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Autore: Unsub    16/11/2010    0 recensioni
Lui la abbraccia e lei sposta lo sguardo verso i cespugli vicini. Rimane un attimo interdetta… non può essere.
Un urlo le esce dalla bocca e gli uccelli volano via dai rami degli alberi.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
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Capitolo 23 Capitolo XXII. The last

Archangels High School
Sarah tiene la schiena premuta contro quella di Derek, sente il sudore colarle lungo la colonna vertebrale. E’ tesa come una corda di violino e il suo respiro è affannato. Non può vedere il suo compagno, ma sa che anche lui è vicino alla rottura. La situazione è critica, presto dovranno aprire il fuoco su tre adolescenti esaltati che si credono angeli della vendetta.
Sarah cerca di abituare gli occhi a quella penombra che le impedisce di distinguere i movimenti lungo il perimetro del campo da gioco. Ormai i suoi occhi sono solo due fessure che scrutano intorno alla ricerca del minimo movimento. Stringe ancora di più la pistola, terrorizzata all’idea di perdere la presa sulla sola cosa che può salvarle la vita.
-    Qualsiasi cosa succeda – le dice Derek – continua a tenere sotto controllo la tua metà del campo. Non farti distrarre e se si avvicinano troppo, apri il fuoco.
-    Vale anche per te. E, Derek? Sei stato il miglior amico che abbia mai sperato di avere. Ti voglio bene.
-    Non dire queste cose. Usciremo da qui sani e salvi – Derek cerca di farle coraggio e si rifiuta di rispondere alle sue parole.
Si rende conto che dirle quello che prova per lei, sarebbe l’equivalente di ammettere che uno dei due potrebbe non farcela. Quando Hotch ha cominciato a metterli in coppia insieme durante le irruzioni, Reid gli ha fatto promettere di proteggerla sempre. Solo una volta non ha mantenuto la promessa di portarla fuori sana e salva, non vuole che questo accada di nuovo.
Improvvisamente un urlo proveniente dagli spalti attira l’attenzione di Sarah. Un ragazzo di circa sedici anni si avventa su di lei con il pugnale in mano. Riconosce quel ragazzo, l’ha interrogato solo due giorni prima in compagnia di Spencer. Jeremy Summers correva verso di lei, pronto a farle del male.
-    Fermo o sparo! – urla con quanto fiato ha in gola.
Il ragazzo non rallenta la sua corsa e lei preme il grilletto mirando alle gambe. Lo colpisce al ginocchio sinistro e lui si accascia per terra. Prontamente Sarah rialza lo sguardo continuando a muovere la pistola da un lato all’altro.
-    Tutto bene? – chiede Derek continuando a tenere d’occhio la sua area.
-    Sì. Non distrarti.
-    Gli altri arriveranno a momenti.
-    Speriamo, quel ragazzo ha bisogno di aiuto.
-    Non provare a muoverti e mollarmi qui, chiaro?
-    Non ci penso neanche. Insieme fino alla fine, giusto?
-    Giusto.
Improvvisamente le porte si spalancano lasciando entrare il resto della squadra. Sarah torna a respirare normalmente. Numericamente sono superiori agli S.I., ora hanno una speranza di farli arrendere.
-    Il gioco è finito! – raduna tutto il suo autocontrollo per non cedere alla tensione – Avete visto cosa è successo ai vostri amici? Arrendetevi e nessuno si farà male.
Il tintinnio di due coltelli lasciati cadere per terra la rincuora.
-    Venite avanti con le mani bene in vista – interviene Hotch estraendo la pistola.
Il resto del team si dispone a semicerchio per coprire tutte le angolazioni, mentre due ragazzi si fanno avanti dagli spalti con le mani sollevate.
-    NO! – urla Jeremy dal pavimento – Dobbiamo terminare la nostra missione, ne manca ancora uno! Non possiamo tradire! Avete visto cosa è successo a Jerry?
I due ragazzi non lo degnano di uno sguardo, mentre lui muove la mano alla ricerca del pugnale che gli è caduto. Morgan lo sovrasta con la pistola puntata.
-    Fidati ragazzo, non è una buona idea.

Fuori dalla palestra i ragazzi vengono ammanettati e caricati sulle auto della polizia. Jeremy viene caricato su una barella per essere trasportato in ospedale. Sarah intercetta i portantini e guarda il ragazzo dritto negli occhi.
-    Hai detto che ne manca ancora uno. Chi?
Il ragazzo volta la faccia chiuso nel suo ostinato mutismo. E’ ammanettato alle traversine e non può muoversi, ma i suoi occhi dicono che se ne avesse l’occasione proverebbe di nuovo a farle del male.
-    Ti ho fatto una domanda: chi altro era coinvolto nella morte di tuo fratello?
Lui sobbalza e la guarda stupito. Non si era reso conto che ormai loro sapevano tutto, o quasi. Una lacrima gli scende sul viso dai lineamenti delicati.
-    L’hanno ucciso e nessuno ha fatto niente. Hanno detto che era stato un incidente, ma io c’ero! L’hanno fatto apposta, dovevano essere puniti!
-    Chi è l’ultimo? – Sarah insiste senza lasciare all’altro il tempo di riordinare le idee.
-    Susan Billings. Teneva ferma Mary mentre continuavano a colpire Robert.
Sarah finalmente consente che venga portato via. Doveva arrivarci da sola, l’ultima vittima era quella più importante di tutte, secondo la logica di Mary Oldbride. La ragazza che le aveva impedito di salvare il suo amore, che l’aveva tenuta ferma e costretta a guardare mentre il suo ragazzo precipitava dal terrazzo della scuola.
-    Hotch, dobbiamo andare alla Catholic immediatamente.
-    Si – annuisce lui – Ormai sa di avere le ore contate prima di essere presa. Cercherà di portare a termine la sua vendetta.
Due SUV neri sfrecciano con le sirene spiegate attraverso le strade di Biloxi.

Catholic High School, Biloxi
Si sono mossi il più velocemente possibile, mentre Hotch ha già avvertito il preside di far portare Billings nel suo ufficio e di non lasciarla sola. Hotch, Morgan, Collins e Reid si dirigono a passo spedito verso la presidenza. Il resto della squadra ha portato i ragazzi alla stazione di polizia per interrogarli e convalidare l’arresto.
Improvvisamente Sarah si blocca ed estrae la pistola. I tre colleghi si voltano verso il fondo del corridoio e seguono il suo esempio. Mary è ritta al centro del passaggio con un pugnale stretto nel pugno. Sarah fa cenno con una mano agli altri e abbassa la pistola. Si avvicina lentamente alla ragazza continuando a guardarla negli occhi.
-    Mary, è finita. Arrenditi.
-    Non è finita! – urla lei con le lacrime agli occhi – non ancora!
-    Non ti permetteremo di uccidere Susan, lo sai bene. Non serve a niente continuare, butta quel pugnale.
La ragazza non le risponde continuando a sostenere il suo sguardo. Sarah spera che ci sia un modo per evitare quello che sta per succedere, non vuole che questo caso finisca cosi. Spera di non essere costretta a spararle e di evitare un’altra morte inutile.
-    Robert ti amava, non avrebbe voluto questo.
-    Tu che ne sai? Non lo conosci come lo conosco io.
Sarah ha un’idea, pazzesca forse, ma è l’unica cosa che può salvare quella ragazza. Spera che Spencer intuisca il suo piano e che assecondi i vaneggiamenti di quell’adolescente sconvolta dal dolore.
-    Possiamo chiederlo a lui, non è vero? – non osa staccare i suoi occhi da quelli della ragazza – Vuoi che glielo chiediamo? Robert, vuoi che Susan muoia?
Un'unica preghiera nel suo cervello “Ti prego, Spencer, ti prego!”
-    No – la voce calma e calda di Reid risuona nei locali vuoti – Non è questo quello che voglio Mary.
Mary si volta verso di lui e il suo sguardo di odio si trasforma disperazione. Nel profondo sa che è solo una sua fantasia malata, ma l’adolescente ferita ha bisogno di rifugiarsi in quella menzogna. Vuole credere disperatamente che il suo ragazzo è tornato da lei.
-    Robert, tu non sai cosa stai dicendo. Lei ti ha plagiato.
La follia torna a impossessarsi di lei e si avventa su Sarah. Uno sparo pone fine al suo slancio, mentre si accascia inerme sul linoleum. Collins si precipita a cercare di aiutare la ragazza, la volta è preme sulla ferita.
-    Chiamate un’ambulanza – solo in quel momento solleva lo sguardo, Derek è ancora in posizione con la pistola spianata, le ha appena salvato la vita.

Stazione di polizia di Biloxi
Stanno sgombrando la sala che hanno occupato durante le indagini. Il detective La Voisin continua a congratularsi con loro per l’ottimo lavoro svolto, è la sola voce all’interno del locale. Il team rimane in religioso silenzio, evitano persino di guardarsi negli occhi. Di solito quando prendono un S.I. sono felici, stavolta i loro sguardi sono tristi. Nessuno di loro trova il coraggio di ammettere che non provano nessuna soddisfazione. Si avviano verso l’uscita, secondo la tabella di marcia si fermeranno brevemente all’albergo per prendere i bagagli e poi torneranno a casa.

Accademia dell’F.B.I., Quantico, Virginia
Sono appena usciti dall’ascensore, ognuno diretto alla propria postazione, mentre Garcia li abbraccia Morgan impedendogli di continuare a camminare. Hotch e Rossi si rifugiano nei propri uffici, JJ scuote la testa e lascia l’openspace. Emily, Spencer e Sarah si siedono alle rispettive scrivanie.
Prentiss rompe il silenzio per prima.
-    Non potevamo fare di più per quei ragazzi.
-    Ne sei convinta? – le chiede Sarah con astio – Ne sei proprio sicura?
Prentiss e Reid non fanno in tempo a reagire che lei si alza e si dirige verso l’ascensore. Derek prova a fermarla poggiandole una mano sulla spalla, lei lo scansa bruscamente ed esce dall’ufficio senza salutare nessuno.

Continua…
   
 
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