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Autore: _Sama_    17/11/2010    2 recensioni
"Come si fa a risalire quando si ha perso l'amore della nostra vita?Si può ricominciare ad amare?Dove la si trova la forza per farlo?
La mia vita era diventato un buco nero immenso e io ci stavo sprofondando dentro piano piano senza aver le forze di uscirne. Non avevo speranza in futuro migliore ma presto forse mi sarei ricreduta."
Rose,una ragazza come tante che ha perso il suo ragazzo. Riuscirà a tornare a vivere?E ad amare?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare ad amare'
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Cap 1 Scendere nell’abisso



Era un sabato quando ricevetti la chiamata, quella maledetta chiamata.

Come tutti i sabato mattina me ne stavo rilassata sul mio lettone dopo aver risposto al dolcissimo messaggio che mi aveva mandato il mio amore. Ebbene si da ormai tre anni ero fidanzata, un qualcosa d’inaspettato per quella che ha sempre detto e creduto in “io fidanzata mai,amo troppo la mia vita da single” ,ma si sa, quando si dice le ultime parole famose.
Sia chiaro,non sono una tipa superstiziosa ma avevo un buon sesto senso e credevo ai segni. Non ne capivo il motivo ma mi sentivo agitata,avevo uno strano presentimento, ma mi ero convinta fosse dovuto al prossimo esame universitario che da li a poco avrei dovuto dare. L’agitazione però salì quando mi si ruppe la collana con la mia metà di cuore, cercai comunque di calmarmi e dirmi che non fosse niente,in fondo sono cose che capitano.

Si dice che le anime gemelle si sentano, io sentii il crack del mio cuore.

Avevo un ottimo rapporto con le mie cognate, infatti ero anche la madrina della più piccola. Quando potevo passavo il mio tempo con loro e mi piaceva far arrabbiare Elise quando facevo a lei o alla più piccola Elene un regalo inaspettato. Era la mia seconda famiglia. Io e Elise non ci sentivamo spesso al cellulare, solo se c’era qualcosa di cui aveva bisogno e fu per quello che vedere tre chiamate sul mio cellulare da parte sua mi allarmò.
“Ehi Elise avevi bisogno?”
“Rose corri subito all’ospedale, mio fratello ha avuto un incidente!Ci hanno appena chiamato,noi stiamo arrivando ma tu farai certo prima.”
A quelle parole mi cadde il cellulare.
“Rose mi senti??Rose??”
Cercai di uscire dallo stato catatonico in cui ero scesa e le risposi.
“Si”.
Avevo la patente ma non ero in grado di guidare, quindi mi feci accompagnare in ospedale. Le mie cognate e mio suocero dovevano ancora arrivare. Mi recai al pronto soccorso. Ero piuttosto agitata.
“Scusi sto cercando Fiore Andrea, so che ha avuto un incidente”
“Lei è una parente?”
“No sono la fidanzata!”
“Mi spiace signorina non posso dirle nulla se non è presente un parente?”
“Non può fare un’eccezione sono pur sempre la fidanzata da ben tre anni,varrà pur qualcosa?”
“No mi spiace può solo attendere”
“MALEDIZIONE, IL MIO RAGAZZO E’ QUI,HA AVUTO UN INCIDENTE E NON POSSO NEMMENO SAPERE SE STA BENE?”
Urlai con tutta la forza che mi rimaneva.
“Signorina non si agiti!”
“MA COME PUO’ PENSARE CHE NON MI AGITI?”
“Ehi Rose, che succede? Perché urli?”
“Oh Elise,non vogliono dirmi nulla perché non sono una parente!”
“Senta io sono la sorella,ora può dirci come sta mio fratello?”
“Mi spiace cara,suo fratello è in condizioni pessime, lo stanno operando ma l’incidente è stato troppo brutto. Non credo ce la farà!”
A quelle parole il mio cuore si spezzò del tutto.
Eravamo in sala di attesa aspettando che ci dicesse che non ce l’aveva fatta, perché per quanto io potessi sperare il mio lato pessimistico reggeva. Andrea diceva che io non ero pessimista,ero semplicemente realista. Qualunque cosa fossi al momento non avevo la forza per sperare. Elise ed io ci tenevamo strette. Mamma aveva chiamato la mia miglior amica per informarla,io avevo rintracciato Michael per avvertirlo,in fondo lui era il miglior amico del mio ragazzo. L’operazione durò tre ore,tre maledette ore di attesa. Quando il chirurgo uscì aveva la testa china e fu alle sue parole che scoppiai.
“Mi spiace non c’e l’ha fatta!”
“NO MI DICA CHE NON E’ VERO, LA PREGO MI DICA CHE NON E’ VERO!!!ANDREA MI AVEVI PROMESSO CHE ME NE SAREI ANDATA IO PER PRIMA, PERCHE’ NON HAI MANTENUTO LA PROMESSA??”
Ormai le mie lacrime scendevano a dirotto, non m‘importava che gli altri mi vedessero in quello stato. La mia miglior amica mi abbracciava ma non erano i suoi abbracci che volevo, io volevo Andrea solo lui.
Nella mia mente riecheggiavano le nostre parole.

“Amore devi promettermi che me ne andrò via prima io?”
“Perché?”
“Ovvio non potrei vivere senza di te!”
“Be nemmeno io se è per questo”
“Be tu promettilo!”
“Va bene promesso, ti amo ”
“Ti amo anch’io!”

Una promessa che poi non aveva mantenuto. Non so come ma mi ero ritrovata stesa su un lettino d’ospedale presi il cellulare per rileggere il suo ultimo messaggio:”Buongiorno amore,hai dormito bene?Io si almeno finché ero con te e non sono dovuto scappare a casa!Non vedo l’ora di vederti stasera per abbracciarti,baciarti e fare di nuovo l’amore con te. Ti amo, non scordarlo mai. Il tuo cucciolo preferito.”.Ricominciai a piangere a dirotto.
“Piccola mia ti sei svegliata?”
“Si mamma che è successo?”
“Sei svenuta e ti hanno momentaneamente spostato qui!”
“Ed Elene? Come sta Elene??”
“Sta piangendo”
Andrea, Elise ed Elene avevano da poco perso loro madre. Per la piccola doveva essere un nuovo shock e molto probabilmente anche per mio fratello che gli era legato profondamente.Mi tirai su, raggiunsi la mia famiglia e andammo insieme a casa. Nessuno aveva fame. Michael e Erika avevano contattato gli amici miei e di Andrea per avvisarli, infatti una marea di persone si era presentata a casa mia. Sinceramente non ero in grado di capire chi fossero, non ero in grado di far nulla. Erika, la mia miglior amica rimase con me per la notte più dura della mia vita,la prima notte con la certezza che Andrea non c’era più.
  
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