra di loro e fece un cenno di diniego, non c’era via di fuga.

Sam sentì qualcosa strisciarle lungo la schiena, qualcosa di cui conosceva bene il nome; d’istinto portò le mani sul collo, pronta ad agguantare il simbionte, poi qualcosa la fece desistere, il goa’uld avrebbe potuto curarla e sarebbero potute uscire da quell’inferno.

<< Ragazzina, cerca una via di fuga. Io dovrò rimanere immobile per un po’. Conosci i goa’uld, vero?>> disse Sam, tenendo sempre la mano sul collo per guadagnare tempo. Kelnya fece cenno di sì, aveva sentito tante storie dai suoi genitori, di persone che erano come possedute da un’entità che si insediava nei loro corpi e li imprigionava.

Il simbionte penetrò, con facilità, nel corpo, ormai debole, di Sam che ebbe un sussulto e svenne.

Kelnya le toccò il polso per accertarsi che fosse ancora viva, poi la coprì con il suo mantello per tenerla al caldo e cerò una via d’uscita.

Poche ore dopo, Kelnya notò alcune radici che pendevano dalla trappola: << potremmo usarle per arrampicarci >>, pensò ad alta voce, la speranza era tornata. Tornò da Sam per controllarla; la ferita era quasi cicatrizzata. Sam aprì piano gli occhi, si stiracchiò e cercò di alzarsi, ma era ancora troppo debole e ricadde a terra malamente.

Kelnya la prese e la trattenne in piedi, << devi alzarti. Ho trovato un modo per uscire da qui, ma mi serve il tuo aiuto, non posso farcela da sola. >> le disse. Gli occhi di Sam brillarono per un secondo, poi parlò, con una voce cavernosa, gutturale: << Sono Seghir di Talos Kor, tok’ra. La mia ospite sta bene, non preoccuparti per lei.>>, Kelnya la guardò e capì; i tok’ra avevano vissuto su quel pianeta circa 10 anni fa e potevano aver lasciato indietro qualche simbionte.

Sam sembrò svenire nuovamente, ma risollevò subito la testa e guardò davanti a se, quasi smarrita:<< hai trovato qualcosa per uscire da qui?>> chiese a Kelnua, che guardò verso la parete dove si vedevano le radici, e rispose: << sì, se ti senti bene, possiamo provare a salire. Il simbionte mi ha parlato, è una tok’ra>>, Sam fece segno di sì e prese una corda dallo zaino per legare Kelnya e se stessa in modo da salire meglio, poi prese la prima radice per controllarne la tenuta: << questa tiene, possiamo provare>> disse a Kelnya, poi cominciò ad arrampicarsi, seguita da Kelnya poco distante.

Sentiva il simbionte muoversi e saggiare la sua mente mentre si fondeva con lei. Kelnya scivolò, ma la corda la tenne ancorata a Sam. << stai bene? Riesci a risalire?>> chiese Sam, sentendo lo strattone della corda, Kelnya cercò di aggrapparsi ad una radice e ricominciarono a salire, poi disse: << fermiamoci un momento, sono stanca>>, il simbionte prese nuovamente il controllo e rispose:<< no, vedo l’uscita, resisti ancora un poco>>. Kelnya cercò di resistere ed, insieme, uscirono da quell’inferno.

Appena toccarono l’erba fresca e sentirono il vento, si lasciarono andare e si addormentarono.

 

Scena 2

 

<< Sam! Sam!>>, Vala gridava quel nome da due ore ormai, ma del colonnello Carter, nessuna traccia. << Torniamo allo Stargate, abbiamo cercato in ogni parte del continente. Sam sa cavarsela, tornerà>> le consigliò Daniel, prima di azionare il dhd per digitare l’indirizzo terrestre.

<< Sicuro che sia ancora viva?>> chiese Mitchell, sapeva che quel pianeta non era sicuro, e sperava che Sam non fosse ferita gravemente, da qualche parte lì intorno.

Lo stargate si aprì con il solito Kawoosh e Daniel fu il primo ad attraversarlo; Mitchell digitò il Gdo e passò il vortice, seguito da Vala e Teal’c.

<< Generale O’neill, ricevo un segnale. È l’sg1>> esclamò il sergente Harriman appena ricevette il segnale di Mitchell.

<< Aprite l’iride>> ordinò O’neill, appena fu certo che la squadra stesse tornando.

Daniel fu il primo ad uscire dallo stargate, seguito dagli altri tre.

La squadra attraversò la sala in silenzio, fermandosi davanti al generale O’neill per il rapporto.

< 1,2,3,4. Dov’è Sam?>> chiese O’neill, appena Daniel fu di fronte a lui, << è dispersa sul pianeta, l’abbiamo cercata per 3 ore, poi ci siamo decisi a tornare. Se è ancora viva, tornerà. Signore>> fu Mitchell a rispondere, << rapporto alle quindici. Colonnello Mitchell, venga con me>> ordinò O’neill dopo aver metabolizzato la notizia.

Mitchell seguì il generale nel suo ufficio, aspettandosi una ramanzina su quanto era accaduto su P3K-546, stava già preparando le parole. Entrarono nell’ufficio, il generale si sedette e lo fece accomodare su una delle sedie di fronte alla scrivania, << cos’è successo su P3K-546? Voglio i minimi particolari, tutto quanto. Manderemo una squadra di ricerca. Dovevate rimanere su quel pianeta per 4 giorni, avete avuto tempo per cercare il colonnello Carter. Colonnello Mitchell, ha dato lei l’ordine di tornare alla base?>> chiese O’neill, adirato per ciò che era accaduto.

<< Stavamo esplorando il pianeta, il colonnello Carter è rimasta indietro per prelevare campioni di piante e rocce. Noi eravamo poco lontano. Dopo pochi secondi, abbiamo sentito un urlo e non abbiamo più visto Carte. Vala e Teal’c sono stati mandati a cercarla ma non l’hanno trovata. Daniel ha dato ordine di rientrare alla base.>> spiegò Mitchell, cercando di mantenere l’autocontrollo.

O’neill lo osservò bene, poi, disse: << va bene, colonnello Mitchel, può andare. Il colonnello Carte è lì da qualche parte, ma è viva. Manderemo una squadra di ricerca. La troveremo>>. Mitchell eseguì il saluto militare ed uscì. O’neill rimase solo, nel suo ufficio, a piangere; era successo già una volta che Sam era stata data per dispersa ed era quasi morta. Questa volta non sapeva che cosa le era capitato. La speranza cominciava a vacillare.

Daniel e Vala stavano giungendo verso la sala briefing, quando sentirono l’allarme dello stargate che si attivava. Vala corse verso la sala Stargate, sicura che fosse Sam che stava tornando. Daniel le corse dietro e quasi si scontrarono con Teal’c e Mitchell.

Lo stargate si aprì ed uscì una bambina che portava una donna in braccio.

<< Sono Kelnya di Emlyn, della tribù Schelwin. Voi siete i Tau’ri?>> chiese Kelnya, dopo aver appoggiato Sam a terra. O’neill corse verso Sam, mentre lo stargate si chiudeva e rispose: << sì, siamo noi. Cos’è successo?>>  << l’ho trovata in una delle nostre trappole per i bufali bianchi. È stata presa come ospite da un tok’ra. È svenuta, non so cos’abbia.>> gli rispose Kelnya. O’neill chiamò l’infermeria: << codice 9. C’è bisogno di un medico qui>>. Sam venne portata velocemente in infermeria.

<< Il simbionte è sano. Il colonnello Carter ora è stabile, dobbiamo fare altre analisi>> fu la riposta della dottoressa Lam quando O’neill le chiese di Sam, << posso vederla?>> chiese a sua volta,

<< sì, ma potrà parlare solo con il simbionte. Il colonnello Carte è assente. >> gli rispose, di nuovo, la dottoressa.

O’neill entrò nell’infermeria e vide Sam stesa su un lettino, attaccata alle macchine per mantenerla in vita, aveva gli occhi aperti, ma non si muoveva. O’neill si avvicinò e disse: << Sam, sono qui. Riesci a sentirmi? Mi basta parlare con la simbionte. Mi basta per sapere che sei viva>>, Sam mosse gli occhi, non riusciva a parlare, il simbionte prese il controllo con molto sforzo e parlò: << lei è qui, ma è molto debole. La ferita era avvelenata. È imprigionata dentro se stessa. Con il vostro aiuto, la curerò>>.

<< Come posso essere sicuro che non sia tu la causa di tutto questo?>> chiese O’neill, sempre sospettoso nei confronti dei simbionti, << sono una tok’ra, sai che non farei mai del male alla mia ospite. Ho sentito il Naquadah che scorre nel suo sistema. È già stata ospite di una di noi, vero?>> rispose Seghir, la traccia lasciata da Jolinar l’aveva guidata a Sam ed ora non voleva fare altro che salvarla, << sì. È stata ospite di Jolinar di Malkshur, si è sacrificata per lei. Ma non mi fido dei serpenti, a priori>> ribattè il generale, non si fidava e non lo avrebbe mai fatto. Pensò un attimo a Jolinar, a quanto aveva sofferto Sam per colpa sua, poi aggiunse: << verrai estratta. Appena l’avrai curata, quindi cerca di fare in fretta, ok?>>.

Seghir lo guardò con gli occhi azzurri e bagnati dalle lacrime e rispose: << verrò estratta se la mia ospite lo vorrà. Ora devo riposare, signore>> e chiuse gli occhi, cadendo in un sonno ristoratore.ù

O’neill rimase accanto al letto fino all’arrivo della dottoressa Lam che gli diede un colpetto sulla spalla, dicendogli: << generale, dormito bene?>>, il generale si riscosse e rispose: << quanto ho dormito? Ho parlato con il simbionte, non mi fido, ma se è l’unico in grado di salvarla e riportarmela, lasciatelo lì dove sta>>, la dottoressa fece segno di sì e controllò la flebo: << generale, tenga  un momento il flacone, devo cambiarlo>> aggiunse, porgendo il bastone ad O’neill e togliendo la bottiglia per cambiarla. Sam ebbe un sussulto appena O’neill le sfiorò il braccio destro. Carolyn notò il movimento e disse: << lo faccia di nuovo, generale>>, O’neill sfiorò di nuovo il braccio, Sam non si mosse, << è stato solo uno spasmo muscolare involontario, come temevo>> rispose la dottoressa, non notando le lacrime che si stavano formando sul viso del generale.

Un’infermiera cambiò il flacone e le goccioline di medicinale tornarono a fluire nelle vene di Sam. O’neill si incantò ad osservarle e non sentì Daniel e Vala che entravano nella sala per fare una visita al colonnello. << Nessun segno di ripresa, vero?>> chiese Vala a Jack, vedendo le macchine che tenevano in vita la sua migliore amica e compagna di squadra, O’neill non rispose, piangeva e non riusciva a smettere.

Gli occhi di Sam brillarono ed il simbionte parlò, con voce sempre più debole, << la mia ospite ha bisogno di tretonina, aiuterà l’eliminazione del veleno. Se ne avete, vi prego di somministrargliela subito, starà meglio.>>. Daniel corse a chiamare Teal’c, ma O’neill lo fermò prima che uscisse dall’infermeria, dicendogli: << non mi fido del simbionte. Sam verrà curata con le nostre medicine, non con le loro. È un ordine.>>, l’archeologo lo guardò dritto negli occhi bagnati e rispose: <<  non sono un militare, Jack, non sono sottoposto ai tuoi ordini. Se c’è un modo per salvare Sam, dobbiamo tentare. Va a riposarti, restiamo noi con lei.>>, detto questo, corse fuori e cercò Teal’c all’interfono.

<< Teal’c sei richiesto in infermeria. Porta la tretonina.>>, gracchiò l’interfono, svegliando Teal’c dal Kelno’reem in cui era immerso da circa due ore. Si alzò, spense le candele e si rivestì, uscendo dal suo alloggio per dirigersi in infermeria. Entrato nella sala, vide tutta la squadra riunita al capezzale di Sam e chiese: << Daniel Jackson mi ha chiesto di portare la tretonina. Cosa devo fare, generale O’neill?>>, << iniettala a Sam. Il simbionte sostiene che l’aiuterà a guarire>>, gli rispose O’neill. Teal’c eseguì l’ordine ed iniettò il farmaco. Sam mosse gli occhi più velocemente del normale, li apriva e li chiudeva, come se stesse per avere una crisi convulsiva. La dottoressa Lam accorse per sedarla perché non si facesse male, ma Sam alzò un braccio per fermarla. Era tornata in se, il simbionte l’aveva salvata. Vala si avvicinò a lei e la osservò un attimo prima di dirle: << ben tornata fra noi, Colonnello>>, Sam le sorrise, non aveva ancora la forza di parlare, ma avrebbe voluto dire molte cose, soprattutto a Jack che era rimasto accanto a lei per tutto il tempo, annullando,  perfino, un appuntamento con il Presidente.

 

Scena 3

 

Passati due giorni in osservazione, Sam era tornata al lavoro, completamente guarita; il veleno e la brutta avventura erano solo un ricordo.

Doveva tornare in infermeria per alcune analisi, quando Vala la fermò a pochi passi dai suoi alloggi, << come stai? So che hai lavorato tutto il giorno. Ho il permesso di uscire, se vuoi venire con me>> le chiese, con la solita allegria, Sam lasciò parlare Seghir che, rispose: << Mi chiamano in infermeria. Se mi libero presto, ok. Tu aspettami qui.>>, Vala saltò sul posto e rimase ad attenderla, come una bambina alla quale è stata promessa una caramella alla fragola.

Seghir/ Sam continuò il suo cammino verso l’infermeria, salutando gli ufficiali che incontrava lungo il percorso. La dottoressa Lam eseguì il saluto militare e fece accomodare il colonnelo su un lettino foderato, dicendole: << farò solo un prelievo di sangue, poi sarete libera. Come vi sentite stamattina, Colonnello?>>, Seghir, lasciò il controllo a Sam, che rispose: << meglio, anche se devo ancora abituarmi ai ritmi di Seghir>>, Carolyn estrasse la siringa e la boccetta piena del sangue prelevato e disse: << quella tok’ra ha conquistato anche il generale. Subito non voleva saperne, ora si fida più che delle sue mani. La richiamerò per i risultati delle analisi. Può andare, colonnello>>. Sam ringraziò e si alzò dal lettino, tenendo il cerotto premuto sul foro di entrata dell’ago.

<< Esco con Vala, sarò di ritorno fra qualche ora>> disse, rivolta alla dottoressa, poco prima di uscire. Sentì il simbionte molto contrariato, sapeva di essere ancora debole, ma non sarebbe stato un pomeriggio di shopping a farle avere una ricaduta.<< Quando torniamo, vorrei contattare i tok’ra per far sapere loro che sto bene e che posso tornare fra loro>>, disse Seghir a Sam, telepaticamente, mentre si dirigevano verso il luogo d’incontro con Vala. Sam acconsentì, aveva già parlato a lungo di questo.

Scorgendo Vala, si fermò di fronte a lei e le disse: << prendo le mie cose e possiamo andare>> ,

<< ti aspetti qui, fa presto. Voglio essere di ritorno per cena.>>, rispose Vala con una punta di ironia. Sam uscì dal suo alloggia poco dopo; indossava una maglietta bianca con disegnato un gatto a righe marroni ed un paio di jeans neri, mise la borsa bianca e viola a tracolla e disse: << pronta. Dove andiamo di bello?>>, Vala la squadrò e rispose:<< hanno aperto un nuovo centro commerciale nella periferia di Colorado Springs. Se ti va, guidi tu?>>, Seghir prese il controllo, proprio non la sopportava, e disse: << la mia ospite deve essere di ritorno presto. Ho una cosa da fare e non posso rimandare.>>, << ok, Seghir, tranquilla. La strada è breve>>, replicò Vala.

Nel frattempo erano giunte al parcheggio della base, Sam estrasse le chiavi dell’auto e la aprì, entrando per prima ed aspettando che entrasse anche Vala, << non ti preoccupare per l’orario. Posso tenere Seghir a freno, la dottoressa Lam mi ha dato un farmaco che blocca il simbionte per un paio d’ore.>> disse Sam, mentre prendeva una pastiglia, con un sorso d’acqua. Seghir sentì solo una fitta alla coda, poi si paralizzò: più tentava di prendere il controllo e più si bloccava, alla fine, stremata, si lasciò andare alla presa del farmaco.

Il viaggio fu breve, sam cercò un parcheggio e fermò l’auto vicino ad un’Opel decappottabile con la targa della base Cheyenne, << ma siamo tutti qui?>> esclamò, riconoscendo l’auto di Daniel. Vala non rispose ed entrarono nell’enorme centro commerciale. Daniel venne loro incontro e salutò Sam, lieto di vederla staccare dal lavoro.

<< Andiamo prima a mangiare o volete fare un giretto per i negozi?>> chiese alle due, Sam fu la prima a rispondere, togliendo le parole di bocca a Vala, << Se mangiamo prima qualcosa, per me va bene>>, poi, adocchiando il Mc donald del Centro, aggiunse:<< perché non lì? Stacchiamo un po’ dalla vita abituale.>>, Vala la guardò come se avesse visto un fantasma e rispose: << sei appena uscita dall’infermeria, sicura di voler mangiare al Mc donald?>>, Sam fece cenno di sì, Daniel e Vala la seguirono fino al fast food.

Una volta entrati, Sam ordinò un cheese burger doppio ed una diet coke, Daniel, un’insalata all’italiana e Vala, un panino imbottito al bacon, formaggio e svizzera.

<< Daniel, sei a dieta?>>, chiese Sam, mentre mangiavano, << no, è che non ho molta fame. Dimmi la verità, non siamo qui solo per divertirci, vero?>> le rispose Daniel, la conosceva bene, ed aveva notato un’insolita ombra nei suoi occhi.

Sam soppesò le parole, prima di parlare: << forse dovrò lasciare l’SgC, sai che i tok’ra stanno meglio con il loro popolo, come fece mio padre con Selmak. Non sono ancora sicura, ma forse lo farò>>, Vala le mise una mano sulla spalla, sentendola nominare suo padre; sapeva quanto era stato doloroso per lei.

Daniel rimase con la forchetta a metà e rispose: << Sam, non se sia una buona idea, lasciare l’SgC ora. Jack non ti lascerà andare. Non è obbligatorio vivere con i tok’ra, fallo capire al simbionte>>.

<< Ho tentato di farglielo capire, Seghir è molto testarda. Spero solo che Jack capisca. Abbiamo un piano; domani resterò indietro quando aprirai lo stargate per tornare sulla Terra, contatteremo i tok’ra e ci verranno a recuperare. Lascio a voi due il compito di riferire ad O’neill che non tornerò>>, rispose Sam, le lacrime trattenute a stento. Nei minuti che seguirono, nessuno parlò, Daniel conosceva bene Sam, sapeva che aveva preso una decisione difficile dalla quale non poteva tornare indietro.

Usciti dal locale, Vala disse, rivolta a Sam: << se è l’ultimo giorno che passi sulla Terra, con noi, meglio che sia divertente ed indimenticabile>>, Sam si limitò a sorridere e, Daniel pensoso, le seguì fino ai grandi negozi di vestiti femminili. Vala, usando la carta di credito di Daniel, comprò qualche paio di pantaloni e gonne per Sam che, al quarto paio di pantaloni, disse: <>, << giusto, se riuscirai a mandarci l’indirizzo del pianeta dove andrai a vivere, te li mando via stargate>>, rispose Vala, posando altre due paia di pantaloni sulle braccia appesantite di Daniel.

Usciti, finalmente, dal Centro Commerciale, Vala e Sam ripartirono verso la base, seguiti da Daniel, poco distante.

Entrati alla base, vennero fermati da O’neill che disse: << colonnello Carter, l’attendono in infermeria. Anise, dei tok’ra, è venuta a farci visita. Vuole vederla, colonnello>>, Sam lasciò Vala e Daniel e seguì il generale fino all’infermeria. La dottoressa Lam stava aspettando, quando li vide entrare, disse: << si stenda su un letto, colonnello. Anise sta arrivando>>, << perché il letto? Credevo fosse solo una visita di controllo>>, chiese Sam, sospettando qualcosa, << è necessario, Anise vuole compiere alcune analisi per essere sicura che Seghir sia una tok’ra. Ha preparato le sue cose, colonnello?>>, rispose Carolyn, sia Sam che O’neill la guardarono come se avesse parlato arabo, soprattutto il generale che non sapeva della decisione di Sam.

Anise entrò nella sala e si avvicinò subito a Sam, iniettandole un anestetico, O’neill, preoccupato, chiese: << non le farai del male, vero? E cos’è questa storia delle valigie? Il colonnello Carter non ha il permesso di andarsene e, tantomeno, lo avrà>>. Anise lo guardò, poi digitò qualcosa su una specie di computer tok’ra e rispose: << sto solo controllando l’attività del simbionte. Per quanto riguarda la partenza di Sam, non serve il suo permesso. Sam Carter è una tok’ra, ora, deve stare fra noi, il suo popolo>>, O’neill, sentito questo, uscì, sbattendo la porta. Non ne voleva più sapere dei tok’ra; se volevano la guerra, l’avrebbero avuta.

 

Scena 4: conslusione.

 

<< Disconnettete lo stargate. Nessuno deve entrare o uscire. La base è in quarantena>> urlò, O’neill, al microfono in sala controllo.

Appena sentita l’allarme, Anise svegliò Sam dall’anestesia e disse: << O’neill ha imposto la quarantena, non possiamo andarcene. Se vuoi veramente venire con me, dobbiamo trovare un altro modo>>, << usiamo le zat, conosco il codice per sbloccare lo stargate. Ho preso una decisione, Anise, non torno indietro>>, rispose Sam, Anise fece cenno di avere capito ed, insieme, corsero nell’armeria per munirsi delle zat.

Sam corse in sala controllo, colpendo quanti poteva con la zat, mentre Anise arrivò in sala stargate e mise K.O. le guardie.

Sam scrisse una breve lettera a Jack, poi attivò lo stargate verso Vorash e corse in sala stargate per raggiungere Anise.

Stavano per attraversare il vortice, quando Sam sentì una fitta al collo e Seghir urlare: << no!>>, Anise sentì Sam fermarsi e le rivolse uno sguardo interrogativo, dicendole: << che succede? Lo stargate di sta chiudendo, sbrigati>>, ma Sam rimase immobile, la mano sul collo, gli occhi di ha appena ricevuto un forte schock. Cadde a terra, priva di sensi, e, dietro di lei, apparvero O’neill e la dottoressa Lam; il primo aveva una pistola elettrica a basso voltaggio, con la quale aveva sparato dritto nella ferita di entrata del simbionte, non ancora del tutto rimarginata, immobilizzandolo sul colpo.  Tre infermieri portarono via Sam, mentre O’neill, aiutato da tre marines, arrestò Anise.

Poche ore dopo, Sam si riprese in infermeria. Sentì Seghir che si riprendeva, era debole, ma ce l’avrebbero fatta insieme. Seppe, più tardi, da Vala che, poco prima che lei raggiungesse Anise allo stargate, avevano ricevuto un comunicato dai tok’ra in cui spiegavano che, Anise era una goa’uld in copertura. O’neill aveva subito provveduto ad arrestrarla e, per fortuna, l’aveva fatto in tempo.

 

   
 
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