Te ne sei andata.
Mio Dio, mi hai abbandonato -
Le tue labbra in fiore sulla mia pelle
ferrosa,
i tuoi sussurri nella notte dopo gli
amplessi di brace,
i tuoi occhi lunari che disegnavano scie
nel mio cielo,
il tuo nudo corpo bagnato che s'innalzava
dalle acque
insaponate,
le tue grida di giubilo rabbioso mentre
rubavo il tuo
respiro,
la tua mano che si annodava fatalmente alla
mia,
i tuoi baci quando la mattina mi svegliavo
e tu eri in
fiamme nel mio letto,
i tuoi sibili di rancorosa e paralizzante
rabbia che
strappavano battiti alle mie vene,
i tuoi capelli di pesca che avvolgevano il
mio glabro
collo,
la tua calda calda calda – buon
Dio! - calda lingua
sul mio membro ghiacciato,
il tuo calmo petto addormentato che si
abbassava
dolcemente accanto a me,
i tuoi seni che non erano altro che alture
degli dei,
le tue vuote menzogne che toglievano linfa
alle foglie
degli alberi,
il tuo “ti amo ti amo ti
amo” apogeo delle nostre
grida,
il tuo corpo abbandonato a me mentre in
televisione il
nulla si susseguiva,
le tue lacrime che bagnavano le mie
desertiche guance,
il tuo dolce inciso palmo che si schiudeva
sotto i miei
baci,
il tuo sorriso che annullava la luce del
sole e della
luna e delle stelle tutte.
il tuo sguardo che mi cullava mentre
barcollavo fra i
fornelli,
le tue braccia che stringevano il mio petto
per
impedirmi di volare fra le fiamme -
Te ne sei andata.
Dio buono, mi hai abbandonato -
Solo, senza di te,
mia puttana ardente,
che cosa mi resta da fare?